HELEN MIRREN, UN’INSUPERABILE REGINA
E’ innegabile che Stephen Frears sia un ottimo cineasta e che sappia scegliere i temi da proporre che non siano solo storie, ma anche divertimento per il pubblico.
Subito, appena visto( il 2 settembre 2006, quando ancora la strada verso la fine era lunga e lastricata da tante pellicole insulse) The Queen, che ha fatto ridere e riflettere, ha rivelato al mondo intero un’attrice assolutamente eccezionale, quella Helen Mirren, a ragione e senza rivali, che ha ricevuto, poi, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Venezia 63.
Il film The Queen
The Queen - La regina
Titolo originale: The Queen
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 100'
Regia: Stephen Frears
Sito ufficiale: www.bimfilm.com/thequeen
Cast: Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms, Paul Barrett, Forbes KB, Alex Jennings, Helen McCrory, Roger Allam, Tim McMullan
Produzione: Pathé Pictures International, Scott Rudin Productions
Distribuzione: BIM
Data di uscita: Venezia 2006 - 15 Settembre 2006 (cinema)
Non è usuale imbattersi in un film dove sono rappresentate persone di potere ancora vive ed ancora in una stabile posizione di comando. Però possono accadere in Inghilterra, dove la libertà di parola è una valore sacro e dove c'è un regista come Stephen Frears. The Queen affronta le due settimane in cui i rapporti tra monarchia inglese ed opinione pubblica furono difficili e sull'orlo della rottura, in un escalation senza precedenti. L'improvvisa morte di Lady Diana nell'agosto del 1997 lasciò sgomento il mondo e la casa reale, del tutto impreparata ad affrontare un lutto del genere, e ancora più incapace a confrontarsi con l'amore degli inglesi per la principessa scomparsa.
A Stephen Frears non interessa la maldicenza, né tantomeno la ricerca di tesi cospirazioniste gonfiatesi e poi inevitabilmente svuotatesi nei quasi dieci anni che ci separano da quella tragedia. Come rammenta palesemente la citazione in sentenza al film desunta da Shakespeare, "incerto è il capo su cui poggia la corona" (Enrico IV, Parte II), il tema del film è piuttosto un analisi disincantata sull'essenza del potere, e di come un evento tragico percepito in maniera negativa e incredula dall'opinione pubblica possa innescare un conflitto costituzionale senza precedenti.
Il valore del film è affidato alla innegabile bravura di Helen Mirren nel ruolo della Regina Elisabetta, che riesce a creare un personaggio solido e molto umano anche nelle sue debolezze e nell'attaccamento rigoroso ai propri poteri e alle proprie caratteristiche. La Regina è una donna di un'altra generazione, che comprende solo quando è troppo tardi quanto Diana sia stata amata dall'opinione pubblica e in particolar modo dai sudditi inglesi. Allo stesso tempo però la Regina è molto protettiva nei confronti dei nipoti William e Harry, quasi “prigionieri” nel Castello di Balmoral per sottrarli ad una stampa sempre più vorace ad aggressiva nell'ottenere notizie sui figli di Diana, ora che questa è scomparsa. Il film ipotizza che proprio quando il disamore degli inglesi verso la monarchia stava raggiungendo il culmine, Tony Blair abbia trovato una mediazione inducendo la Regina a riconoscere il lutto di coloro che amavano Diana e a farsene carico, tornando a Londra e rivolgendosi direttamente a loro.
Tutti i personaggi del resto sono trattati con profondità e rispetto, particolarmente il principe Carlo, ritratto con grande dignità. Forse il solo Tony Blair è mostrato con una punta di amara ironia, visto che nel film assistiamo ai primi segni di un processo di trasformazione che da "uomo del cambiamento" eletto a furor di popolo lo porterà a diventare un politico fondamentalmente tradizionalista, deludendo le aspettative di molti. Anche se i personaggi sono rappresentati nella loro umanità, il film non è affatto indulgente nei loro confronti. La sceneggiatura di Peter Morgan, tratta in parte dalle testimonianze di chi lavorava in quei giorni nelle varie corti coinvolte (Saint James, dimora del Principe Carlo, Kensington, dove viveva Diana ed infine Buckingham Palace) è poco benevolo nei confronti della Regina, rappresentata spesso in situazioni poco regali e in scambi di battute velenose con i membri del suo staff. Specialmente se riferiti a Tony Blair, ignaro del protocollo reale.
