"SONO SCURA, MA BELLA"( CANTICO DEI CANTICI 1, 5)

Innovativa mostra sull'Etiopia Cristiana

Presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, per la prima volta in Italia si è aperta una innovativa mostra sull'Etiopia Cristiana con materiali in gran parte inediti. E' una manifestazione che l'Italia dedica all'arte più che millenaria di una sua ex Colonia: l'Etiopia ed a ospitarla è una Venezia che già nel '400 istaurò con il regno africano legami economici, religiosi e culturali molto stretti. Curata da Giuseppe Barbieri, l'esposizione si avvale del contributo d'altri insigni studiosi fra i quali Stanislaw Chojnacki, professore emerito dell'Institute of Ethiopian Studies dell'Università di Addis Abeba, oltre agli italiani Gianfranco Fiaccadori, Mario Di Salvo e Osvaldo Ranieri. Il percorso espositivo prevede anche un grandioso apparato multimediale che, proprio nella parte iniziale dell'esposizione, vuole introdurre il visitatore nell'atmosfera di quel paese con fotografie, filmati proiettati su pareti a grandezza naturale, interviste virtuali a Stanislaw Chojnacki e musiche che fanno di contorno alle acqueforti dedicate da Lino Bianchi Barriviera, fra il 1939 e il 1949, ai suggestivi scorci delle chiese rupestri di Lalibela (presso Roha, l'antica capitale dei re Zague), dal nome del sovrano che le fece costruire fra il XIII ed il XIV secolo. Al piano superiore, invece, sono esposti i primi oggetti importanti, a cominciare dal Mappamondo di Fra' Mauro, capolavoro della Biblioteca Marciana, prestato per l'occasione, che offre subito la dimensione geografica dell' insieme. Intorno, nelle vetrine, le croci astili finemente lavorate e gli altri oggetti rituali legati alla devozione cristiana. Più avanti, poi, la cultura artistica dell'Etiopia si dipana fra le pagine dei suoi codici e i legni d'icone totalmente originali che trovano qui, per la prima volta, la loro opportunità espositiva. Infine, il legame fra l'Etiopia e Venezia si rinsalda ancora con le opere di Nicolò Brancaleone, il pittore inviato in quella terra lontana intorno al 1480. La sua bottega fu un punto di riferimento per lo sviluppo stesso dell'arte etiopica. Il titolo della mostra "Nigra sum sed formosa" richiama il celebre versetto del Cantico dei Cantici e la Regina di Saba che volle incontrare il famoso re Salomone. E' stato scelto per ricordare l'antichità dell'esperienza religiosa prima giudaica e poi cristiana in terra etiopica. Qui sussiste ancora oggi una sorta di chiesa delle origini, degli Apostoli, che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche, lo spirito della prima età evangelica. Un unicum cui non è estraneo il fatto che l'Etiopia cristiana sia venuta rapidamente a trovarsi circondata da popoli islamici. Il forte radicamento di una tradizione cristiana nell'impero del Leone coincise con l'affermazione di una identità di razza, lingua, costumi, che pur attraverso molte fasi critiche, è giunta sino a noi.

Venezia è stata, almeno già dall'epoca del grande re Zar'a Ya'qob (1434-58), uno dei partner più significativi, tra gli stati europei, dell'impero etiope, a ribadire così la sua funzione di porta di collegamento tra Oriente e Occidente. Questo dato segna l'assoluta pertinenza della città di San Marco, che è sede di uno dei più importanti e antichi patriarcati d'Occidente, come luogo e scenario della mostra.

L'esposizione si presenta come un organico e affascinante "racconto", imperniato su riconoscibili personaggi: la Regina di Saba; il Re Lâlibalâ (XII-XIII sec.), da cui prende nome la città santa costruita sulle montagne del Lasta, la "Nuova Gerusalemme" a beneficio dei pellegrini etiopi, impediti a recarsi in Terra Santa dalla presenza islamica, al modo in cui nell'Europa medievale si realizzavano le varie copie del Santo Sepolcro; il re Zar'a Ya'qob, sotto di cui, nel XV sec., il Paese si aprì decisamente alle presenze occidentali.

A Ca' Foscari sono in mostra materiali di straordinaria importanza storica ed artistica, testimonianze preziose e per la più parte inedite: icone, croci, rotoli magici, codici miniati, incisioni, capolavori cartografici, rari libri di modelli. A concederle, spesso per la prima volta, sono raccolte private e pubblici musei, nazionali e internazionali. Ad affiancare questi eccezionali reperti originali numerosi contributi a visualizzazione multimediale (musiche, filmati, fotografie …) per testimoniare la civiltà religiosa e la grandezza estetica dell'impero del Leone.

Accompagnerà i visitatori nelle diverse sezioni il prof. Stanislaw Chojnacki, fondatore degli studi moderni sull'arte etiopica. Invece un gruppo di lavoro interno, quello affidato al professor Augusto Celentano, farà da guida multimediale mobile, realizzata in ambiente iPod. In questo modo la mostra diventa un prestigioso laboratorio per gli studenti dell'Ateneo, impegnati a declinare anche nelle più innovative forme dell' edutainment un itinerario denso di reperti e temi di rara suggestione.

Questa importante componente multimediale è messa a servizio della comprensione e della contestualizzazione delle meraviglie originali proposte dall'esposizione. Consentendo di entrare fin dentro lo spazio e lo spirito di monumenti, luoghi e di cerimonie sacre che hanno contribuito a tenere vivissimo un credo bimillenario in terra d'Africa.

Maria de Falco Marotta

Notizie tecniche

"NIGRA SUM SED FORMOSA" - SACRO E BELLEZZA DELL'ETIOPIA CRISTIANA.

Dal 13 marzo al 10 maggio 2009 a Venezia Ca' Foscari Esposizioni Dorsoduro, 3246

Info: tel. 041 2346947 - e-mail: cafoscari.fr@unive.it - Web: http://www.unive.it/

Orari: 10.00-18.00 - (martedì chiuso)

Maria de Falco Marotta
Società