SONDRIO. In Piazza per la pace - La nostra posizione

Aggiunta del 23, vigilia dell dimostrazione in Piazza Garibaldi di Sondrio. NOSTRA NOTA
NO ALLE ARMI E perchè? per asili e nidi che si svuotano ogni giorno con tante bare bianche, per il grandaffare delle pompe funebri, per ospedali e case di ricovero in macerie, per il brivido che viene pensando ai dividendi conteggiati dai consigli di amministrazione di quelle aziende, precipuamente di Oltre Oceano ma non solo, che sono sì all'avanguardia, tecnica e scientifica ma aventi come fine, come obiettivo la violazione del quinto comandamento, che vale non solo per i credenti. NO ALLE ARMI ma usarne una che, se usata nel modo giusto, salverebbe l'Ucraina nell'oggi e nel domani, riuscendo a cacciare l'aggressore in qualche remoto gulag tra gli Urali e Vladivostok. Utopia? No. A furia di missili che si combina? Con le sanzioni che si è ottenuto? Tristissimo, del resto, assistere allo spettacolo del grano che rischia andando avanti così di marcire nei silos con lo spaventoso scenario che ne conseguirebbe. Una Europa che deve vedere i turchi, unici personaggi di un dramma che diventa tragedia. Gli USA che neppure cambiando colore politico modificano la loro linea non accorgendosi degli altri miliardi di persone. L'ONU, sola via se l'Occidente scoprirà che si sta andando verso gli otto miliardi di persone, che c'è la Cina.  Andando avanti così l'Ukraina rischia perchè la Russia sta dimostrando di fare quello che vuole o quasi. Non saranno le armi a risolvere il problema che però va risolto e nel solo modo possibile

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Riceviamo e pubblichiamo. Poi una nostra presa di posizione:

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Alle redazioni e ai giornalisti/e

A 5 mesi dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, Rete Italiana Pace Disarmo ha promosso per sabato 23 luglio una giornata nazionale di mobilitazione per chiedere che tacciano le armi e che l'Europa si faccia subito promotrice di una Conferenza internazionale di pace. Si tratta di richieste ogni giorno più urgenti, man mano che la guerra avanza producendo disastri in termini di vite umane perse, sofferenze, distruzioni.
Nonostante le difficoltà legate anche al periodo stagionale, sono previste iniziative in decine di città italiane e anche noi intendiamo dare un segno di partecipazione e di conferma del nostro impegno per la pace ritrovandoci a livello provinciale in piazza Garibaldi a Sondrio sabato 23 luglio dalle 10 alle 12.
L'invito a partecipare è rivolto a quanti sono convinti che la guerra non sia mai una soluzione e sabato 23 riaffermeremo ancora una volta NON IN NOSTRO NOME.
Per dire basta alla guerra, cessate il fuoco e negoziato subito SONDRIO C'E'!

Al link il testo dell'appello e le centinaia di realtà associate, tra cui CGIL e ANPI, che hanno aderito a livello nazionale
https://retepacedisarmo.org/2022/ucraina-sabato-23-luglio-100-eventi-per...

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Il 18 giugno chi scrive aveva pubblicato un articolo che val la pena di ripubblcare anche con documentazione fotografica. Eccone il testo:

NO ALLE ARMI PER UNA TESTIMONIANZA PERSONALE DI GUERRA DAL FRONTE. La via ci sarebbe per la smettere questa carneficina e lo speco di risorse che colpisce i più fragili

L'ODIO PER LE ARMI. Salvo qualche accenno e qualche inciso, non avevamo dedicato alla guerra in corso particolare attenzione. Almeno sul pubblicato. Non sul pensato ed anche sullo scritto. Era infatti talmente mostruosa l’idea che si stessero testando gli strumenti di morte a un paio d’ore di  volo da casa nostra che praticamente era roba da non crederci. Invece la guerra era una tragica realtà che mi aveva fatto e mi faceva rivivere cinque tristi e tragici anni rappresentabili in una tavolozza dai colori tenebrosi. Nell’immagine pubblicata una mia testimonianza diretta con lo scoppio a 10 metri da me con quella parete prima in associazione al muro che si vede a sinistra. Scelgo uno degli eventi, il bombardamento del 25 settembre alle cinque e mezza del mattino. Sei morti, 21 feriti in parte gravi, altri feriti ancora leggeri. E, in fotografia il mio coscritto salvatosi con due salti dalla sua camera al primo piano che si precipita verso di me non col pianto ma peggio, con vera e propria angoscia: “la mia mammaaaaa”. I primi soccorritori, la richiesta pressante di candele alle case vicine per vederci sotto le macerie, pianti, gente sotto shock. In questa situazione disumana,  al coscritto di otto anni, una incredibile reazione “l’ho vista io Giorgio, sta bene”. Che la mamma se la sia poi  cavata è vero ma non lo era la risposta, inventata ma tranquillizzante in quel momento. La sua finalmente ci è capitata di vederla un paio d'ore dopo, aiutata dai soccorritori, mentre usciva dalle macerie trovando sì un figlio, Giorgio appunto, non le altre tre figlie falciate dall’esplosione.

