Via le Province! Come in geometria

La lezione della Corte Costituzionale . Il DdL del Governo - Per noi ritorno al 1971, alla Comunità unica

La Corte Costituzionale ha dato una lezione a chi a suo tempo voleva, fortissimamente voleva sopprimere le Province con legge ordinaria quando non c'era bisogno di essere costituzionalisti. cultori del diritto, laureati in legge per capire che era invece necessaria una legge costituzionale che ha una procedura più complessa, con doppia lettura nelle Camere e possibilità di referendum confermativo.

Siccome non pensiamo che a Roma fossero tutti dilettanti allo sbaraglio e che quello che era chiaro a qualsiasi pellegrino di periferia non lo fosse anche a politici e funzionari di laggiù, ne consegue che le motivazioni erano diverse. Forte era la domanda di riforme, una risposta doveva essere data.

Le ipotesi di riforma

- Senato. La più importante innovazione sarebbe stata la soppressione del Senato costituita dalla Camera delle Regioni. Vi immaginate l'entusiasmo dei senatori che avrebbero dovuto approvare il loro suicidio?

- Parlamentari. Una seconda cosa importante, a parole condivisa da tutti, era la riduzione del numero dei parlamentari, oggi 945 oltre i senatori a vita. Vi immaginate l'entusiasmo di senatori e deputati che avrebbero dovuto approvare il loro mezzo suicidio?

- Città metropolitane. Una terza cosa importante erano le Città metropolitane, in ballo da decenni, a parole volute da tutti e, fra l'altro, vero e significativo punto di possibili risparmi. Vi immaginate l'entusiasmo dei Sindaci delle grandi città, con forte potere a Roma, a doversi sedere al tavolo con una serie di Comuni dell'hinterland? Vi immaginate l'entusiasmo dei Sindaci dell'interland, oggi padroni a casa loro, a doversi sedere, magari subendo, al tavolo del grande capoluogo?

Il salvagente

Una risposta doveva essere data alla pubblica opinione. Restavano, come salvagente, le Province da additare come fossero centri incontrollati e incontrollabili di spesa. Premesso che c'è da distinguere, con la valutazione delle fesserie commesse, come ad esempio la parcellizzazione della Sardegna, tutto lo scenario é stato dipinto a fosche tinte nella più clamorosa ignoranza della realtà. Da risparmi fantasmagorici, da riduzione dello spread, che avrebbero dovuto esserci secondo allegri e disinformati promotori si è passati all'ammissione, ufficio studi del Senato, che risparmi non ci sarebbero stati. E questo non è neppur vero perchè in realtà è stato dimostrato che ci sarebbe un maggior costo, di personale, organizzativo e via dicendo.

La via scomoda

C'era, per Governo e Partiti, l'occasione per fare sul serio imponendo il via alle Città metropolitane per le quali esiste a monte un robusto apparato legislativo e regolamentare.

Via però scomoda per il nessun entusiasmo in proposito dei soggetti interessati, come anzidetto, che qualche fastidio al Governo e ai Partiti lo avrebbero potuto dare.

La via comoda

C'era, per Governo e Partiti, l'occasione per mettersi al petto una coccarda tricolore visto il gran numero di incompetenti che hanno assunto la soppressione delle Province come slogan commerciale a fronte di qualcuno, pochi, che in realtà ci crede. I repubblicani ad esempio, e molti ambienti che contano a loro collegati, non ne vogliono sapere. Da tempo. Anche prima ma in particolare dal 1970, entrata in funzione delle Regioni con pienezza di poteri dal 1 aprile 1972 perchè, sostenevano, arrivano le Regioni, le Province non servono più. E in effetti sino alle deleghe regionali le competenze erano ridotte al minimo. Botta, la Corte Costituzionale, risposta, il DdL in Consiglio dei Ministri. Come in geometria la frase conclusiva: cvd, come volevasi dimostrare. E adesso vedevela in Parlamento...

Funerale di prima classe

Non c'é solo il funerale delle Province. Come un tempo le esequie erano di prima, seconda, terza categoria (la prima contemplava persino la presenza in Chiesa e al corteo funebre degli orfanelli nella loro divisa). Questo è un funerale di prima classe e, per certi versi, da Ponzio Pilato. Il DdL non si limita a cancellare minuziosamente negli articoli della Costituzione, Titolo quinto, la parola "province". Va oltre.

Se non è zuppa

Sarà la legge regionale a stabilire "sull'intero territorio regionale forme associative fra i Comuni per l'esercizio delle funzioni di governo di area vasta nonché definirne gli organi, le funzioni e la legislazione elettorale". Se non è zuppa è pan bagnato... I soloni avevano a suo tempo pensato di affidare le funzioni oggi svolte dalle Provincen alle Regioni o ai Comuni. Dilettantismo eretto a sistema con ignoranza di situazioni pur sotto l'occhio di tutti, orbi eccettuati, quali quella lombarda: regione da quasi 10 milioni di abitanti con 1544 Comuni. Ora marcia indietro, riconoscimento che comunque un soggetto di area vasta ci vuole, e individuazione come tale soggetto della forma associata tra i Comuni, unica eliminando ogni altro soggetto.

Ritorno al 1971

E' dell 3 dicembre 1971 la legge 3 dicembre 1971, n. 1102 (in Gazz. Uff., 23 dicembre, n. 324). Nuove norme per lo sviluppo della montagna" che all'art. 4 stabiliva: "In ciascuna zona omogenea, in base a legge regionale, si costituisce tra i comuni che in essa ricadono la Comunita' montana, ente di diritto pubblico.

Esilarante se non fosse cosa seria, ansi serissima.

