L'AGONIA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO. LE RESTANO 51 GIORNI. APPELLO AL CAL (x) CHE, CON ATTO DI GIUSTIZIA, PUO' RIDARLE SPERANZA DI VITA RIFIUTANDO DI FARE IL BOIA 2012.VIII.20.15

La nota inviata:

Egregio Signor Presidente

CAL Lombardia

( consiglio.autonomie@consiglio.regione.lombardia.it )

Innanzitutto la presentazione che dovere e correttezza esigono. Chi scrive lo fa a nome del CCCVa Comitato Cittadini Consumatori Valtellina), sulla scorta anche di una esperienza personale maturata in 20 incarichi pubblici, fra Sondrio, Milano e Roma. Incarichi quasi tutti se non gratuiti quasi. I principali sono riportati nel curriculum leggibile su Wikuipedia, ancorché non aggiornato.

La storia.

Se 207 anni fa 2 secoli e sette anni fa, nel 1812, il Regno d'Italia era suddiviso in 24 dipartimenti uno dei quali era il Dipartimento dell'Adda con capoluogo Sondrio istituito due anni prima vuol dire che qualche ragione c'era... Da notare che la popolazione allora non arrivava a 4000 abitanti. Erano 3515, divennero 6284 nel 1861. Le ragioni non sono cambiate. Non era e non é questione di abitanti ma di territorio altrimenti ingestibile.

La geografia.

Territorio: 3212 kmq, metà oltre 2000 metri di quota, su un arco alpino di circa 200 km, quasi tutto confine d'Europa, con le conseguenti difficoltà, prima delle quali la dispersione dei residenti. I 78 Comuni sono a loro volta composti da molte frazioni e moltissime contrade che continuano ad avere un ruolo fondamentale di presidio del territorio. La statistica si ferma ai residenti ma ad essi vanno aggiunti i moltissimi domiciliati senza residenza (seconde case). Non c'é nessun caso in Italia di distanze, in km e in tempo, come quello con il futuro capoluogo, un dato abnorme.

In calce (x) un significativo esempio. Il tempo che Ella impiega per andare a Roma in Freccia Rossa e ritorno non basta ad un valtellinese per andare e tornare dal futuro nuovo capoluogo (quello della ipotesi più vicina!).

L'economia

Provincia a economia integrata, filiera alimentare di alta qualità come tutto il settore manifatturiero, comparto turistico di eccellenza ma c'é qualcosa che merita ancor di più attenzione: il settore energetico. Una cinquantina di centrali con una trentina di grandi dighe da cui Vi arrivano - qui se ne consuma meno del 10% - tra i 5 e i 6 miliardi di kWh di energia pregiata uin quanto quasi tutta da bacino e poca ad acqua fluente. Le mie acque (1533,565 km 125 in Valle dell'Adda che riceve 45 affluenti lato Retiche e 60 lato Orobie) un bel tesoro per il Paese.

Le ipotesi

La più semplice sulla carta, quella di aggregrarci a Lecco é impraticabile come da palmare evidenza. Lo diciamo noi e potrebbe essere sospetto per cui venite ad accertarvi di persona. Fate fare uno studio mirato, non ci vuole molto, la realtà parla da sola. Qualsiasi altra ipotesi diventa di fantaingegneria istituzionale.

Aggiungasi la allucinante situazione al confine orientale. Oltre lo Stelvio confiniamo con uno Stato nello Stato che ai pesanti privilegi dell'autonomia ha aggiunto quelli che derivano dall'accordo internazionale De Gasperi-Gruber e successive modificazioni e integrazioni.

Al di qua una colonia. Inevitabilmente colonia perché oggi é la Provincia che se ne va con una presenza ininfluente nel Consiglio Provinciale, ma a cascata domani quando se ne andranno tutte le strutture da plancia di comando, lasciando uffici al posto di un Governo che era effettivo, reale, persino al di là delle normali funzioni, con robustezza amministrativa, attenzione al pubblico denaro per uno spirito di Valle che viene da lontano ed é più forte anche delle divisioni politiche.

