3 30 DAL BALTICO ALL'EGEO: LA STORIA MILLENARIA DI OMERO
Che un ingegnere nucleare come Felice Vinci, che ha curato tra l'altro l'avviamento della centrale di Caorso, invadesse il campo di storici accreditati e di affermati archeologi qualche tempo fa nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Ma che rivoluzionasse il sistema geografico del mondo omerico ubicato nella culla del Mediterraneo, spingendolo oltre le estreme propaggini della Bretagna è apparso a molti come l'eresia del nuovo millennio, un paradosso insostenibile.
Eppure, nel corso degli anni, grazie ad accurate e tenaci ricerche nelle terre del Nord Europa,Vinci è riuscito a incrinare certezze dogmatiche sconvolgendo convinzioni millenarie che rovesciano il corso della storia dei popoli del vecchio continente.
E così la sua affascinante ipotesi, suffragata da prove concrete, talvolta schiaccianti, combacianti perfettamente con le dettagliate descrizioni dei poemi omerici letti e straletti chissà quante volte da Vinci, incontra il riconoscimento di grandi scienziati e studiosi di settore e dell'avallo di Rosa Calzecchi Onesti, massima traduttrice dei poemi omerici che ha scritto la prefazione del suo notissimo libro "Omero nel Baltico" giunto ormai alla sua quinta edizione e tradotto anche in Russia e negli U.S.A.
Finanche la Rai gli ha concesso grande spazio su Voyager per esporre una teoria che sembrava delirante e ormai sono in molti, storici, archeologi, ricercatori di settore, a dargli ragione.
Tutto nasce dalla sua straripante passione per gli antichi classici, con lettura di un brano di Plutarco che indicava la collocazione dell'isola di Ogigia da cui inizia il racconto di Ulisse "a soli 5 giorni di navigazione dalla Britannia".
Da quel momento inizia una serie infinita di sopralluoghi, ricerche affannose per coprire tutte quelle discrepanze topografiche e incongruenze storiche che indicavano nel mar Egeo l'epicentro di tutte le vicende dell'antica Ilio e della "pietrosa" Itaca. L'aspro Peloponneso, teatro di scontri cruenti tra i possenti eroi achei e troiani, la mitica città di Priamo sulla collina di Hissarlik, le sconvolgenti scoperte di Schliemann, il mitico mondo degli dei , il "casus belli" della bella Elena, le sirene, l'Averno: tutto rimesso in discussione.
La sua ipotesi è che il "biondo popolo del Nord" nelle sue migrazioni sia giunto durante la mitica età del bronzo ai confini dell'Egeo creando la civiltà micenea, disseminando lungo il suo cammino e nella nuova patria colonizzata, tutti i toponimi della propria terra lontana e conservando quella memoria collettiva delle proprie tradizioni, delle credenze popolari, della religione, degli antichi miti ricollocati successivamente dagli aedi, i cantori della storia dell'Ellade antica, in pieno Peloponneso.
Troia non poteva trovarsi sulla balza di Hissarlik perché lì a quel tempo c'era solo il mare. L'azione scenica di Omero si spinge dunque fino a Toja nei Paesi Scandinavi e Itaca trova collocazione tra le isole danesi, come Ogigia, posta alle estremità delle isole Faroer. La Norvegia con i suoi fiordi diventa l'ascesa verso Scilla e Cariddi e la misteriosa Trinacria, fino alla terra dei Letrigoni, gli abitatori delle terre più settentrionali d'Europa. La stessa mitologia greca è la perfetta copia di quella nordica, come usi e costumi, in una felice fusione tra popoli lontani.
L'incontro presso la biblioteca civica "Pio Rajna" curato dalla professoressa Francesca Peroni ha avuto un grande seguito. D'altronde Felice Vinci è abituato ormai alle grandi platee di tutto il mondo, soprattutto quelle universitarie a cui non si stancherà mai di dire sostenere con grande enfasi le nostre profonde radici "nordiche".
E' tempo ormai di cambiare testi di storia antica e letteratura epica o almeno di aggiornarli? Forse. Nel frattempo il novello aedo-Vinci continuerà a cantare le sue mille storie millenarie sulle vie del sapere del mondo.
Nello Colombo