3 10 ELEZIONI REGIONALI, PRIME VALUTAZIONI. ERRORI ED ERRORI

Appresa la notizia della decisione della Corte di Appello di Milano che accoglieva il ricorso dei radicali escludendo il listino di Formigoni che in precedenza aveva ammesso lo scorso 3 marzo commentavamo con l'articolo dal titolo "10 3 03 (Aggiornamento del 3.3) Elezioni Regionali: LOMBARDIA NAVE SENZA NOCCHIERO IN GRAN TEMPESTA?

Il fatto (e due aspetti inquietanti) - Premessa - Elezioni senza PdL e Lega - Una soluzione - Le conseguenze sul piano politico".

Il nostro commento del 3 marzo

Ne riportiamo integralmente l'inizio: "Il fatto (e due aspetti inquietanti)

La Corte d'Appello di Milano ha respinto il ricorso del PdL. Si illudeva chi pensava il contrario visto che la Corte che doveva esaminare il ricorso è la stessa che aveva detto No al listino di Formigoni. Semmai c'è un aspetto inquietante. Nel suo provvedimento la Corte afferma che da un riconteggio sono state scoperte altre firme che non vanno bene. Ma allora in prima battuta la Corte non aveva fatto il suo dovere, non aveva svolto la sua verifica a fondo.

Certo che con l'aggiunta la Corte ha voluto mettere in forse il fatto che se la storia del bollo mancante, fregnaccia giuridicamente superabile, fosse stata risolta era risolto tutto il problema. Con altre firme aggiunte a quelle ritenute non valide anche questo aspetto si risolverebbe.

Doppiamente inquietante.

Infatti se la Corte ha scelto di fare il riconteggio ha ragione Formigoni a chiedere che lo stesso trattamento venga fatto a tutte le altre liste".

Doppiamente inquietante? Non solo. Il dubbio da doppio è diventato triplo.

Abbiamo visto in TV alcuni scorsi indicativi di comportamenti difformi. Firme raccolte dal PdL a Vengono non sono state tenute valide - con un NO in minuscolo bene in vista - in quanto non era specificato se si trattava di Vengono Superiore o di vengono Inferiore. Firme per altro candidato, ci pare Penati, con indicazione abbreviata della località, ci pare ' C.N. ' , tale da non precisare in quale dei due Comuni possibili le firme fossero state raccolte. E' stato detto che vi sono molti casi di questo genere. Ne basterebbe uno visto che i criteri debbono essere uniformi. Dubbio triplo quindi.

Premessa chiarificatrice

Apertis verbis: noi non intendiamo seguire chi fantastica e accusa la Corte d'Appello. Siamo tranquillamente dell'opinione semplicemente che qualcuno ha sbagliato, magari anche uno guardando una parte, l'altro un'altra e così via. Però…

Indagare

…però non si è trattato di errori di poco conto ma di errori che hanno avuto un forte impatto politico e sociale nel Paese. Rivediamo la triplice sequenza alla luce di quanto divenuto di dominio pubblico:

1) La Corte ha accolto il ricorso dei radicali - dice lo stesso TAR - che era inaccoglibile in quanto la Corte aveva già ammesso il listino del Governatore e quindi concluso il suo compito non ricorrendo le ragioni di legge per riaprirlo.

2) In sede di riesame del listino di Formigoni viene rifatto il conteggio ed escluso un ulteriore numero rilevante di firme, cosa che significa che il conteggio in prima battuta sarebbe stato fatto ' alla carlona '.

3) Se quanto esibito in TV è vero, indipendentemente dal dato quantitativo, ci sarebbe stata una verifica con due pesi e due misure nei confronti delle firme per Formigoni e per Penati.

Non si può né si deve far finta di niente.

Soggettivamente pensiamo ad un primo esame, anche per l'esigenza di fare in fretta, fatto non proprio con la massima concentrazione e con la massima collegialità. Ma una valutazione, al di là del soggettivo, deve essere oggettiva.

