ANCORA SULLA RACCOLTA DI FIRME A SONDRIO CONTRO e L'AMPLIAMENTO E IL NUOVO INSEDIAMENTO COMMERCIALE A CASTIONE 11 10 20 40

E' in corso a Sondrio l'ulteriore (dopo le 10.500 già portate ai Presidenti di Regione e Provincia) raccolta di firme su un documento, pubblicato in altra parte del giornale, che, in una con considerazioni di carattere generale, punta il dito di fatto contro l'annunciato ampliamento delle superfici commerciali di Castione per quasi 13.000 mq di superfici di vendita. I punti sono quelli ormai consueti, ovvero il proliferare di capannoni, anche sottoutilizzati o non utilizzati, lo svuotamento dei paesi per le serrande dei negozi che chiudono, i posti di lavoro persi dal dettaglio non compensati da quelli della grande distribuzione.

Destinatari dunque i Presidenti della Regione e della Provincia.

Presa di posizione in un certo senso scontata ma forse tardiva.

Piangere sul latte versato?

Abbiamo già illustrato come l'occasione per una riflessione seria, di carattere intercomunale, c'era e non è stata raccolta. Il Comune di Albosaggia quando avviava lo studio per il suo piano di governo del territorio aveva chiamato i Comuni orobici contermini per una riflessione collegiale. Il Comune di Sondrio non ha chiamato nessuno. Colpevolmente, certo per le ragioni a suo tempo dettagliatamente illustrate, ma non solo sue le responsabilità. Se Maometto non va alla montagna con quel che segue. Se il Comune non chiama chi è interessato non si aspettano fatalisticamente gli eventi ma si deve bussare forte alla porta per entrare e quantomeno essere ascoltati. Non stiamo facendo critica, men che3 meno politica ma quando si tratta un problema è indispensabile partire dalla fotografia reale della situazione senza omissioni o distorsioni. Fin quando infatti l'Amministrazione Comunale del capoluogo ha avuto qualificati esponenti alla guida del settore urbanistico non c'è stato bisogno che la montagna andasse a Maometto. Citiamo, in maniera by-partisan l'arch. Stefanelli e l'avv. Sava. Poi le cose sono cambiate. Per il Comune di Sondrio evidentemente quel che succedeva o poteva succedere a Castione non era problema di competenza. Formalmente è così, sostanzialmente no. Si potrebbe chiedere a che pro piangere sul latte versato. Il 'pro' ci sarebbe.

Il Sindaco di Castione

Il Sindaco di Castione d'altronde fa gli interessi del suo Comune. Porta a casa gli oneri, porta a casa, domani, l'ICI. Porta a casa, indirettamente, una possibile occupazione per la gente del suo paese.

I privati

I privati fanno, ovviamente, i loro interessi. Guardano le norme vigenti, si conformano nell'elaborazione e presentazione dei loro progetti, fanno i loro piani finanziari e procedono.

Sondrio

Obiettivamente le 19 vetrine vuote di Viale Milano, le trenta di Via Mazzini, le altre in giro per la città, le altre ancora che i promotori della raccolta di firme temono si aggiungano non sono un problema né dei privati né del Sindaco di Castione.

Difficile, difficilissimo invertire la tendenza. Qualcosa si sarebbe potuto fare in sede di elaborazione del Piano di Governo del Territorio - certo non con le illeggibili pagine del documento di scoping, per fare un esempio -, ma non vediamo oggi una sola strada per invertire la tendenza. L'unica ipotesi possibile è di tal grande respiro da richiedere una marcia, culturale in primis, politica poi, economico-finanziaria in fondo da far ritenere una pur realistica meta da perseguire un periodo ipotetico del terzo tipo.

Morbegno, oggi una conurbazione con Talamona e Cosio, per la precisione Regoledo, dimostra ben altro dinamismo. Ha rimontato e oggi viaggia a forte andatura Tirano. Al palo Sondrio. Le realizzazioni in corso, certamente significative non portano una goccia di carburante. Il Parco Bartesaghi, formidabile, serve ai cittadini non allo sviluppo economico. Il Teatro Sociale lo stesso. L'intervento in area Carini aggrava, in quanto non bilanciato, la crisi del centro-storico. Gli edifici venuti su come funghi, o in corso, contribuiscono a questo aggravamento anche se in modo parziale visto che compratori o affittuari latitano, felice solo il Comune per gli oneri che riscuote e per l'ICI che mette a ruolo.

Bar Sport emblematico

Il Bar Sport, lo storico Bar Sport nella principale piazza cittadina chiuso, con la malinconica scusa "chiuso per rinnovo locali" è il simbolo visivo del declino della città in una comunità che sembra aver perso persino la voglia, oltre alla capacità, di discutere, di confrontarsi, di stimolare idee. Qualcuno dirà che il Bar riaprirà perché interesserà pure a qualcuno (ai cinesi senz'altro!). Il problema però resta perché qualcuno ha ritenuto di buttare la spugna. Non solo. In dichiarazioni pubbliche, riprese dalla stampa, ha sostenuto di essere stato costretto a gettare la spugna per via delle 'troppe limitazioni'.

L'alt alla pratica?

In via ordinaria arrestare l'iter in corso sembra arduo nonostante quella che potrebbe essere definita una specie di rivolta visto che in tre giorni ha aderito alla protesta un numero di cittadini pari a quasi la metà della popolazione sondrasca e sondriese. La Provincia ha le armi spuntate e può quindi giocare la partita solo sul piano politico. Regione: non è dato di sapere quale sia il grado di discrezionalità amministrativa nell'attuale momento dell'iter delle due pratiche anche perché bisogna fare i conti con l'eventualità dei ricorsi alla Magistratura amministrativa. Punto interrogativo insomma sulla possibilità che qualcuno alzi la paletta e intimi l'alt alla pratica, anzi alle due pratiche.

Due osservazioni conclusive.

- Oggi mobilitazione, peraltro comprensibile, per i due progetti in corso. A Castione però è un continuo di nuovi insediamenti e altri magari si preparano ancora. Ognuno di questi è una botta al commercio e alla vita di Sondrio. Non solo i due in arrivo. (E ci sarebbe un modo, legittimo, come fermarli).

- La raccolta di firme con una velocità alla Speedy Gonzales è chiaro indice di come e quanto sia sentito il problema. Eppure a oggi, salvo la conferenze-stampa di alcune settimane fa dell'assessore Ferrara, non vi è stata nessuna manifestazione pubblica ove approfondire, in modo serio e non barricadiero, il problema. Lecito al riguardo esprimere una certa sorpresa…

f.

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