9 30 8 NATALE, PASQUA E DON SPOSATO
Polemica a Verceia
Polemica a Verceia. Gli scolari debbono preparare biglietti natalizi il migliore dei quali verrà inserito nel giornalino del Comune. Un lettore ha scritto a Vaol lamentando che siano stati esclusi gli argomenti più prettamente religiosi del Natale puntando sulla pace e cose di questo genere. E' intervenuto il Sindaco, la questione è aperta con una serie di lettori che hanno scritto a Vaol, i più contro la discriminazione. Qualcuno invece, soddisfatto, plaude invitando a confinare la religione al chiuso delle famiglie. Ce ne sono infatti di seguaci di quel tale, Karl Heinrich di nome e Marx di cognome che aveva definito la religione oppio del popolo, oppure di Eduard Douwes Dekker, scrittore olandese dell'800 noto con lo pseudonimo di Multatuli secondo il quale "La religione è il carcere volontario dell'intelligenza". Da dietro queste sbarre commentiamo.
La proibita benedizione pasquale
Mi pare che il Sindaco Della Bitta abbia puntualizzato molto bene situazione e il da farsi, suo ampio contributo leggibile su Vaol. Vale la pena comunque di ricordare un episodio che dimostra come l'integrazione possa avvenire senza assumere la decisione più facile: 'ci sono due musulmani? Non offendiamoli. Aboliamo Natale, Crocefisso e il resto senza porsi il problema che così magari offendiamo gli altri, e magari anche, laicamente, la cultura del nostro Paese'.
Qualche anno fa al parroco di Dubino dal cognome non proprio da prete ovvero Don Sposato, fu inibito dalla Direttrice didattica di procedere alla abituale benedizione pasquale della scuola durante le ore di lezione: L'avrebbe potuta fare solo al pomeriggio quando non c'erano scolari presenti.
Polemiche notevoli. La Giunta Comunale protestò recandosi dalla Direttrice che sciorinò carte, leggi, norme e quant'altro dimostrando di avere ragione. Dimostrammo invece allora, e ne riferimmo sul giornale che dirigevo, che la posizione della Direttrice non era motivata "dalla legge" ma "dalla sua interpretazione della legge", interpretazione che analizzammo demolendola. Quello che conta è il seguito..
La madre musulmana
La madre dei due bambini musulmani scrisse al quotidiano 'La Provincia di Sondrio'. Precisò di non avere nessuna responsabilità per quanto accaduto, ma portò un'argomentazione singolare, sorprendente e pedagogicamente eccezionale. "Io mando i miei figli" - scrisse - "all'oratorio a lezioni di catechismo. Non per convertirsi perché siamo fedeli alla nostra religione, ma i miei figli vivono e crescono in Italia ed è quindi giusto che imparino quello che imparano i loro compagni".
Quella madre aveva forse la quinta elementare ma per il suo comportamento - scrivemmo allora - avrebbe meritato di essere lei alla Direzione didattica.
Esempio da seguire, lezione da meditare
Un esempio da seguire, una lezione da meditare. Altro che chiamare "Emanuele" il Gesù Bambino con decisione di tre maestre d'asilo contro due, che eliminare il Crocefisso con un vulnus per chi ne interpreta la grandezza laddove per gli altri si tratta di un soprammobile non offensivo, che invocare la laicità male intesa con fervore intellettualistico o livore laicista!
Religione, pratica e sentimento
La secolarizzazione della società è un fatto ma alla caduta verticale della pratica religiosa non corrisponde affatto una pari caduta del sentimento religioso. Un sentimento tuttora molto presente, molto diffuso al contrario di altri Paesi, Gran Bretagna per prima ove l'anglicanesimo ha portato al deserto religioso, o quasi.
Condizionamento ideologico e Don Abbondio
Negare a tanti bambini le manifestazioni che sono ad un tempo il portato della tradizione religiosa ma anche della cultura di un popolo è un chiaro segno o di condizionamento ideologico o di una debolezza da seguaci di Don Abbondio o ancora di una superficialità che mal si concilia con il ruolo di educatore. Fra le conquiste dell'umanità è certamente da annoverare anche il valore dell'esperienza, traducibile nel detto romano "Historia magistra vitae". Sì, se non la si taglia, la si spezzetta, la si censura. Nei venti secoli ed oltre alle nostre spalle censurare alcune cose. anche lette laicamente, è operazione squallida e negatrice del diritto dei bambini, dei giovani ad avere dagli educatori un quadro completo e non un mosaico senza alcune tessere, magari fra le più importanti. Come si fa a voler nascondere una grande novità della vicenda umana: l'arrivo cioè di un tale che per alcuni di noi ha un significato trascendente ma le cose non cambiano per chi ne ha uno immanente, per chi ne considera unicamente il ruolo 'politico' avuto nella Palestina soggetta a Roma? Un tale che è venuto a dire, in termini talmente rivoluzionari da meritarsi la crocifissione, "Ama il prossimo come te stesso" invitando a porgere l'altra guancia e via dicendo.
Musulmani e cattolici
In un Paese musulmano, alla mia domanda quali fossero i numeri della situazione religiosa, l'interlocutore, professore di liceo, risposte "20% di praticanti, 80% di credenti. In Italia pare che i praticanti siano scesi al di sotto di quel valore, diciamo il 10% ma il 90" non è come là, dove al richiamo risponde al 100%. Da noi, a parte chi non crede, e che merita rispetto proprio per i valori fondamentali della religione cristiana, ma soprattutto della 'variante' cattolica, c'è sì un certo numero di credenti ma tanti, tanti Don Abbondio. E se così è ci meritiamo il degrado. Ripeto: il degrado morale perché anche i laici più obiettivi riconoscono che la religione cattolica, estremismi e faziosità a parte, è stata un pilastro sotto questo profilo, anche se ora lo è un po' meno.
Ottimismo della speranza
Al pessimismo di chi alla Don Abbondio si è arreso, di chi non è capace di far altro che subire gli eventi è opportuno contrapporre una nota di razionale ottimismo, o di ottimismo della speranza, per la nostra fiducia, corroborata dalla storia e dalle conferme nel tempo, che nutriamo in Giambattista Vico.
Usiamo al riguardo le parole di San Josemaria Escrivá. Fondatore dell'Opus Dei:
"Dobbiamo essere ottimisti, ma di un ottimismo che nasce dalla fede nel potere di Dio. L'ottimismo cristiano non è ottimismo dolciastro, e neppure la fiducia umana che tutto andrà bene. È un ottimismo che affonda le sue radici nella coscienza della libertà e nella sicurezza del potere della grazia; un ottimismo che porta a essere esigenti con noi stessi, a sforzarci per corrispondere in ogni momento alle chiamate di Dio".
Meno Don Abbondio, più Padre Cristoforo
Parole che non servono per molti dato che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, salvo magari, senza firmare naturalmente, pontificare in senso opposto.
Non sono dirette a loro.
Sono dirette a chi dei lettori non ci sta ad essere trascinato nel conformismo dell'anticonformismo, nel cui filone si colloca anche la vicenda di Verceia, con troppi Don Abbondio "Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende….". Anche nella Chiesa ci sarebbe bisogno di qualche Padre Cristoforo in più.
Alberto Frizziero