Nata a Chiswick( Londra), il 26 luglio del '45, Helen Mirren (vero nome Ilyena Lydia Mironoff) è considerata una delle migliori attrici dello scenario britannico, anche se i successi per lei sono arrivati soprattutto grazie al teatro, sua vera passione. Figlia di un aristocratico russo trasferitosi a Londra durante la rivoluzione russa, Helen fin da piccola voleva diventare un attrice e dopo aver studiato recitazione inizia ben presto a lavorare in teatro confermando così il suo innegabile talento. I personaggi da lei interpretati partendo da Cleopatra del '65 fino a Lady Macbeth del '74 la trasformano in una regina del palcoscenico, così nonostante le forti richieste per entrare a far parte del mondo del cinema Helen continua a preferire quella che lei considera la "vera recitazione”. Nel 1981 recita nel ruolo di Morgana in "Excalibur" e poi più avanti, in "Gosford Park" di Altman. E’ sposata con il regista Taylor Hackford.
Oltre che ottima attrice, è anche, produttrice e regista.
Il suo SITO ufficiale é: www.helenmirren.com
DOMANDE & RISPOSTE
Helen, secondo lei quali sono i pregi della regina Elisabetta e quali i difetti?
Le qualità positive che le riconosco, sono dignità, coerenza, senso del dovere, senso della responsabilità, la sensazione che le consenta alla gente di essere ciò che è, senza pensare di controllare chi le sta intorno. Queste cose però possono avere un risvolto negativo cadendo nei difetti, e in particolare possono dimostrare una mancanza di immaginazione, non è un'artista nel senso classico del termine. Ama gli animali, ma questo non vuol dire che non si occupi degli esseri umani. In compenso non ha le nevrosi che caratterizzano gli artisti.
Lei ha interpretato prima Elisabetta I per la televisione e poi Elisabetta II, cosa ha tratto da questa esperienza?
E’ stato indubbiamente interessante interpretare Elisabetta I e poi due settimane dopo Elisabetta II. Questo mi ha dato l'opportunità di notare le somiglianze e le differenze tra le due regine. Ovviamente Elisabetta I viveva in un panorama politico completamente dissimile e aveva una personalità molto differente, però entrambe sono salite al trono a 25 anni, quindi molto giovani, caricandosi di molte responsabilità e sottoponendosi ad una pressione incredibile, ma senza mai cadere nella nevrosi. Entrambe hanno in comune la determinazione a portare avanti fino alla fine il loro ruolo di sovrane, cosa che è insita nel loro giuramento. A volte si dice che la regina potrebbe passare il testimone a Carlo o ad Harry, ma la regina Elisabetta II non abdicherebbe mai, restando fedele al proprio incarico fino alla morte.
Si è dovuta sottoporre a lunghe sedute di trucco per “trasformarsi” nella regina Elisabetta II?
no, venti minuti... meno anzi. Bastava una parrucca, un filo di trucco e un po' di imbottitura...
Lei è stata nominata dame nel 2003, titolo che le dà a tutti gli effetti l'appellativo di "sir". Ha incontrato la regina in quella occasione?
no, il principe Carlo.
Come è stato?
Mi piace molto il principe Carlo, l'ho incontrato in altre occasioni. Sono parzialmente impegnata con associazioni benefiche. Credo che sia una persona molto interessante. È intelligente, molto occupato per il proprio paese, ha un grande senso del dovere della responsabilità, proprio come sua madre. Mi piace che sia un agricoltore biologico e che lo sia diventato quando ancora non era un fenomeno di moda.
Cosa pensa che Elisabetta potrebbe dire guardando il film, crede che si riconoscerebbe?
non so, come potrei saperlo? Non ne ho la più pallida idea. Diciamo che nell'interpretare la regina sono stata molto attenta a livello umano. Se mi avessero offerto il ruolo di assistente di un dentista in una cittadina della provincia inglese mi sarei imposta lo stesso obbligo di essere il più veritiera possibile per non tradire la persona. Spero dunque di non aver tradito la regina. Non saprò mai né devo conoscere quello che lei pensa. Sarebbe un'invasione cercare di comprendere cosa pensa di me e di questo film. Bisogna aggiungere che quella settimana è stato un momento molto difficile per la famiglia reale. È sempre pesante il trauma psicologico per una famiglia quando perde un membro, specialmente se sono rimaste questioni irrisolte. Sono però orgogliosa di essere in un paese in cui la libertà d'espressione permette di realizzare un film come questo.
