Quando, oggi schiavista, l'Europa era GRANDE. Lo dimostra “il caso Valtellina”

Un esempio concreto della visione strategica dell'Europa solidalmente con la Valtellina

Vero. Oggi per qualsiasi cosa che non va il dito accusatore si punta verso l'Europa. Doppiamente sbagliato per due ragioni. La prima perchè non è giusto generalizzare. La seconda perchè non è opportuno generalizzare in quanto si dà un atout agli europeisti per vocazione ma non per sostanza.

Vero comunque che oggi pur senza generalizzare non si può non pensare ad un organismo che era grande e che oggi è intrinsecamente e strutturalmente malato. Burosauri dappertutto, che poi decidono per conto loro. La politica loro schiava e quindi Europa schiavista.

L'Europa dei burosauri
Chi recalcitra e ci condanna per quel che scriviamo prenda atto di una realtà per certi versi allucinante. Riprendiamo da un nostro editoriale del 9 dicembre del 2014: “Europa.  Si legga il libro di quel certo valtellinese di nome Giulio e di cognome Tremonti sulle storture in una Europa in cui la fanno da padroni burosauri preoccupati, ad esempio, di regolamentare i bacelli dei piselli che debbono avere 5 semi, o i profilattici che devono avere requisiti di qualità, in particolare lunghezza di almeno 170 mm e capienza, almeno, 18 litri. Non parliamo poi dei cocomeri per i quali l'indice rifrattometrico della polpa, misurato al centro, e nella sezione ecc.ecc. deve essere uguale o superiore a “.

Chi ci contesta inoltre vada a leggere la Gazzetta Ufficiale '2ª Serie Speciale - Unione Europea', bisettimanale e guardi dove è finita l'Europa di De Gasperi, Adenauer, Schuman...

La GRANDE Europa
A fronte di simile disastro andiamo a vedere la GRANDE Europa e con un caso targato Valtellina.
Torniamo indietro, di qualche decennio. A gennaio 1962  su spinta di Mansholt venive istituito il FEOGA, “Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia” allora destinatario principale delle risorse disponibili provenienti da Stati ma anche dazi e prelievi sulle importazioni da extra MEC. C'era una grande Europa, grande nelle idee anche quando divergevano, De Gaulle in prima fila sotto questi profilo.
Una grande Europa che guardava avanti pensando, e agendo, in grande.
Allora lassù non si occupavano di bacelli e semi e di nessuna delle carabattole di cui oggi si gingillano quelli là e di cui sono specchio quel che viene pubblicato (persino, nell'ultimo numero, ben 7 rettifiche; errare umano ma perseverare...).
Allora pensavano in grande, loro e anche noi.

'Caso Valtellina'1973
Un impegno eccezionale per quel tempo: l'impianto ìrriguo polivalente nel comprensorio da Tresivio a Tirano, il maggiore d'Europa. Non spendiamo molte parole ma diamo numeri, ufficiali al 1973. Primo dato in £ire di allora; secondo in £ire rivalutate ad oggi; trezo dato quello in €uro:
1° intervento Feoga 2.480.000.000 (39.265.840.000 pari a € 20 mln.279.113)
2° intervento Feoga 1.456.120.000 (23.054.747.000 pari a 11.906.783 €)
3° intervento Feoga  1.150.000.000 (18.207.795.000 pari a 9.403.621 €)
Elettrificazione, motorizzazione, automazione 750.000.000 (11.874.750.000 pari a 6.132.796 €)
Condotta S.Rocco-Sommasassa 320.000.000 (5.066.560.000 pari a 2.616.660
15,833 l'indice Istat 1972 / 2016

A quella data un ammontare di stanziamenti, rapportati ad oggi in base al coefficiente ISTAT, sfiorava i 90 miliardi di £ire, quasi 45 milioni di €uro. Due osservazioni ulteriori:
1) Negli anni successivi ulteriori finanziamenti man mano che avanzavano le adesioni rendendo possibile la posa degli irrigatori. Molte le resistenze a lasciar passare i tubi o collocare gli irrigatori. La siccità del 1976 semplificò tutto. Vista l'acqua che arrivava nell'unico 'comizio' (diciamo settore) completo, quello di Villa di Tirano, mentre nel resto del territorio il terreno seccava, ci fu la corsa per aderire cosa che rese possibile andare avanti e poi concludere i lavori
2) Matematicamente è giusta l'applicazione dell'indice Istat. In concreto però il rapporto reale con la condizione della gente, ben diverso, rivaluta ulteriormente i dati sopra riportati
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Grande BIM. Doveroso citare il ruolo svolto dal BIM senza del quale non ci sarebbe stato risultato. I fondi del FEOGA erano pochissimo utilizzati dall'Italia per un problema finanziario. La procedura, prima italiana e quindi comunitaria, portava ad un rimborso delle spese non prima di un anno. Non c'era fornitore o impresa che accettasse. In Valtellina non ci furono problemi. Il BIM fece da Finanziaria anticipando i soldi e quindi pagando a pronta cassa con i conseguenziali risparmi del caso.

Aspetto, questo, a parte “il caso Valtellina” diventa caso emblematico, epilogo triste di come sia andato degradandosi un Grande Disegno col passaggio del testimone da alcuni Grandi Uomini dianzi citati a minuscoli personaggi. Politica sconfitta, compromesso il domani.

 

Alberto Frizziero
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