CONFESSIONE PUBBLICA: SIAMO STATI DEI LADRI, E CHE LADRI! INVITO A LEGGERE QUESTA CONFESSIONE, A VERIFICARLA, A RIFLETTERE DI CONSEGUENZA 12.4.20.28

Il 15 ottobre del 2002, quasi 10 anni fa, scrivevamo e diffondevamo la nota che segue. Quasi 10 anni dopo ci pare utile riproporla in un momento in cui si mescolano aspetti politici, come la valenza costituzionale e il presidio democratico dei partiti, con la gestione non proprio oculata dei fondi pubblici, o con altre vicende. Abbiamo troppi punti caldi in questo momento e su diversi versanti col risultato che ne va di mezzo la politica, quella che dovrebbe essere il riferimento di tutti, in particolare dei più deboli, di chi non ha poteri, per denaro o per posizioni. Ne vanno di mezzo tutti, onesti compresi, con maxiprocessi mediatici che lasciano il segno anche per la loro idiosincrasia, non diciamo a chiedere scusa ma quantomeno a dare atto, quando succede ed è più spesso di quanto non si pensi, che le accuse si sciolgono come neve al sole.

A fronte di interventi della Magistratura nei confronti di qualche professionista ci si guarda bene, giustamente, dal generalizzare estendendo a tutta la categoria il biasimo. E così per i commercianti, e così per i giornalisti, e così, perchè no?, per i magistrati, e così per i docenti, e così, perchè no?, per i sindacalisti, e così, vista l'attualità, per i calciatori. Eccetera.

Per i politici, sia quelli in SPE che quelli di complemento sino ai modesti consiglieri comunali dei nostri Comuni, no. Per loro vale il giudizio collettivo. A loro il ruolo di icone contro le quali si abbatte una sorta di furia iconoclasta generalizzata, oltre a tutto dimentica prima di guardare negli occhi altrui di andare allo specchio dando un'occhiata ai propri per vedere se per caso non ci sia qualche travicello.

E ora il testo del 15 ottobre 2002:

Ai leaders politici - Roma

A Partiti e Gruppi Parlamentari - Roma

A parlamentari ex DC

Agli organi di informazione della provincia

A quanti ancora di interesse (circa 1000 persone)

Loro sedi

Dapprima l'on. La Russa, in modo sofisticato, poi l'on. Bossi in modo esplicito hanno dato dei "ladri" ai democristiani.

Sulla base della mia esperienza, di tanti incarichi ricoperti, istituzionali e politici, sostanzialmente in provincia di Sondrio, ma anche con qualche puntata fuori, a Milano e Roma, debbo dire onestamente e obiettivamente che è vero: SIAMO STATI DEI LADRI, E CHE LADRI!

Abbiamo rubato tanto di quel tempo ALLE NOSTRE FAMIGLIE per dedicarlo ai problemi degli altri.

Abbiamo rubato denaro ALLE NOSTRE FAMIGLIE, indirettamente privilegiando le cose degli altri lasciando indietro le nostre.

Abbiamo rubato denaro ALLE NOSTRE FAMIGLIE anche direttamente, andando in giro a nostre spese, sempre per gli altri, e talvolta mettendo mani al portafoglio per questa o quella necessità.

Abbiamo, in qualche occasione, anche rubato tranquillità ALLE NOSTRE FAMIGLIE, scaricando al rientro tensioni accumulate durante il giorno su complicati problemi degli altri.

Abbiamo rubato tante domeniche ALLE NOSTRE FAMIGLIE, correndo dove la funzione ci chiamava, con moglie e figli a casa mentre gli altri andavano a sciare d'inverno e a spasso in montagna nella bella stagione.

Abbiamo rubato ANCHE A NOI STESSI: ore di sonno, ore di svago, ore di serenità.

NON SOLO LADRI MA LADRI INTERESSATI PERSONALMENTE

E non soltanto ladri, ma ladri interessati personalmente.

Non abbiamo infatti rubato tutto quello che s'è detto per puro altruismo.

