) Capitolo settimo. COMUNITA’ MONTANA di VALTELLINA: 3) L’INNOVATIVO TERZO E QUARTO PROGRAMMA 20.3.07

La scelta di volare alto – Politica dentro, politica fuori – Sindaco o Presidente della C.M.? Ma, naturale, la scelta più scomoda! – Occasione persa. Errore che serva ad evitarne altri – Il terzo e quarto programma della C.M. – Il documento uf

LA SCELTA DI VOLARE ALTO

Le cose descritte, ripetendo la frase conclusiva del precedente capitolo, sono state dunque fatte dalla C.M. di Valtellina per le sue caratteristiche e per la scelta di volare alto visto che le ali lo permettevano, non in un normale mandato di cinque anni, ma in un anno. Anzi in meno di un anno. E non basta perché ora c’è da parlare del terzo e quarto programma. Prima però un aggiornamento della situazione politica, fondamentale per capire il quadro, il contesto nel quale stava prendendo forma la grande Comunità Montana, la maggiore d’Italia.

POLITICA DENTRO, POLITICA FUORI

“In ogni caso moltissima soddisfazione perché dominare gli eventi quando c’è bonaccia è cosa da tutti, non quando si è al massimo ossia mare forza dieci e vento forza dodici”. Nel precedente capitolo si era chiusa in questo modo la parte dedicata alla situazione politica annunciando che se ne sarebbe parlato in questa occasione. Da dove soffiava il vento, da dove venivano le ondate?

Due i versanti.

- Politica dentro. Da un lato quello interno al Partito di maggioranza assoluta per ragioni, dati i precedenti, politicamente ovvie secondo alcuni mentre altri credevano sul serio alle note polemiche che apparivano sulla stampa, per evidentissimo difetto di conoscenza. Meglio non per difetto di informazione ma per disinformazione. In condizioni normali la questione sarebbe stata delibata nella direzione provinciale DC, ma dopo i sommovimenti interni e alla vigilia di un congresso il tempo in proposito non era certo propizio. Basti pensare alla presa di posizione che tutto lo staff della C.M., Presidente, Direttivo, Presidenti di Commissione, rompendo il silenzio auto-imposto con la scelta di rispondere solo con i fatti, aveva pubblicamente assunto per rispondere ad insulse accuse sostanzialmente di inefficienza e immobilismo, frutto, appunto, di completa disinformazione.

- Politica fuori. Dall’altro quello esterno, del tutto comprensibile dato il ruolo che ha, ovunque, l’opposizione, eppure molto meno critico in quanto quella parte dei 205 consiglieri che faceva ad essa riferimento stava partecipando assiduamente all’attività delle Commissioni avendo quindi corrette informazioni in particolare la tangibile sensazione che “l’incapacità politica ed amministrativa” di cui era accusata l’Amministrazione Dc dell’Ente da altri DC era soltanto un fumus mali juris… Non solo, ma intanto una importante decisione era stata maturata dal Presidente della C.M.

SINDACO O PRESIDENTE DELLA C.M.? MA, NATURALE, LA SCELTA PIU’ SCOMODA!

