SONDRIO, IL CASO FERRARA (3) : LA LETTERA DELL'ASSESSORE

Sondrio, mercoledì 5 novembre 2008

Spett. Redazione,

Da alcuni giorni leggo sulla stampa locale fatti e commenti che riguardano la mia persona. Si è scritto di tutto, l'opinione pubblica ha ricevuto le informazioni di chi "suppone" di coloro a cui "sembra" di coloro a cui "parrebbe". Credo sia giunto il momento di prendere carta e penna e informare. Questo dovere mi è imposto dal ruolo pubblico che ricopro. Ritengo necessario che il comportamento sia giudicato dopo aver conosciuto i fatti raccontati da chi li ha vissuti e non da chi li ha immaginati, riportati, usati.

Avevo passato l'ultimo mese lavorando con alcuni amici ad un progetto "i fantasmi di halloween" che molti di voi hanno ammirato.

Abbiamo trascorso tutte le domeniche d'ottobre nel lontano atelier dell'artista "posando" sotto garze imbevute nel gesso per ore. Abbiamo poi trasportato le "statue" con numerosi viaggi a Sondrio (le statue erano circa 25). Abbiamo pagato tutti i costi personalmente. Nessun intervento pubblico vi è stato. Abbiamo passato la notte piovosissima del 30 ottobre a posarli, abbiamo ricominciato il mattino seguente alle 6 a posare le ultime statue. Devo sottolineare che i modelli delle statue sono quelle di mio figlio, sua moglie e mia moglie e dei miei più cari amici. Voglio anche aggiungere che sono il padre di quest'idea e che l'idea è quindi il mio bambino, come ogni padre sento il dovere di proteggere e difendere la mia creatura.

La mattina del 31 alla ripresa del lavoro di posa, 3 statue, che erano state poste in P.za Garibaldi, sono state rubate e distrutte, altre rovinate suscitando profonda amarezza in tutti noi.

Credo possa essere compreso, non scusato, compreso, come questi accadimenti potessero rendere intimamente furioso e quindi emotivamente più fragile chiunque.

Il giorno seguente un amico mi ha telefonato per chiedermi se avessi avuto piacere ad incontrare il giovane sconosciuto. Ho insistito affinché l'incontro avvenisse, rapidamente.

Per primo, ho teso, la mano ed ho porto le mie scuse, ho motivato le ragioni della mia fragilità. Mi sono informato sulla sua salute, ovvero se il mio gesto aveva procurato conseguenze, sono stato rasserenato, c'era solo il dispiacere emotivo, nessun danno fisico.

Ho accettato le scuse di che sapeva di aver offeso senza motivo.

Ci siamo stretti la mano ed abbiamo convenuto che era stato un incontro sfortunato ma che insieme, grazie alla ragione, stavamo dimenticando, ci siamo ripromessi di fare tesoro dell'esperienza spiacevole affinché non avesse mai più a succedere.

Nelle ore immediatamente seguenti al fatto mi sono reso conto che le scuse non andavano fatte solo a chi avevo portato offesa. Essendo un personaggio pubblico avevo coinvolto i colleghi di Giunta che come me, faticosamente e con passione, cercano di dare il loro contributo; con il mio gesto li ho "infangati" e me ne scuso, mi scuso con il mio Sindaco che mi vuole bene ma che temo di avere deluso. Mi scuso con i cittadini che leggendo delle gesta di un loro rappresentante si sono sentiti feriti o delusi, ora hanno gli elementi per giudicare. Si è trattato di un incontro "sfortunato" fra due uomini e le loro fragilità. La gazzarra politica che si è scatenata è pretestuosa ed inutile.

Il giorno seguente alla fine del Consiglio comunale del 3.11 al seguito dell'interpellanza urgente il ns. Sindaco mi ha convocato e mi ha chiesto cosa era accaduto.

Ho riferito quanto è scritto qui sopra. Ho aggiunto, anche, che da oltre 60 anni sono un uomo, da poche settimane un assessore. In quella circostanza l'uomo, la sua dignità, la sua fragilità ha prevalso. Sono sicuro che il mio Sindaco saprà cosa fare e quello che deciderà politicamente accetterò.

Francesco Ferrara

Francesco Ferrara
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