Molteni, basta fare il Sindaco (...fra quasi 600 giorni) ma dopo?
Molteni lascia il Comune. E che farà?
Avevamo annunciato la pubblicazione dei seguenti articoli, anche il secondo con riferimenti locali
1. Sondrio. E dopo Molteni? e Molteni dopo?
2. Renzi e Renzi. NO. Renzi (?), Draghi (?)
Del primo abbiamo pubblicato, per uno spazio altrimenti eccessivo, solo la prima parte. Può essere letta andando a questo indirizzo: http://www.gazzettadisondrio.it/politica/21102016/referendum-conseguenze...
Abbiamo proposto ai lettori una serie di valutazioni, gran parte di fonte esterna, suggerite dal clima elettorale. Un clima riferito al referendum ma con un trascinamento verso la successiva scadenza – salvo 'aggiunte' – che è quella delle elezioni amministrative. Un voto importante per Sondrio perchè, Molteni oggi regnante, avendo concluso i due mandati di legge e così totalizzandone quattro, deve lasciare nel 2018 Stua e fascia tricolore a chi i sondriesi sceglieranno.
Due altre opzioni
Ci sarebbero per la verità due altre opzioni.
Una, di carattere nazionale, che porti a tre i mandati possibili, come sta chiedendo qualche Sindaco che conta.
L'altra, esclusivamente locale, vedrebbe in caso di dimissioni dell'attuale primo cittadino un'interregno commissariale con la riapertura della candidabilità a Sindaco. Se la prima, improbabile sì ma non è da escludersi, la seconda avrebbe tali e tante contraddizioni da renderla impercorribile.
In Consiglio
Resta aperta la porta per una candidatura al Consiglio Comunale. Le ragioni: c'è quella di stretto carattere elettorale in quanto è evidente che qualche voto una sua presenza in lista lo porterebbe. C'è quella, poco probabile ma non da escludersi, di andare a presiedere il Consiglio Comunale avendo così rappresentanza e voce in capitolo. La terza riguarda la delega che potrebbe avere da parte del Sindaco per una presenza “politica” oltre i confini cittadini e fors'anco quelli provinciali.
Addio all'impegno politico? E chi ci crede?
Parlando di opzioni ce ne sarebbe una quarta, e cioè quella di sedersi in poltrona con le pantofole non più a Palazzo Pretorio. Chiusura quindi di ogni e qualsiasi attività politico-amministrativa iniziata più di un quarto di secolo fa.
Ieri
La sua attività pubblica era iniziata con la sua nomina a Presidente del Comitato Sanitario di Zona del sondriese (festeggiata allora al Queen di Viale Milano). Nel 1994 arriva il Commissario dopo le dimissioni di Flaminio Benetti. Era stato nominato il 14 luglio di quattro anni prima in quell'estate non fu bollente solo la temperatura ma anche la situazione politica, interna alla maggioranza. Capolavoro politico. La sinistra in città poteva contare su un terzo dei voti. Gli altri si contesero il Comune, convinti che si trattasse di scelta fra i candidati Forza Italia nata da poco (gennaio 1994) e Lega. Non ci fu ballottaggio fra loro ma con Molteni. Allora simboli di Partito sarebbero stati controproducenti in una città di larga maggioranza moderata. Molteni, fiancheggiato, ed anche ispirato, da Carnini dando vita a Sondrio Democratica aumentando così quei consensi che sennò non avrebbe avuto. Una campagna intelligente, una scelta oculata dei candidati, il rifiuto di apparentarsi nel ballottaggio, l'utilizzo della diaspora degli altri portarono in Comune 24 candidati su 40 e Sindaco, il 12 dicembre sempre del 1994, il dr. Molteni (battuta: curiosamente di due nomi, non solo Alcide ).S'è già detto nel precedente articolo delle conferme nelle successive votazioni con la frase “non ha vinto Molteni, hanno perso gli altri che ce l'hanno messa tutta”. Vale ma solo in parte per l'ultima volta quando non ci fu ballottaggio ma elezione subito al primo turno tre anni fa con – a memoria – oltre il 53% dei consensi. Più di un ventennio alle spalle. E chi ci crede all'immagine di Molteni in pantofole?
Referendum
Torniamo dal “dopo Molteni” al “Molteni dopo”. S'é detto già parecchio. Resta da collegare quanto sopra con il referendum. Rebus sic stantibus, contrariamente ai sondaggi, intravvediamo la vittoria del SI anche se non ci piace per la sola ragione che l'abolizione della Provincia sarà negativa per noi. C'è una ragione. Un conto sono i Partiti, i loro generali e colonnelli. Un altro conto la realtà. Forza Italia si dichiara per il NO ma dove sono i peones? Dove sono i militanti? Dov'è Forza Italia nel territorio, là cioè dove uno per uno vanno raccolti i voti?
Del Barba un giorno mi disse che sbagliavo per la linea che portavo avanti. Abbiamo approfondito. Non ci interessa l'articolo 70, le mille parole (milioni, miliardi! - ndr) di questi giorni. Ci interessa un Ente che per noi è stato ed è fondamentale, la Provincia fin da prima dell'Unità d'Italia. Lo si cancellerà, ci sarà un Ente di area larga, una specie di Consorzio che non potrà avere la capacità di sintesi all'interno mancando il consenso popolare, con ridotta capacità di interlocuzione esterna.
Che c'entra?
Che c'entra tutto questo con Molteni? Semplice. La vittoria del SI rafforzerebbe a Roma, e oltre ogni previsione, Renzi. Lo stesso accadrebbe quindi ln sede locale per Del Barba viste le sue posizioni, i suoi incarichi, la sua attività parlamentare, la sua crescente leadership nel Partito a livello provinciale. Nessuno spazio, o quasi, per Molteni. La vittoria del NO riaprirebbe gli spazi. L'esito del recente Congresso, con l'inattesa sconfitta, e sua assenza, di Molteni, oggi chiude ogni porta. Domani forse...
Concludendo
Una sola la conclusione: chi non è d'accordo, chi ritiene che abbiamo sbagliato valutazioni scriva. Pubblicheremo. La democrazia non vive se intorno tutto tace. La democrazia vive tanto più quanto più viva sia la gente, parlando, discutendo, anche litigando.
Alberto Frizziero, prosit