VALTELLINA, EVENTI DI FINE MILLENNIO. Capitolo primo: QUANDO SONDRIO FU PRIMO AL MONDO 20.1.07

Val di Fiemme, Mondiali 1991 – La delusione dei presenti – Era strada giusta? – La genesi (Mondiali Bormio 1985) – Le iniziative del Comune di Sondrio – L’idea – La proposta – La delibera del Consiglio Comunale – Le attrezzature acquist

Un primato mondiale della città di Sondrio. Sono pochi a saperlo e comunque tanti a non sapere come sono andate allora le cose. Una testimonianza, pertanto, su un brillante risultato, di allora, e un’opportunità, ahimé, finita quando si prospettava un significativo futuro.

VAL DI FIEMME – MONDIALI 1991

Partiamo dalla Val di Femme ove, dal 7 al 21 febbraio 1991, si stanno svolgendo i campionati del mondo di sci nordico (fondo). Evento importante in quanto le uniche due edizioni precedenti disputate in Italia erano state quelle del ’27 e del ’41 a Cortina D’Ampezzo, mezzo secolo prima. A latere incontro degli operatori, degli sportivi, dei giornalisti specializzati di tutto il mondo. In una grande sala affollatissima viene presentata una grande novità: la prima pista del mondo per lo sci di fondo con neve artificiale.

Interesse ovviamente alle stelle, consensi, applausi.

Senonché c’è una richiesta d’intervento di un addetto ai lavori. Gli viene concessa la parola.

LA DELUSIONE DEI PRESENTI

“Mi dispiace deludervi” – inizia così il valtellinese ing. Mario Della Cagnoletta – “ma la presentazione cui abbiamo assistito, e cui plaudo, non è della prima pista di fondo con neve programmata, ma la SECONDA.

LA PRIMA È STATA REALIZZATA IN ITALIA, A SONDRIO, 300 metri s.l.m., a fine 1984 e inaugurata la vigilia dell’Epifania, 5 gennaio 1985, dalle squadre nazionali italiane di fondo maschile e femminile con una gara-esibizione alla presenza di migliaia di spettatori. E non solo su neve artificiale ma anche alla luce artificiale”. Poi di seguito i particolari tecnici della realizzazione affidata a lui e alla sua società operante nel settore.

ERA STRADA GIUSTA?

Com’erano andate le cose vedremo a breve non senza però prima valutare se quella strada, per primi al mondo percorsa, fosse giusta.

Ebbene basta guardarsi intorno. Oggi lo sci di fondo su piste con innevamento artificiale è cosa generalizzata e non solo nei grandi centri o nelle stazioni sciistiche in quota. Anche piccole località hanno scoperto questa attività. Citiamo solo alcuni casi. Claut (PN nel Friuli) a soli 613 m. slm e con soli 1100 ab., Valle Gesso (CN) con 848 abitanti si è fatta la sua pista di fondo. E così Val Badia, Valli dell’Ossola, la contigua Val Venosta, Valsesia (Scopello a 659 m slm ne ha fatti 10 km, Alagna un po’ meno ma ha le sue), Val Sarentino (San Martino o Reinswald a mezz'ora da Bolzano pista di 2 km), Valle Stura (Aisone (CN) a 834 m. slm, 257 abitanti e Festiona in comune di Demonte 2136 abitanti a 700 m. slm. Costo di 400.000 euro, 223.999 dei quali sborsati dai due Comuni. Lago di Tesero: 18 km, due dei quali illuminati e a pagamento. E poi Dobbiaco, 3240 abitanti, un po’ più alto, circa come l’Aprica, che garantisce, anche senza neve naturale, 120 km di pista.

Infine due casi emblematici.

- Tarvisio sempre a bassa quota, assai meno di Teglio e con circa 5000 abitanti si è fatto, una quindicina di anni dopo rispetto a Sondrio, un impianto con neve artificiale che sembra il bis di quello pensato qui: 10 minuti a piedi dalla piazza principale), nell'area del campo di golf con terreno quindi ondulato.

- Feltre (325 m. slm abitanti come Sondrio ) fa addirittura una gara internazionale su un anello cittadino, a Prà del Moro, in pieno centro usando due cannoni.

In Italia o all’estero, sempre anni e anni dopo Sondrio…

Ci fermiamo qui ma le citazioni potrebbero continuare. Sei anni prima della “supposta novità” presentata in Val di Fiemme, e di tutti quelli che subito hanno cominciato ad essere realizzati, la vera novità targata Valtellina.

Era dunque una strada non solo intelligente, innovativa, lungimirante, strategica ma soprattutto giusta quella scelta a Palazzo Pretorio.

LA GENESI (MONDIALI BORMIO 1985)

Torniamo a noi e all’idea.