No. C'è stato anche un chiaro interesse personale.

Abbiamo pensato, si guardi un po' che follia, di costruire in quel modo, rubando alla famiglia e a noi stessi privilegiando i problemi degli altri, un solido patrimonio personale, non misurabile in lire ed ora in €uro ma in una moneta più gratificante, per indicare una via ai figli.

Sempre, ma oggi in particolare, più che le prediche servono gli esempi. Chissà che i figli capiscano - per la verità qualche segno lo abbiamo ravvisato - e invece di pensare da grandi a fare gli imprenditori, gli artisti, i calciatori o quant'altri non si convincano che è meglio fare i ladri, beninteso nel modo che sopra abbiamo visto

IN TANTI

Non basterebbero le carceri di tutta Lombardia per mettere in galera tutti noi, ladri di Valtellina e Valchiavenna, ma non basterebbero le carceri di tutta Europa per mettere in galera tutti noi, ladri d'Italia. Già, perché se in Valtellina ci conosciamo tutti, se in Valtellina c'è una splendida tradizione amministrativa, ed anche di probità amministrativa, che viene da lontanissimo, radicata in profondità nei cromosomi, con un ceppo di geni resistenti a virus più potenti dell'HIV, non è che in giro per l'Italia questa malattia, del furto persistente e continuato, così come sopra indicato, fosse cosa rara.

Ahimé, genitori tradizionalisti, attenti ai valori, non a quelli di un tempo ma a quelli universali, ci hanno dato esempi e non solo prediche.

Negli oratori, ahimé, ci hanno indicata una certa strada (ma questo vale anche per chi gli oratori non frequentava e che pure ha trovato la stessa via).

Ahimé ci hanno instillato subdolamente un tarlo, quello del praticare la politica come servizio.

Ahimé, non parliamo poi dello strapotere della Chiesa che ci ha rifilato addirittura delle Encicliche che abbiamo cercato, magari senza riuscirci sempre, di seguire alla lettera.

Ed é per tutto questo, sì, per tutto questo abbiamo dimenticato il settimo comandamento "Non rubare", beninteso nel modo che sopra abbiamo visto, e che oggi, sentendoci dare dei "ladri" rispondiamo gridando forte: SÌ SIAMO STATI DEI LADRI, E CHE LADRI, FIERI DI ESSERLO STATI..

RISPETTO UMANO

Da ragazzi ci avevano insegnato in oratorio cos'era "il rispetto umano", quella manifestazione di pavidità, di viltà in definitiva, nell'evitare di manifestare la propria Fede per il timore dell'opinione altrui.

I democristiani, sia quelli finiti nel centro-destra che quelli finiti nel centro-sinistra che quelli, come me, finiti a casa propria, questo rispetto umano lo hanno dimostrato in misura rilevante subendo passivamente un vero e proprio processo con sentenza predeterminata. Sentenza che il tempo avrebbe polverizzato perché non si può barare con la storia ma che intanto serviva per la cronaca e, soprattutto, per il potere.

Oggi vengon fuori tante novità, a cominciare da una cosa storicamente ovvia, che però tempo fa non veniva riconosciuta, e cioè che DC e democristiani avevano il senso dello Stato.

Si è sentito anche dire - on. Violante - che i democristiani si facevano processare ma non cambiavano le leggi per evitare i processi. Per la verità li facevano i giornali, magari con i segretissimi verbali, quelli che facevano comodo, chissà come usciti da Palazzo di Giustizia, e i giornali facevano opinione. Quanti però sono i democristiani non solo allora destinatari di avvisi di garanzia, che nei titoli della stampa suonavano già condanna, ma perfino finiti in galera e poi riconosciuti innocenti nel modo più ampio? Stando in casa nostra, in Lombardia, Adamoli finì dietro le sbarre, guarda caso, alla vigilia di diventare Presidente della Regione. L'umiliazione del carcere e, naturalmente, niente Presidenza al Pirellone. Enormi titoli e lui alla gogna. Poi però Adamoli fu scagionato completamente, la stampa se ne occupò distrattamente. Non faceva più notizia. Quante croci morali di questo tipo sulla strada di una rivoluzione mascherata?

