SONDRIO, IL CASO FERRARA (1) : EX CONSIGLIERE CRITICA "I FANTASMI", L'ASSESSORE LO PESTA. SE NE PARLA IN CONSIGLIO. A ERRORE SI AGGIUNGE ERRORE. IN CITTA' ONDATA DI CRITICHE (TANTE DA SINISTRA). IL SINDACO STIGMATIZZA E LO TIENE IN GIUNTA. CONCLUSIONE CR

L'antefatto - La vicenda - La gente mormora - I consiglieri interpellano - Primo e secondo errore - Terzo errore, questa volta del Sindaco - Quarto errore - Quinto errore - Risultato degli errori - Quale logica? - Appendice: la nota che avevamo pubblicat

Premessa: l'errore; esegesi

Una premessa sull'errore. Sua esegesi. C'è quello assoluto, come in matematica. Lo è il dire che 104 per 96 fa 9974 (invece di 9984 che si ottiene a mente per differenza fra i quadrati di 100 e di 4). C'è, all'opposto, quello apparente. Lo è il pensare, come fanno molti, che l'urbanistica sia disciplina solo di architetti e ingegneri.

In mezzo ci stanno quelli relativi con tassi variabili di oggettività e di soggettività.

Tutti possono sbagliare, anche noi ovviamente, e c'è modo e modo. Il diritto stabilisce tre gradi di errore: per colpa, per colpa grave, per dolo. Nelle considerazioni che seguono cerchiamo di individuare alcuni errori. Lo facciamo senza classificarli in uno di questi tre gradi lasciando al lettore la scelta. Lo facciamo, cosa importante, senza alcuna prevenzione, sulle persone, sulle posizioni politiche, su qualsiasi aspetto. Liberi tutti di condividere o meno, ma in ogni caso offrendo una lettura diversa da tutte quelle, tante, che si sono pubblicamente succedute nonché delle tantissime che tuttora girano in città.

L'antefatto

L'assessore al commercio prepara, a spese sue, per Hallowen una serie di "fantasmi" in gesso. L'idea è buona anche se cosa ne pensiamo di Hallowen l'abbiamo ripetutamente scritto. Nella sostanza una ricorrenza lontanissima dal nostro modo di sentire e dalle nostra tradizioni. In pratica da qualche anno divenuta una sorta di trappola del consumismo quando magari si affievolisce la tradizione del Presepio (si sa, non dà business!). Le colloca in diversi punti della città. Durano poco. La crisi della natalità infatti non ha minimamente toccato le mamme degli imbecilli che non solo sono perennemente in cinta ma pare che abbiano trovato il modo di realizzare gravidanze multigemellari. L'imbecillità esalta l'eroismo spingendo ad una dura lotta, come fossero i mulini a vento di Cervantes, contro queste statue in gesso che cedono alla preponderanza degli avversari (l'identificazione richiederà un mesetto; poi il processo, e poi c'è il proverbio: chi rompe paga.

La vicenda

Davanti al negozio dell'assessore in Corso Italia tre amici fra i quali uno stimatissimo ex-consigliere, e in attesa di tornare in Consiglio essendo il primo dei non eletti del PD, che commenta criticamente l'iniziativa. Sopraggiunge l'assessore, non certo contento di aver visto l'idiota fine delle sue statue. Un calcio da manuale che per fortuna - di entrambi - finisce un po' di fianco, sull'inguine dell'ex consigliere che si piega in due. Secondo il racconto arrivano un paio di pugni Gli amici sorpresi dalla rapidità dell'evento non sono riusciti ad evitare l'uno-due ed ora assistono l'amico dolorante. Poi, perdurando il dolore, dovrà andare anche al pronto soccorso. Sul piano umano non c'è giustificazione. In un Tribunale la sorte sarebbe segnata anche se l'antefatto porterebbe non all'assoluzione ma quantomeno alla concessione delle attenuanti.

La gente mormora

La gente mormora ma questa volta è più di un venticello e non si tratta affatto di calunnia. Significativo che nei bar, in piazza, nei luoghi di lavoro le maggiori critiche vengano da cittadini non certo di centro-destra.

I consiglieri interpellano

Lunedì 3 c'è il Consiglio Comunale. Interpellanza urgente di tutti i gruppi consiliari di minoranza. La pubblichiamo a parte.

Primo e secondo errore

Qui il primo errore da parte del Presidente del Consiglio Comunale, peraltro in carica da poco tempo (e l'esperienza conta). Prende in mano il regolamento in una situazione comunque delicata.

Il Presidente non è soltanto un notaio ma è un organo politico dell'Amministrazione Comunale per cui sarebbe occorsa una risposta politica (poi possiamo spiegare su come si sarebbe potuto fare senza ledere il regolamento…). La prima cosa da farsi in simili frangenti sarebbe stata la sospensione del Consiglio per una consultazione dei capigruppo riunendo la relativa commissione. Sospensione per cercare quantomeno un'intesa sul metodo ed utile anche per sentire l'opinione del Sindaco e dei gruppi di maggioranza… Non viene fatto.

C'è un secondo errore dato che la norma invocata dal Presidente non è la sola e sarà il capogruppo del PdL a farlo rilevare. In base a questa se la maggioranza dei consiglieri si pronuncia per discutere subito l'interpellanza lo si fa. Si vota e qui il Sindaco intelligentemente è rapidissimo ad alzare la mano per cui il Consiglio decide di parlarne.