La guida del Comune di Sondrio era stata, di fatto, una scelta obbligata con un finale decisamente a sorpresa per la novità, unica nel Paese, di Sindaco e Giunta di minoranza. La Presidenza della Comunità Montana non era stata certamente cercata. Di fatto imposta. La direzione del Corriere della Valtellina, ovviamente rinunciata all’atto dell’elezione a Sindaco, mantenuta a richiesta in attesa di trovare una soluzione. Cose note a tutti anche a coloro che sollevavano in continuazione il problema della incompatibilità delle cariche (per inciso sollevato, unica volta in tanti decenni, quando chi le ricopriva non le aveva cercate). Il Partito aveva ricevuto una lettera in cui venivano messi a disposizione tutti e tre gli incarichi. Le rilevanti conseguenze politiche di qualsiasi decisione in proposito appariva giusto che fossero valutate in sede politica. Nulla da fare, nonostante le sollecitazioni del caso. Per la situazione interna, già in precedenza accennata, non c’era né poteva esserci risposta. E allora la decisione. Passiamo al racconto diretto del Presidente della C.M. : “Convocazione urgente alle 18 del Segretario provinciale Mescia, del segretario cittadino Rota, del capogruppo in Consiglio Comunale S. Bettini”. Non il Presidente del Gruppo DC in C.M., di oltre 130 consiglieri, perché la situazione non aveva consentito di nominarlo, con il risultato che anche questi aspetti gravavano impropriamente e pesantemente sulla Presidenza. “Discorso molto breve: adesso basta. In non voglio passare per uno attaccato alle poltrone cui ho peraltro rinunciato da tempo. Il Partito non è in grado di decidere, decido io. Resto in Comune, lascio la C.M. Se non mi danno del matto poco ci manca. Il capogruppo Bettini conosce la situazione in Comune dove con 17 su 40 non si può andare molto lontano e mi fa presente che l’ipotesi più probabile è il commissario a breve. Non é ipotizzabile una soluzione politica date le posizioni distanti dei Partiti. In Comunità Montana, l’Ente più importante della provincia, invece ci sono davanti quasi cinque anni e mi invita a pensarci su. Sulla stessa strada gli altri”.

Il Presidente tira fuori un foglietto e legge il comunicato che ha già preparato. In altri termini sintetizzando il concetto è questo: con le dimissioni da Sindaco il Commissario è sostanzialmente certo. E chi ha avuto larghissimo consenso personale dalla cittadinanza per fare il Sindaco è proprio quello che apre la porta al Commissario Prefettizio per andarsene ad occupare una prestigiosa e comoda poltrona. Non se ne parla neanche. E’ probabile che nel giro di poche settimane sia quella la sorte del Comune di Sondrio ma non per responsabilità del Sindaco (nessuno avrebbe scommesso una lire contro un milione che Sindaco e Giunta di minoranza avrebbero potuto continuare per cinque lunghi, e molto produttivi, anni.

Arrivano telefonate, messaggi ma la decisione non cambia. Esecutivo DC e gruppo consiliare vengono convocati e questa decisione, che arriva a sorpresa, trova il consenso della Giunte e di tutti gli altri.

Il passaggio è importante.

ANCORA MOMENTI DIFFICILI. Arriva infatti da oppositori interni con l’apprezzamento per la decisione l’invito, discreto, a convocare l’assemblea della Comunità Montana mettendo due o tre punti all’odg per non mettere solo quello delle dimissioni. Proposta rifiutata. “Io, noi, ho, abbiamo, il diritto-dovere di portare in assemblea per le decisioni conseguenti tutto il lavoro svolto” (per rendersi conto dell’entità di questo lavoro basterà ricordare come ci vorranno due sedute e la seconda, iniziata di mattina presto, fino a sera tardi per approvare, quasi tutto a larga maggioranza, le proposte presentate dal Direttivo.. Importantissimo il terzo e quarto programma, novità assoluta non solo per la C.M. di Valtellina ma in campo nazionale. L’on. Della Briotta, pur essendo il suo Partito all’opposizione in provincia, lo porterà a Roma e in sede UNCEM come meritevole “prodotto valtellinese”.