Per quanto ci riguarda via la Provincia e ritorno alla situazione degli anni '70 con l'unica modifica l'aggiunta dei 13 Comuni della Valchiavenna ai 65 della Valtellina, dei circa 24.000 abitanti ai 156.000, dei 576 kmq di territorio ai 2636.

Allora c'era però un sistema politico funzionante. Partiti che facevano quel che dovrebbe fare un Partito, indicando linee, programmando, elaborando, sostenendo e anche pungolando anche i propri amministratori, supportando le Istituzioni. Avremo occasione di dettagliare come l'architettura prevista non ha sbocchi razionali, non ha risparmi di spesa, è un arretramento rispetto alla situazione attuale che pure,, a scanso di equivoci, va riformata ma in modo ben diverso. Se poi fosse questo l'approdo finale avremmo, con altro nome, la Comunità unica di Valtellina con cinque Sub-comunità, come le "Vallate" in provincia di Trento. Questa tematica è già stata ampiamente sviluppata qualche 'settimana' fa. Basta andare alla Biblioteca Civica di Sondrio e consultare la microfilmature dellla stampa locale di quegli anni...

Piazza pulita

Ovviamente soppressione e norme collegate intervengono soltanto una volta approvata definitivamente la riforma con legge costituzionale. Lo scenario cambia con l'art. 4 dell'attuale DdL secondo il quale "Le Regioni sopprimono gli enti, le agenzie e gli organismi, comunque denominati, che svolgono, alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale, funzioni di governo di area vasta. Tali funzioni spettano alle forme associative di cui all'articolo 117, comma quarto, primo periodo,della Costituzione, come modificato dalla presente legge costituzionale, o alle unioni di comuni di cui al comma 2 del presente articolo. Le Regioni non possono istituire enti, agenzie ed organismi, comunque denominati, per lo svolgimento di funzioni di governo di area vasta".

Piazza pulita dunque. A nostro modesto avviso si salva solo il BIM per la sua particolare natura che non attinge né attiene alla finanza pubblica.

Esodo

Metteranno gambe in spalla in molti, dipendenti di questo o quell'Ente, di questo o quell'ufficio. La Provincia era, ed è, riferimento istituzionale, asse portante dell'organizzazione dello Stato sia nella parte pubblica che in quella privata. Domani avremmo la Regione, una specie di C.M. Unica, i Comuni da 78 ridotti ad una sessantina. Punto interrogativo per Enti tipo la CCIAA o per uffici vari a partire da Prefettura, Questura, Comandi ora provinciali, uffici periferici delle varie Amministrazioni dello Stato. Senza un quadro generale di riferimento nel quale non può restare

Via quattro Regioni

Un quadro di riferimento non può prescindere da una rivisitazione dell'articolazione regionale. Il Molise, 313.000 abitanti e 136 Comuni, la Basilicata, 577.000 abitanti e 131 Comuni, l'Umbria 883.000 abitanti e 92 Comuni, non hanno più senso. Si fa una riforma costituzionale? Deve valere non solo per le Province ma anche per queste Regioni

E gli Statuti Speciali?

Si fa una riforma costituzionale e non si affronta il tema degli scandalosi privilegi delle Regioni a Statuto Speciale, quantomeno quelle di terraferma. Bolzano é garantito dall'accordo di Parigi De Gasperi - Gruber del settembre del 1946 (Trento solo in parte) ma i suoi vantaggi sono andati ben oltre per cui ci sarebbe da ridiscuterne, La Valle d'Aosta no. Il Friuli neppure.

Difficile, anzi arduo. Ma la Costituzione non è un qualcosa ad assetto variabile. Si sta ponendo mano ad essa, in particolare ad un caso particolare del titolo quinto? Si faccia una cosa seria non modifiche prevalentemente suggerite da contingenze politiche, non da esigenze di razionalizzazione, efficienza, crescita democratica.

Il tema negletto

Nel dibattito sulle Province e sul loro futuro c'é un illustre assente. Il convitato di pietra è il territorio che pure è il principale elemento costitutivo dell'Ente Provincia, dell'Organizzazione Provincia, del motore di una sintesi fra sovraordinazione e subordine. Anche se non ci va di ridurre questa tematica all'esempio vale ugualmente la pena di farlo per una maggior comprensione dei problemi. In Lombardia il livello provinciale è oggi ilo preferito, e il più adeguato, per la gestione del territorio nelle sue componenti fondamentali, urbanistica, ambiente, acque ecc., con elementi di democratica dialettica. Fra le sue competenze l'qpprovazione dei Piani comunali di Governo del Territorio in ragione della loro coerenza al Piano Territoriale Provinciale. L'attuale condizione della Provincia è tale da assicurare una gestione non condizionata, per natura dell'Ente e modalità di scelta della sua dirigenza politica. Domani toccherà ai Comuni che esprimeranno Presidente e Direttivo. All'odg il PgT del Comune di Vattelapesca che non è proprio il massimo quanto a rispetto del PTCP. Ci sarebbe da imporre modifiche. Ma il Sindaco di Vattelapesca è, guardacaso, il Vicepresidente del nuovo Ente provinciale...

Esempio marginale certo ma per evidenziare la profonda differenza che esiste fra l'Ente di Governo quale é oggi la Provincia e una specie di Consorzio domani. Non un quadro strategico davanti, ma un consesso da gestione quotidiana.

Al di là di una serie di argomenti emersi nei dibattiti sarebbe auspicabile che si facesse un passo in avanti, andando sui contenuti, quello del territorio in primis.

Chissà che prima o poi qualcuno non ci pensi.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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