3 20 MA NOI L'ACQUA LA SPRECHIAMO COME LA VITA (ONE WATER, ONE LIFE)
La Giornata mondiale dell'acqua
Da alcuni anni, il 22 marzo si celebra la "giornata dell'acqua. Per quella del 2010 il Segretario dell'ONU ha lanciato un grido d'allarme accolto dai sordi quali noi siamo che ci sguazziamo sotto le docce, che teniamo i rubinetti aperti mentre sciacquiamo un po' di verdura, che ci piace sprecarla, farla scorrere, sentire il suo flusso così riposante.
Chi volete che se ne importi più di tanto degli oltrepassa 890 milioni di esseri umani che non hanno neanche un bidè! E' veramente penoso che siamo così superficiali e stolidi a non interessarci di questo immenso problema dell'acqua (tanto a noi non manca proprio) per cui - dice Ban Ki-Moon, segretario generale dell'Onu che
"Le risorse d'acqua sono a rischio in quantità e in qualità", tanto che muoiono più persone di acqua a rischio che di tutte le forme di violenza, inclusa la guerra". Il suo grido d'allarme nel messaggio scritto in occasione della Giornata mondiale dell'Acqua: il 22 marzo 2010 sul tema: "Acqua Pulita per un Mondo Sano" dovrebbe essere raccolto dall'umanità che oggi ha tante conoscenze per risolvere le sfide e diventare una migliore amministratrice delle risorse idriche. L'appello di Ban Ki-Moon è pressante per proteggere e amministrare in maniera sostenibile le nostre acque, per i poveri, i più indifesi e per tutte le forme di vita sulla Terra. "Le nostre indispensabili risorse di acqua sono sempre più minacciate e vulnerabili", spiega Ban Ki-Moon: "Il crescente bisogno da parte della popolazione mondiale di acqua è sempre più in competizione con il fabbisogno di acqua che la natura ha per sostenere ecosistemi in pericolo e processi naturali dai quali dipendiamo. Noi versiamo milioni di tonnellate di acque reflue non trattate e di rifiuti industriali e agricoli nel sistema idrico mondiale. L'acqua pulita scarseggia e diventerà ancora più carente con l'inizio del cambiamento climatico". Nel mondo ci sono 263 fiumi e acquiferi transfrontalieri, ma solo 153 di essi sono regolati da accordi. E questo è un problema importante specie se considerato associando a questo dato quanto emerge dai rapporti delle Nazioni Unite.
Dati impressionanti
Le stime dicono che 1 miliardo e 800 milioni saranno le persone che entro il 2025 vivranno in zone con problemi idrici. Ciò significa che si muoveranno alla ricerca dell'acqua nei loro stati ed anche in quelli vicini con tutte le questioni sociali legate non solo agli spostamenti, ma anche ai "diritti" di approvvigionamento.
La difficoltà della scarsità dell'acqua, legata particolarmente ai Paesi africani, è ancor più forte se si considera che il 70% dei rifiuti industriali prodotti nei Paesi in via di sviluppo viene riversato nelle acque potabili e che l'80% delle malattie sia legata all'acqua non potabile e agli impianti igienici inadeguati. L'ONU ci ricorda ( Ma è ancora necessario, non ce ne siamo ancora resi conto???) che l'acqua è "elemento prezioso e vitale da garantire a tutti i cittadini del pianeta, e da rispettare attraverso un uso sostenibile dell'ambiente".
Qualche pensiero sull'acqua
L'ONU stima che il minimo vitale a persona siano 50 litri di acqua al giorno, necessari per i bisogni primari come bere, cucinare, lavarsi. Ma nel mondo una persona su sei non ha accesso a questa quantità.
Oltre alla consolidata situazione dell'Africa, ricoperta maggiormente da deserti, si va ad aggiungere il processo di desertificazione, causato dal global warming.
