INAUGURANO PIAZZA CAMPELLO: LE DIMENTICANZE DEL COMUNE DI SONDRIO 11 6 10 28

L'occasione per una disamina della piazza nel tempo e nel cuore della gente. Ex Piazza della Chiesa?Cosa poteva essere e non è stato. Il latinorum conclusivo

Caro direttore

Sottoscrivo quello che hai pubblicato sul testimonial dell'inaugurazione della Piazza Campello. Voglio farti rilevare una dimenticanza che non mi sarei aspettato da te. Dal Comune sì ma da te no.

La Piazza non è la piazza del Comune ma della Chiesa. Persino il suolo davanti al Municipio era della Parrocchia che l'ha regalato in questa occasione. Dove c'è il monumento alla Resistenza c'era un'altra Chiesa.

Una volta ci sarebbe stata la benedizione. Oggi è fuori moda ma ci si poteva ricordare della Chiesa, fisica e non. Ho letto che l'inaugurazione la faranno i familiari degli artisti Benetti e Negri. Non ho niente in contrario ma mi stupisce che tu non abbia ricordato, con il Del Felice anche l'arciprete di Sondrio.

Ci vedremo all'inaugurazione, aspetto una risposta.

(Segue la firma)

Non ci vedremo all'inaugurazione perché impegnato altrove. Se fossi stato invitato avrei dovuto fare appello a Sant'Antonio, quello dell'ubiquità! Rispondo subito.

La Piazza Campello è un esempio di coesistenza fra civile e religioso. Storicamente Palazzo Pretorio, allora simbolo del potere Grigione, la Collegiata, le altre due Chiese, il piccolo cimitero e poi, recentemente, il privato con le due banche e le civili abitazioni del lato sud-ovest, di quello nord e di quello nord-ovest. Da aggiungere la torre Ligariana, in realtà del Solari, che gli studi, al tempo di Venosta e successivamente quand'ero io Sindaco, avevano appurato essere un condominio: da un lato campanile al servizio della Chiesa, dall'altro Torre civica al servizio del Comune.

Quando facemmo il Concorso per le piazze, 1984-85, ci si mosse proprio in quest'ottica storica per così dire "condominiale" con un risultato che, ad avviso di chi scrive, presentava nel progetto vincitore, con il nartece sulla parete sud della Collegiata, una soluzione architettonicamente validissima.

Per chiudere quindi questo punto la piazza non è come scrivi solo della Chiesa anche se, ovviamente, non è solo del Comune.

In secondo luogo non importa chi inaugura. E' stata fatta una scelta. Ricordo nel laboratorio al Piazzo il bozzetto del monumento alla Resistenza che Livio Benetti mi aveva fatto vedere spiegandolo e, di Negri, la fontana all'ex Istituto Magistrale. Quindi van bene questi ad inaugurare. Niente da dire. Ovviamente ognuno ha il suo modo di vedere e la sua sensibilità, con la differenza che Sindaco è Molteni e quindi la decisione spetta a lui. Certo, per 'difendermi' dalla tua critica, io avrei visto le cose diversamente. Non ne avevo scritto per evidenti motivi; tirato per i capelli ecco il mio pensiero.

In queste cose bisogna, a mio avviso, fare appello alla cultura.

Ci si muove dal passato verso il futuro. Bisogna cercare di estrarre dai nostri cromosomi quel che si è andato accumulando nel corso dei secoli, generazione dopo generazione.

Per stare alla Piazza Campello emerge dalla notte dei tempi un fantasma, il fantasma della nostra comunità: la serie di battesimi, di matrimoni, di funerali attraverso il massiccio portone della Collegiata. Dalla Torre il suono delle campane. A ritmare, ora dopo ora, il fluire del tempo. A chiamare i fedeli. A annunciare messaggi di festa. A, col cupo suono a martello, rendere partecipi di una disgrazia. Ma anche, un'ora prima della seduta, a chiamare a raccolta gli amministratori del Comune, pratica secolare misteriosamente e rozzamente cessata solo qualche anno fa.

In contemporanea il ricordo va anche ad un altro portone, quello di Palazzo Pretorio, alla gente che lo ha varcato per i bisogni comuni dei cittadini, ma anche ai Sindaci e ai loro collaboratori. Pensando, per stare solo entro i 150 anni della nostra Repubblica, al primo di una lunga serie (una cinquantina fra Sindaci, Podestà, Commissari vari), al prof. Andrea Polatti per nomina regia primo Sindaco nell'Italia unita.

Sto pensando anche all'arrivo in questa piazza del neo-arciprete don Nicolò Rusca, ma soprattutto alla sua partenza, legato sotto un cavallo per l'avvio al martirio che culminerà dopo lunghe torture il 4 settembre 1618. Futuro Beato per i credenti a nostro avviso riferimento anche civile rappresentando la resistenza a quella parte di Grigionesi per i quali la Valtellina era colonia meritandosi quindi loro la qualifica di tiranni.

L'inaugurazione della nuova Piazza sarebbe stata l'occasione per un ricordo, anche solo per un minuto.

Piazza Campello, baricentro cittadino dunque. Si prestava come occasione di sintesi in forme adeguate entro cui, certo, una di quelle feste popolari che piacciono al Sindaco in carica.

Non ne farei comunque, caro xxxx (richiesta di riservatezza rispettata) un caso. Tutte le cose vanno prese con filosofia, alla maniera di Confucio.

Con sereno e divertito distacco, ricordando quanto 'latinorum' è passato per questa piazza, spesso trasformato in maccheronico nelle preci dei fedeli, nell'occasione una rimpatriata:

Ma allora, dal tono della tua lettera, è proprio vero che "O tempora o mores, mala tempora currunt"? Mah, però "memorare juvat: malora premunì".

In liberissima traduzione: "che tempi, che costumi, proprio giorni grami viviamo"? Ma "è meglio ricordarsi che incalzano problemi maggiori". Una città in crisi ad esempio, ma questo è altro discorso. Arduo.

Frizziero

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