Ho approfondito. Se il pilota avesse sganciato le prime due bombe circa 15 centesimi di secondo prima non sarei qui a raccontarla e nemmeno i miei familiari che erano sull’altro lato degli edifici. Potrebbero inoltre averla raccontata nel corso della loro vita Giorgio e familiari. Se l’avesse fatto un decimo e mezzo di secondo dopo le vittime si sarebbero salvate e così i miei familiari, ma questo salvataggio avrebbe voluto dire la fine per noi.
Lungo la rotta dell’aereo assassino, non contenti di questa 'eroica' operazione contro civili, solo civili, una serie di altre bombe, di morti, di feriti. Comprensibile in chi ha vissuto queste esperienze L'ODIO PER LE ARMI con tutto quello che ne consegue.

L'ODIO PER LE ARMI. C’è ancora qualcuno che possa riportarci de visu là, in questo regno del male, con quegli strumenti che non fanno crescere ma sempre servono per distruggere? Sino a poco tempo fa c’era, originaria di Briotti, a Pontremoli con molti valtellinesi, uno addirittura capocantiere, che lavoravano per gli impianti della Falck. Ci fosse potrebbe essere lei a portare un’altra testimonianza, quella ad esempio delle 30 bombe sganciate una notte nella zona del cantiere con una sequela di esposioni. Primo esempio di BOMBE INTELLIGENTI, altro che quelle di cui vorrebbero farci apprezzare la precisione o la tragica efficenza. ! Le abbiamo così chiamate perché hanno veramente dimostrato una grande intelligenza, nessuna delle 30 avendo colpito case, altri edifici, capannoni o altre attrezzature del cantiere e persino avendo evitato guai ai poveri orticelli di guerra intorno alle case.