Negli ultimi 15 anni la superficie delle aree colpite dalla desertificazione è raddoppiata. E ogni anno 900 mila persone sono costrette a lasciare le loro case perché il suolo intorno a loro muore. Il problema dell'acqua sta emergendo a livello mondiale come il più difficile da risolvere. L'acqua è una delle risorse più importanti e, se non ci fosse, nessuna forma di vita potrebbe esistere. Circa il 3,5% dell'acqua presente sulla Terra è dolce e l'1,8% di questa è disponibile per essere utilizzata. Questa percentuale esigua sarebbe sufficiente a garantire le esigenze di tutti gli esseri viventi se non fosse che molta di essa è inquinata e resa inutilizzabile, o utilizzata senza ritegno. Oggi 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile, 800 milioni sono le persone che non hanno ancora un rubinetto in casa; i cittadini dei Paesi industrializzati consumano in media 80 litri per fare una doccia, per i 2/3 dell'umanità questi 80 litri rappresentano la disponibilità d'acqua di intere settimane (OMS 2002). Ecco perché una gestione più consapevole dell'acqua anche in ambito domestico può portare ad importanti risparmi di un bene così prezioso.
Quando si è cominciato a parlare di acqua?
La presa di coscienza dell'ampiezza dei problemi relativi all'acqua, dei rischi legati a una crescente penuria e alla degradazione della qualità dell'acqua, risale almeno alla fine degli anni Sessanta. Il Consiglio d'Europa a Strasburgo approvò il 16 maggio 1968 la Carta Europea dell'acqua in cui venne posto l'accento sull'acqua quale "patrimonio comune" dell'umanità. Nel 1977 la prima conferenza mondiale sull'acqua, organizzata dalle Nazioni Unite a Mar del Plata (Argentina), portò l'acqua ai primi posti dell'agenda politica internazionale, mettendo in evidenza i dati di base della "crisi dell'acqua". In quella occasione venne lanciato il Decennio internazionale dell'acqua potabile e del risanamento coordinato dalle Nazioni Unite il cui obiettivo principale era di permettere a tutti gli esseri umani di disporre di acqua sana nel 2000. Secondo le Nazioni Unite il Decennio ha permesso l'accesso all'acqua a 600-800 milioni di persone con un risultato inferiore quindi all'obiettivo prefissato.
-I primi anni Novanta
A conclusione del decennio internazionale dell'acqua potabile e del risanamento si organizzano alcuni avvenimenti internazionali: nel settembre 1990 a New Delhi inizia la World Conference of Drinking Water and Sanitation in cui l'accesso all'acqua viene definita una componente cruciale dello sviluppo economico e sociale. Nel gennaio 1992 alla conferenza internazionale delle Nazioni Unite sull'acqua e l'ambiente tenutasi a Dublino (ICWE), in preparazione del vertice di Rio, vennero enunciati nella Dichiarazione di Dublino alcuni punti tra cui quello che "l'acqua ha un valore economico". Per la prima volta l'economia entra come parametro di valutazione legato all'acqua giustificando tale passaggio con il fatto che "nel passato, il mancato riconoscimento del valore economico dell'acqua ha comportato sprechi e utilizzi che hanno danneggiato l'ambiente".
Una pozza d'acqua nella savana
La conferenza delle Nazioni Unite su "Ambiente e Sviluppo", riunitasi a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno 1992 dedicò l'intero capitolo 18 della Agenda 21 alla "protezione della qualità e offerta delle risorse di acqua dolce". In esso gli Stati hanno riconosciuto il principio secondo cui la dimensione economicistica dell'utilizzazione delle risorse idriche deve essere contemperata dalla sostenibilità degli usi e dalla priorità da accordare alle esigenze essenziali per la comunità umana (basic human needs). Inoltre venne presentato un ricchissimo piano che mise in moto il "mercato dell'acqua". Da allora molti Paesi oltre che al know-how dell'Occidente furono costretti ad accettare le regole del mercato e a vendere e privatizzare l'acqua o i suoi servizi lasciandola nelle mani dei grandi gruppi internazionali. L'anno si conclude con l'istituzione da parte dell'Assemblea generale dell'ONU della Giornata mondiale dell'acqua fissata nel 22 marzo di ogni anno.
