(VIRUS 11.4) Sindaci su virus in Alta Valle e risposta assessore Sertori

Alla c.a.
Presidente della Conferenza dei Sindaci 
dell’ATS della Montagna 
Sig. Marco Scaramellini 

Presidente dell’Assemblea dei Sindaci 
del Distretto Valtellina e Alto Lario
Sig. Franco Spada 

Presidente dell’Assemblea  dei Sindaci dell’Ambito Distrettuale Valtellina
Sig. Massimiliano Franchetti 

OGGETTO: Istanza per Regione Lombardia in merito al contenimento e alla gestione dell’emergenza “CoVid19” nel distretto dell’Alta Valtellina
 
I sottoscritti Sindaci,
sono, con la presente, a richiedere ai Sig.ri Presidenti, nell’ambito dei rispettivi organismi in materia di Sanità, la condivisione, da concretizzarsi in un’istanza da sottoporre a Regione Lombardia, delle molte perplessità che l’attuale situazione di incertezza generale sta producendo nella popolazione tutta.
Da un confronto interno al territorio della Comunità Montana Alta Valtellina, secondo i dati forniti da ATS, emerge che, al 01/04, esistono 106 casi positivi, con una percentuale molto alta rispetto al resto del territorio provinciale e 17 deceduti su un totale di 79 (sempre nell’intera Provincia). Inoltre, all’interno del mandamento da noi rappresentato, tramite verifiche effettuate dei medici di base sono presenti 538 malati a domicilio che non sono ancora rientrati nella rete di ATS e ASST ma che vengono unicamente seguiti dai loro medici telefonicamente, stante la totale assenza dei prescritti DPI e della strumentazione medica di base che ne impediscono la corretta assistenza domiciliare. 
I sottoscritti sono consapevoli di rappresentare una parte di territorio provinciale che raffigura un’importante leva economica regionale - oltre che territoriale -  per le sue peculiarità turistico-ricettive. Stante la situazione, il nostro obiettivo comune è quello di sollecitare Regione Lombardia affinché metta in campo, quanto prima, tutte le azioni prescritte dalle direttive Ministeriali e dall’Istituto Superiore della Sanità, nonché le buone pratiche avviate nelle Regioni vicine (Veneto, Emilia Romagna…): sottoporre a tampone i sintomatici e (qualora questi siano positivi) i loro familiari e i contatti recenti, nonché l’avvio della sperimentazione di test sierologici. Tutto questo per tracciare più casi possibili di contagiati, soprattutto tra le persone ammalate a domicilio, ridurre le possibilità di contagio e preparare il nostro territorio all’ingresso nella cosiddetta “Fase2”, in cui dovranno riprendere gradualmente le attività economico-produttive convivendo tuttavia con una situazione di pericolo residuo. 

La marginalità territoriale non può tradursi in una marginalità di trattamento emergenziale da inevitabili ripercussioni immediate e future.  

Vi chiediamo pertanto, in qualità di organi preposti alla sanità, di farvi portavoce della nostra istanza presso Regione Lombardia. 

In attesa di un Vostro quanto più celere riscontro entro martedi  8 aprile , porgiamo i più cordiali saluti
  
Roberto Volpato – Sindaco di Bormio
Damiano Bormolini – Sindaco di Livigno
Ilaria Peraldini – Sindaco di Sondalo
Massimiliano Trabucchi - Sindaco di Valdidentro
Luca Bellotti – Vicesindaco di Valfurva
Alessandro Pedrini – Sindaco di Valdisotto

La risposta dell'assessore Sertori

Ai Signori Sindaci Comune di Bormio Comune di Livigno Comune di Sondalo Comune di Valdidentro Comune di Valfurva Comune di Valdisotto
E p.c. Ai Presidenti  della Conferenza dei Sindaci dell’ATS della Montagna,  Ing. Marco Scaramellini della Provincia di Sondrio,  Dott. Elio Moretti
Al Direttore Generale  dell’ATS della Montagna,  Dott.ssa Lorella Cecconami