Quando è morta Diana sono piovute molte critiche sulla casa reale perché era convinzione comune che non stesse facendo abbastanza per onorarne la memoria. Quali sono le regole prescritte dal protocollo reale, anche per fare comprendere ai non inglesi le ragioni del conflitto tra popolo e famiglia reale?
In realtà l'unica questione di protocollo riguardava la bandiera, argomento del resto affrontato nel film. Anche se la regina morisse la bandiera non verrebbe issata a mezz'asta, perché la bandiera reale serve solo a segnalare la presenza della regina a palazzo reale, non è la bandiera inglese (detta anche Union Jack). Del resto nessuno della famiglia reale era deceduto da molti anni e quindi non aveva dovuto affrontare questa specifica questione di protocollo. Ma la cosa importante da ricordare è che due bambini avevano appena perso la madre nella maniera più atroce, e al di fuori del palazzo c'erano molti che dietro alla facciata della simpatia erano in realtà come avvoltoi che avrebbero voluto divorare i figli di Diana Spencer. Così la famiglia li stava proteggendo, tenendoli a Balmoral, come qualunque altra famiglia avrebbe fatto.
Gli aspetti più privati della regina che ci vengono mostrati, come la borsa dell'acqua calda, le forcine nei capelli, la vestaglia, il fatto che lei guidi la macchina, sono dettagli improvvisati o autentici?
Lei sicuramente guida . Nella seconda guerra mondiale ha lavorato davvero come meccanico d'auto. Conosce le auto dal punto di vista tecnico. Non sappiamo delle forcine, ma sappiamo che il castello di Balmoral è molto freddo, quindi direi che la borsa dell'acqua calda è probabile.
Cosa pensa di Diana?
è una domanda troppo ampia, c'è troppo da dire in questa occasione e in fondo non è l'argomento del film. La morte di Diana è un catalizzatore che genera il conflitto di cui sappiamo tra monarchia e società inglese.
Visto che le sedute di trucco erano brevi, ha avuto il tempo di lavorare sulla gestualità della regina, e l'ha mai incontrata?
ho incontrato la regina qualche anno fa, sei per la precisione, e le ho parlato per un minuto circa. Lei mi fatto una grande impressione. Ho avuto la conferma di quanto dicono coloro che l'anno incontrata di persona: che ha carisma, è molto vivace, divertente. Ma ovviamente quell' incontro non è stato sufficiente, ho visto una grande quantità di filmati, ho letto qualunque libro mi sia capitato sotto mano. Ma la parte più importante è stata trovare la voce giusta. Da quella ho trovato anche la gestualità. Poi i vestiti adatti hanno suggellato il tutto.
Le piacciono i premi?
I premi sono come delle bolle di sapone: le tieni in mano brevemente e poi scoppiano senza lasciare nulla, però è bello sentire di entrare nella bolla, anche se per un istante.
Dove si trovava e cosa ha provato quando Diana è morta?
Non ricordo dov'ero. Forse in America, non ne sono sicura, ma non ero in Inghilterra. Ricordo di aver provato incredulità.
Quanto è stato difficile interpretare una regina vivente?
è stato semplicemente spaventoso, in particolare perché è ancora qui. È un progetto destinato a perdere in partenza, perché per quanto tu ti possa impegnare non sarai mai convincente di un decimo di quanto loro siano convincenti. La parte più impegnativa è stata la costruzione della voce in cui Penny Dial mi ha aiutato in modo significativo, oltre naturalmente a Peter Morgan, che aveva fatto un notevole lavoro di ricerca. Inoltre nel nostro paese c'è la libertà di parola, e la famiglia reale è sempre stata molto indulgente nei confronti di chi parla e commenta la loro condotta, a meno naturalmente di non essere diffamatori. Non credo però che il nostro film sia diffamatorio, ma che anzi offra uno spaccato umano e delicato della casa reale, relativo ad un momento molto difficile per una famiglia fuori dall'ordinario.