“OCCUPAZIONE PSI E PCI DELLA COMUNITA’. Va ricordato in proposito un singolare episodio nel quadro del clima politico che circondava l’attività della C.M. unica. Anche su questo passaggio il racconto diretto. “Rientro da Roma, da un’importante seduta dell’esecutivo dell’ANCI e, more solito, prima di andare a casa vado in Comune per vedere se ci sono novità. Mi ferma un vigile che mi dice se so che PSI e PCI hanno occupato la Comunità Montana. Piombo in sede ove ci sono Della Briotta, Contini, altri e i giornalisti convocati da loro. Non le mando a dire. Preciso che la C.M. non è del Presidente, del Direttivo, della DC. E’ di tutti. Se alcuni gruppi consiliari vogliono convocare una conferenza-stampa hanno il diritto di farlo e di avere la sede. Ma si chiede, dato che c’è uno, Il Presidente, che è responsabile. In ogni caso si proceda, e mi siedo. Gualzetti, il famoso “big”, fa la prima domanda ma la risposta è che la faccia a loro. Dopo tre o quattro domande a loro, la conferenza si rivolge inevitabilmente al Presidente. Non c’è una domanda che rimanga senza risposta, r tutte con riferimenti scritti, molti delle bozze del 3° e 4° programma che però il Presidente fa vedere ma senza spiegarne il contenuto. Contini, realista, cerca il modo brillante di chiudere. A C viene l’idea di chiedere quanti soldi siano in cassa (del Comune di Sondrio perché la CM non ha ancora gli strumenti operativi). Per Della Briotta basta il dato indicato dal Presidente. “circa 800 milioni” ma aggiunge che vuol dare il dato esatto e fa portare dal vicesegretario Zecca il riscontro scritto. Della Briotta: “a che interesse?” – Presidente. “17%” - Della Briotta “non il tasso passivo ma il tasso attivo” - Presidente. “ripeto: 17%”. Da precisare che il tasso più alto percepito allora da Enti pubblici era quello dell’IACP, 11 e qualcosa per cento, mentre i Comuni erano tutti sotto il 10%, compreso il Comune di Sondrio che però rinunciava a un tasso maggiore per consentire lo stesso tasso agli altri 21 Comuni del Consorzio esattoriale.

VISTE LE COSE, POLEMICHE CESSATE. Questa del tasso è la ciliegina sulla torta. Non ci sarà più una polemica da PSI e PCI sino all’assemblea e in assemblea ci sarà, al di là di alcuni voti o di approvazione o di astensione, una sostanziale condivisione.

Detto del contesto politico è la volta dunque di una riflessione sull’attività già descritta e poi sul terzo e quarto programma.

OCCASIONE PERSA, ERRORE CHE SERVA AD EVITARNE ALTRI

Si è visto nel capitolo precedente quali “tegole” fossero capitate in rapida successione su un Ente che si stava organizzando in assenza di strumenti adeguati. Si è visto come i problemi siano stati fronteggiati con estrema decisione e con risultati sui quali nessuno avrebbe scommesso una monetina da un centesimo di franco svizzero. L’aver riportato quella lunga serie non è il frutto di una volontà per così dire esibizionista. Si era deciso allora di fare senza clamori, riservando il tutto allo spettacolo pirotecnico finale risposta con i fatti alle troppe parole di ingiusta critica, e non v’è alcun interesse personale oggi. La spiegazione sta nella ricorrente chiosa, episodio dopo episodio: “Cose che poteva fare solo la C.M. di Valtellina per le sue caratteristiche e per la scelta di volare alto visto che le ali lo permettevano”. Due i punti-chiave. D’un lato evidenziare in concreto le potenzialità del nuovo Ente, dall’altro evidenziare quale errore sia stato fatto nel non cogliere l’opportunità che si presentava, di una forma di autonomia compatibile con il quadro istituzionale, così come alcuni di noi allora sostenevamo.

Errore irrimediabile. Serva però nel futuro come occasione di riflessione per evitare errori gravi. Per fare un esempio, e se ne parlerà in apposito capitolo, periodicamente riaffiora l’idea di sopprimere i Consorzi B.I.M. affidando la riscossione dei sovracanoni ad altri Enti come se fossero un’imposta, dimenticando la vera natura del sovracanoni e ignorando le battaglie condotte per riconoscerla. Serva la meditazione degli errori passati ad evitare di commetterne uno che a lungo andare diventerebbe un terribile boomerang…

Tornando al tema dopo aver visto i brillanti risultati ottenuti in poco tempo dalla C.M. c’è da fermarsi sul 3° e 4° programma.

IL TERZO E QUARTO PROGRAMMA DELLA C.M.

Terzo e quarto programma. Si trattava di stabilire come impiegare i fondi disponibili, ma gli amministratori non ne vollero sapere di una sommaria presentazione tradizionale. Il primo programma, per £. 929.035.000 aveva visto un utilizzo sostanzialmente per contributi. Il secondo, per £. 968.650.000, era stato caratterizzato dalla proposta, approvata, del Presidente della Commissione Agricoltura, già Presidente della Commissione Statuto, di fatto quindi della C.M., di una impostazione secondo le “direttrici piano-monte”.