Proposta

Venga Presidente o mandi qualche Suo delegato. Verifichi se questa impossibilità é solo declamata dal cireneo che Le sta scrivendo oppure se invece quello che le scrive corrisponde alla realtà semplicemente descritta dunque da un portavoce che non ha nessun interesse alle spalle ma l'esperienza di venti pubblici incarichi, - senza voglia di arrivare a ventuno -. Una esperienza che porta a vedere non solo i problemi ma le sfumature, e quindi l'evoluzione, dei problemi

Ma se anche le cose stanno così - Ella mi dirà - non possiamo farci niente perché al CAL sono stati fissati i paletti per territorio (2500 kmq) e soprattutto abitanti (350.000).

Egregio Presidente, soccorre la cultura. Arriva da una quindicina di secoli un esempio di saggezza, anche giuridica: "at impossibilia nemo tenetur" (Giustiniano).

Se il rispetto di questa norma sull'ordinamento, uscita da un balletto statistico, poco dignitoso per un tema di rilevanza costituzionale, é destinato a produrre un mostro, come sarebbe l'assorbimento della Provincia di Sondrio da altri chicchessia, il CAL ha davanti a sé una possibilità. Definite le proprie proposte di integrazione in territori strutturalmente ben diversi rispetto alla Valtellina, nel rassegnare le proprie conclusioni a Roma il CAL potrebbe dimostrare questa impossibilità. A Roma poi decidere, tenuto conto che là si deve comunque definire il nuovo assetto con provvedimento legislativo nel quale può dunque essere inserita l'eccezione - che non ha equivalenti nel Paese, che solitamente si vuole che confermi la regola.

Egregio Presidente

Sperando che la presente venga letta quantomeno dai Suoi collaboratori diretti - ai quali il cortese invito quantomeno di farne cenno al Presidente nonché di dare copia della presente agli altri otto compomenti l'Ufficio di Presidenza, accludo inoltre la nota inviata a suo tempo ai deputati membri della Commissione competente. Nota nella quale é la Provincia stessa a rivolgersi ai parlamentari portando gli elementi, oggettivi non discrezionali o strumentali, che possono, se considerati, portare alla soluzione auspicata.

Presidente, buon lavoro.

(in luogo di firma dati specifici:

Alberto Frizziero (per il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina)

Via Bernina 3 23100 Sondrio

tf. 0342212784 Cel. 3937683030

alberto.frizziero@email.it - alberto.frizziero@libwero.it - gazzettadisondrio@email.it

Tessera Ordine Giornalisti Lombardia 56998

(x) Il fattordistanza-tempo

Milano-Roma (treno): 2 ore e 51'

Livigno-nuovo capoluogo 3 ore e 45'

Alta Valle-nuovo capoluogo (come Roma)

Un solo esempio. Ella, in ragione del suo ufficio, deve recarsi a Roma. Pianifica al fine di utilizzare al meglio il tempo. Decide di partire alle sette con Freccia Rossa che la lascia a Roma Tiburtina 2 ore e 51' dopo (alle 10 a Termini) in modo da poter sbrigare al meglio le incombenze. Nello stesso momento, alle sette, parte da casa sua un consigliere comunale valtellinese che risiede a Livigno. Ha impegni istituzionali nel capoluogo, quello futuro. Limitiamoci all'ipotesi più vicina, quella di Lecco. Mentre Lei scende dalla Freccia Rossa il consigliere é ancora per strada. Arriverà a Lecco, se il traffico lo consnete, almeno tre quarti d'ora dopo che Lei ha concluso il suo viaggio. Viaggio in auto, l'unico possibile per orari e tempo.

Lei rientrerà partendo alle 17 (7' dopo da Tiburtina) per arrivare a Milano alle 20 e quindi cenare in famiglia. Il povero consigliere provinciale valtellinese, partendo anche lui alle 17 impiegherà quasi un'ora in più per tornere a casa sua dove hanno già mangiato, sparecchiato e lavati i piatti. Lei é stato in treno per fare quasi 2x600 km meno di sei ore per compiere il tragitto Milano-Roma e ritorno. Il consigliere per andare a svolgere il suo incarico ce ne ha messe sette e mezzo per fare 2x180 km circa.