Dopo un primo tentativo di aggiudicarsi i mondiali di sci alpino, finito male a Nizza per via di un blitz in sede di votazione, proprio quando sembrava fatta, la Valtellina centrò l’obiettivo aggiudicandosi quelli del 1985, programmati dal 30 gennaio al 10 febbraio. La Valtellina, l’Alta Valle, la Regione, ciascuno per la sua parte, consapevoli dell’importanza dell’evento ma anche della sua complessità si misero al lavoro con severo impegno varando una macchina organizzativa che a consuntivo avrebbe ricevuto solo lodi, superando persino se stessa nella giornata conclusiva con le quasi simultanee discese libere, femminile a S. Caterina alle 10 e maschile a Bormio alle 12.

Il Comune di Sondrio non poteva estraniarsi per il suo ruolo di capoluogo di una provincia, arco di oltre 200 km di Alpi, che il prof. Alberto Quadrio Curzio ha sostenuto essere vera e propria regione alpina.

LE INIZIATIVE DEL COMUNE DI SONDRIO

Per le alchimie di qualche emulo del signor Cencelli il Sindaco di Sondrio, a sorpresa, non fu fra i trenta del Comitato dei Mondiali (Qualcuno poi si accorse della bufala e lo pregò di intervenire alle ultime sedute del Comitato…). La cosa, commentata con un sorriso – distaccato ma eloquente – dell’interessato era stata però presa molto male dalla Giunta e dal Consiglio senza distinzione di posizioni politiche. Era stato considerato, com’era in realtà, uno sgarbo alla città di Sondrio. Fu lo stesso Sindaco a gettare acqua sul fuoco, operando e invitando ad operare come se nulla fosse successo. Era stato infatti deciso di fiancheggiare l’evento con una nutrita serie di iniziative adeguate. “In Alta Valle lavorano per l’evento, noi andiamo per conto nostro operando per la cornice, per le attività a latere utilizzando anche i canali di comunicazione per dare la migliore immagine possibile della Valtellina”. Questa era stata l’indicazione di marcia. Le iniziative furono molteplici, e, ovviamente, di notevole livello. Quella però più singolare fu proprio la realizzazione della pista di fondo nei pressi dell’Adda e specificatamente nella zona del campo di motocross destinata, nelle previsioni del Comune, a diventare Parco Adda con golf e altro.

L’IDEA

L’idea era nata quasi per caso. Non nevicava più come una volta per cui le stazioni sciistiche avevano cominciato a dotarsi di impianti per l’innevamento delle piste. “Se lo fanno ormai da molte parti non è possibile farlo anche a Sondrio, tenuto conto che quel che serve cioè: acqua, energia elettrica e temperatura sotto zero, le abbiamo?”, Fu questo il senso della domanda fatta dal Sindaco all’ing. Della Cagnoletta, incontrato in Piazza Garibaldi dopo le ferie. Professionalmente, e con la sua società, si occupava proprio di innevamento e di attività similari per le stazioni invernali. La risposta positiva ebbe subito un primo sviluppo, con la richiesta di approfondire l’argomento e di fare una valutazione dei possibili costi per valutarne la sostenibilità. L’idea piacque subito, e molto, agli amministratori, sia assessori che consiglieri. Non a tutti. Qualcuno era perplesso sostenendo che in fin dei conti chi voleva far fondo aveva la Valmalenco a pochi minuti. Questo però, di fatto, valeva la domenica e, soprattutto per i ragazzi, valeva se i genitori li portavano, mentre al Castelletto la pista sarebbe stata disponibile ogni giorno, a qualsiasi ora e in piena autonomia.

LA PROPOSTA

La proposta, dopo i consueti incontri di approfondimento dei vari aspetti, fu concretizzata. Il luogo prescelto era l’area adibita a motocross che aveva il vantaggio di essere cintata e di avere gobbe e gobbette che avrebbero vivacizzato il percorso. Sotto il profilo tecnico andava benissimo potendosi aspirare l’acqua dall’Adda. C’era la linea elettrica necessaria per il compressore ed anche per illuminare il percorso aumentando così il periodo di fruizione giornaliera. C’era poi, importantissima, la disponibilità dello Sci CAI Sondrio a occuparsi di quello che serviva.

Il costo circa 60 milioni ( 60.850.140 IVA compresa) di lire, in sostanza un investimento pluriennale anticipato. Il costo di esercizio annuale, si sarebbe visto a consuntivo confermando la previsione, inferiore al puro costo di riscaldamento di una palestra.