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L'ODIO PER LE ARMI   ARMI AGLI UKRAINI, IL NOSTRO NO E IL PERCHE’ DEL NOSTRO NO
No a dare armi agli ukraini, e spiego perché
Non prendo in considerazione le ragioni in linea di diritto addotte,come vedesi in calce, dal Codacons per  quanto possano avere un fondamento
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario perché ritiene che in questo modo si getta benzina nel fuoco della guerra
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per una sua posizione assoluta della pace
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per le conseguenze funeste facilmente prevedibili per l’economia mondiali, europee, italiane a scapito della gente comune
Non prendo in considerazione le ragioni di chi è contrario per scelta politica e/o partitica pur legittima
Non prenderò in considerazione le ragioni, ove e quali ve ne saranno, di ulteriori.
E allora?
    1. Ci sono ragioni che vanno al di là di quelle indicate, finora mai arrivate alla superficie, di stampa, radio e TV, nei social, e non sono né soggettive, né discrezionali.
Ma, - e due -, allora? Aria di presunzione o persino di leggerezza nonostante la serietà del tema?
Evidentemente no proprio, appunto, per la serietà del tema ma anche grazie alla documentazione alla base di quella che chiameremo “testimonianza di guerra soprattutto dal cielo” da parte di un di un giovane ragazzo, “testimone di guerra”, che per la ruota del tempo ha pochissimi suoi simili in Italia, probabilmente nessuno in Valtellina.  Le tragiche brutture della guerra tra le 18 del 10 giugno 1940 e il 29 aprile 1945 viste, annotate, seguite senza quel terribile assillo che si impadroniva degli adulti al suono della sirena o al ronzio degli aerei per non parlare degli scoppi. L’età preservava da quell’assillo, neppure all’arrivo di quel sibilo cui seguiva un silenzio che pur brevissimo pareva lunghissimo e poi lo scoppio che trasformava dolori, pianti, preghiere talora gigantesco sollievo in solidarietà per gli altri, per chi ne era rimasto vittima mentre noi, superstiti senza danni. avevamo a che fare con il gas dell'esplosione acre in gola. Il non essere emotivamente coinvolto, come invece inevitabilmente lo erano gli adulti, comportava e ha comportato una lettura ‘più serena degli eventi’, se così si può dire, e quindi più realistica, con una fedeltà di ricostruzione e di riferimento degli eventi stessi.
    2. La premessa di cui sopra ha un valore fondamentale per l’attendibilità della testimonianza, non di un evento, o anche più d’uno, ma di un arco quasi quinquennale, lontano ma ancora nitidissimo nella memoria e del resto supportato da materiale documentale. I requisiti dell’esperienza complessiva su base quinquennale con una minaccia costante non solo dal cielo tendono però ad escludere (o per l’età o per casi tipo la bomba sotto la ferrovia a Sondrio o quella a a fianco del cimitero di Ponte) possibilità di simili “testimoni di guerra”.
    3. Ho scritto per il sito di ANIOC  “Diario di guerra, realistico, di un bambino”. Lo pubblicherò. Anticipo la sua conclusione: “L’auspicio che si colga l’essenza di quel che si è scritto, su questo terribile mostro che è la guerra d’offesa dovunque e comunque la si collochi”
    4. Si condivida o meno il punto di arrivo nel mio pensiero è in quel NO ALLE ARMI detto da chi non ha ascoltato notizie, fatti, resoconti dagli altri ma, viv/i per miracolo, anzi per più miracoli, ha vissuto la guerra direttamente da quel giugno del 1940 alle fine dell’aprile del 1945. Cinque anni vissuti dovendo dire di aver avuto la fortuna(!) di cedere alla nera signora con la falce solo due persone della mia famiglia evitando per un fiat altri, tanti, lutti.
Quasi 5 anni me li hanno però portati via e dovrei dire grazie perché si sono accontentati di solo due funerali? No, no alla guerra, NO ALLE ARMI, ovunque.
    5. NO ALLE ARMI, e l’Ukraina.  Ukraina punto debole? Senza armi la lasciavamo o la lasciamo in mano ai russi? Ma non diamo i numeri per favore! Incidentalmente occorre pur osservare che non sono certo determinanti i contributi in munizionamenti italiani visto l’apporto USA, dei prossimi giorni e mesi, dell’oggi e anche di quello già arrivato agli ukraini. Il primo convoglio italico era stato di una serie di attrezzature antincendio. Bene. Si continui su questa linea, cominciando magari dalle attrezzature sanitarie indispensabili se è vero come è vero che gli ospedali sono finiti in macerie. E per quanto riguarda ci si muova sul terreno politico come diciamo più avanti, dopo i lunghi colpevoli sonni di questi due mesi
    6. NO ALLE ARMI, e la politica. Politica punto debole, ovunque, in ogni sede. Eppure Putin aveva di fatto minacciato l’Occidente citando il suo arsenale nucleare. Se inizialmente l’ONU voleva considerare “conflitto locale” quello dell’Ukraina, dopo il richiamo al nucleare di Puttin, l’ONU non aveva come non ha oggi questa scusa. E non solo l’ONU perché bombe atomiche nei magazzini hanno anche inglesi, francesi ma soprattutto Cina, India, Pakistan, a parte Israele. L'Occidente con gli USA non ha capito, e deve capire, che i tempi sono cambiati, che a fronte di un miliardo di occidentali e yankees ce ne sono altri quasi sette, uno dei quali, potente e in viaggio per la leadership, richiama quel che tempo fa veniva chiamato il pericolo giallo.
USA permettendo, s’intende, ma qui…Qui l'ONU con la situazione al Consiglio di Sicurezza che lo avrebbe consentito e lo consentirebbe persino fregandosene del veto russo. Il modo ci sarebbe, questa sì mossa dieci volte più pesante mantenendo  sanzioni e provvedimenti sinora.  Sarebbe anche l'occasione per aggiornare la carta fondante di un'ONU oggi in pauroso declino.

Alberto Frizziero

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