Questo fu un processo alla DC, per scalzarla dalla guida del Paese cercando di far dimenticare il grandissimo merito di aver portato un Paese straccione, alla fame, nella miseria più nera, come era la situazione nel 1945, nel Club dei grandi del mondo. Allora purtroppo si vide un esercito di democristiani smarriti, pochi avendo il coraggio - per me era ed è semplicemente dignità - di condannare certo il condannabile emerso da tangentopoli ma di rivendicare anche quello che invece si voleva cancellare, un contributo di rilevanza storica al progresso del nostro Paese.

SUSSULTO DI DIGNITA' E DI ORGOGLIO

Finalmente abbiamo visto un sussulto di dignità e di orgoglio. Ex DC, oggi di ogni parte politica, hanno reagito come si deve. Non m'importa se questa volta il movente è venuto dal centro-destra. Centro-destra o centro-sinistra (ove alberga più di un intellettuale ancora DC-fobico), e comunque venga da chicchessia, è ora che chiunque ci pensi 64 volte prima di gettare indiscriminatamente fango.

E' ora e tempo che gli ex-democristiani, anche se divisi sul terreno politico, trovino le ragioni di unità, - ripetiamo: non di carattere politico ma sui valori - pensando al passato e guardando al futuro. Sì, al futuro, perché quando venissero sul tavolo problemi di altissimo livello morale, come ad esempio l'eutanasia, non possono essere posposti a questioncelle, al confronto, di quotidianità politica.

Manca lo spazio per approfondire, ma chi volesse sul sito www.gazzettadisondrio.it , ", numero del 18 maggio 02, rubrica "La nostra provincia", sezione "Contributi", può trovare l'articolo " Appello per i valori agli ex-DC ", al riguardo esaustivo.

MA tANGENTOPOLI?

Tutto bene madama la marchesa, dunque? E tangentopoli (per cui nel giornale che dirigevo ho sempre usato e fatto usare l'iniziale minuscola, al contrario di molti che l'hanno nobilitata con la maiuscola)?

Ho sempre pubblicamente detto e scritto, fin da molti, molti anni prima dell'era Di Pietro, che per chi ruba nella o alla Pubblica Amministrazione la legge italiana non basta. Forse perché nei miei cromosomi c'è un derivato di lontani ascendenti impegnati nella cosa pubblica della Serenissima, (ove per il nobile c'era una pena più severa, anche il doppio, rispetto a quella per il non nobile che avesse commesso lo stesso reato), ho sempre sostenuto che occorrerebbe invece la legge araba, cominciando, come primo approccio, dal taglio delle mani.

Detto questo per precisare una posizione, chiara e risoluta, tre punti per riflessioni che non si sono fatte, anzi che ci è ben guardati dal fare.

1) La diffusione, in un crescendo Rossiniano, del malcostume, guarda caso, ha coinciso con la fine dell'egemonia della D.C. con la contemporanea crescita dell'influenza e dei condizionamenti dei poteri forti, al punto di far ritenere, erroneamente, l'avvento di un sistema generalizzato.

2) La destinazione effettiva delle somme rilevanti che tangentopoli ha rivelato. La D.C., che non aveva certo l'esercito di dipendenti e funzionari che invece aveva il PCI bensì una struttura assai più modesta, faceva fatica ogni fin del mese per pagare gli stipendi. Sia consentito di pensare che questo non sarebbe successo se ci fosse stato veramente quel vorticoso giro di soldi di cui s'è parlato. Non è che contesti questo giro (non avrei nessuna possibilità di valutazione), discuto la destinazione dei fondi. Si approfondisse verrebbe fuori che una frazione molto modesta di quelli attribuiti è andata effettivamente "ai Partiti", come è apparso e come è stato comodo per tanti far credere. Il resto in mille rivoli e, probabilmente, molti di questi "dimenticati" nelle tasche di persone che certo non militavano in questo o quel Partito per nobili ragioni ideali.

