VIRUS (16.4) Tamponi, non si perda altro tempo!

Mortalità, dato piu’ preoccupante. Italia record con il 14% dei decessi

Sono passati 95 giorni da quando in Cina  nella metropoli di Wuhan, regione di 11 milioni di abitanti,  si segnala la comparsa del Coronavirus . Il 30 gennaio l’OMS dichiara l’epidemia un’emergenza internazionale di salute pubblica ed il 28 febbraio eleva la minaccia a livello molto alto.  Bisognava prepararsi, essere previdenti  per affrontare quest’emergenza sanitaria di salute’ pubblica contro un nemico di cui si conosceva la pericolosità e si avevano come riferimento gli interventi di prevenzione e di contenimento del contagio approntati in Cina e poi in Corea. Probabilmente nessuno pensava che la prima Regione in Europa fosse la Lombardia ed il Veneto. Il 2 febbraio a Roma vengono confermati due casi di positivita’ al Covid su due turisti cinesi che vengono prontamente isolati , ma il 21 febbraio vengono diagnosticati 14 casi positivi in Lombardia e due in Veneto.
Oggi nel mondo vi sono 2 milioni di persone covid positive con 137.000 morti pari al 6 %. Leggendo i dati, forniti in tempo reale da un gruppo di scienziati  dell’Americana Johns Hopkins University, si evidenziano differenti percentuali di mortalita’nei diversi Paesi e Regioni. Quello della mortalita’ è sicuramente il dato piu’ preoccupante, abbiamo appurato, ma lo si sapeva già, che non era una banale influenza, che incide maggiormente nelle nostre comunita’, con il carico di sofferenza di una morte non assistita dagli affetti piu’ cari.
Purtroppo l’Italia registra la piu’ elevata mortalita’ nel mondo con il 14% dei decessi rispetto alle persone ammalate accertate. Al secondo posto  si collocano l’Inghilterra e la Francia con 13%  Al terzo posto al Spagna con il 10%.. Sempre in Europa si riscontrano valori piu bassi nella vicina Svizzera con il 5% dei decessi , in Germania con il 2,5% , mentre in Austria e’ dell’0,3%. Al di fuori del nostro continente negli Stati Uniti la mortalità è dello 0,5% ed in Canada del 4%, mentre in Cina era del 3,5% , in Corea del Sud dell’0,2% come in Israele con la piu’ bassa mortalita’-
All’interno dei Paesi si registrano poi  differenti mortalita’ : in Italia la Lombardia raggiunge il 18,5% (piu’ elevata nel mondo) , in Emilia Romagna 13,5% , in Piemonte dell’11% con la percentuale piu’ bassa in Veneto 0,8%.
Queste notevoli differenze non sembrano  dipendere dall’aggressivita’ del virus Covid , che è sempre lo stesso, ma dal numero di persone positive diagnosticate tramite tampone. Laddove sono state eseguiti un maggiore numero di diagnosi, queste hanno intercettato i casi piu’ lievi, che costituiscono,  la maggioranza delle persone colpite,che inoltre possono essere trattate con terapia adeguate nei primi stadi di malattia, migliorando la prognosi. Infatti le nazioni con la piu’ bassa mortalita’ sono quelle che hanno fatto tante diagnosi precoci con tampone come la Germania, l’Austria (dove per inciso i posti di terapia intensiva sono 5 volte piu’ che in Italia), e la Corea, ma nella stessa  Italia anche il Veneto. E questo non e’ solo un problema statistico,di percentuale di mortalità, ma  costituisce un presidio sanitario di sanita’ pubblica e di prevenzione ,perche’ puo’ isolare l’infetto ed i suoi contatti ,riducendo la diffusione dell’epidemia e quindi della mortalita’.
Oggi, dopo questa evidenza, non e’ etico negare l’esecuzione del tampone, che va  potenziata,  diffondendo maggiormente questa diagnostica, anche per accertare i portatori asintomatici.
La fase 2 della riapertura non puo’ prescindere da questo accertamento diffuso sul territorio.
Non si perda altro tempo!.
gianfranco cucchi

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