Diana, secondo lei, sarebbe stata una grande regina se lo fosse diventata?
è stupido fare ipotesi su una cosa che non sarebbe mai potuta accadere e certamente non accadrà mai.
Cos’è veramente la regina per voi inglesi?
Credo a volte che sia difficile per chi non è britannico capire a fondo quale sia l'impatto che la regina ha sulle nostre vite. Lei è un'immagine costante nella nostra vita in Gran Bretagna. Le persone più anziane se la ricordano da giovane, e chi è più giovane l'ha ben presente com'è adesso. Ma sia per i repubblicani più accesi che per i monarchici la loro posizioni perdono rilevanza dinanzi a questo aspetto specifico: lei c'è sempre stata. È un po' come il divano dei tuoi genitori, che era nuovo quando eri piccolo e lo usavi come un trampolino, poi ci è finito sopra del vino, bruciature di sigaretta, e allora è stato portato dal tappezziere, e la nuova fodera si è nuovamente rovinata con il tempo. Quando alla fine te ne sei dimenticato te lo ritrovi davanti e comprendi che è la cosa più familiare della tua vita, e che lo conosci come il palmo della tua mano. In qualche modo la regina per noi è qualcosa di simile, familiare e allo stesso tempo enigmatica e sconosciuta. Mi ricordo che quando ero piccola e avevo qualche problema mia madre mi diceva "non preoccuparti cara, sono problemi che anche la regina deve affrontare". E mia madre era una repubblicana di ferro, detestava anche solo l'idea di una famiglia reale.
La parola "rivoluzione" viene menzionata alcune volte durante il film. Crede che ci sia stata la possibilità di un cambiamento dal basso, pacifico del sistema di governo inglese?
ci sono stati alcuni che hanno creduto che i tempi stessero per cambiare, e forse sarà interessante vedere da qui a cinquant'anni quale sarà stato l'effetto di quelle due settimane sull'istituzione monarchica. Ma forse è stata solo una tempesta, e le tempeste passano.
Domanda a Peter Morgan, sceneggiatore.
Avete preso in considerazione tutti i sospetti e i pettegolezzi che giravano sul conto di Lady Diana prima e dopo la sua morte?
non le abbiamo prese in considerazione nemmeno per un istante. Il produttore mi aveva chiesto di scrivere in proposito però. In realtà se scrivi della principessa Diana prima della sua morte, l'argomento è la cospirazione, se scrivi dopo il tema principale è la politica ed il conflitto costituzionale tra Primo ministro e Regina. La seconda parte mi interessava molto di più della prima, ho comunque fatto delle ricerche sulla prima parte, ma mi è sembrato che sarebbe venuto fuori un film scadente. Magari ci sarebbe stato un modo per renderlo interessante ma io non sono riuscito a pensare a uno stratagemma per rendere la storia interessante. Nello stendere la sceneggiatura, ho voluto aggiungere una storia all'interno del film. Nello scrivere su Tony Blair, non volevo fare riferimento solo al 1997, anche perché sapevo che ben difficilmente io e Stephen successivamente avremmo potuto scrivere sul Tony Blair di adesso. Quindi ho voluto raccontare brevemente la parabola di quest'uomo arrivato al premierato con grandissime promesse di cambiamento di ammodernamento che poi si trasforma in un tradizionalista conservatore. E non ho bisogno di dirvi come sia diventato Blair adesso e come sia giudicato dagli inglesi.
C'è un rapporto freudiano tra Blair e la regina, il film sembra suggerire che lui veda in lei una figura materna...
la regina avrebbe la stessa età della madre di Blair se quest'ultima fosse ancora viva. Non credo che la consideri letteralmente sua madre, ma penso che ogni volta che qualcuno si trovi di fronte ad una persona della stessa età della propria madre, questo tipo di relazione sia inevitabile. Ho la certezza che nel suo rapporto con il primo ministro la regina fosse come una figlia per Churchill, che fosse come una moglie per Winston, Callaghan e Heath e poi come una madre per Blair, dopo aver avuto dieci primi ministri per un periodo così lungo per tutta le generazione del dopoguerra non sarebbe strano ipotizzare che la regina abbia un rapporto familiare con i capi del governo britannico. Ma che Blair la consideri sua madre, no, non lo credo proprio.
Quali sono state le vostre fonti?