DI SEGUITO LA NOTA INVIATA AI 47 DEPUTATI

DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI

SOPPRESSIONE PROVINCIA: AI 47 DEPUTATI DELLA COMMISSIONE CHE DISCUTE IL TEMA UNA NOSTRA SINGOLARE LETTERA APERTA 2012.4.30.44

Comincia così: "Innanzitutto una personale presentazione: Ho una sola auto blu, purtroppo da qualche mese ferma in garage e non per via della veneranda età da reperto archeologico - curata bene nel tempo si difende ancora - bensì per via del fatto che chi faceva anche da autista è andato in pensione. Ho, è vero, qualche spesa di rappresentanza. Purtroppo nello scorso anno 2111 abbiamo avuto degli imprevisti per cui abbiamo dovuto destinare a questa voce 2791,50 €uro compresi gli 80 €uro della corona di alloro per il IV novembre ..."

Il Presidente Sertori ha scritto al Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera. La risposta ha avuto il solito stampo burocratico con il che Sertori ha dichiarato che ora ci vorranno iniziative, cominciando a consegnare al Prefetto le firme raccolte, come testimonianza chiarissima che non c'è una posizione corporativa, un discorso di poltrone, una resistenza al cambiamento ma ci sono ragioni per mantenere la Provincia di Sondrio, interamente montana e con caratteristiche uniche nel panorama nazionale, così com'è.

Riteniamo che tutti, nei diversi settori della vita civile, dopo avere contribuito con l'adesione, l'appoggio, la raccolta di firme riprendano il tema e facciano quel che possono per far capire a Roma la realtà della situazione.

Come giornale abbiamo deciso anche noi di fare, in piccolo, la nostra parte scrivendo, uno per uno, ai 42 deputati membri della Commissione che sta esaminando le proposte di legge al riguardo oltre che al Presidente, ai due Vicepresidenti e ai due segretari. Abbiamo fatto parlare in prima persona la Provincia, 207 anni di età, che si è, dopo l'esposizione delle ragioni, dichiarata innocente e quindi da non essere condannata come invece toccò a Pietro Tascal.

LA LETTERA APERTA INVIATA A ROMA

Egregio onorevole, La prego di dare un minimo di attenzione a questa attestazione di stima, inusuale in questi tempi - (x) in calce le ragioni - nei confronti Suoi e dei colleghi della Commissione Affari Costituzionali.

Innanzitutto una personale presentazione:

Ho una sola auto blu, purtroppo da qualche mese ferma in garage e non per via della veneranda età da reperto archeologico - curata bene nel tempo si difende ancora - bensì per via del fatto che chi faceva anche da autista è andato in pensione.

Ho, è vero, qualche spesa di rappresentanza. Purtroppo nello scorso anno 2111 abbiamo avuto degli imprevisti per cui abbiamo dovuto destinare a questa voce 2791,50 €uro (diconsi duemilasettecentonovantuno virgola 50 €uro), analiticamente dettagliati, compresi gli 80 €uro della corona di alloro per il IV novembre.

Abbiamo anche - pensi! - deciso, nel chiedere allo Stato i soldi per rinnovare parte della strada dello Stelvio che ha quasi due secoli di vita, di mettercene dei nostri, e tanti nonostante sia opera dello Stato. Sa, veniamo da lontano, siamo molto tradizionalisti all'insegna 'dell'aiutati che il ciel t'aiuta', 'del fare il passo secondo la gamba', e molto conservatori per una tradizione di buona amministrazione che chi ha a che fare con le asprezze della vita in montagna ben conosce.

Sono nata molto tempo fa, 207 anni or sono. Allora, nell'anno Domini 1805, non mi chiamavo Provincia - così sono stata chiamata all'inizio del Regno d'Italia, nel 1859 - ma Dipartimento dell'Adda, capoluogo Sondrio che allora aveva la bellezza di 3.515 (tremilacinquecentoquindici) abitanti cresciuti, essendo capoluogo, fino a 6.284 al primo censimento, quello del 1861 e a ben 8.862 nel censimento di 50 anni dopo.