- Dal 1996 al 1999
Nel 1996 la Banca Mondiale, fatto proprio a partire dal 1993 l'obiettivo di una politica mondiale dell'acqua, dà origine insieme ad altre organizzazioni alla costituzione del Consiglio mondiale dell'acqua (CMA) e del Global Water Partenership (GWP). Il primo ha il compito di elaborare, proporre e promuovere una visione mondiale in materia di politica dell'acqua. Il secondo di definire i metodi e gli strumenti appropriati per mettere in pratica tale politica. Il 25 novembre del 1996 nell'ambito della conferenza euro-mediterranea di Marsiglia sul tema della gestione delle acque a livello locale (Euro-Mediterranean Conference on local Management), rifacendosi al programma adottato a Barcellona nel novembre dell'anno precedente, alla Conferenza del Cairo tenutasi nel mese precedente (21-22) e alla Carta di Roma del 1992, venne adottata La Dichiarazione di Marsiglia in cui si riconosce l'importanza dell'acqua come fattore determinante per una politica di cooperazione e solidarietà tra i paesi dell'area mediterranea. L'11 marzo 1997 si tiene a Marrakech il Primo Forum Mondiale dell'Acqua. Nel maggio successivo venne adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite la Convenzione di New York, che rappresenta un passo rilevante per cercare di dirimere le questioni relative ai corsi d'acqua tra Stati. La convenzione fissò dei principi quadro sulle norme per i corsi d'acqua internazionali per usi diversi dalla navigazione. Nel febbraio del 1998 il Forum Europeo, organizzato dal Segretariato internazionale dell'acqua, dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa e da Solidarité Eau Europe adotta la Dichiarazione di Strasburgo su L'acqua nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, dove si definisce "l'acqua, fonte di cittadinanza, di pace e di sviluppo regionale".
Un bicchiere d'acqua
Nel marzo del 1998 si organizzano considerevoli conferenze mondiali sull'acqua che coinvolgono i paesi africani e l'Europa. Tra i documenti prodotti spicca la Dichiarazione di Parigi dal titolo "Acqua e sviluppo durevole" promossa nell'ambito della conferenza internazionale L'Eau et le Développement Durable (CIEDD). In questa occasione si parla esplicitamente di partecipazione pubblica/privata nella gestione e nei finanziamenti legati all'acqua si afferma inoltre che è necessario "mobilitare adeguate risorse finanziarie di origine sia pubblica che privata e (…) utilizzare al meglio ed in modo efficace le risorse disponibili. A questo scopo dovranno essere incoraggiate misure progressive atte a recuperare i costi diretti e indiretti dei servizi, proteggendo gli utilizzatori a basso reddito". Nel 1999 viene creato dalla Banca Mondiale e dall'UNESCO un nuovo organismo che ha il compito di vigilare sul lavoro della Consiglio mondiale dell'acqua (CMA) e del Global Water Partnership (GWP). Nasce così la Commissione mondiale delle Nazioni Unite per l'acqua per il XXI secolo.
- Dal 2000 al 2002
Il 2000 è stato l'anno del II Forum mondiale sull'acqua organizzato dalle tre organizzazioni intergovernative (Commissione mondiale delle Nazioni Unite, Consiglio mondiale dell'acqua, Global Water Partnership) con il sostegno politico e finanziario del governo olandese e la sponsorizzazione di compagnie private tra cui Vivendi, Suez-Lyonnaise des Eaux, Bechetl, Nestlé, Danone. Al Forum che si è tenuto all'Aja dal 17 al 22 marzo hanno partecipato più di 5.000 persone tra delegazioni governative, ONG, organismi pubblici, società di servizi legati all'acqua , mondo accademico); si è trattato del più competente incontro a livello mondiale tenutosi fino a quella data nel mondo. A seguito di tale Forum è stata adottata la Dichiarazione dell'Aja su Sicurezza dell'acqua per il XXI secolo in cui pur affermando che business as usual is not an option si dice tuttavia che è necessario "dare un valore all'acqua: gestire l'acqua in modo tale da rifletterne il valore economico, sociale, ambientale e culturale presente nei suoi vari utilizzi e indirizzarsi verso una tariffazione dei servizi idrici che rifletta il costo della sua fornitura. Questo indirizzo dovrà tener conto del bisogno di equità e necessità primarie dei poveri e dei deboli". L'anno si chiude con la Millennium Declaration adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il 1° febbraio 2001 una risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU proclama il 2003 l'anno internazionale dell'acqua e a dicembre si svolge a Bonn la conferenza sull'acqua dolce. Tra il febbraio e il maggio 1992 il segretario generale dell'ONU Kofi Annan tenne alcune conferenze sulle tematiche dello sviluppo, dell'ambiente e delle risorse e fissò in cinque punti le sfide principali per i prossimi anni: Water, Energy, Health, Agricultural, Biodiversity. Il vertice mondiale sullo Sviluppo Sostenibile che si tenne a Johannesburg nel settembre del 2002 portò a molte discussioni; molti punti suscitarono controversie tanto che su alcune questioni cruciali quali l'energia e la limitazione dei danni socio-ambientali non sono stati fissati vincoli precisi. Vennero confermati alcuni principi della Dichiarazione di Rio e fissati alcuni obiettivi e scadenze tra cui quello di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno accesso all'acqua potabile. In generale tuttavia gli osservatori internazionali considerano il vertice di Johannesburg l'ennesimo elefante che è riuscito a partorire un piccolo topolino: ahimé!. Per favore, preoccupiamoci dell'acqua per tutti, non di gettare a mare i poveri che vengono da paesi disgraziati come quelli africani!
