Per non dimenticare (27 gennaio 2018)

di: Maria de falco Marotta

PER NON DIMENTICARE (27gennaio 2018)
di: Maria de falco Marotta
In questo guazzabuglio di partiti e partitini che promettono e promettono cose del tutto ridicole che sarebbero dovuto essere da molti anni (taglio delle tasse, miglioramenti scolastici, attenzione alla cultura…), i capi credono che la nostra memoria sia fallita come la loro. E ha fatto bene il Presidente Mattarella a richiamarla velocemente con la nomina a senatrice della Repubblica a vita, di Liliana Segre, un’ebrea che fu internata piccolissima nei campi di concentramento nazisti, da cui è scampata miracolosamente – forse-, per fare memoria a tutti noi quello che fu la Shoah (shoah «tempesta devastante», dalla Bibbia, Isaia 47, 11) con cui si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale.
Un po’ di storia
Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero metodicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo di creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’. Alla base dello sterminio vi fu un’ideologia razzista e antisemita che affondava le sue radici nel 19° sec. A partire dal libro Mein Kampf («La mia battaglia») di A. Hitler (1925), i nazisti posero a fondamento del progetto di erigere un mondo ‘purificato’ da tutto ciò che non fosse ‘ariano’. Alla ‘soluzione finale’ si giunse attraverso un processo di graduale emarginazione degli Ebrei dalla società tedesca. Le leggi di Norimberga del 1935 legittimarono il boicottaggio economico e l’esclusione sociale dei cittadini ebrei; dal 1938, e in particolare dalla cosiddetta ‘notte dei cristalli’ (8-9 novembre 1938, quando in tutta la Germania le sinagoghe furono date alle fiamme e i negozi ebraici devastati) in poi, il processo di segregazione e repressione sfociò nella decisione, presa dai vertici nazisti nella Conferenza di Wannsee (gennaio 1942), di porre fine alla questione ebraica attraverso lo sterminio sistematico, che partì dalla Germania, ma si espanse via via con le conquiste del Terzo Reich, colpendo gli Ebrei dei paesi occupati, cioè di quasi tutta Europa. Essi furono in una prima fase ‘ghettizzati’, concentrati in appositi quartieri delle città (il principale ghetto europeo, per estensione e numero di abitanti, fu quello di Varsavia), e in seguito deportati nei campi di concentramento e di sterminio, costruiti soprattutto in Europa orientale. Ad Auschwitz, Treblinka, Dachau, Bergen Belsen, Mauthausen giungevano ogni giorno convogli carichi di persone. Dopo la selezione iniziale, che ‘salvava’ temporaneamente coloro che erano in grado di lavorare, mentre gli altri, alla camera a gas. I campi di sterminio erano anche luoghi di torture, di esperimenti pseudoscientifici su cavie umane, di lavori spossanti e selezioni quotidiane: di tali atrocità è rimasta testimonianza nelle memorie di coloro che riuscirono a sopravvivere. Vittime dello sterminio, oltre agli Ebrei, furono anche zingari, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici (cfr. Antologia Treccani).
La data scelta non è casuale: il 27 gennaio 1945, l’Armata Russa entrò in uno dei campi di concentramento più grandi, Auschwitz, liberando finalmente i prigionieri rimasti in vita.
È importante mantenere viva la memoria su una delle forme più atroci della storia contemporanea per evitare che tali crudeltà possano ripetersi in futuro. Visto il clima sempre più diffuso di intolleranza e violenza, oggi più che mai la Giornata della Memoria assume un ruolo fondamentale. Come ricordare? Oltre alla lettura di libri e visione di documentari, molto importanti sono i film sulla Shoah. Eccone alcuni
SChindler’s List (1993)
Schindler’s List è il capolavoro di Steven Spielberg, vincitore di 7 premi Oscar, racconta le vicende reali dell’industriale tedesco Oskar Schindler, in affare con i nazisti, che usa inizialmente gli ebrei come forza-lavoro a basso prezzo e poi per salvarli dai lager (ne mette in salvo ben 1100). Interamente in bianco e nero, se non per il famoso cappottino rosso della bambina del ghetto, ogni volta sveglia le coscienze, infondendo anche un messaggio di speranza.
La vita è bella (1997)
Vincitore dell’Oscar per il migliore film straniero, è senz’altro il capolavoro di Roberto Benigni: Guido Orefice, toscano ed ebreo, dopo le leggi razziali e l’inizio della guerra, viene deportato con il figlio Giosuè in un campo di concentramento. Per non raccontare al figlio cosa stava veramente accadendo, Guido gli fa credere che stanno vivendo un gioco a premi con un carro armato in palio.
Il pianista (2002)
Il film di Roman Polanski con Adrien Brody segue le vicende di un brillante pianista polacco ed ebreo, confinato nel ghetto di Varsavia. Una volta iniziate le deportazioni, riesce a nascondersi fra le rovine della città, aiutato anche da un ufficiale tedesco. Commovente e bellissimo.
La Tregua (1997)
Dal seguito del romanzo Se Questo è Un Uomo di Primo Levi, è stato tratto l’omonimo film di Francesco Rosi, ambientato nel 1945, quando i soldati russi arrivano ad Auschwitz e Primo Levi iniziò il lunghissimo viaggio di ritorno a casa che durò quasi otto mesi.
La scelta di Sophie (1982):
Questo film è ambientato negli Stati Uniti, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Stingo, un giovane scrittore della Virginia si trasferisce a Brooklyn (New York), condividendo la casa con Sophie Zawistowska, una donna polacca immigrata negli States dopo avere vissuto l’esperienza terribile di Auschwitz, e Nathan Landau, intellettuale ebreo ossessionato dall’Olocausto e dalla morte di 6 milioni di ebrei.
Il figlio di Saul (2015):
Tra i film più recenti, Il Figlio di Saul è una delle pellicole più forti e toccanti sulla Shoà. Ambientata nel 1944, racconta le vicende di Saul Auslander, un ebreo ungherese deportato ad Auschwitz, che cercherà di rivoltarsi contro i nazisti del lager, dopo aver scoperto che il proprio figlio è stato ucciso.
The Reader (2008):
The Reader, tratto dall’omonimo romanzo di Bernhard Schlink, racconta un punto diverso sui campi di concentramento, ossia è incentrato sul processo a una donna, Hanna Schmitz (interpretata da Kate Winslet), accusata di essere stata una guardia delle SS nei campi di concentramento e di avere lasciato morire, nel 1945, oltre trecento donne ebree in una chiesa.

°GLI INVISIBILI( 2016), è  il fim più recente (passato anche giorni fa in TV)che narra la vita di un gruppo di giovani(Cioma, Hanni, Eugen e Ruth) coraggiosi e troppo attaccati alla vita per lasciarsi andare ad un triste destino.
GLI INVISIBILI è un racconto coinvolgente, un ponte tra passato e presente che offre alle persone la possibilità non solo di scoprire una storia poco nota, ricordando una pagina terribile della storia del Novecento, ma anche di fermarsi a riflettere sull’oggi interrogandosi sul significato che hanno parole come accoglienza, discriminazione, razzismo, rispetto, minoranza, diversità.

Maria de falco Marotta

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Ci pare doveroso aggiungere la dichiarazione della sen. Segre: niente odio, niente vendetta ma lotta all'indifferenza (Red)
 

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