Roma, 12.1.2015. “Ultima chiamata per Roma, la montagna chiede risposte concrete”

I nostri Sindaci nella Capitale

“Oltre a ribadire il forte attaccamento alla nostra Terra e l'orgoglio di appartenervi, noi chiediamo per
l'ultima volta che lo Stato ci dia dei segnali concreti per provare a sentirci, seppur in maniera minima
almeno iniziale, ancora orgogliosamente italiani”.
Con queste parole, il presidente della Provincia, Luca Della Bitta, ha chiuso il proprio intervento difronte ai
parlamentari e agli amministratori che oggi hanno preso parte presso la Camera dei Deputati, nella “Nuova
Aula dei Gruppi Parlamentari”, all'incontro dal titolo “In ascolto del disagio montano. I parlamentari si
confrontano con i sindaci dei Comuni montani”.
“La montagna davvero non ne può più - ha iniziato Della Bitta - e chiede di riconoscere quella che può
sembrare un'ovvietà, ovvero che erogare servizi in montagna è diverso, è più difficoltoso, è più costoso.
Tutto ciò - ha proseguito - si deve tradurre da parte dello Stato Centrale in risposte concrete, in numeri
standard in dati che evidenzino questa unicità una volta per tutte. Le scuole, la sanità, la manutenzione
delle strade e del territorio, tutti i servizi insomma, hanno la necessità di risorse adeguate, diverse da
quelle che servono per amministrare altri territori. Se vogliamo che la montagna continui a vivere grazie
alla gente che, nonostante tutto, qui investe, lavora e con passione si occupa e preoccupa di salvaguardare
un patrimonio comune, che non è solo dei valtellinesi o dei valchiavennaschi, ma che appartiene a tutta
l'Italia, chi governa deva fare una seria riflessione, ma la deve fare in fretta. Ciò che è stato fatto fino ad
oggi, infatti, dagli amministratori di montagna, sopravvivendo alla morsa degli insensati e costanti tagli
lineari - ha aggiunto Della Bitta applaudito dai colleghi - è a dir poco eroico”.
Il presidente Della Bitta ha proseguito, affrontando il tema relativo alle funzioni.
“Nel momento in cui lo Stato affida nuovamente delle funzioni alle Province, come stabilito dalla
Costituzione, è necessario che ci diano anche le risorse per poterle attuare. Ad oggi questo nodo non è
ancora stato sciolto e noi stiamo ancora aspettando, impazzendo per poter garantire i servizi fino ad oggi
erogati. Potremo farlo ancora per poco se le risposte non arrivano. I territori di montagna però - ha
sottolineato Della Bitta - ancora prima del trasferimento delle risorse da parte dello Stato Centrale, chiede
di poter gestire le proprie di risorse. A tale proposito non ci piace che nella riforma costituzionale il tema
dell'energia e delle acque torni ad essere di competenza dello Stato. Se lo Stato davvero riconosce la
specificità della montagna, allora che investa queste terre di una grande responsabilità e lasci loro la
gestione, con le risorse collegate, di energia e acque”.
E ancora, è stata una lunga e intesa rassegna quella di Della Bitta su ciò che non funziona e che mette in
ginocchio tutte quelle amministrazioni virtuose che, nel rispetto delle leggi, hanno comunque e sempre
garantito la cura del proprio territorio.
Oggi è necessario che anche la burocrazia si adegui a questa supposta specificità e garantisca alle
amministrazioni virtuose di poter utilizzare le risorse che ha.
“Mi riferisco - ha spiegato Della Bitta - ai soldi e di conseguenza alle opere pubbliche bloccate dal Patto di
Stabilità che bene non fa in questo momento né al mantenimento del territorio né all'economia locale”.
Ultimo capitolo affrontato dal presidente della Provincia di Sondrio è stato quello relativo alle gestioni
associate dei servizi.
Anche in questo caso non è possibile secondo Della Bitta far calare i provvedimenti e le modalità
d'attuazione dell'alto.
“La montagna - ha spiegato - deve trovare forme di associazione e di collaborazione, siamo pronti a farlo
domani, ma i contenuti di queste unioni devono essere stabilite dai territori stessi”.
“Oggi, pesantissimi tagli lineari, iva sui terreni agricoli, iva sul pallet, Patto di Stabilità solo per fare alcuni
esempi, ci fanno pensare che il nostro essere specifici in quanto territori interamente montani è qualcosa di
non vero, è una presa in giro come ci dicono i nostri cittadini. Vogliamo pensare che non sia così, per
questo oggi siamo qui per proporre una soluzione per un serio e sereno invito all'ascolto - ha concluso Della
Bitta - ma questa è davvero l'ultima chiamata che la montagna fa allo Stato Nazionale”.

Speciali