Oggetto: Riscontro VS. nota “Istanza per regione Lombardia in merito al contenimento ed alla gestione dell’emergenza Covid19 nel Distretto Alta Valtellina”

 Listanza in oggetto, sottoscritta dai Sindaci dei Comuni di Bormio, Livigno, Sondalo, Valdidentro, Valfurva e Valdisotto, nel merito ha ricevuto risposta dettagliata da parte della Dottoressa Lorella Cecconami, Direttore Generale dell’ATS della Montagna. Su sollecitazione del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, desidero invece trasmettere alcune considerazioni di carattere generale.

Le Province a Nord della Lombardia, quindi Varese, Como, Lecco e Sondrio, sono al momento le meno colpite dalla diffusione del virus, tra queste la Provincia di Sondrio è quella con minori casi. Indubbiamente la distanza logistica rispetto ai focolai è una delle cause che in queste zone hanno portato alla diffusione del Covid-19 alcuni giorni in ritardo rispetto al resto della Lombardia.

In questi territori, verosimilmente, il virus non è circolato in modo diffuso prima dei vari provvedimenti assunti dallo Stato e dalla Regione e comunque prima della presa di coscienza da parte della popolazione dell’effettivo pericolo e del rischio di contagio. In relazione alla Provincia di Sondrio, così come affermato nella nota dei Sindaci, il territorio maggiormente colpito è quello dell’Alta Valtellina. Credo di poter individuare le ragioni principali nella forte vocazione turistica del comprensorio e quindi le molte occasioni di contatto tra le persone, peraltro provenienti da tutta la Lombardia, e non solo. Certo, per onestà, bisogna rilevare che agli inizi del mese di marzo, quando già Regione Lombardia stava affrontando il virus nei noti focolai e in tutti i territori e la comunicazione dava notizie del pericolo incombente, l’Alta Valtellina alle prese con la stagione invernale ha sottovalutato, come altri, una situazione molto seria.   Ricordo bene la prima conferenza stampa del 7 marzo p.v. convocata dal sottoscritto, dal Presidente della Provincia di Sondrio, Elio Moretti, e dal Sindaco del Comune di Sondrio, Marco Scaramellini, nella quale chiedevamo in modo accorato ai cittadini di restare a casa e di assumere dei comportamenti responsabili per limitare la diffusione del Covid19. Ricordo anche che subito dopo la conferenza ebbi notizia di una lettera pubblica e polemica, a firma degli stessi Sindaci, in relazione all’ospedale Morelli di Sondalo così come ricevetti numerose telefonate soprattutto da parte di cittadini, imprenditori e rappresentanti istituzionali che mi accusarono di aver creato un danno, in particolare al turismo, con le mie affermazioni.

Ricordo peraltro che proprio il giorno della conferenza stampa, appariva sul Corriere della Sera la pubblicità con gli slogan “Vivi la montagna a pieni polmoni”, “C’è una zona bianca dove star bene è contagioso”, correlata dai loghi di Bormio e di Livigno. Tutto questo mi aveva indotto a capire che non vi era la percezione reale di quanto stesse avvenendo, al punto tale che mi affannai a telefonare e a recarmi di persona nel comprensorio dell’Alta Valle cercando di spiegare quale realmente era la situazione.   È passato solo poco più di un mese da quella conferenza stampa e in questo periodo, dove il coinvolgimento umano e la sofferenza di molti è all’ordine del giorno, abbiamo trasformato l’ospedale Morelli di Sondalo in uno ospedale Covid-19, portato i posti in isolamento da una decina a 200, le terapie intensive da 6 a 24 e da questo lunedì sono stati attivati altri 60 posti, sempre al Morelli. Abbiamo passato giorno e notte nella ricerca di dispositivi di sicurezza che con l’esplosione della pandemia erano diventati introvabili, abbiamo dovuto affrontare un’emergenza senza precedenti che purtroppo non è ancora finita. E penso proprio alle persone che stanno affrontando la malattia in ospedale, a casa, nonché alla criticità presso le RSA. Questo lavoro è stato possibile grazie all’apporto di tutti, in primis dei Sindaci, e anche qui potrei fare mille esempi, come quello del Sindaco di Livigno che si è prodigato nel recupero dell’alcol, poi servito per confezionare il disinfettante per tutta la Valle, per tutte le case di riposo e non solo. Ebbene, credo che dobbiamo andare avanti con questo spirito, tutti possiamo sbagliare, reputo giusto il confronto anche dialettico, a tratti aspro, ma se ognuno di noi cerca di fare correttamente quanto di propria competenza, sono certo ne usciremo.