La situazione però era profondamente cambiata, per competenze, per compiti delegati e quindi con ulteriori finanziamenti, con l’assunzione della S.A.B.M., con le indicazioni da dare sull’utilizzo dei fondi B.I.M.

Il Presidente, discussa preliminarmente la cosa con Vicepresidente ing. Moratti e assessore al bilancio ing. Erba, propose al Consiglio un documento di largo respiro, esponendone le linee essenziali. Avuto l’assenso si mise a elaborare il documento scrivendo non in modo discorsivo ma analitico e assolutamente conciso, “da ingegneri” come disse poi qualcuno. Basti pensare che il solo indice occupava 10 pagine ma che le singole voci erano ridotte all’essenziale. Per fare un solo esempio il punto 3.9.2.c concernente le aree attrezzate per poli industriali, importantissimo, era in tutto di 25 righe.

In provincia non si era mai visto niente di simile, ma non solo in provincia. Piccolo particolare: in questo modo però tutti i 205 consiglieri, anche chi avesse avuto soltanto la quinta elementare, erano in condizione di vivere la vita dell’Ente, svolgendo il loro mandato con piena consapevolezza. Giova riportare, tal quale, il documento ufficiale di presentazione.

IL DOCUMENTO UFFICIALE: “Comunità Montana della Valtellina - Consiglio Direttivo - IL PRESIDENTE - PROGRAMMI 3°.e 4°. . Presentazione”

CARATTERISTICHE DELLA PROPOSTA. La proposta predisposta sinteticamente si può dire rappresenti passato, presente e immediato futuro della Comunità Montana di Valtellina. Essa infatti documenta analiticamente quanto sinora svolto, rappresenta la situazione attuale, sotto ogni profilo, e fornisce un complesso di indicazioni, una sorta di binario lungo il quale incanalare la futura attività della Comunità, pur in assenza dei piani, cosa che ha fatto dire a qualcuno trattarsi di una “miniprogrammazione”.

Non è una proposta illuminista già predeterminata e confezionata per l'approvazione da parte dell'Assemblea. E' ampiamente chiarito trattarsi di proposta aperta, che deve essere sottoposta alle

verifiche che peraltro lo stesso Statuto comunitario prevede Comuni, istanze organizzate,

zone. Si é anzi proceduto a ridimensionamenti e tagli laddove la proposta del Consiglio pareva troppo dettagliata, proprio per consentire il maggior apporto possibile, secondo. spirito e lettera dello Statuto.

- E' proposta nuova, risultando questo il primo tentativo di inserire gli interventi diretti - e non solo quelli - in una dimensione programmatoria, quale ad esempio i. cinque PROGETTI da noi individuati ,(e in quello “Ambiente” ci si spinge addirittura nell'arco di un decennio.

- E' proposta sostanzialmente completa, riguardando non soltanto tutti i settori di intervento, ma anche comprendendo problemi – vedasi quello del riassetto istituzionale e quelli strutturali - che sono il presupposto indispensabile perchè dai discorsi teorici di carattere programmatorio ci si cali nella realtà operativa, discorso che pare non essere ancora sufficientemente compreso e valutato.

CONTENUTI DELLA PROPOSTA. La proposta, di circa 170 pagine, consiste in 17 capitoli, H7 titoli, 133 paragrafi, 82 punti. - Recepisce: indirizzi regionali ufficiali, istruzioni regionali (circolari), indirizzi comunitari acquisiti, indicazioni emerse nei lavori di commissione, indicazioni provenienti esternamente (forze politiche, sociali, culturali).

- Parte da una PREMESSA che tali indicazioni accoglie (cap. 1).

- Illustra la situazione della Comunità Montana Valtellina oggi - C.M.V. 1977, cap 2" - con una sintetica descrizione che si rende oltremodo necessaria perché i dati e gli elementi di valutazione risultino fondati ed oggettivi, nonché lo STATO DI ATTUAZIONE DEI PROGRAMMI PRECEDENTI (capitolo 3°) in estremo dettaglio. (La pubblica amministrazione deve essere sotto

ogni profilo, anche quello dell'informazione, casa di vetro, affinché i giudizi siano, dovunque e comunque vengano, in relazione ai fatti, o ai non fatti, e non ai si - dice..

