LA PROVINCIA DEVE RESTARE! IL 31 CONSIGLIO STRAORDINARIO. INVITATI DA SERTORI TUTTI GLI EX PRESIDENTI SUOI PREDECESSORI 12.1.10.24

Appuntamento importante a Sondrio per l'ultimo dei giorni della merla. A Palazzo Muzio Consiglio Provinciale straordinario con invito, a sorpresa, altrettanto straordinario. Il Presidente Sertori ha infatti invitato a tale Consiglio tutti i suoi predecessori e precisamente Fiorello Provera (2004- 2009), Eugenio Tarabini (1999-2004), Enrico Dioli (1995-1999), Sergio Pasina (1993-1995), Tito Bottà (1990-1993), Roberto Marchini (1980-1990), Giorgio Scaramellini (1970-1975). Tema: il mantenimento dell'Ente Provincia. "Da noi la Provincia è vissuta in modo molto differente che nel resto d'Italia. Vogliamo far capire ai politici e a chi sta al Governo che il sentimento che anima gli abitanti della Valtellina e della Valchiavenna è antitetico rispetto al sentire comune. Questa è la vera battaglia che dobbiamo combattere e provare a vincere". Sertori pensa ad altre iniziative fra cui una raccolta di firme a favore del mantenimento dell'Ente.

Noi siamo d'accordo. E lo siamo con pezze giustificative di lunga data. Le forniremo con un dossier ormai quasi pronto che parte dagli anni settanta con documentazione peraltro reperibile agli atti delle Istituzioni e nelle raccolte-stampa di Villa Quadrio.

L'alternativa non esiste.

Sappiamo che più d'uno pensa di sistemare poi le cose in Regione. Non è così. Quand'anche vi fosse una volontà in questo senso ci sarebbero due ostacoli. Da un lato la legge nazionale ha carattere di legge quadro e non sono previsti compiti di gestione visti i paletti rigidi che sono stati fissati. In secondo luogo la difficoltà di contemperare le esigenze della montagna lombarda con quelle del resto della Lombardia traducendo questo binomio in adeguato ordinamento e con il trasferimento della decisionalità. Complicatissimo (e nel dossier vedremo la riserva).

Noi dobbiamo batterci parallelamente alle altre due azioni, quella avanti la Magistratura amministrativa - ci pensino Regioni e Province) - e quella politica di scenario. Sotto questo profilo, passata l'ubriacatura Provinciofobica chissà che non si riesca a capire che le funzioni ora svolte dalla Province devono continuare ad essere svolte. Che, escluse le aree metropolitane e qualche altro caso, ai Comuni potrebbe andare ben modesta parte mentre il grosso delle funzioni se lo troverebbero sul groppone le Regioni. Ci pensiamo a una regione con una volta e mezzo la popolazione svizzera e con 1546 Comuni decidere tutto a Milano, dalle grandi alle piccole cose quotidiane? Follia solo pensarlo. Che il personale c'è e continua ad esserci per far girare le cose. Che in definitiva non ci sarà nessun risparmio per il semplice motivo che i costi saliranno.

Ci sono problemi politici e qualche polemica. Ce n'erano qualche lustro fa, e molto maggiori degli attuali. Allora però in Valle, scelta prioritaria della DC, allora maggioranza assoluta, si praticava quello allora chiamato 'il modello inglese'. Nelle fifficoltà gravi la Regina Elisabetta chiamava Premier e leader dell'opposizione. 40 minuti di colloquio e poi, come alle Olimpiadi in Grecia, cessava ogni ostilità fra Labour e Tories. Era in gioco l'interesse del Paese. Ecco così che dopo il colloquio regale che, Paese unito, la Marina partiva per andare a fare la guerra a 20.000 km di distanza, oppure ecco che, dopo il colloquio, Paese unito cessava lo sciopero dei minatori che durava da sei mesi. Eccetera.

La parola d'ordine nostra era stata: tutti sulle mura quando ci sono problemi fondamentali per Valtellina e Valchiavenna. Per il resto si continui pure a bettegare (che poi in realtà non era un bettegare ma confronti politici seri).

Bene. Si marcia. Vorremmo però sussurrare che sul tema del mantenimento della Provincia, essenziale - disastrosa ogni ipotesi contraria - ci dovrebbe essere un più deciso impegno delle forze economiche e sociali e, sia consentito, anche della cultura, quasi del tutto dormiente.

f.

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