Terzo errore, questa volta del Sindaco

Il Sindaco in una fase delicata con all'odg il problema del BIM era stato tempestivo ed abile nel suo intervento. Qui invece, obiettivamente in difficoltà, sbaglia. Osserva che non può pronunciarsi in base alle voci, ai si dice eccetera. In questo ha sì ragione, ma dimentica che sta parlando di un suo assessore, di uno poi che ha scelto direttamente, al di fuori non essendosi Ferrara presentato alle elezioni. E sta parlando di un gruppo consiliare - perché Ferrara "è" Sondrio Accesa -, e di una situazione delicata.

Non è cioè il miglior Molteni quello che in quel momento dimentica l'unica cosa realisticamente da farsi, ovverossia la sospensione, la riunione dei capigruppo, l'impegno a dare risposta CONSIGLIARE all'interpellanza nel giro, poniamo, di tre giorni. Non solo ma nel momento della sospensione incontro al volo con il suo assessore per ottenere non già le dimissioni ma l'essenziale messa a disposizione del mandato al Sindaco. L'unica mossa che avrebbe favorito la conclusione positiva della commissione capigruppo.

Quarto errore

Implicita dunque, come indicato dianzi, l'indispensabilità della messa a disposizione del mandato.

La questione è delicata ma lo è in particolare per la sua natura, DI ETICA POLITICA. Le scuse alla vittima sono un'assoluta ovvietà che non spostano di un millimetro la questione (fra l'altro nelle posizioni sia dell'assessore che del Sindaco si legge uno sconcertante coinvolgimento della vittima nelle responsabilità dell'accaduto, mentre all'ex consigliere Bongiolatti va dato atto di un comportamento ineccepibile. Poteva presentare denuncia, poteva rilasciare dichiarazioni, si è tenuto in disparte. Bravo!)

Oltre a tutto è evidente che la situazione politica non avrebbe consentito al Sindaco né di revocare la delega né di accettare la sua offerta. La restituzione della delega avrebbe consentito una motivazione politica ragionata, ben altro rispetto alla sua nota di risposta, che pure pubblichiamo a parte, debolissima negli argomenti, inesistente sul piano politico.

Quinto errore

La risposta scritta, ulteriore sottovalutazione della vicenda, è un dato formale e un errore politico. Politicamente infatti , ancora una volta questo leit-motiv, è mancata la convocazione se non del Consiglio quantomeno della commissione capigruppo.

Risultato degli errori

La piatta scelta del Sindaco del "taja e medega", giocando per così dire al ribasso, ha due conseguenze:

1) Un assessore azzoppato con quello che ne consegue.

2) Un colpo al prestigio del Sindaco, quello che è stato l'elemento essenziale per la vittoria elettorale (in una con le beghe degli avversari…). Ed é forse la prima volta che succede.

Sul piano politico il Sindaco ha incassato l'OK del segretario del PD che ha ritenuto chiusa la vicenda. Non poteva fare diversamente. Non è però una posizione popolare.

Sempre sul piano politico assenza totale di "Sondrio Accesa". Incomprensibile.

Infine palpabile ed evidente l'imbarazzo degli assessori e dei consiglieri di maggioranza. Non entriamo in valutazioni sui consiglieri di minoranza perché in queste note vogliamo star fuori dall'agone politico-partitico e stare invece dentro alla logica delle cose.

Quale logica?

QUALE LOGICA? La nostra, quella che ha determinato il percorso indicato nei punti precedenti, ha quale punto fermo, quale fonte il bene delle Istituzioni. Tutte le altre considerazioni in secondo piano. A scanso di equivoci con questo non intendiamo dire che sia nostra l'esclusiva. Mancherebbe altro! Intendiamo precisare che nelle valutazioni svolte non sono entrati calcoli tattici, particolarismi, posizioni di parte.

Certo, chi ritiene ben chiusa così la vicenda come chi voleva il licenziamento di Ferrara non sarà d'accordo e non saranno queste righe a fare cambiare idea.

Come scritto su Vaol si chiude una pagina non bella ma non si chiude bene.

Conclusione "crepuscolare".

Non é un bel messaggio ai cittadini quello che viene da Palazzo Pretorio. A prescindere dall'oggetto.

Chissà che il Sindaco, e non solo lui, ci pensi su..

Alberto Frizziero

APPENDICE: la nota che avevamo pubblicato su Vaol

La cosa merita, come mi riservo di fare a situazione più serena, qualche considerazione meno emotiva dato che a un errore iniziale - indiscutibile quello dell'assessore - é seguita una sequela di altri errori, pericoloso sintomo di una fragilità politica che deve preoccupare tutti, quale sia il colore politico di ciascuno.

Mi sorprende che nella catena degli errori questa volta sia caduto anche il Sindaco. Avendo svolto per 10 anni questo incarico ho sempre guardato con simpatia al lavoro dei miei successori, quale ne fosse la tessera, sapendo bene cosa vuol dire la solitudine che in molte circostanze é la compagna soprattutto nel momento delle decisioni più delicate.

Preciso che a mio avviso in questo quadro non penso che il Sindaco politicamente potesse revocare la delega. Non penso neppure che il Sindaco potesse accettare le dimissioni se gli fossero state offerte. Ritengo però che eticamente e politicamente questo atto, eventualmente anche concordato, sarebbe stato indispensabile ed anche utile per sdrammatizzare la situazione -. In passato ce ne sono stati anche per molto meno...

Si chiude una pagina non bella ma non si chiude bene. Non é un bel messaggio ai cittadini quello che viene da Palazzo Pretorio. A prescindere dall'oggetto.

Alberto Frizziero

PS Ho parlato di "errori". Non a spanne. Li documenterò. Forse potrà servire ad evitarne altri...>.

Alberto Frizziero
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