- Indica gli OBIETTIVI DI BREVE E MEDIO PERIODO (cap. 4°) con finalità, obiettivi, priorità.

- Descrive la situazione dell'EX S.A.B.M. del B.1.M. (cap. 5°) e dell'IMPIANTO PLUVIRRIGUO (cap. 6°), in particolare dettaglio trattandosi di problemi assai complessi e condizionanti la vita

dell'Ente

- Si sofferma sulla situazione di PERSONALE/STRUTTURE (cap 7°), in quanto - cosa evidentemente non da tutti a fondo compresa - tutti i migliori discorsi di questo mondo si arenano se non esistono adeguati strumenti!

- Pone il PROBLEMA ISTITUZIONALE (cap. 8°) che, a scanso di equivoci, non è soltanto il problema della zonizzazione. Se qualcuno si prendesse la briga di approfondire concettualmente

e cultura1mente questo problema, si renderebbe conto che la zonizzazione è punto di arrivo e non punto, pregiudiziale, di partenza.

- La proposta entra nel vivo dei problemi immediati in termini operativi con il cap. 9" “3° e 4° PROGRAMMA” nel quale viene delineata l'intelaiatura generale che costituisce comunque, al di là di qua1siasi giudizio possa essere dato sui contenuti, la grossa novità per la vita amministrativa della Provincia.

- Il cap. 10° accenna alle “VOCI “, cioè a dire le spese fisse, o quelle di carattere programmatorio.

- Il cap. 11° è dedicato ai “PROGETTI”. Questi risultano in numero di cinque, Agricoltura, Ambiente, Servizi Sociali, Turismo, Economia e Lavoro, e rappresentano il tentativo di canalizzazione armonica e coordinata delle risorse comunque disponibili, fra loro integrate, in vista di precisi obiettivi, di precise finalità con individuati o individuabili strumenti. Va sottolineato a questo proposito che al progetto Ambiente, titolo “Suolo”, viene indicato un binario di marcia razionale che per essere tale abbraccia un periodo decennale, con una previsione complessiva di interventi prioritari, a valori monetari costanti, di oltre 12 miliardi! Come va pure sottolineato

che nel progetto Turismo, paragrafo agriturismo, non ci si limita alle enunciazioni ma si definisce una possibilità di intervento - pilota, valido per qualsiasi zona della Valtellina. Il capitolo progetti

naturalmente appare il più complesso e suscettibile ovviamente di variazione data la natura, come del resto la sua stessa ampiezza (46 pagine) indica.

- Il cap. 12" è dedicato ai “FONDI B.I.M.”, non soltanto in relazione al loro ammontare ma con approfonditi riferimenti alla legge regionale relativa e alla sua interpretazione quale risulta dalla 'Sentenza 212/76 della Corte Costituzionale.

- Il cap. 13° è dedicato ai “FONDI VARI”, con dettagliata analisi di leggi regionali ed altre fonti di finanziamento di iniziative comunitarie, ed è di particolare importanza al fine di quella intelaiatura

generale di cui si parlava dianzi.

- Il cap. 14" definisce l'utilizzazione dei fondi regionali 1975 - 1,06 miliardi - ed è intitolato “3° PROGRAMMA. COMPENDIO”.

- Il cap. 15° definisce l'utilizzazione dei fondi regionali 1976/77 - “4° PROGRAMMA” - e viene, tempi tecnici per la stampa del ponderoso documento compresi, a soli due mesi dalla assegnazione da parte della Regione.

- Il cap.16° è il “COMPENDIO” generale.

- Il cap 17° è la “CONCLUSIONE”, con elementi anche di carattere metodologico.