VI CHIEDO LA PRIMA RIFLESSIONE. L'avere scelto un'entità demografica così modesta, mantenutasi nel tempo, doveva avere ben una ragione, E LA HA TUTTORA: IL MIO TERRITORIO e i miei collegamenti, ovvero 12 passi alpini. Questo territorio si sviluppa infatti su un arco di Alpi di 200 km, con quasi la metà dei suoi 3212 kmq sopra i 2000 metri di quota e fino ai 4050 del Bernina con collegamenti a saliscendi: cinque passi alpini per la Svizzera (Spluga a quota 2115, Maloia 1815, Forcola 2315, Bernina 2323, Santa Maria Umbrail 2503), quattro passi alpini per scavalcare le Orobie verso Brescia e Bergamo: Gavia 2621, Mortirolo 1852, Aprica 1175, San Marco 1991), un passo per raggiungere l'Alto Adige, lo Stelvio a 2758 metri, due passi (Foscagno 2291 e Eira 2208) per raggiungere il Comune di Livigno posto al di là dello spartiacque. Un solo varco aperto a fondo valle, verso il Lario, utilizzando la Strada Statale 38 di austriaca memoria (anni '20 di due secoli fa).

Sono ricchissima di acque che generosamente offro quotidianamente alla comunità nazionale.

Non mi riferisco alla ben nota Levissima, con Bernina e Frisia. Mi riferisco al lavoro che le mie acque fanno in una cinquantina di centrali e in una serie di altre centraline. Tra i 5 e i 6 miliardi di kWh, quasi tutti pregiati perchè da una trentina di impianti a bacino. Grandi dighe per laghi artificiali che possono contenere l'acqua che serve ai fabbisogni di Milano per alcuni anni. Qui se ne consumano solo una parte modesta. Quasi tutti, tramite una selva di elettrodotti, vanno a finire infatti all'Italia.

Le mie acque dunque un bel tesoro per il Paese. Di rimaste libere da dighe, traverse, prese, per me, per noi ne restano poche. E pensare che nella sola Valtellina, senza contare la Valchiavenna, ho il quarto fiume d'Italia, l'Adda, che scorre in Valle per 125 km ricevendo qualcosa come 45 affluenti lato Alpi Retiche e 60 lato Prealpi Orobie. In totale i miei corsi d'acqua sono una volta e mezza il Po, con i loro 1533,565 km. Per dare ancora un'altra idea sintomatica la destinazione di queste mie acque: la maggior parte va a finire nel Po e quindi nell'Adriatico, altra va nel Mare del Nord e altra ancora nel Mar Nero. Una bella carta d'identità per il mio territorio, no? Un territorio che va governato e, se Dio vuole, non è che i miei valtellinesi lo abbiano massacrato.

Mi limito nella esposizione delle mie caratteristiche dando solo qualche campione.

La pianificazione, sia quella generale che quelle specifiche, come, ad esempio, il Piano Cave o gli aspetti ambientali, importantissimi. Decisioni a Milano o, nell'ultima versione a Como, raggiungibile da Sondrio nel tempo che da Milano si va oltre Genova. Peggio sta l'eventuale consigliere di Bormio e Alta Valle: per arrivare in Consiglio Provinciale ci metterebbe il tempo che ci vuole per arrivare da Milano a Roma). Problema non insolubile. Una soluzione infatti ci sarebbe solo se si riuscisse ad assumere come consulente per questi problemi Mandrake. Forse lui ci riuscirebbe, anche se non è detto. Neanche Mandrake potrebbe aiutare l'eventuale consigliere residente a Livigno: sette ore di viaggio per andare alle sedute del Consiglio Provinciale e tornarsene a casa.