LA DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE

Le tappe: 19 settembre incontro operativo tra l’assessore ai lavori pubblici Sirtori, l’ingegnere Capo del Comune Vaccari e l’ing. Della Cagnoletta. Viene indicata l’area, quindi esame dei vari aspetti da approfondirsi nei giorni successivi. Il 22 ottobre Valteco Italia, a firma ing. Della Cagnoletta, formula la proposta. Giovedì 25 la Giunta la esamina esprimendo orientamento favorevole. Verifiche successive, compresi incontri con lo Sci CAI e la valutazione in commissione consiliare e infine venerdì 29 novembre il Consiglio Comunale approva la proposta senza voti contrari e due soli astenuti, ma per ragioni diverse (Marini – Consorzio Adda). La prima neve.é del 24 dicembre, tre mesi e cinque giorni dopo l’inizio dell’esame, due mesi e due giorni dopo la proposta Valteco, 25 giorni dopo il Consiglio Comunale. Tempi record.

LE ATTREZZATURE ACQUISTATE

Dalla delibera n. 426 del 29 novembre 1984: il Comune di Sondrio per un costo, IVA compresa, di £. 60.850.140, acquista dalla ditta Valteco srl quanto necessario per un sistema di innevamento aria/acqua ad alta pressione che produca neve sufficiente per un tracciato di 2300 metri con larghezza di 4 metri oltre a 200 metri larghi 10 metri nella zona del piazzale di partenza (poi in realtà, sparando, le larghezze saranno notevolmente superiori). In particolare. 5 cannoni torretta compresa, 5 slitte in alluminio di supporto, 20 manichette flessibili da 2” per acqua e aria, 8 idranti aria da 2”, 8 idranti acqua da 2”, Refrigerante dell’aria compressa da 25 mc al minuto, motoslittaLYNX 850 da 30 HP, Fresaneve trainabile da motoslitta ed accoppiabile al tracciapista azionato da motore 4 tempi da 10 HP, Tracciapiste ad ali snodate. Un’attrezzatura che avrebbe potuto essere utilizzata per molti anni,.

LA REALIZZAZIONE

A tambur battente la delibera, il visto del Co.Re.Co, la realizzazione.

A tambur battente la preparazione sul posto lavorando indefessamente anche la domenica, 23, antivigilia di Natale. Verso le 17 della vigilia il via. Dal cannone prescelto esce con forza un getto di neve bellissima. In poche decine di minuti non solo tutt’intorno è innevato ma fa impressione vedere come la neve si è attaccata all’albero, densa com’è (il doppio di quella naturale).

Sembra proprio il regalo di Gesù Bambino (allora era ancora il preferito rispetto al Babbo Natale oggi dominante con quelli che erano i colori naturali del bosco cambiati dalla Coca Cola…). La notizia è corsa: via vai di amministratori e di soci dello SCI CAI anche se ormai è Natale.

Appuntamento a S. Stefano.

IL FLOP

Appuntamento dunque a Santo Stefano per innevare la pista. Il percorso dal Castelletto e sino al canale ex Vizzola è di circa 1500 metri. Verrà innevato ma si vedrà che è sufficiente l’anello più ridotto, e illuminato, di circa 800 metri. Il via ai cannoni ma la splendida neve della vigilia non ne vuol sapere di uscire. Sgorga una specie di latte, abbastanza liquido. Si tenta e ritenta ma senza risultato. E’ flop anche l’indomani. L’ing. Della Cagnoletta è idrofobo, gli altri affranti, specie dopo aver visto quel getto di neve del 24 dicembre. Procura un compressore di maggiori dimensioni, ma il risultato non cambia. Nel frattempo però si acquisiscono dati visto e considerato che in fin dei conti è la prima volta al mondo che ci si cimenta con l’innevamento artificiale a bassa quota.

DAL FLOP AL TOP

Provando e riprovando, controllando e ricontrollando si trovano i parametri giusti. L’intervallo di umidità, l’intervallo di temperatura (tra meno due e meno quattro), l’assenza di vento. E’ in particolare questo fattore da tener presente. Piazzato un anemometro basta fare attenzione perché se comincia a girare è bene interrompere l’operazione perché ritorna quel liquido biancastro.

Dal flop di Santo Stefano al top di San Silvestro. Sono in tanti. Con i soci del CAI e con gli amministratori altri ad occhi spalancati ma anche con le maniche rimboccate a dare una mano.

ANNO NUOVO CON LA NEVE MA.IN BASSO. IN ALTO NON CE N’E’

Niente veglione. Ora che i cannoni funzionano si va avanti. In prima fila l’ing. Della Cagnoletta e l’assessore allo sport Proh con decine di volontari coordinati da Roberto Bartesaghi ed altri dello Sci CAI. Poco prima della mezzanotte arriva il Sindaco con suo figlio. Panettone e brindisi.

Il primo gennaio, verso le dieci, il lavoro è finito Impressionante vedere questa pista, molto larga quando intorno le cime sono come quest’anno, desolatamente spoglie. In basso, a 300 metri c’è la neve. In alto, a 2000 metri niente.