GLI ASPETTI FINANZIARI: OLTRE 10 MILIARDI. Le risorse certe – anche se non ancora versate nelle casse comunitarie - di cui il documento prevede l'utilizzazione sono le seguenti: Fondi regionali per le CC. MM., 2895 milioni ~ Stanziamenti su leggi specifiche, 2310,2 milioni - Fondi FEOGA, M.A.F. ecc. per lavori ex S.A.B.M. di imminente appalto, 3675,39 milioni - Fondi B.I.M., per i quali vanno date le indicazioni di spesa, 1524,45 milioni. Un totale quindi di 10 miliardi 400 milioni e 290 mila lire. Sono inoltre previste undici voci di entrata. Figurativamente indicate in £. 1 in quanto relative a stanziamenti che la Regione dovrà attribuire hl base a sue leggi, e che dovrebbero essere superiori al miliardo di lire. I fondi già stanziati si riferiscono alla Legge Forestale (1153,9 milioni). alle aree attrezzate (300 milioni) , a opere di B:M.. S.I.F. ecc. (361,75), a premio vacche (495). Va precisato che si può valutare intorno ai 200 milioni la quota-opere già realizzate e su una cifra equivalente il saldo negativo tra impegni di spesa già assunti e somme effettivamente riscosse, di modo che si aggira intorno ai 10 miliardi la somma effettivamente disponibile (perlomeno come stanziamento, non certo in cassa dove disponibile non vi è una lira!).

IMPEGNI DI SPESA. A) Fondi vari. Si tratta di stanziamenti su leggi specifiche e quindi già predestinati. Giova sottolineare in particolare i programmi settoriali di intervento sulla legge forestale, due già predisposti e due, di recentissima assegnazione, in corso di definizione.

b) Fondi ex. S.A.B.M.. Si tratta della continuazione delle opere in corso, con nuovi appalti (uno per 700 milioni è in corso in questi giorni).

c) Fondi B.I.M.. Per il 1976 nella proposta si confer ma l'indicazione di intervento a favore dei Comuni per 1200 milioni. Per il 1977 essi risultano integrati nel 4° programma, con definizione-stralcio della loro utilizzazione.

d) Fondi regionali per la C.M..

- La proposta prevede un “impianto rigido” per quelli cosiddetti 1975. anche se stanziati nella tarda primavera 1976 dalla Regione, in modo da garantirne la pronta

spendibilità. “Impianto rigido”, naturalmente dopo l'approvazione delle commissioni, per le quali vi è un margine di variabilità attuale di circa il 30%. Si citano le voci significative: 495 milioni per l'Agricoltura (di cui 400 per complemento infrastrutture in. corso). 80 per l'ambiente, 130 per i servizi sociali, 60 per il turismo, 60 per l'Economia e Lavoro. 90 per i compiti programmatori.

Il totale è di 1 miliardo e 60 milioni.

- La proposta prevede un “impianto flessibile” per i fondi '76/'77, cioè 4° programma, nel senso che successivamente all'approvazione Assembleare l'approfondimento in Comunità e nel confronto con i Comuni, le istanze organizzate, le zone, sarà possibile produrre variazioni di programma, senza cosi pregiudicare l'iter regionale per l'approvazione. ed ottenendo così più celermente i fondi dalla Regione. Le previsioni a questo proposito risultano indicative e più sommarie di quelle originariamente predisposte dal C.D. per ossequio alle indicazioni politiche. Esse in ogni

caso prevedono: 900+250 milioni per l'agricoltura (400 viabilità interpoderale, 250 settore lattiero -caseario, 50 zootecnia, 200 frutticoltura, 250 irrigazione ed interventi vari, es. cooperazione), 260

milioni per l'ambiente, 180 per i servizi sociali, 100 per il turismo, 160 per l'economia e lavoro. Ovviamente questi stanziamenti tengono conto di quelli esistenti e previsti su leggi specifiche.

GLI IMPEGNI PER “PROGETTI”. Il progetto Agricoltura - S.A.B.M. esclusa – prevede un impegno complessivo di circa 11926milioni, oltre a 5 voci ulteriori ancora da definirsi in funzione di diversi attesi provvedimenti regionali. Il progetto Ambiente, - S.A.B.M. esclusa – prevede un impegno complessivo di circa 1856 milioni, nonché 3 voci ulteriori. Il progetto Servizi Sociali prevede 310 milioni e una voce. Il progetto Turismo 160 milioni e una voce. Il progetto Economia e Lavoro 520 milioni e una voce.

