«350 infermieri al giorno si sono ammalati nell’ultimo mese, fermiamo l'ecatombe».

Incrociando i dati ISS con quelli INAIL del trimestre appena trascorso, ci accorgiamo che nulla è cambiato. I "soldati al fronte" pagano la nefasta gestione tra prima e seconda ondata: chi dovrà essere chiamato a rispondere per la nostra sicurezza e per quanto continua ad accadere a discapito della nostra salute?

ROMA 25 GEN - «Una tragica media di 350 infermieri si ammalano ancora oggi, ogni giorno, di Covid, a quasi un anno dallo scoppio della pandemia. 12.988 operatori sanitari sono stati contagiati solo dal 25 dicembre a oggi, di questi oltre 10mila sono infermieri.

Ma vi è di più, perchè incrociando i dati dell’Istituto Superiore Sanità con quelli dell’ultimo trimestre Inail, emerge l’amara conferma che per l’82% si tratta di infermieri. Un trend negativo che rappresenta una logica conseguenza di quello dei tre mesi precedenti. Insomma, la freddezza dei dati esaminati ci richiama su una triste evidenza: da febbraio a oggi è cambiato davvero ben poco nei fallimentari criteri di messa in sicurezza della quotidianità lavorativa dei nostri professionisti, e sia chiaro che gli infermieri sono quelli che ne pagano le conseguenze più di qualunque altro sanitario, in questo senso i dati non mentono e sono lo specchio della realtà».

Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta il delicato incrocio che periodicamente il sindacato effettua tra le cifre ISS e il nuovo report INAIL.

«Ci sarà una amara ma ben precisa ragione in base alla quale i nostri “soldati al fronte”, i più esposti al rischio, con ben 68 decessi ufficiali fino a oggi, continuano ad ammalarsi con questa velocità. Da mesi chiediamo tamponi effettuati periodicamente a tutto il personale, test veloci prima dell’inizio di ogni ciclo di turno p/m/n.

Cifre così negative, che non conoscono in alcun modo un calo sostanzioso, dimostrano la nefasta gestione organizzativa tra la prima e la seconda ondata, quando la diminuzione dei contagi nella stagione estiva avrebbe dovuto sollecitare Governo e Regioni a realizzare un concreto piano di misure che avrebbero consentito la maggiore tutela della salute del personale. I nostri infermieri continuano invece a sorreggere da soli il peso di un macigno che, senza il loro strenuo coraggio, avrebbe già travolto tutto e tutti»

Il Referente del Nursing Up   Alfredo Iannaccone

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