I miei Comuni. Sono settantotto, veninove dei quali sotto i mille abitanti. Nella sola Valchiavenna, nei tredici Comuni per 22.000 abitanti, ci sono 107 fra frazioni e contrade. In montagna gli abitati sparsi sono diffusi con problematiche che può capirle solo chi vive qui. I dati recentissimi del censimento, altro esempio, indicano Pedesina con i suoi 30 abitanti il Comune più piccolo d'Italia. Ci sono realtà che vanno oltre i dati crudi. 30 i residenti ma poi ci sono le case di chi è sceso a valle, risiede ora in basso, ma continua a salire e non solo per le ferie o nei week-end, e ci sono le seconde case di chi se ne va dalle città ove lavora per andarsi a godere un po' di pace. 30 abitanti ma un territorio oltre i 1000 metri di quota da presidiare, certo, magari accorpando le funzioni con quelli contermini.

Via la Provincia sottoscritta, o comunque via le mie funzioni.

Una simulazione l'ho fatta per vedere a chi, e cosa, lasciare in eredità. Al Comune di Sondrio andrebbero i sistemi museale e bibliotecario. Ai Comuni ove sono localizzate andrebbero le Scuole. Stop. Le condizioni di Valtellina e Valchiavenna sono tali per cui tutto il resto delle competenze dovrebbe andare a Milano. Con tutto il rispetto della Regione e dei suoi funzionari il metro di giudizio non può che essere diverso. Là domina la cultura metropolitana. Qui da me quella montana, tutt'affatto diversa. L'ottica con cui guardo i miei, i nostri problemi, è ben distante, obiettivamente distante, da come li si vede nella e dalla metropoli. Forzatamente. Un problema di Livigno visto dal Pirellone o dal nuovo grattacielo, è visto da quasi 250 km di distanza, da circa 200 quelli dell'intero comprensorio bormiese. In auto, partendo alla stessa ora dallo stesso punto di Milano, il sign. Bianchi arriva a Livigno quando il sign. Rossi ha superato almeno da un'ora Genova, e il sign. Verdi sta arrivando a Trieste mentre il sign. Neri nel frattempo è arrivato a vedere la cupola di San Pietro. In auto. Se poi si va per mezzi pubblici è ancora peggio.

Un'ultima considerazione: che ci fanno ancora la mie 15 sorelle, con illustri nozze da tempo annunciate? Fiori d'arancio con i grandi Comuni capoluogo e un allargamento vivace con i Comuni dell'hinterland, un futuro brillante da magniloquente "città metropolitana".

Voi, in Parlamento avete scelto da tempo: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia. Le Regioni hanno aggiunto le loro: Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Trieste. Perchè tenere queste mie 15 sorelle in trepida attesa di questo sposalizio, di questa luna di miele che sta diventando invece un miraggio? Perchè non vi fanno gola i tanti denari che l'agognato rito matrimoniale porterebbe nelle disastrate casse di uno Stato che, volendo eliminare me e sorelle, o toglierci quello che stiamo ora facendo, i denari li vedrebbe non entrare ma uscire? Vi siete dimenticati della scadenza del 21 maggio 2012 in base a quel che diceva l'articolo 23 della legge 42/2009 con l'obbligo per il Governo di adottare un decreto legislativo per l'istituzione delle città metropolitane (con il che sparirebbero quelle 15 Province, le più grosse e costose)?.

Perchè, sia consentito, non venire trovarmi per vedere in concreto come sono e come sarebbero le cose se le Province venissero prima svuotate e poi magari soppresse? O quantomeno cosa succederebbe qui, sostanzialmente essendo io unica in Italia ad essere interamente montana e distesa nei citati 200 km di Alpi incuneata fra loro e, a sud, la catena delle Prealpi.

Perchè, sia consentito, non venire a verificare in concreto la situazione? Io sono commossa nel vedere qui tutti, diconsi tutti, intenti a confortarmi, sostenermi, difendermi. Tutti insieme, dall'estrema sinistra all'estrema destra, dai sindacati agli industriali, agli artigiani, ai commercianti, ai coltivatori diretti. Il mondo della cultura, dell'ambientalismo, del volontariato. Tutti. Non difendono "poltrone" che poi qui in questa "regione alpina", tale definita e descritta per il riscontro con la realtà dal Vice Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, già Presidente della Società Italiana degli Economisti prof. Alberto Quadrio Curzio, in realtà sono impegnative poltroncine. L'impegno richiesto a chi le occupa in fin dei conti dimostra come anche nell'anno Domini 2012 sia possibile praticare la politica come un servizio.