3) Non dimentichiamo infine il discorso di Craxi alla Camera (non si è sorvolato ma è un argomento toccato e lasciato in anticamera). Non l'ha raccolto nessuno. Non i suoi alleati, sbagliando, ma neppure le opposizioni, sbagliando. E così la palla è passata alla Magistratura, o meglio, al pool di Milano, bersaglio di tante critiche. Obiettività vuole che si dica, in ordine alla sua pretesa parzialità, che il fatto vero è che il pool procedeva in base alle carte che riusciva a scovare o gli arrivavano. Per tanti che parlavano, soprattutto a carico di DC e PSI, c'erano i Greganti che si arrampicavano su pareti di cristallo ottenendo però il risultato, ossia un nulla di fatto. Sotto questo profilo potrebbe anche non esserci stata parzialità, o comunque, se ve n'è stata, meno di quella che s'è detto. Lascia però tanti punti interrogativi, per fare un solo esempio, l'avviso di garanzia al segretario amministrativo del PCI, avviso rientrato di corsa con un plenum collegiale e con il sostituto procuratore che l'aveva inviato - senza in questo circostanza incarcerare il destinatario! -, unico caso forse, viene destinato ad altri incarichi…

A scanso di equivoci bene precisare che anche nell'ipotesi che una maggiore attenzione da parte del pool, come molti hanno sottolineato, nei confronti del PCI avesse avuto riscontri, non è che il mal comune sarebbe diventato mezzo gaudio. Sul piano etico non ci devono essere compromessi che tengano.

Sta comunque il fatto che il mettere in galera la gente, come è sembrato, per stimolare le confessioni (quanta galera per tanti innocenti!) è stata una violazione di un principio etico prima ancora che giuridico. Lodi indubbiamente per avere scoperto il pentolone, giudizio negativo per come ci si è "rugato dentro", oltre a tutto dando superficialmente per assiomatico che il cancro avesse investito tutto il sistema e tutti i suoi protagonisti, ad ogni livello. Mani Pulite in ciò splendidamente assecondate dagli organi di informazione, attentissimi sempre al più semplice degli avvisi di garanzia ma permanentemente e pelosamente distratti di fronte alle assoluzioni o alle archiviazioni.

Niente tutto ben madama la marchesa dunque, ma separiamo il grano dal loglio, evitiamo le generalizzazioni non solo sciocche ma anche offensive per tanta gente che ha operato coerentemente con le proprie convinzioni ideali senza venire a compromessi con la propria coscienza nell'agire sia nel privato che nel pubblico.

ED ORA?

Tempo fa avevamo catalogato undici case diverse nelle quali erano confluiti i democristiani di un tempo, dieci politiche e l'undicesima, la nostra casa privata, quella in cui non vi è destra o sinistra, ma ove si può pensare alla politica come la più nobile delle discipline se praticata correttamente, in cui si può pensare alla democrazia come l'espressione più alta del vivere sociale, in cui si è sempre stati sordi alle sirene del collettivismo, giustamente in macerie, senza però subire le lusinghe di un liberismo altrettanto fonte di guai se non corretto da una visione sociale che privilegi l'uomo. Una casa ove c'è posto per l'ospite, sia arabo o israeliano, dove si privilegia il debole e dove anche si usa il rispetto nei confronti di chi la pensa diversamente.

Nostalgia della DC che pure, nel seguire questa linea, ha anche commesso errori?

No. La nostalgia presuppone lo sguardo volto solo al passato. Esso deve essere lievito di futuro.

Quindi non una nuova DC. Pensiamo a quella che fu come strumento per l'attuazione di una linea di valori nobili. Tramandare quindi al domani questi valori, ovunque si trovino i democristiani di allora.

Almeno quelli che erano democristiani non per le suggestioni del potere, non per soddisfare le ambizioni personali, ma perché ci credevano, dimostrandolo con l'impegno.

Alberto Frizziero

Sondrio 15 ottobre 2002

Alberto Frizziero
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