LA VOCE GIRA, LA GENTE ARRIVA

La voce si sparge. Inizialmente in città ma poi arriva gente dalle località sciistiche e da diversi centri della Valle. Una sera, alle 22, stanno ancora girando sull’anello alcuni arrivati da Chiavenna.

Nei giorni successivi fa specie vedere lungo la Via Vanoni, la Via Samaden, la strada d’argine molti ragazzi, sci in spalla come un tempo, .Nel tardo pomeriggio è l’ora di chi, finito il lavoro, passa agli sci. Praticamente una pausa tra le 19 e le 20 – 20.30 e poi ancora sciatori.

I negozi di articoli sportivi esauriscono la provvista di attrezzature per lo sci da fondo. Arrivano insegnanti a chiedere come fare per portare, alla ripresa dopo le vacanze, le scolaresche.

Non è un successo, è molto di più con un consenso quasi plebiscitario. Il bastian contrario c’è sempre. Per fortuna: dà maggior valore al consenso.

LA FIACCOLATA DEL GABINAT CON LE NAZIONALI

Una realizzazione-primato, mondiale s’intende, non può non avere un’inaugurazione all’altezza. Ecco che il Comune inventa “La fiaccolata del Gabinat”, la vigilia dell’Epifania alle 19, con una gara-esibizione. Protagonisti chi? Il massimo: gli azzurri e le azzurre del fondo che si preparano ai mondiali di Seefeld. Un grazie dovuto al sondriese Sandro Vanoi - che diventerà poi Direttore Tecnico dello sci di fondo portando l’Italia a livelli altissimi – che è riuscito a portare a Sondrio il meglio del fondismo italiano. Folla strabocchevole, entusiasmo alle stelle.

IL COMMENTO DEGLI AZZURRI

Tutti a cena al Posta. Il Sindaco chiede al Tecnico, del Nord, a Vanoi, ad atleti e atlete come hanno trovato questa neve. Viene giudicata ottima. L’ing. Della Cagnoletta precisa che di fatto è un collaudo per cui il sapere se ci sono cose da migliorare è importante. Conferma dei giudizi positivi e il consiglio di restare sull’anello di 8 – 900 metri che è più che sufficiente anche per via della larghezza della pista innevata. Si chiede dei mondiali. La risposta è che si sta costruendo la squadra. Le premesse ci sono tutte perché in due o tre anni si possa puntare in alto…

AI MONDIALI DI SEEFELD PREVISIONI A ROTOLI

Qualche giorno dopo – 17/27 gennaio - si seguono i mondiali a Seefeld. Le previsioni fatte al Posta vanno a rotoli. Altro che aspettare due o tre anni per avere risultati d’eccellenza! Nella 15 km a tecnica classica martedì 22 Maurizio De Zolt è bronzo e Giorgio Vanzetta quarto. Nella staffetta 4x10 km giovedì 24 l’Italia è argento dopo la Norvegia e davanti al Gotha del fondismo internazionale. Nella 50 km a tecnica classica domenica 27 Maurizio De Zolt è addirittura argento.

Parte da Sondrio un messaggio di congratulazioni ma anche una battuta. Il successo, del tutto imprevisto, ha una ragione ben precisa: solo loro infatti hanno corso, in fase di preparazione, su una pista con neve artificiale, a Sondrio….

ARRIVA LA GRANDE NEVICATA

A metà gennaio arriva la grande nevicata. Prima Roma in tilt ma poi persino Milano e tutte le città lombarde tranne, unica eccezione, Sondrio, come si vedrà in un apposito capitolo. La neve va sul fondo consistente di quella “sparata” e crea un percorso ideale grazie anche alle attrezzature e, naturalmente, ai volontari del CAI cui si associa nel lavoro anche qualche amministratore comunale. Si sparerà ugualmente un paio di volte ancora per sistemare i punti di maggior usura come il culmine dei dossi.

MARTEDI’ 5 MARZO, EPILOGO

Martedì 5 marzo, dopo 4 o 5 giorni di notevole pioggia Giove Pluvio concede una pausa. E’ il Sindaco stesso a correre a prendere gli sci per verificare la situazione. Arriva la conferma. Nonostante la quantità di pioggia caduta , via la neve naturale quella artificiale tiene ancora. Riprenderà a piovere e ovviamente a questo punto la neve andrà spappolandosi. In ogni caso verificata la concreta possibilità di avere agibilità almeno per tre mesi. Verificato, se si mantiene l’accesso gratuito, un costo minore di quello necessario per il riscaldamento di una palestra. La palestra però può essere usata al massimo da 15 o 20 persone in un’ora, cento in un giorno a dire tanto. La pista anche da centinaia contemporaneamente, come si è visto

Certo, nessuno pensava che quella sciata del 5 marzo, cambiate le cose in Comune, sarebbe stata l’ultima…

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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