Qualcuno ha deciso che non ho più ragione di esistere. Leggendo le cronache capisco cosa prova chi è ospite della cella dei condannati a morte, ma in particolare la situazione di chi, come nei Piombi a Venezia 505 anni fa Pietro Tascal, detto il Fornareto assolutamente innocente, sente il passo pesante di chi si avvicina per portarlo alla forca.

Io non ho bisogno di proclamarmi innocente perchè questo mio stato lo dimostra la documentazione di 207 anni di vita. Basti un episodio in un momento dolorosissimo e tragico: la calamità del 1987 quando il terribile gorgo meteorico sopra questa parte di Alpi causò uno sconquasso secolare, compresa la sparizione di un paese. Le vittime furono onorate. Il grande sforzo di solidarietà dello Stato venne infatti ripagato con una risposta esemplare, senza un solo sospetto di un cattivo uso delle risorse. Le case nuove, per citare un solo aspetto, i valtellinesi le costruirono, e consegnarono, in meno d'un anno (cinque mesi e cinque giorni dall'inizio della tragedia) a costi inferiori ai prezzi di mercato e d'una qualità che ha retto nel tempo, e che oggi a 25 anni dall'evento, dimostra come si deve agire in eventi di questo tipo.

Se quanto dico può sembrare interessato ricorrerò ad una testimonianza autorevole, quella di Indro Montanelli:

"I danni che la Valtellina ha subito ammontano, pare, sui mille miliardi - furono molti, molti di più -. Stanziamone subito una prima fetta. Ma, saltando le carte da bollo e anche a costo di qualche sfregio alle procedure ordinarie, diamoli ai valtellinesi. Sono gli unici che sanno come spenderli per le loro valli e che forniscono garanzia di non rubarli. E gente che merita, come a suo tempo la meritarono i friulani,la nostra fiducia. Il coraggio, la compostezza, la misura, la dignità con cui hanno saputo reagire alla catastrofe, sono, o dovrebbero essere, un esempio per tutti.Ieri, davanti allo spettacolo che la televisione ancora una volta ci proponeva di quei costoni mangiati dalla frana, di quegli squarci aperti dai torrenti impazziti nella carne viva della terra, di quei desolati sudari di fango, mi è venuto fatto di pensare quanto ci piacerebbe sentirci italiani se l'Italia fosse, anche sommersa, tutta Valtellina. Indro Montanelli".

Sono innocente. La mia storia lo dimostra. Senza di me - lo dicono tutti i valtellinesi - questa Regione alpina non sarà più la stessa. L'appello, d'innocenza e di sopravvivenza è al senso dello Stato che vorrebbe si verifichi, si valuti riconoscendo le ragioni assolutamente oggettive che solo io, interamente montana, provincia-Regione, possiedo nel Paese. Dubbi? Li si possono sciogliere facilmente, basta venire a vedere prima di decidere

Mi firmo: Provincia di Sondrio, interpretata da Alberto Frizziero (xx)

(x) Perchè questa 'attestazione di stima'? Per una ragione molto semplice. Oggi domina il dalli all'untore. La frase latina si è ribaltata: da "senatores probi viri senatus mala besta" a "senatores malae bestiae ac probus senatus". Col risultato che di fatto detronizzando i "senatores", senza accorgersene nessuno, si detronizza quel démos cràtos, 'governo del popolo', ovvero quella democrazia che è il peggiore dei sistemi ma l'unico possibile. Attestazione di stima pertanto per il ruolo e per la responsabilità che avete, anche con i comportamenti individuali, di ricreare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni e nella politica. Anche con scelte ponderate (il nostro caso docet).

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