L’OSCAR PER LA CASA BIANCA?

Al Gore ha vinto l’Oscar con il suo documentario sulla minaccia catastrofica del riscaldamento del pianeta. Il vero “Oscar” lo ha vinto invece Hillary Clinton con il recente appoggio ottenuto da Steven Spielberg, il regista cinematografico più famoso e stimato d’America. Il nome di Spielberg crea echi positivi nella mente dell’americano medio di sinistra ma anche di destra. Nel suo annuncio Spielberg ha detto che per esperienza e forza l’ex first lady rappresenta il “candidato più qualificato” per l’elezione.

Non è stato facile vincere questo “premio” ed infatti Spielberg aveva considerato seriamente di riversare il suo appoggio su Barack Obama. Alla fine però l’amicizia che lega il regista ai Clinton e il senso di inevitabilità che Hillary Clinton vincerà la nomina del Partito Democratico hanno spinto Spielberg verso il candidato più centrista dei tre maggiori aspiranti democratici.

Si crede che Hollywood sia liberal ma la realtà è diversa. Come disse una volta il presidente americano John F. Kennedy la tradizione liberal di Hollywood non è che “un mito”. Infatti, se ciò non fosse vero, sarebbe stato John Edwards, il vero candidato liberal del Partito Democratico, a ottenere l’appoggio di Spielberg. Inoltre il fatto che il concorrente più serio di Hillary Clinton sia stato Obama suggerisce che Hollywood mira a un appoggio che tende verso la pratica e non l’idealismo dato che ai due vengono attribuite più chances di potere essere eletti presidente.

Malgrado la buona notizia per Hillary Clinton, David Geffen, il socio di Spielberg alla DreamWorks, ha dichiarato i suoi dissensi con l’ex first lady. Nonostante questa “rottura”, i due soci, con l’assistenza di Jeffrey Katzenberg, il terzo collaboratore hanno organizzato una cena per raccogliere fondi per Obama nel mese di febbraio. Spielberg però si incaricò di organizzare due eventi per raccogliere fondi per Hillary Clinton. Alla fine Spielberg decise di concentrare le sue energie politiche sulla senatrice dello Stato di New York.

Obama però non ha perduto completamente la guerra per i favori del mondo dello spettacolo dato che alcuni nomi celebri hollywoodiani hanno fatto contributi monetari alla sua campagna. Questi includono Tom Hanks, Tobey Maguire, Eddie Murphy, Morgan Freeman, Ben Stiller ed altri. I contributi hollywoodiani ad Obama fino ad oggi sono di 687.000 dollari, non troppo lontano dalla prima della classe Hillary Clinton (837.00), ma avanti di John Edwards (322.000).

I repubblicani naturalmente non hanno molto successo con Hollywood ma ciò è vero solo parzialmente dato che i tre maggiori candidati del GOP John McCain, Rudy Giuliani e Mitt Romney hanno ricevuto rispettivamente 244.000, 108.000, e 73.000 dollari. Si calcola che il 63% dei contributi politici di Hollywood vada al Partito Democratico e il resto al GOP. Le cifre dimostrano che anche se c’è la tendenza liberal di Hollywood la realtà è che i repubblicani possono avere molto successo con il mondo dello spettacolo. L’anno scorso per esempio Arnold Schwarzenegger, Repubblicano, ricevette l’appoggio dal mondo di Hollywood, Spielberg e Katzenberg compresi, nella sua campagna alla rielezione per governatore della California.

Il mito di Hollywood come mondo liberal continua anche perché alcuni politici repubblicani continuano ad attaccare gli addetti di lavoro nel mondo dello spettacolo spesso minacciando la censura a Hollywood per causare la decadenza morale. In altri casi il GOP deride gli astri hollywoodiani classificandoli come americani non veraci. Li accusano di elitismo, di vivere in un altro mondo, con lo stesso sdegno a volte riservato ai docenti universitari i quali sono anche loro accusati di vivere in una torre di avorio. Rudy Giuliani, per esempio, disse che il suo avversario Hillary Clinton poteva avere campo libero con il mondo dello spettacolo perché “la folla di Hollywood” non rappresentava i valori americani. Giuliani sa che l’americano medio vede Hollywood come liberal soprattutto quando viene associato con le voci stridenti di Barbara Streisand e Jane Fonda. Dunque essere associati a Hollywood ha dei vantaggi ma anche dei seri svantaggi.

Gli svantaggi non hanno recato danni a Ronald Reagan né all’attuale governatore della California, Arnold Schwarzenegger, il quale se fosse nato in America invece dell’Austria potrebbe certamente aspirare a seguire il cammino del Gipper alla Casa Bianca. Ma non c’è nulla da preoccuparsi. C’è un altro attore, Fred Thompson, americano verace il quale si candiderà fra breve alla nomina del GOP. Non riceverà l’appoggio di Spielberg ma se non vincerà l’elezione forse il regista ha un copione nel cassetto pronto per lui.

Domenico Maceri (x)

(x) Domenico Maceri (dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri
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