Il ricatto nucleare nord-coreano. Quale obiettivo? A Sondrio si vedono le cose diversamente. Ma ce ne sono i motivi

Avvertenza: l'articolo è documentato per cui assai lungo e tale da sconsigliare a leggerlo i lettori che non hanno voglia di perdere tempo. Con gli altri ci intendiamo, come visto in passato

Ci hanno raccontato un sacco di balle utilizzando i media che invece credevano di essere i portatori della verità, quelli che aprivano porte, finestre e forzieri, il pilastro delle democrazie. E invece...
E invece nelle cose che contano hanno scritto, in genere inconsapevolmente, quello che interessava al 'padrone di turno', quello che serviva al 'padrone di turno', quello che costituiva tassello del mosaico disegnato dal 'padrone di turno'. A tutto campo e con una sola eccezione, il Watergate che fece finire a Nixon il suo mandato il 9 agosto del 1974 a seguito della coraggiosa inchiesta giornalistica promossa dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein.

Le balle su Saddam
A vol d'uccello alcuni esempi, i più significativi.
Il primato alle “armi di distruzioni di massa” di Saddam, che si è visto, come in tanti pensavano, una criminale invenzione destinata a giustificare una guerra senza neppure interpellare l'ONU. Una guerra fallimentare che purtroppo costò un numero elevatissimo di innocenti civili e poi scenari disastrosi nel Medio Oriente. Bush e Blair, che avrebbero dovuto essere processati per i citati crimini, la scontarono. A distanza di anni Blair riconobbe che era stato un errore. Balla colossale ma in tanti la bevettero.

La 'Primavera araba'
L'avevano bevuta tutti consentendo così a francesi e inglesi di ricorrere alle armi, quelle sì per certi versi di distruzione di massa. Quando allora sentimmo il Presidente Napolitano inneggiare a questa presunta 'Primavera araba' pensammo, e ne scrivemmo, che la cantonata l'avesse presa il suo staff. Non era così nonostante che la balla fosse colossale e tale quindi da creare condizioni favorevoli dell'opinione pubblica. Roma o morte dicevano un tempo. Qui Gheddafi o morte, anzi Gheddafi morto per aprire la via neocoloniale cara a Sarcozy.
Ci avevano contato delle gran balle, credute verità. Le accreditava l'autorevolezza di chi le contava, per cui a braccia aperte si sarebbe dovuto accogliere quella 'Primavera araba', foriera di chissà quali risultati.

Chi però le balle non le ha contate
Una correzione va fatta: c'è stato infatti chi, da subito e solitario , ha scritto che si trattava di balle, di una macchinazione. Quel qualcuno, solitario, non ci aveva creduto ma non esprimendo un'opinione personale bensì producendo un dato oggettivo, più volte ricordato senza mai una sola obiezione. Ovviamente.
Cosa era successo? L'elemento scatenante la guerra della presunta 'Primavera araba' era stata la notizia dei 10.000 morti a Bengasi. C'era sembrata una enormità per cui avevamo deciso di andare a Bengasi a verificare. Non siamo, ovviamente, andati di persona facendo una cosa che avrebbero potuto fare tutti se avessero avuto l'idea giusta. Ci siamo andati attraverso il computer. C'era una sola webcam che l'indomani non abbiamo più trovato ma è stata abbastanza. Era sera, la pubblica illuminazione notevole, sul viale ampio sotto di noi scorreva un traffico non eccessivo ma ordinato. Abbiamo ancora presente la prima immagine: un grosso furgone che veniva verso di noi, un'auto in direzione opposta. Ci fossero stati non 10mila e nemmeno 1000 morti la strada sarebbe stata piena di folla e forse anche di armati. Nulla di tutto questo. Dopo un po' siamo andati a cercare notizie sul web e un tutti riportavano la notizia data Al Arabiya qualche ora prima, alle 16.18 del 23 febbraio 2011: “Massacro in Libia,: "10mila morti". I feriti sarebbero stati 50mila. Una bomba atomica? No, una balla atomica, anzi all'idrogeno. Sulle balle hanno costruito il resto mettendo a soqquadro tutto il Nord Africa.

Che c'entra con la Corea?
E che centra tutto questo con il coreano Kim Jong-un? C'entra perchè il sistema finora è stato lo stesso, quello del Regno delle Balle da far bere a miliardi di esseri umani che popolano il pianeta.
Omettiamo altri esempi di ballistica (proto: due elle) che spesso si associa alla balistica (proto: una elle) come ad esempio il rapporto con la Russia ammessa al G8 quando si era fortemente indebolita ma quando Putin la traghettò da una palude a terra solida allora le cose cambiarono dipingendola - e ce la dipingono tuttora - come una peccatrice. Sbagliando.

Kim il-Sung
E veniamo alla Corea. Ci aveva impressionato, e ne avevamo scritto, un giornale in francese trovato a Parigi, organo ufficiale della Corea nordista. Centinaia, forse migliaia di scritte “Kim il-Sung le grand leader”. Un culto della personalità di fronte al quale quello, per restare in Europa, di Stalin e successori, Hitler, il Duce, Tito, Franco, e, on Africa, persino Bokassa appariva come cosucce minimali da aspiranti dilettanti alle prime armi. Ancora oggi Kim il-Sung è ufficialmente e formalmente considerato un semi-dio, anzi per qualcuno il 'semi' è di troppo.
Ci sarebbero stati gli estremi per discutere il caso Corea ed invece ci hanno raccontato un sacco di balle e in più quando c'era qualcosa da dire non ce l'hanno detto.