TEMPI. La realizzazione della proposta presentata è in funzione dei tempi necessari all'approvazione sia comunitaria che regionale, dei tempi necessari alle definizioni di dettaglio da parte degli organi comunitari, dei tempi esecutivi (e qui documenti in serie attestano che il Consiglio e gli uffici li hanno ridotti a va1ori - record, nonostante il non ancora raggiunto assetto definitivo, cosa che avverrà nella prossima Assemblea con l'approvazione di tutta una serie di appositi provvedimenti predisposti dal C.D. a partire da fine ottobre), ma soprattutto dalla considerazione prioritaria della necessità di dare sollecita risposta ai problemi della Valtellina. Tenendo altresì conto, oltre ovviamente ai benefici diretti degli interventi, anche degli effetti tonificanti che un intervento pubblico così massiccio può avere sul sistema economica valtellinese. E' questo elemento che pure è stato tenuto presente nella predisposizione della proposta che si è redatta e si avanza con la necessaria umiltà, diretta figlia dell'impegno di servizio, requisito fondamentale d'un pubblico amministratore, ed anche con la consapevolezza, più che speranza, che un contributo è stato dato, fors'anche sufficientemente positivo al fine di costruire qualcosa di valido per dare concreta risposta alle esigenze della nostra gente. (Ciò fosse realmente, basterebbe a ripagare dell'impegno che non è stato marginale per complessità di problemi e per straordinaria convergenza di difficoltà, naturali e non, razionalmente ammissibili e non).

Le commissioni permanenti dell'Assemblea, i Comuni, gli Enti operanti sul territorio, i sindacati e le organizzazioni sociali, di categoria ecc., le zone hanno ora il compito di integrare la proposta, di

variarla, di arricchirla di contenuti, secondo il loro giudizio, le loro valutazioni.

Una volta definita, essa non ha soltanto il compito di stabilire la destinazione delle risorse disponibili, ma anche quello di guidare l'attività della Comunità sino alla predisposizione dei piani, costituendo il “binario di corsa” e punto di riferimento generale, per la Comunità ma anche

per gli altri Enti operanti sul territorio,

Ciò apparirà in tutta la sua importanza quando tutti si saranno resi conto della vastità dei compiti attuali, dilatatasi oltre ogni dire proprio in questi ultimi mesi, e dei grossi problemi che questi

quotidianamente pongano. E quando tutti. si saranno resi conto dei grandi passi in avanti compiuti dall'Ente, già in diversi settori in posizione di avanguardia rispetto alle altre 27 Comunità lombarde e ormai in condizione, in breve volger di tempo, di poter esercitare una funzione-guida nel contesto della montagna lombarda”.

LE MODIFICHE APPORTATE

Nella presentazione si leggeva: “Le commissioni permanenti dell'Assemblea, i Comuni, gli Enti operanti sul territorio, i sindacati e le organizzazioni sociali, di categoria ecc., le zone hanno ora il compito di integrare la proposta, di variarla, di arricchirla di contenuti, secondo il loro giudizio, le loro valutazioni”. Nelle riunioni in Comunità, in quelle nei quattro mandamenti, in quelle con le rappresentanze della società civile oltre che negli organi di Partito (la relazione del Presidente al Comitato Provinciale della DC il 25 ottobre, letta dato che era stato chiesto che fosse scritta e non solo orale, superò abbondantemente le due ore. Anche se non tutti si cominciò a capire da parte di chi non lo aveva ancora fatto che le cose erano molto più complesse di quanto non si dicesse, o si scrivesse sulla stampa locale) l’invito ad avanzare proposte, a suggerire modifiche, ad introdurre miglioramenti fu costantemente ripetuto.

Quali dunque le modifiche apportate? Fosse venuta una proposta, una. No. Fu quello presentato dal Consiglio Direttivo che fu , integralmente approvato dall’Assemblea Non doveva essere poi così male, no?

(continua)

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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