Occorre indagare, anche perché se emergono errori gravi, come sembrerebbe, c'è da farne tesoro per il futuro visto e considerato - ancora parere soggettivo - questo sistema attuale delle firme è semplicemente barbaro e distantissimo dalla serietà che veniva usata un tempo, come Natale Contini sulla stampa ha perfettamente ricordato.

Tarallucci e vino dunque?

Tarallucci e vino dunque? No, anche perché tarallucci non sono specialità lombarda. Venerdì 5 marzo abbiamo pubblicato l'articolo dal titolo 10 3 05 "(Aggiornamento del 5.3) Elezioni Regionali: SUMMUM IUS SUMMA INIURIA - Saggezza latina - Ricorso alla stessa Corte - La ratio - La bilancia - La bilancia inversa - E se il TAR? - PS" ' nel quale abbiamo serenamente analizzato la situazione.

E' vero che se la Corte d'Appello non avesse riaperto, pare dunque contro legge, la questione almeno in Lombardia non sarebbe successo niente. E' però anche vero che se al posto di qualche dilettante allo sbaraglio ci fosse stato qualcuno con un semplice foglietto in mano a controllare che venissero effettivamente seguite nella raccolta delle firme quelle quattro semplici cose cui badare (alla portata di chiunque abbia la licenza media, o anche meno ma sappia usare il buon senso e non lo spannometro) non sarebbe successo niente.

Qualcuno impari la lezione. E qualcuno vada all'Arcoveggio a dedicarsi ai cavalli.

Roma

Tanto per cambiare a Roma è diverso. Dai casini, reali, di Marrazzo ai casini elettorali ancora sotto vaglio della Magistratura (ultimo ricorso) col risultato che, al presente, i 41 ex-candidati del PdL, dei quali quasi la metà consiglieri regionali in pectore, si affidano a San Consiglio di Stato, ultimo possibile approdo per sperare di evitare il naufragio, che poi, dato l'inquinamento del Tevere, non sarebbe neanche salutare. Salutare resta in ogni caso la lezione per chi ha la responsabilità di una vicenda kafkiana certamente non dipesa dalla risibile storia raccontata dall'ometto delle liste secondo il quale era andato a mangiare un panino al posto di star lì per la presentazione della lista.

Se anche il Consiglio di Stato confermasse il pollice verso, un tempo segno al Colosseo o al Circo Massimo della fine non solo dello spettacolo ma anche della vita del gladiatore sconfitto, il PdL potrebbe ancora avere una, esigua, rappresentanza dato che nelle altre quattro province è ancora in lizza. Esigua visto che i seggi disponibili per ogni collegio sono due a Rieti, tre a Viterbo, cinque a Latina e Frosinone. 15 in tutto mentre a Roma i seggi sono ben 41 e il Governatore vincente ne porta altri 14, quelli del listino.

Berlusconi ha già annunciato che se il Consiglio di Stato restasse dell'avviso delle altre sedi gli elettori del PdL di Roma voterebbero la lista - non il listino - della Polverini. Partita aperta dunque. E' vero che vien meno la spinta di 41 candidati con la rete di conoscenze e di appoggi ma è anche vero che una campagna basata sull'esclusione potrebbe portare consensi al centro-destra che già incasserà i voti di chi non vede di buon occhio la Bonino Governatore del Lazio incontrare il Papa visto l'abisso ideologico che li separa. Forse il PdL ha da guadagnare da una sentenza conclusiva negativa…

Quanto al centro-sinistra la scelta della Bonino quale Governatore dopo lo squallore della vicenda Marrazzo resta un errore, un errore da sinistra-centro ed anche uno schiaffo a quei cattolici che avevano creduto in un salto di qualità - qualcuno per la verità ci crede ancora, come la Bindi, Letta ecc. - e che, dal loro punto di vista aperti gli occhi se ne sono andati. Nomi di un certo rilievo. Bersani era però senza alternative data la situazione interna del suo Partito.

Alla prossima.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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