Ricatto nucleare
Articolo dello scorso 5 luglio dal titolo “Nord Corea, visto da Sondrio. Ricatto nucleare e rischio da brividi per tutti”
http://www.gazzettadisondrio.it/editoriali/05072017/nord-corea-visto-son...
Lui
Ci avevano dipinto questo Kim Jong-un come un sorta di bamboccio  appassionato di videogames e a cui piaceva anche di giocare alla guerra, quella vera. Ci avevano dipinto un Paese sull'orlo dell'abisso. Ci avevano dipinto, almeno qualcuno, un quadro nel quale si collocavano ipotetici oppositori.
Il 'presunto bamboccio' ha studiato a Berna e a Londra. Ha due lauree. Conosce le principali lingue occidentali. In parte ereditato dal padre, ma sopratutto dal nonno-dio, ha un consenso ultra-bulgaro. Lo sostiene il quinto esercito del mondo. Le forze armate della Corea del Nord sono infatti impressionanti. Può non importarci più di tanto il constatare che al minimo sono 7-8 volte quelle italiane. Il lettore curioso vada a questo indirizzo per trovare, ripetiamo, impressionanti; “  http://www.lookoutnews.it/corea-del-sud-esercito-guerra-corea-nord/ “.

Militarmente
Le sue sparate non sono gratuite e immaginifiche. Non teme Trump perchè il grande numero di uomini (quinto esercito del mondo) da lanciare in un attacco al nord – oltre un milione e fin oltre 7 milioni chiamando i riservisti – non possono essere fermati con la tecnologia e con le armi sofisticate. L'esperienza coreana nella guerra del 38mo parallelo lo dimostra, così come pure quella del Vietnam.

Vietnam
Già il Vietnam. Apriamo qualche cassetto, cerchiamo di indagare. Gli USA intervennero pesantemente con una quantità, per potere distruttivo, di bombe pari a quello dell'intera seconda guerra mondiale. I bombardieri B52 percorrevano migliaia di km fra l'andare sull'obiettivo e il tornare. A terra c'era l'armamento più sofisticato al servizio delle forze terrestri arrivate sino ad oltre 500.000 soldati. Dall'altra parte il generale Giap praticamente aveva solo i Viet Kong che lungo il sentiero Ho Chi Minh, in tratti persino sotto terra, fornivano i rifornimenti ai loro avamposti, alcuni addirittura in campo nemico. Incredibilmente dunque sconfitti gli USA per una collezione di errori militari ma anche politici con la caduta della capitale Saigon, 30 aprile del 1975, che aperse la porta alla riunificazione del Paese. Regime comunista. Capitale Hanoi.

E che c'entra il Vietnam?
C'entra eccome. Stati Uniti e Paesi occidentali nelle pubbliche dichiarazioni ufficiali, ma anche nella pubblica opinione con i media che in parte cospicua la determinano, hanno attribuito ed attribuiscono al leader coreano e al suo regime le più varie motivazioni ignorando quella fondamentale che si collega al caso Vietnam.
Una motivazione fondamentale che è sotto gli occhi di tutti anche se quasi nessuno ne coglie il senso.
Quella motivazione sta nell'immagine che correda il presente articolo.

L'Arco
L'Arco della Riunificazione è un arco di trionfo situato a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord lungo l'autostrada dalla capitale verso il sud“ verso l'obiettivo del governo nordcoreano ovvero la riunificazione della Corea”. Struttura “modellata a forma di due figure femminili, vestite in abito tradizionale, protese l'una verso l'altra, con in cima un globo in particolare con l'immagine della Corea unita. Alla base nei due gruppi scultorei si vedono i cittadini di Corea del Nord e Corea del Sud che corrono gli uni verso gli altri, verso la riunificazione. La evidenziano, la richiamano incisioni con testi tutti volti verso l'obiettivo.

L'obiettivo, eccolo: Vietnam bis
Si dirà che le condizioni e le situazioni sono diversissime. Vero se si usa la logica abituale. Non vero se si ragiona alla luce di un elemento nuovissimo. A parte gli eventi terroristici per la prima volta infatti gli USA si trovano di fronte ad una minaccia diretta, addirittura atomica. La Corea sarebbe distrutta, ha detto Trump. Ma che prezzo? Aggiungasi che un prezzo altissimo lo pagherebbero Giappone e Corea del Sud che ha una potenzialità militare, in tutti i settori, decisamente inferiore a quelli del nord.
Il problema pertanto non è più 'quel che faranno' ma 'quel che potrebbero fare'. La partita a scacchi  sta in questi termini ma con un rilevante codicillo. La riunificazione, così come per altri Paesi, è stata ed è un'aspirazione di tutti i coreani che hanno insieme una storia, una identità, una lingua.
In questo sta la risposta al quesito iniziale.

Riunificazione in salsa nordcoreana
Kim il ung non sta giocando alla roulette o ai videogames, ma piuttosto sta pensando al Vietnam, e ad una riunificazione in salsa nordcoreana, supportata dal far parte del club dei nucleare con il quinto esercito del mondo In alternativa qualche scambio, peraltro improbabile, di missili, se con atomica o no, un bilancio comunque negativo per gli USA e per l'Occidente.

Ci hanno contato balle su scala planetaria. Sarebbe ora di dire basta a fronte di una novità che minaccia noi ma quel che più conta i nostri figli.
A USA, Cina e Russia il compito di quadrare il cerchio spiegando però apertis verbis come stanno veramente le cose. In tal caso potremmo verificare se la nostra ipotesi è valida. Al tempo della Primavera Araba la nostra solitaria posizione si era poi dimostrata valida e convincente. Chissà che non facciamo il bis. Fosse valida sarebbe ora che se ne traessero le conseguenze.
Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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