Sondrio 6 XI IL SALUTO DEL NUOVO PREFETTO Dr. CARMELO CASABONA
Il saluto:
"6 novembre 2012 - Nell'assumere l'incarico di Prefetto di Sondrio, rivolgo il mio più cordiale e sincero saluto, alle Autorità, alle forze socio-economiche, ai rappresentanti della stampa e alla popolazione tutta.
Consapevole della complessità del compito che mi attende, sono onorato di esercitare il nuovo compito che sono stato chiamato a svolgere presso questa collettività nota per il forte attaccamento ai principi autentici che connotano la sua storia, ai valori umani, alle virtù civiche, alla grande laboriosità e all 'ospitalità.
Mi impegnerà nel lavoro con profondo e convinto spirito di servizio, nel rispetto delle competenze istituzionali, in stretta e leale collaborazione con l'Amministrazione Provinciale, le Amministrazioni comunali e gli altri Enti Locali, in una coordinata e sinergica azione dello Stato e delle Autonomie locali a sostegno delle istanze dei cittadini e per il soddisfacimento dei loro bisogni.
Tale sinergia si pone come elemento indispensabile di raccordo maggiormente nell'attuale situazione economica di congiuntura con incisive ripercussioni sociali, vale a dire in una delicata fase della storia del nostro Paese che richiede una forte coesione per superare le note difficoltà.
Auspico che il mio lavoro possa trovare il consueto fattivo apporto ed il consenso che hanno sempre sostenuto, anche in questa provincia, il Prefetto ed i suoi collaboratori.
Con tali sentimenti, in attesa di una prossima occasione di conoscenza diretta, formulo sinceri auguri per un soddisfacente esito del Vostro impegno dedicato al servizio dei cittadini.
Carmelo Casabona"
L'incontro
Cordialissimo incontro in mattinata a Palazzo Muzio fra Prefetto - impressione corale positiva soprattutto per l' umanità e la dimostrata disponibilità - e stampa. Domande di prammatica provenienza, curriculum e, in questo, un accenno alla precedente esperienza sondriese come commissario, primo incarico, nel 1980 (ha detto di aver voluto vedere la sede di allora della Questura, in quel corridoio lungo lungo...).
Nato in una città che in molti hanno conosciuto attraverso la Settimana enigmistica dato che ciclicamente in una con quelli di Ivrea (eporediesi) inseriva la definizione degli abitanti di Caltanissetta (nisseni), in questa città era tornato in prima linea quando infuriava la lotta di mafia. In prima linea a Palermo (fu il primo ad arrivare là dove la bomba della mafia aveva colpito duro (Gen. Della Chiesa). Poi questore a Caserta e Reggio Calabria.
Significativa la conclusione del suo saluto quando concludeva l'esperienza casertana: "..."Il mondo scolastico si è mosso con contatti e manifestazioni. Belle esperienze, ma ancora c'è molto da fare. Purtroppo non c'è stata la svolta. I casertani debbono rendersi con che ci sono delle leggi e delle regole dello Stato che vanno rispettate, ma debbono anche pretendere che gli altri le rispettano. Bisogna prendere coscienza dei propri diritti, ma anche dei doveri. L'assenza di valori è il problema del casertano, della Campania del Meridione oserei dire.
Quando si dice che l'Italia viaggia a due marce è vero. A Nord le cose sono diverse che al Sud. La criminalità nel settentrione esiste, ma la gente reagisce, si organizza. In Terra di lavoro, mettere in un angolo la camorra è fattibile: Il percorso da seguire sta in una semplice ricetta: Lo stato deve assumere in pieno il proprio ruolo con le forze dell'ordine, le istituzioni e la magistratura, i cittadini debbono fare".
Così come significativo il saluto rivoltogli dal Presidente della Provincia alla sua partenza da Reggio: "Il dott. Casabona in questi anni di permanenza a Reggio, è stato un questore illuminato che con saggezza, umanità e competenza, oltre che con fermezza, è riuscito a lasciare il segno sia nel tessuto sociale sia sul fronte della lotta alla criminalità comune e organizzata. Le popolazioni del reggino non possono non essere riconoscenti a un poliziotto che con la passione di figlio del Sud ha contribuito a rendere più libera la nostra provincia dalla presenza della 'ndrangheta, colpita duramente nei patrimoni accumulati illecitamente e, con le numerose operazioni di polizia giudiziaria, ha disarticolato storiche e nuove famiglie del crimine. Non meno importante è stata l'attività pedagogica svolta dal dott. Casabona e dalle articolazioni della questura in tutti questi anni".
Un servitore dello Stato che conosce le difficoltà della lotta alle criminalità organizzate, che sa per esperienza diretta i passi avanti compiuti, che é convinto si debba procedere con determinazione, che ripete più volte come a fianco di chi opera in prima lineaoccorre il concorso della gente. Che si tratti di vocazione non c'é dubbio. Lo dimostra la professione di due dei tre figli: in Polizia (il terzo é ancora all'Università). Ora prima sede da Prefetto con la consorte, segno di voler essere, fin da subito, valtellinese di adozione.
Eccellenza, i migliori voti augurali
GdS