IN LADEN: CLAMOROSA CONFERMA
AVEVAMO VISTO GIUSTO
La notizia che il nostro giornale attendeva da tempo è arrivata: l’11 settembre l’obiettivo non era la distruzione delle Torri Gemelle, ma il loro danneggiamento con un risultato simbolico eccezionale.
Sarebbe stata la dimostrazione che “l’odiato” nemico americano aveva trovato pane per i suoi denti, e il Davide che aveva osato sfidare, con successo, il Golia yankee sarebbe divenuto riferimento importante.
Bin Laden, ottimo giocatore di scacchi sullo scenario mondiale (si veda l’articolo dell’otto ottobre), vedeva così aprirsi la via per la conquista di Riad e della leadership islamica.
La distruzione delle Torri, con l’orrore che ha percorso il pianeta, potenziali amici dello sceicco miliardario compresi, ha fatto crollare il disegno strategico. Così come, sia pur in ben altra situazione, le uccisioni di Falcone e Borsellino in Italia avevano fatto traboccare il vaso determinando una durissima reazione, così è successo dopo l’11 settembre.
Tutto questo appare chiaro.
Oggi.
Al nostro giornale, ai suoi lettori, questo è stato anticipato, perfino dal 15 settembre, come, rileggendo gli articoli che sono rimasti in rete, chiunque può riscontrare.
Una conferma dunque clamorosa.
RIVOLTA, COME PER FALCONE E BORSELLINO
Il 12 settembre, l’indomani cioè dall’orrore, testualmente infatti scrivevamo:
"Quando la mafia, in un delirio di onnipotenza e in una sfida a tutto campo mirò al cuore dello Stato massacrando prima Falcone e poi Borsellino, con relative scorte, la rivolta morale che ne seguì fu fondamentale non solo per far finire dietro le sbarre la gentaglia che aveva la responsabilità ma anche per azioni incisive che notevoli risultati hanno ottenuto, anche se c'é ancora da fare, con determinazione, e magari senza quel po' di ideologia e di teoremi che abbiamo visto in questi anni.
L'accostamento, almeno metodologicamente, é calzante".
Nel linguaggio popolare si suol dire che se si tira troppo la corda questa si spezza.
TORRI: NON PREVISTO IL CROLLO
Rivediamo le tappe.
Subito, il 15 settembre, a tragedia appena compiuta, abbiamo avanzato una ipotesi che nessuno dei commentatori più accreditati allora aveva avanzato considerato. Testualmente quanto allora da noi scritto: “l’esito probabilmente è andato oltre il preventivato perché nessuno poteva pensare al crollo”.
Due ragioni, una tecnica (le Torri erano progettate a prova di collisione di aereo) e una strategica. Non c'é dubbio infatti che da atto terroristico l'operazione si é trasformata in atto, terrificante, di guerra. La reazione incommensurabilmente superiore a quella prevedibile nel primo caso.
I CONTI SBAGLIATI
Il 24 novembre, ricordando quanto avevamo scritto il 15 settembre, sotto il titolo “I CONTI SBAGLIATI DELL'11 SETTEMBRE”, scrivevamo: “Torniamo a quanto abbiamo cominciato a scrivere il 15 settembre, commenti tuttora leggibili su questo giornale, quando abbiamo espresso l'opinione che l'11 settembre l'esito sia andato oltre il preventivato.
Il crollo delle Torri non era nelle previsioni. Il crollo, con il suo orrore, ha determinato una tale rivolta ovunque da provocare una reazione generale anche in e di quegli Stati che altrimenti sarebbero stati più tiepidi, anche in quei settori dell'Islam, pure estremizzanti ma non sino al punto di arrivare al crimine contro l'umanità:
Bin Laden pensava al suo avvenire a Riad (nostro articolo dell'8 ottobre - siamo stati i primi a fare questa analisi oggi condivisa da tutti), e da Riad nel mondo. A distanza di 75 giorni pensa al martirio.
Ha sbagliato i conti".
Quella che doveva essere guerra santa é divenuta alleanza mondiale - anche questa subito il 12 settembre da questo giornale ritenuta indispensabile - contro chi voleva promuoverla.
CONCLUSIONE
Abbiamo inteso richiamare all'attenzione dei lettori, ormai tanti e anche fuori Italia - un saluto a quelli periodicamente affezionati dell'Argentina - la puntualità delle analisi e dei commenti a loro proposti dal nostro giornale.
Abbiamo visto giusto, con immediatezza e molto anticipo rispetto ai più accreditati commentatori, come chiunque può verificare dalla lettura odierna di quanto abbiamo scritto noi e di quanto hanno scritto gli altri in questi tre mesi.
Tutto questo non per mettere una sorta di distintivo sul bavero della giacca o per auto-assegnarci un diploma di merito. Sarebbe futile e banale.
Ma, visto che siamo stati i soli, diciamo magari fra i pochissimi, che hanno visto giusto per tempo, ci sia consentito di sottolineare la serietà, questo sì, e l'affidabilità dei nostri commenti. A valere per il futuro, per quelli che andremo facendo su questa o altre vicende.
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P.S. Aggiungiamo alla serie quanto scritto nell'ottavo articolo, quello nel quale si ipotizzava la presenza a Genova, fra i no-global, di attentatori.
In questi giorni la conferma (aggiunta del 22.2.02)