Ricordiamo che nel corso del secolo scorso l'uso dell'acqua è aumentato del doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione. Il Medio Oriente, il Nord Africa e l'Asia meridionale soffrono di carenze idriche croniche. Nei Paesi in via di sviluppo fino al 90 per cento delle acque reflue viene scaricato senza subire alcun genere di trattamento. Il pompaggio intensivo delle acque freatiche per ricavare acqua da bere e per l'irrigazione ha fatto sì che in numerose regioni i livelli dell'acqua siano diminuiti di decine di metri, costringendo le persone a bere acqua di qualità scadente. Nei Paesi in via di sviluppo le perdite di acqua causate da dispersioni, allacci illegali e sprechi ammontano a circa il 50 per cento dell'acqua da bere e al 60 per cento dell'acqua irrigua. Nel corso degli anni '90 le inondazioni hanno interessato più del 75 per cento di tutte le persone colpite da disastri naturali, causando più del 33 per cento del totale dei costi stimati per i disastri naturali.
Le tradizioni di miti sull'acqua
Le tradizioni leggendarie di popoli molto antichi e diversi riconducono al mito del diluvio universale che, in una certa epoca, ha distrutto tutta l'umanità, tranne pochi eletti. E' un motivo presente nella tradizione orale e scritta di circa 400 comunità mondiali. Gli studi geologici condotti nelle zone dove il racconto è più vivo e circostanziato (la zona tra il Tigri e l'Eufrate) hanno rivelato la presenza di tracce di grandi inondazioni legate ai secolari cicli dei disgeli postglaciali. Ma tali inondazioni risultano essersi verificate in epoche e con intensità diverse. Si deve allora supporre che la presenza in tante comunità dello stesso mito risalga a motivi religiosi. Come nelle celebrazioni misteriche, l'iniziato deve morire simbolicamente per poter rivivere in possesso delle autentiche qualità umane, così tutta l'umanità deve passare attraverso la morte per rigenerarsi. E' significativo il fatto che l'acqua sia considerata la fonte della vita dalle tradizioni arcaiche; la vita, dunque, si congiunge con la morte per dare origine ad una nuova vita. L'eletto che si salva galleggia a lungo sulle acque; è il simbolo dell'uomo rigenerato che, dall'acqua portatrice di morte per gli altri, assume le facoltà per una vita totalmente nuova. Sul piano della diffusione del mito del diluvio, un centro fondamentale fu la zona assiro-babilonese ed ebraica e la direttrice di diffusione si spostò verso l'India fino al Pacifico. Un altro centro di irradiazione fu il Medio Oriente e da lì il mito passò nell'Asia centrale, in Siberia e, con le migrazioni attraverso lo Stretto di Bering, fino all'America Settentrionale. La tradizione letteraria greca presenta il mito di Deucalione e Pirra, unici superstiti di un diluvio universale mandato da Zeus per punire la malvagità degli uomini. Anche la tradizione ebraica attribuisce la causa del diluvio alla cattiveria degli uomini e racconta il cataclisma nella Bibbia, libro I della Genesi: Dio decide di punire l'umanità ed elegge a continuatori della stirpe umana Noè ed i suoi figli. Nella Sacra Scrittura l'acqua evoca ancora interventi divini nella storia della salvezza: le acque del Mar Rosso, l'acqua scaturita dalla roccia, l'acqua del Giordano. Nella mitologia sumera il diluvio è inteso come l'evento sacro che divide il tempo in ante-diluviale e post-diluviale. Il diluvio babilonese è narrato nell'Epopea di Gilgamesh, un poema in lingua assira, tramandato su 12 tavolette cuneiformi rinvenute a Ninive nel secolo scorso. Nell'undicesima tavoletta si parla di un antenato di Gilgamesh, Utnapishtim, scelto dal dio Ea per ricostituire l'umanità dopo il diluvio mandato sulla terra per punire la malvagità umana. È vitale notare che le tradizioni più svariate insistono su un punto comune: la presentazione del ciclo degenerazione-generazione, sempre con la