Usare 'la persuasione' con i non vaccinati? C'è dell'altro da fare

Da qualche giorno sentiamo in TV molti che sostengono si debba procedere con la persuasione nei confronti di chi ancora oggi non si è vaccinato.
Chi non lo ha fatto perché non lo ha fatto? Di tutto un po’. Dall’ideologo raffinato che spacca il capello in 4 al NOIsta per principio, quello cioè che se il Governo avesse detto niente vaccini sarebbe sceso in piazza reclamando per averlo. Si discute sull’obbligatorietà o meno o magari anche al far pagare il costo delle cure – astronomico quello delle terapie intensive – a chi si ammala per non aver voluto vaccinarsi.

Torniamo all’inizio di queste righe perché si tratta di una posizione diffusa. Bene. Noi osserviamo che in teoria è certamente la via più corretta, democraticamente preferibile, ma irrealistica. Scegliere la via della persuasione significa approfondire l’argomento scandagliando ogni pur parziale angolo ma che forse ci siano elementi nuovi? Nessuno visto l’enorme spazio dedicato dagli organi di informazione. Stando così le cose non c’è da fare molto conto che questa strada conduca al risultato voluto ossia elevare almeno all’80% la quota di popolazione dei vaccinati. E allora che fare?
A mali estremi estremi rimedi. La percentuale di ricoveri e di terapie intensive cresce fra i non vaccinati per una elementare ragione aritmetica. Si diano quotidianamente i dati con la precisazione dei vaccinati e dei non vaccinati. I numeri stanno già adesso parlando.
Sarebbe un messaggio molto più convincente rispetto alla proposta della persuasione.
f.

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