Kensigton, Saint James e Buckingam, rispettivamente palazzi reali delle corti della principessa Diana, del Principe Carlo e della Regina, hanno budget autonomi e staff autonomi, con uffici di pubbliche relazioni. E si odiano moltissimo, dando informazioni contrastanti e mettendo spesso i politici in imbarazzo. Così non è difficile trovare ex dipendenti scontenti più che lieti di raccontare quello che accadeva in quel periodo. La cosa da tenere a mente, se siete appassionati di complotti alla Machiavelli, cosa che amiamo tutti, è che ogni palazzo ha il proprio ufficio di pubbliche relazioni, e così Kensington Palace, la corte di Diana ha una versione completamente differente da Buckingam Palace o da Saint James, che è la corte del principe Carlo. Le tre corti in realtà sono violentemente ostili tra loro, per cui non c'è una linea ufficiale della famiglia reale, con un punto di vista unico e sarebbe fuorviante credere una cosa del genere. Quindi sono stato molto attento nella scrittura a rendere conto degli orientamenti delle tre corti.
Siete venuti a Venezia con gli avvocati?
no. Quando abbiamo fatto leggere la sceneggiatura al nostro ufficio legale, la persona che avevano più paura di offendere era Cherie Blair, perché è un avvocato di primordine ed è molto aggressiva nei confronti della stampa. Ma in un paese in cui domina la satira, i tabloid eccetera, perché preoccuparsi di questo film? Inoltre Frears tratta i personaggi come esseri complessi e tridimensionali, e questo è davvero rivoluzionario.
Domande a Stephen Frears, regista
Pensa che l'atteggiamento protettivo di Tony Blair nei confronti della regina derivi da considerazioni di convenienza politica?
Non credo che da parte di Tony Blair ci sia stato tutto questo calcolo, sarei sorpreso da una cosa di questo genere. Inoltre quando la Regina ha deciso di lasciare il Castello di Balmoral e di tornare a Londra, nessuno sapeva quale sarebbe stata la reazione dell'opinione pubblica e della gente che era per strada, si temevano proteste, atteggiamenti ostili. Che io mi ricordi non c'è mai stato un atteggiamento così apertamente ostile e critico nei confronti della regina. Erano giorni difficili e Blair era il primo ministro, quindi doveva fare qualcosa.
Come reagiranno gli inglesi alla morte della regina?
la morte della regina sarà un evento straordinario nella vita dell'Inghilterra e sicuramente ci saranno cambiamenti. Mi auguro.
A volte il suo atteggiamento sembra più dalla parte della regina che dalla parte di Diana...
non sono d'accordo. Il film è molto critico nei confronti del matrimonio tra Carlo e Diana. Un matrimonio combinato fatto con la collusione di questi ultimi. È da questo che sono nati tutti i guai.
All'inizio della sua carriera era fieramente avverso all'establishment. Questo film rappresenta un ravvedimento paragonabile alla parabola di Tony Blair?
Non credo che l'establishment sarebbe d'accordo! Comunque la questione è molto complicata. Blair aveva vinto con una maggioranza schiacciante e sembrava una specie di Gesù Cristo che non poteva fare nessun errore. Forse da parte mia è più eroico fare un film che loda Tony Blair in un momento in cui i suoi consensi sono al minimo storico. Tutto è filtrato attraverso quel senso di delusione per quello che Blair non è stato.
In passato ha realizzato film molto irriverenti. Questo film indica forse un passaggio dalla parte della regina e di Tony Blair come simpatia politica?
Mentre realizzavo il film ho compreso il punto di vista di una donna di una certa età che si va a ficcare involontariamente in un grande pasticcio. E ovviamente inizi ad avere simpatia per lei. Il film forse sarebbe stato interessante con un punto di vista di parte, se fosse stato realizzato da un monarchico o da un estremista di sinistra. In realtà ti trovi davanti ad un istituzione che si fa criticare apertamente.
E cosa pensa della regina?
Ho di fronte la regina da oltre sessant'anni, c'è stata più a lungo di molti dei miei familiari. Non c'è bisogno di scomodare Freud per dire che dopo tutto questo tempo entra nel tuo inconscio. Anche quando imbuchi la lettera c'è un francobollo con l'effigie della regina...
Maria & Elisa Marotta