6) La nostra specificità: dichiarazione di "Autonomia di Valtellina e Valchiavenna"
Un primo passo per l’Autonomia
L’approvazione della legge regionale per condizioni di particolari autonomia per la Provincia di Sondrio è certamente una buona notizia. Una vittoria del territorio, degli amministratori e della società civile.
Una vittoria anche di Autonomia di Valtellina e Valchiavenna, che parla di questi argomenti dal 2011, quando a dire ‘autonomia’ e ‘Sondrio’ insieme si veniva guardati (anche da parte di assessori e consiglieri provinciali) come dei matti. Molte delle nostre proposte sono entrate nella carta di Chiavenna e di qui nella legge regionale. Proposte elaborate sulla base non di convenienze e bilancini ma leggendo le esigenze e le potenzialità del territorio.
Ma la vittoria più grande, per noi, è aver portato l’autonomia all’ordine del giorno: ora tutti partiti, sindacati e cittadini ne parlano e quegli stessi (molti a dire il vero) che deridevano l’idea si affannano a voler mettere il cappello su ogni conquista ottenuta, come oggi.
Da parte nostra ci asteniamo dalla corsa all’accaparramento di un presunto storico risultato già intrapresa da diversi partiti, chi per prendersi il merito attraverso la Delrio chi per esaltare il proprio operato in regione.
Esultanze immotivate perché la Delrio contiene molte ombre (aggravate dal progetto di riforma costituzionale) e una sola luce, la specificità montana. Quanto alla regione, questa volta si trovava costretta ad agire (come è stato per Piemonte e Veneto) su impulso della legge nazionale, ma avrebbe potuto darci questi poteri già da tempo.
Si tratta di un primo passo, la legge è soltanto un inizio: soprattutto dal punto di vista delle acque, lo avevamo detto e lo ribadiamo, si poteva e si doveva fare di più. Risulta inoltre necessaria la concessione della piena autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria nelle principali materie. E ci doveva essere (ma ci auguriamo ci sia nella prossima revisione dello statuto) il riconoscimento statutario di Sondrio come realtà montana di confine con una specificità.
La palla ora passa nuovamente al campo governativo, dove in sede di riforma costituzionale e in tutte le altre si dovrà cercare di ottenere nuovamente a Sondrio l’elettività (magari non solo del Presidente, come chiesta dalla Provincia) e la costituzionalizzazione della specificità montana. Altrimenti c’è il rischio che, anche in assenza di garanzie statutarie, la Provincia di Sondrio diventi un dipartimento regionale da poter in qualsiasi momento modificare, aggregare, sopprimere.
E’ importante che anche a Roma ci si presenti con proposte unitarie, condivise, realizzabili e costruttive, nello spirito della Carta di Chiavenna, per le quali Autonomia di Valtellina e Valchiavenna è sempre disponibile.
Il percorso verso l’autonomia, comunque, è iniziato. Ma è appena iniziato. Ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti per portarlo avanti.