presenza dell'elemento acqueo, inteso come morte-vita. Il mito indonesiano parla, invece, di un'inondazione rivolta contro le montagne. La mitologia maya utilizza tre diluvi per distinguere quattro ere del mondo, vissute da quattro diverse umanità. Anche oggi svariati sono i culti di salute legati alle acque sorgive in una vasta area che va dall'Estremo Oriente (l'immersione nel fiume Gange) all'Occidente cristiano (l'acqua di Lourdes). Vitruvio, nella prefazione al libro VIII del De architectura, passa in rassegna varie opinioni filosofiche sul principio del mondo e sul ruolo assegnato all'acqua in alcune teorie cosmogoniche: uno dei sette sapienti, Talete di Mileto, indicò nell'acqua il principio di ogni cosa. Questa, fecondata per effetto di concepimento che hanno le piogge del cielo, aveva generato la prole degli esseri umani e delle creature viventi al mondo; ciò che era frutto della terra ritornava ad essa quando l'inevitabile legge del tempo ne imponeva il disfacimento. Pitagora, Empedocle, Epicarmo e altri filosofi della natura sostennero che gli elementi primordiali sono quattro, aria-fuoco-terra-acqua, che, combinandosi tra di loro secondo un modello fissato dalla natura, producono le qualità specifiche conformemente alle differenze di genere. Vitruvio sostiene che senza l'energia proveniente da questi elementi nulla può crescere e vivere; per questo una divina mens ne ha reso facile la reperibilità. L'acqua, in particolare, "est maxime necessaria et ad vitam et ad delectationes et ad usum cotidianum", senza trascurare il fatto, dice Vitruvio, che è gratuita. Così essa non è mai una sola cosa: è fiume e mare, è dolce e salata, è nemica ed amica, è confine e infinito, è "principio e fine" dice Eraclito. Nelle pagine letterarie dell'antica Grecia è significativo l'elemento dell'acqua in Omero, che diventa parte integrante del cap. V nell'Odissea. Ulisse, nel suo viaggio verso Itaca, è costantemente a contatto con l'acqua, simbolo della vita e della tranquillità. Quest'aspetto è rappresentato dal bellissimo fiume che porta nella terra dei Feaci, dove egli trova ospitalità e aiuto per tornare nella sua terra. Ma l'acqua è rappresentata anche come elemento negativo. Infatti in Omero si legge che le Sirene simboleggiano la bonaccia, i rischi del mare e il fascino dell'ignoto, i mostri marini Scilla e Cariddi sono l'emblema dei pericolosi vortici e dei gorghi; Poseidone, dio del mare, incarna il carattere permaloso e irascibile degli dei. Nell'Anabasi, invece, Senofonte identifica l'acqua come possibilità di salvezza e di ritorno in patria e, quindi, alla vita. Nella guerra tra Ciro il Giovane e Artaserse II, Senofonte guida i soldati sconfitti in una marcia lunga e faticosa verso il Mar Nero, simbolo della salvezza e della consapevolezza di essere prossimi alla Grecia. Interessante è parso, poi, il significato che l'acqua assume in Esiodo (VIII sec. a.C., Teogonia). Essa nel racconto de La grande inondazione è un elemento di devastazione e punizione divina. Zeus, volendo eliminare il genere umano per le scelleratezze commesse, decide di incendiare ogni luogo, ma il timore che le fiamme si propaghino fino all'Olimpo, lo induce ad utilizzare l'elemento contrario al fuoco: l'acqua. Inonda i campi, le pianure, i monti, travolge le messi, le mandrie e gli uomini… nessuno riesce a sopravvivere. Anche per noi l'acqua, come per i greci, è una divinità, assomiglia all'anima dell'essere vivente: è irrequieta e non ha posa, non ha principio, non ha fine… è eterna. Ricordiamoci che c'è pure l'Angelo guardiano di questo elemento e' GABRIELE. I segni zodiacali che gli appartengono sono: CANCRO, SCORPIONE, PESCI( Cfr.: http://digilander.libero.it/officinadellefate/acqua http://digilander.libero.it/officinadellefate/acqua)<
Che fortuna: Maria è uno scorpione! (E anche il nostro direttore... ndr)
Maria & Elisa Marotta