Energia. in attesa delle centrali a fusione ineluttabile quelle a fissione

Uno scienziato del Politecnico di Milano, interrogato tempofa come mai avesse cambiato idea sul nucleare, dal NO al SI. Subito chiarì la ragione del cambiamento, ineccepibile. Allora, disse, si riteneva in arrivo l'energia dalla fusione per cui era sbagliato il mettersi a costruire centrali a fissione. Di sbagliata però era la previsione tanto è vero che siamo oggi a un obiettivo ufficiale ancora a 50 anni e forse anche più. Ricordiamo en passant che la Francia ha in servizio oltre 50 centrali nucleari e che il piano italiano ne prevedeva 20. Siamo riusciti a cucire una idiozia istituzionale unica. Gli elettori dissero NO, condizionati dal disastro in URSS e dal fatto che all'Italia sarebbero seguiti i NO degli altri Paesi europei. I primi a pronunciarsi furono gli svizzeri che della soluzione 'ambientalista' non ne vollero sapere. Interessante però il leit-motiv nella campagna elettorale eletica, vincente: Se chiudiamo le nostre centrali così faremo la fine dell'Italia che ha chiuso le sue centrali e viene a comprare da noi e dai francesi l'energia ovviamente prodotta dalle centrali a fissione. L'imbecillità italiana fu che in base al referendum non si doveva più costruire nuovi impianti. Sarebbe stato logico che quella attive andassero avanti sino alla scadenza. No. Chiuse al servizio commerciale con un vulnus qual qui maxime, in altri termini una bastonata agli italiani che in bolletta continuano a pagare una quota in merito.
Domani. Quel che è comunque certo che le opposizioni, anche pesanti, potrebbero riuscire probabilmente a ritardare l'avvento della fusione non a seppellirlo. Al di là delle ragioni tecniche che portano a questa conclusione ce n'è una etica:

Con tutta l'energia extrafusione, quella odierna ma anche quella potenziale, in altri termini mettendo in gioco ogni varietà energetica, senza la fusione occorrerebbe una drastica diminuzione della popolazione del pianeta. Siamo quasi 8 miliardi ma con un tasso di incremento positivo. Può darsi che vi siano ritardi, ma il disporre di questa forma di energia è ineluttabile e per una semplicissima ragione: senza il pianeta sarebbe condannato, direttamente o indirettamente

La conseguenza: e intanto che si fa in questi 50 anni? Attiviamo pure tutte le fonti, e sempre che non arrivi un virus che dimezza, al minimo, la popolazione, restano solo le centrali a fissione, peraltro di nuova generazione.
 

Un esordio significativo, Nobel Rubbia:

«...la più promettente è la via della fusione nucleare, con la quale ci si propone di ripetere in forma controllata sulla terra le reazioni che fanno bruciare il sole.»

«...(la fusione nucleare garantirebbe) un'energia inesauribile e disponibile in egual misura per tutti i popoli della terra.»

(Carlo Rubbia, Lettera scritta il 22 maggio 1986 - un mese dopo il disastro di Chernobyl - al Presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi.[1])

Riprendiamo quel che Wikipedia ci dice per avere su questa tematica un quadro sufficientemente esauriente.

DA WIKIPEDIA
EUROfusion è il consorzio europeo per lo sviluppo della fusione nucleare. Il suo obiettivo è produrre energia elettrica sfruttando la fusione nucleare entro l'anno 2050.

È composto da 25 Stati Membri dell'Unione europea più la Svizzera e il Regno Unito e riceve i suoi finanziamenti dal progetto europeo Horizon 2020. Per raggiungere il suo obiettivo il consorzio segue la roadmap europea sulla fusione. In particolare la sua attività di ricerca è mirata alla prosecuzione del progetto ITER (a Cadarache in Francia) e al sostegno fino al 2018 delle attività del progetto JET (a Culham nel Regno Unito). EUROfusion supporterà inoltre la realizzazione del reattore di nuova generazione DEMO, che dal 2050 è previsto subentri a ITER.[2]

Il progetto di EUROfusion potrebbe avere un grande impatto sulla storia. Se avrà successo sarà possibile estrarre energia pulita ed illimitata[3] dallo stesso processo che alimenta le stelle: la fusione nucleare.

Storia
Negli anni settanta i laboratori europei più avanzati nello studio della fusione nucleare unirono i loro sforzi per costruire il Joint European Torus, JET. Da quel momento in poi un numero sempre crescente di laboratori ha iniziato a contribuire al progetto JET e nel 1999 venne stipulato lo European Fusion Development Agreement EFDA per migliorare le collaborazioni tra questi istituti di ricerca[4]

Il 9 ottobre 2014 la Commissione Europea ha costituito il consorzio EUROfusion dandogli il compito di gestire la ricerca sulla fusione nucleare. EUROfusion ha di fatto sostituito l'accordo EFDA ed è diventata la nuova organizzazione europea di riferimento per lo sviluppo dell'energia di fusione.[5]

Ad oggi collabora con organizzazioni di tutto il mondo per cercare di realizzare un reattore a fusione nucleare. Alcune delle nazioni con cui collabora più attivamente sono quelle coinvolte nel progetto ITER: Cina, Corea del Sud, India, Giappone, Russia, USA.[6]

Organizzazione
Per ciascun Paese membro del consorzio è stato individuato un istituto di ricerca, detto "programme manager", che coordina le attività nel proprio paese[7]. Per l'Italia c'è l'ENEA.

Gli uffici che dirigono i Programme Manager delle varie nazioni sono ospitati dall'Istituto Max Planck di fisica del plasma a Garching, vicino a Monaco di Baviera.

========= Dissenso
Inevitabile il dissenso ma ne occorre conoscere, se esistono, le ragioni.
Disponibili comunque a pubblicare.

GdS

 

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