Quello che si chiede alla Regione: 1) Acque

Il 28 settembre scorso abbiamo pubblicato l'articolo – indirizzo in calce (x) - che riportava e riporta, diciamo, la filosofia delle nostre richieste alla Regione come da titolo della delibera ufficialmente presa prima di cedere il testimone a della Bitta. “RICHIESTA DI “FORME PARTICOLARI DI AUTONOMIA” ALLA PROVINCIA DI SONDRIO in attuazione di quanto disposto dall’articolo 1, comma 3, secondo periodo, e dal comma 52, secondo periodo, della legge 7 aprile 2014, n. 56” il cui inizio è chiarissimo:
“La Provincia di Sondrio rivendica, legittimamente per ragioni storiche e per conformazione territoriale, l’autonomia concessa dalla Costituzione italiana alla province di Trento e di Bolzano, e che oggi, inspiegabilmente, nella recente riforma del titolo V, della parte seconda della Costituzione, approvata dal Senato della Repubblica Italiana non è stata accolta...”.
Il nostro articolo così si concludeva: “Seguirà: 2 - Materie sulle quali si rivendica forme particolari di autonomia in attuazione dell’art. 1, comma 3, secondo periodo, e del comma 52, secondo periodo, della legge 7 aprile 2014, n. 56” ovvero i contenuti. Punto di partenza, non poteva non essere così, il problema della gestione delle nostre acque. Di seguito:

MATERIE SULLE QUALI SI RIVENDICA FORME PARTICOLARI DI AUTONOMIA IN ATTUAZIONE DELL’ART. 1, COMMA 3, SECONDO PERIODO , E DEL COMMA 52, SECONDO PERIODO, DELLA LEGGE 7 APRILE 2014, N. 56 A) DEMANIO IDRICO (GESTIONE E VALORIZZAZIONE DELLA RISORSA IDRICA) 

Situazione attuale: la Provincia di Sondrio istruisce e autorizza le domande di concessione per piccole derivazioni idroelettriche; istruisce le domande per le concessioni per grandi derivazioni idroelettriche; all’attualità i canoni sono introitati dalla Regione Lombardia e trasferiti alla Provincia in ottemperanza all’articolo 6 della legge regionale n. 33/2007 per l’attuazione dell’AQST.
Rivendicazioni cui all’articolo 1, comma 52, L. n. 56/2014: autorizzare anche le domande per le concessioni di grandi derivazioni idroelettriche; determinare e incassare i canoni di concessione sia per le piccole sia per le grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico. Si rivendica un ruolo attivo della Provincia di Sondrio con la Regione Lombardia in relazione ai rinnovi delle concessioni idroelettriche. 

DETTAGLIO TECNICO - AMMINISTRATIVO
L’Italia è uno dei maggiori produttori di energia idroelettrica in Europa con una produzione che nel 2011 ha raggiunto 45.8 TWh (47.7 TWh, tenendo conto degli apporti da pompaggio), capaci di soddisfare circa il 15% della domanda nazionale di energia elettrica.
La Regione Lombardia contribuisce per quasi il 28% alla produzione idroelettrica nazionale e circa il 50% di quella lombarda è prodotta in provincia di Sondrio. Soprattutto per questo ultimo motivo si chiede che la Provincia di Sondrio debba partecipare attivamente ai tavoli regionali propedeutici alla formazione dei bandi per il rinnovo delle grandi concessioni idroelettriche, poiché già nel passato recente la Provincia di Sondrio ha avuto un ruolo determinante sia nell’approvazione di una legge nazionale, sia di una legge regionale in relazione al rinnovo delle concessioni idroelettriche.
La provincia di Sondrio è una terra ricca di corsi d’acqua, grazie alla posizione geografica strettamente alpina e delle caratteristiche morfologiche, dominate dalle incisioni vallive della Valtellina e della Valchiavenna, che si estendono all’interno del territorio amministrativo. La stragrande maggioranza del territorio è compresa nel bacino idrografico del fiume Adda sopralacuale, mentre in due piccole porzioni della provincia le acque sono addotte verso il bacino del Reno (zona del lago di Lei) e del Danubio (torrente Spöl).
L’Adda attraversa la provincia nella sua intera parte sopralacuale e la coincidenza del bacino idrografico con il territorio provinciale legittima l’esercizio di competenze e funzioni proprie a livello locale. Una chiara evidenza è insita nel piano di bilancio idrico che, a distanza di alcuni anni, è ancora un esempio e modello unico a scala nazionale. Lo sfruttamento/uso della risorsa idrica per la produzione di energia, se per un verso pone la provincia di Sondrio appena al di sotto della ben più grande provincia autonoma di Bolzano, per l’altro è stata oggetto di capillare alterazione idrologica della quasi totalità dei corsi d’acqua. Bacini artificiali, canali di derivazioni e condotte hanno modificato il regime idrologico, l’ambiente, il paesaggio e solo un istituzione locale, quale la Provincia, può mediare e governare le conflittualità che gravano sulla gestione degli impianti esistenti e sulla pressione che continua incessante sulla residuale risorsa a regime naturale e/o più verosimilmente seminaturale.
Alla produzione di energia si associa ovviamente il trasporto della stessa (la produzione idroelettrica è circa sei volte superiore all’intero fabbisogno di energia elettrica della provincia), ma, essendo oltre che interamente montana, anche zona di confine, è un fronte di transito ad alta intensità di trasporto di energia dall’estero. Quanto affermato trova conferma nell’elettrodotto Robbia (CH) – San Fiorano (I) e nell’ancor più recente approvazione di progetti di interconnessione Sils (CH) – Verderio (I) e Castasegna (CH) – Mese (I).
La specificità idrologica, l’uso della risorsa idrica e l’interconnessione delle reti di trasporto dell’energia qualificano la Valtellina nodo centrale del sistema energetico lombardo (e non solo) e il governo, la gestione e la valorizzazione non possono che trovare una loro sintesi nell’istituzione provinciale.   (x) http://www.gazzettadisondrio.it/speciali/28092014/provincia-presidente-c...

2. Seguiranno le richieste di carattere operativo
 

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