Ultima nota, sono circa 5.000 i tamponi che Regione Lombardia riesce ad effettuare giornalmente in relazione ai reagenti disponibili che, come è noto, sono limitati. Solo il personale sanitario è composto da 300.000 persone. Numeri che dovrebbero essere sufficienti a far comprendere quanto sia impossibile, al netto della volontà, effettuare tamponi a tutta la popolazione.

Inoltre, come evidenziato anche dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), i test rapidi sierologici non sono affidabili. La Lombardia è la regione d’Europa tra le più avanzate nella ricerca di un test sierologico attendibile per certificare la presenza di anticorpi al Covid-19, in tempi rapidi e in un numero di gran lunga maggiore degli attuali.  Uno di questi è stato individuato al Policlinico San Matteo di Pavia. Si tratta di un test che attraverso un prelievo di sangue, verificherà se una persona che ha contratto il virus, considerata guarita perché negativa a due tamponi, a distanza di qualche giorno ha sviluppato quegli anticorpi che gli consentiranno di non ammalarsi di nuovo. Quindi da una parte ci sarà chi riceverà una ‘patente di immunità’, dall’altra parte, chi non risulterà immune, e dovrà continuare a mantenere le precauzioni attualmente adottate per tutti. Entro 2 settimane è attesa la certificazione CE, poi si potrà partire con i test sulla popolazione.  
Quando saranno disponibili ovviamente questi test, saranno un elemento importante anche durante la fase di ripresa. A tal proposito, con il Presidente Attilio Fontana siamo già al lavoro per affrontare la ‘fase 2’ post emergenza, che vedrà in Provincia di Sondrio come in tutta la Lombardia la ripresa progressiva delle attività produttive ed economiche e necessariamente avrà una nuova visione del futuro.  Questa sarà la seconda, difficile, grande sfida che saremo chiamati ad affrontare tutti insieme.   Nel restare come sempre a disposizione, colgo l’occasione per trasmettere i miei migliori auguri per una serena Pasqua. 
L’Assessore Massimo Sertori

Caratteristiche dei pazienti deceduti COVID-19 positivi

L'Istituto Superiore di Sanità pubblica due volte a settimana un'analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.
Ecco le caratteristiche relative al report del 2 aprile 2020:
Età media
78 anni
Età mediana
80 anni (più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione la cui età media è di 62 anni)
Sesso
uomini 68,6%
donne 31,4%
Patologie pregresse al momento del ricovero
Pazienti con 0 patologie pre-esistenti 2,8%
Pazienti con 1 patologia pre-esistente 22,1 %
Pazienti con 2 patologie pre-esistenti 23,9 %
Pazienti con 3 o più patologie pre-esistenti 51,3 %
Aree geografiche con la percentuale maggiore di deceduti
Lombardia con 60,6%
Emilia Romagna con il 13,7%
Piemonte con il 7,0%.
Veneto con il 4,4%
Sintomi più comunemente osservati prima del ricovero nelle persone decedute
febbre 76%
dispnea 72%
tosse 39%
diarrea 6%
emottisi 1%

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