I felici 60 anni di Maria e Peppino (e nostra presentazione)
Quella che pubblichiamo è una storia singolare. Una pagina di vita familiare, di una famiglia in un certo senso patriarcale negli affetti, una pagina travolgente, entusiasticamente travolgente, persino liberatoria tale da gridare al vento la felicità dei 60 anni di vita comune. Singolare la storia come singolari i protagonisti.
Lui. Qualcuno forse dai reconditi recessi della memoria riuscirà a trarre alcune immagini sondriesi. Quelle di un Viceprefetto “con i baffi” quanto a qualità professionali che però poi, chiusa la porta dell'ufficio, prendeva l'arco da cui partivano eccellenti frecce, alcune delle quali, ufficialmente premiate. Prioritario però il tandem. In una città come la nostra che di tandem non ne ha forse mai visti faceva simpatica corrispondenza il vedere “quei due”, Viceprefetto e consorte, Peppino e Maria, pedalare insieme, come fu ed è, insieme persino sulle due ruote. Da Sondrio lui venne trasferito a una Prefettura importantissima, Venezia da dove, e chissà come mai, non lo lasciarono andar via.
Lei
Se il marito meritava la consorte non restava certo indietro. Donna di cultura, anzi – pardon! - di grande cultura, sfornava un libro dopo l'altro in particolare su religioni e loro storia e con un suo stile basato sulla oggettività. A Sondrio se il marito cercava d'essere l'emulo di Robin Hood lei aveva trovato un approdo significativo nelle colonne allora di Centro Valle finchè il sottoscritto ne fu alla direzione per poi riprendere quando la collaborazione proseguì con 'La Gazzetta di Sondrio' e prosegue tuttora.
Quel 30 giugno del 2006. Impossibile non ricordare il 30 giugno del 2006. Al Circolo della Stampa di Milano quel fausto giorno vi fu la premiazione del Premio Giornalistico Benedetta D'Intino, III edizione, “riservato agli articoli e alle trasmissioni radiofoniche e televisive che affrontano il tema del disagio di bambini e adolescenti. Nella Giuria il Gotha del giornalismo italiano e dell'editoria, nel Comitato Tecnico persone di elevatissimo livello. Ebbene IL TERZO PREMIO così come comunicato da “Il Sole 24 Ore” – "A MARIA DE FALCO MAROTTA CHE, SUL SITO DELLA GAZZETTA DI SONDRIO HA DESCRITTO LA DIFFICILE VITA DI UN BAMBINO BRASILIANO” . (Lo ripubblicheremo a parte)
Freniamo. La Festa è di Maria e Peppino è anche un inno ai valori, prima di tutti quello della famiglia ed ecco il diario di quell'impresa cominciata nell'Anno Domini 1958, continuata pochi giorni fa con lo spegnimento di 60 candeline, e con l'augurio di altri giorni felici. (frizziero)
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LA VOCE DI MARIA (1)
Caro Friz,
Sapevi che mi sarei recata a Napoli, accompagnata da Elisa, Christian e Diego, per soddisfare il mio grande desiderio (tra l'altro mancavo da Napoli dalla morte di mio fratello Ernesto), di celebrare i 60 anni di matrimonio trascorsi con il mio amato “Peppino”, mio tutto, nella chiesa di S. Giovanni a Teduccio dove gli dissi si, per sempre tua Maria, nel silenzio e nel raccoglimento. Solamente per rendere omaggio al mio buon Gesù e al mio Peppino della vita trascorsa finora insieme sempre d'accordo e nel rispetto reciproco della nostra libertà personale. Per la verità, Peppino, così strafottente e libero mi ha reso libera altrettanto ed ho fatto quel poco che ho potuto, grazie a lui.
LA VOCE DI MARIA (2)
Arriviamo alla domenica. Sapevo che il sacerdote ci aspettava per benedirci e per – ovviamente - portare ad esempio (cosa questa che rifuggiva dalle nostre menti) questa coppia che veniva apposta da Venezia per ri-celebrare davanti a s. Giovanni Battista (un duro come me) le loro nozze. Voi dite , ma in che numero dobbiamo metterle: tra i 25 no, 50 neanche, dove? apro la vetrata della chiesa per andarmi a sedere davanti all'altare e- quasi mi viene un colpo al cuore! Raccolti ed in silenzio c'erano fratelli, cognate, nipoti, pronipoti, amici e....i miei occhi non hanno retto più e giù lacrime che scendevano mio malgrado. Il prete che richiamava alla calma, ma quale? Se tutti avevano il desiderio del cuore di abbracciarmi: (non sono mai stata una cattiva congiunta) così la cerimonia è sprizzata via tra pianti e buone parole del prete che – modestamente - ho richiamato dicendogli che lui era un testimone e che doveva concedermi di parlare. Cosa che ha dovuto fare ed io innanzitutto, ho ringraziato il buon Dio di essere stato misericordioso con noi, e poi il mio Peppino che la malattia gli ha tolto la parola , ma non l'udito, nè altre qualità. E poi.. siamo stati cacciati fuori per la faccenda che c'era la messa di mezzogiorno e la gente che entrava non capiva tutta quell'allegria. Christian mi ha preso in braccio come una bambola e mi ha fatto sedere nel pullmino che Gennaro aveva guidato da Venezia portandosi Gianluca e la moglie Fiorella mentre il mio caro Francesco, suo figlio che ho cresciuto era già a Napoli dove sta seguendo dei corsi di specializzazione per partecipare al concorso per magistrati (come il nonno). Insomma, tutta una bella famiglia, contentissimi del miei 60 anni di vita felice e complessa con Peppino, cui devo assolutamente la mia capacità di non stare mai zitta davanti ad un torto, in ogni luogo e davanti a vescovi, alti funzionari, scienziati... Naturalmente, abbiamo continuato a discutere e a pranzare in modo splendido in un posto che si chiama "Alle porte di Napoli". Ovviamente, non è il caso di citare i molti regali che ho ricevuto, ma le bomboniere che hanno preparato le mie nipoti figlie di Emi, figlia di Giuseppina , mia sorella che si arrabbiava con me per telefono, quando dicevo assolutamente non dire alcunché a nessuno... Dunque questa scatoletta trasparente ha due confetti a forma di cuore e poi tantissimi piccoli confetti di vario tipo oltre ad una miriade di palline colorate che sarebbero la nostra discendenza (ma i mie figli si sono limitati a due figli, non oltre perché... e perché con il trillo la la, noi ne abbiamo avuti cinque: 4 più una Elisa che assieme a Gennaro avevano organizzato nei minimi termini tutta la cerimonia. In tre giorni siamo partiti con Italo sabato 16 giugno e e siamo ritornati il lunedì col pulmino. Peppino davanti sempre con gli occhi aperti, per controllare il figlio che guidava. Appena toglieva le mani del volante, piano piano gli accarezzava il braccio e Genna capiva al volo. Col papà non si scherza! Vorrei dirti tantissime altre cose, tra l'altro che avrei voluto anche te e tua moglie, cui sono legatissima. Ma non mi sento in colpa perché io stessa sono stata oggetto di una sorpresa così grande che non avrei potuto immaginare!