09 11 10 IL BIM SPARISCE SECONDO LA RIFORMA CALDEROLI? 2) LA FEDERBIM DICE DI NO E SPIEGA PERCHE'

Documento politico approvato dalla Giunta Esecutiva nella seduta del 28 ottobre 2009

Nell'approssimarsi dell'auspicata ripresa dei lavori della Conferenza Unificata, che dovrà affrontare questioni essenziali per i nostri territori montani, ed inoltre davanti alla ripresa dell'iniziativa parlamentare sul testo di Legge "Disposizioni a favore delle zone montane", la Federbim nella sua riunione di Giunta nazionale del 28 ottobre 2009 ritiene di dovere evidenziare con spirito costruttivo ed al fine di contribuire alla definizione di una nuova e responsabile governance della Montagna italiana, quanto segue:

1) I Consorzi BIM sono Consorzi di Comuni; diretta espressione della libera scelta dei Comuni di gestire insieme le entrate derivanti dai sovracanoni in forza della Legge 959/53 quale sorta d'indennizzo alle comunità locali per lo sfruttamento dell'acqua, e proprio per questo rappresentano con i loro investimenti un punto essenziale per un sistema di governance funzionale alla montagna;

2) I titolari del sovracanone sono i Comuni e solo loro, non altri Enti locali, che non hanno rappresentanza diretta delle comunità locali, così come sancito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 533 dell'anno 2002 avversa alla Provincia Autonoma di Bolzano;

3) Nell'ambito del dibattito sulla riduzione degli Enti e sul contenimento dei costi della politica facciamo presente che i Consorzi BIM hanno costi contenuti di gestione entro l'8% del proprio bilancio ed inoltre che i Consorzi BIM gestiscono risorse derivanti dalle società elettriche e pertanto non gravano sulla finanza pubblica locale;

4) Per quanto riguarda il futuro dei Consorzi BIM vogliamo ribadire la conferma all'utilizzo del sovracanone finalizzandolo agli investimenti nella Green Economy, all'applicazione dell'art. 3 della Legge 959/53 sul ritiro dell'energia ed art. 2 comma 32 della Legge 23 agosto 2004, n. 239 (Marzano) nonché alla competenza sul risparmio ed efficientamento energetico sui territori di riferimento, Legge n. 266 del 23/12/2005 (Finanziaria 2006);

5) Rispetto alla questione del canone aggiuntivo riteniamo che i Comuni non possano essere chiamati a rimborsare quanto legittimamente hanno percepito nel tempo in forza di una legge che solo successivamente è stata dichiarata nulla dalla Corte Costituzionale e pertanto si chiede che il Governo intervenga per risolvere una questione che rischia di mettere in crisi ancora di più i bilanci Comunali;

6) Anche rispetto alla questione della disciplina per la riassegnazione delle concessioni di grande derivazione d'acqua ad uso idroelettrico auspichiamo che la Legge possa prevedere la possibilità di coinvolgere l'Ente Locale;

7) Segnaliamo inoltre che dal 1997 ad oggi ancora troppe Aziende Elettriche non hanno provveduto ad ottemperare agli obblighi di legge sull'accatastamento dei beni immobili omettendo così il pagamento ICI ai Comuni, si chiede pertanto di prevedere la possibilità d'avere il pagamento dell'ICI presunta sulla base dei libri contabili delle Società stesse.

Nell'ambito del disegno di riforma federalista dello Stato, Federbim non intende sottrarsi alle proprie responsabilità e proprio per questo siamo disponibili ad ogni confronto e collaborazione con Governo, Parlamento ed Associazioni delle Autonomie Locali, tesa a salvaguardare i diritti dei territori e delle Comunità Locali che vi risiedono nonché a difenderne i principi intoccabili dell'autonomia.

Autonomia dei Comuni, riconoscimento della specificità dei Comuni montani, organizzazione di una governance sovracomunale per fare sistema locale e validazione dei Consorzi di Comuni quali Enti funzionali per il territorio; questi sono a nostro parere i punti essenziali sui quali basare, nelle aree montane, lo sviluppo socioeconomico Locale in uno spirito di coesione e di sussidiarietà nazionale.

La montagna italiana ha bisogno dunque, non di assistenzialismo ma di politiche d'accompagnamento che nei vari settori (energie rinnovabili, turismo, prodotti tipici ecc.) la mettano in condizione di poter sviluppare il ricco patrimonio di risorse storiche e naturali che la contraddistinguono e che possono generare una virtuosa nuova fase di crescita economica e sociale all'insegna della sostenibilità ed integrazione.

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