Fusione Comuni. Non ci siamo
“Piccoli Comuni: unione o fusione?” questo il tema del convegno organizzato da CGIL, CISL, UIL - Sindacati pensionati con il direttore dell’Ires Piemonte Francesco Montemurro, il Presidente della Provincia Della Bitta e i Sindaci di Chiesa Longhini e di Grosotto Patuelli con l'introduzione di Armanasco (CGIL) che ha giustificato l'interesse dei Sindacati dei pensionati con i problemi legati ai servizi, in particolare per la popolazione anziana, in capo ai Comuni.
Quasi un centinaio i presenti ad un dibattito a due voci. Chi vorrebbe si mettesse subito mano all'accorpamento dei Comuni e chi invita alla riflessione. Fra questi chi non vorrebbe cambiare ma anche chi vorrebbe cambiare ed invita alla prudenza e per i problemi e sulla base delle negative esperienze fatte in Valchiavenna e nel Tiranese. Negative in quanto queste riforme non vanno fatte a tavolino ma coinvolgendo la gente. La gattina frettolosa, secondo un famoso detto, fa i gattini ciechi.
In realtà c'è chi pensa che, piccolo, non ce la fa da solo, mentre se si mette insieme ad altri... Debolezza + debolezza in realtà non fa una forza e gli incentivi a chi si sposa non sono strategici e domani verranno meno.
Si continua ad ignorare un esempio illuminante come quello della Francia che notoriamente ha un'ottima amministrazione pubblica fondata, in particolare, sui Comuni. Non circa 8.000 come in Italia ma ben 37.000, solo 743 dei quali hanno deciso di fondersi nonostante i robusti incentivi. E fra quelli fusi non è intervenuta la bislacca, incompetente, penosa misura del numero degli abitanti. Come abbiamo documentato in recente articolo c'è stato un Comune risultante dalla fusione di 82.000 abitanti come un altro di poco più di 250 in tutto. Gli ignoranti che pensano solo agli abitanti, come la proposta del PD di sopprimere tutti quelli con meno di 5.000 abitanti, dimostrano la loro ignoranza. Un Comune non è solo abitanti ma abitanti e territorio così come non ci sono solo numeri, di persone e di ettari, ma identità, tradizioni, storia.
Ricordiamo infine quello che secondo chi scrive può essere il catalizzatore di un processo che naturalmente poi si concluda con la fusione, e cioè la concentrazione dello Stato Civile. Per stare all'esempio della Valmalenco non cinque uffici di anagrafe, compito delicatissimo, ma uno solo a Chiesa con terminali negli altri quattro municipi e con parallelo sviluppo della telematica.
Stato Civile, “condotta urbanistico-territoriale”, Welfare associato, funzioni in comune oppure in collaborazionecon un solo segretario (anche se gli altri non saranno d'accordo...) le tappe.
E' incredibile come non si proceda quantomeno ad una verifica. Riforme dappertutto ma lo Stato Civile, cui nessuno pensa, deve restare come ai tempi del ben noto 'carlo codega'. Non sembra un po' strano?