IN TV UN EINSTEIN ALLA CAVANI

Vincenzo Amato grande interprete, scenografia zoppicante, Cavani senza voto, RAI furba

Audience, audience, audience

Liliana Cavani è uno dei mostri sacri, intoccabili.

Quello che produce la RAI, furba, è OK per definizione, intoccabile.

Chi oserebbe anche solo osservare qualche piccola pecca? Guai!

E poi arriva l'audience e il gioco è fatto.

L'audience. Ecco, una spiegazione. Audience e ancora audience. La prima puntata fa registrare 5.081.000 telespettatori e il 22,53% di share. La seconda sarà stata più o meno su quel livello visto che la gente - espressione sentita - vuole andare a vedere come andrà a finire. La Cavani, senza voto, si è letta otto biografie e ha fatto riferimento a un allievo di Rubbia per consulenze scientifiche. E così è venuta fuori una storia sentimentale che se non fosse per la splendida interpretazione di Vincenzo Amato, bravi anche gli altri, sarebbe diventata un polpettone. Un bel polpettone se vogliamo ma sempre un bel polpettone con una banalizzazione dei ritagli sugli aspetti scientifici e scene, perfino battute, a tema.

Sintomatica la becera battuta su Von Braun

Basti pensare, sintomatica, la bevera battuta-flash nell'incontro con Von Braun, l'artefice dello sbarco sulla luna. Viene presentato ad Einstein e a lui la Cavani fa dire "Quanti morti hanno provocato i suoi missili a Londra'" (comunque circa 100 volte meno, diciamo, delle bombe atomiche sul Giappone…).

Flop della Cavani che dimostra di ignorare che Von Braun, già da studente allievo di Hermann Julius Oberth, aveva la mente rivolta altrove, allo spazio. La battuta gli attribuisce invece la responsabilità di avere lavorato per le V2 finite su Londra Ma allora non dovremmo prendercela con tutti gli ingegneri aeronautici per via degli aerei che hanno lanciato milioni di bombe (tre nel giro di 30/40 metri da dove mi trovavo, bambino), con tecnici e operai di tutte le fabbriche di carri armati, di armi varie eccetera? Non dovremmo prendercela con Enrico Fermi e il suo staff di scienziati italiani, Robert Oppenheimer, Leo Szilard, Edward Keller, Eugene Wigner , quelli cioè che hanno realizzato, applicando la E=mc2 di Einstein, il peggiore ordigno di morte mai realizzato, ed utilizzato, dall'uomo?

Battuta idiota appiccicata lì e del tutto gratuita. Fra l'altro informiamo la disattenta Cavani che Von Braun nel marzo del 1944 era stato arrestato nel centro missilistico di Peenemunde dalla Ghestapo "per crimini contro lo Stato". Quali erano questi cromini? Perdeva il tempo ad occuparsi di missili destinati allo spazio invece di lavorare per quelli destinati alla guerra…

Pallida la figura di scienziato

La sua importanza scientifica data per scontata con risultato che resta pallida la sua figura, nonostante con Leonardo e pochi altri sia nell'Olimpo dei geni dell'umanità. Qua e là qualche colpo di acquerello, senza pensare al target, senza pensare cioè che i telespettatori, o gli spettatori nei Paesi ove va come film e non fiction TV, non sono addetti ai lavori e al massimo conoscono Einstein vagamente per sentito dire.

Pur lasciando in piedi lo schema di polpettone per quanto di un bel polpettone, avrebbero potuto esserci, anche restando al solo uso dell'acquerello, alcuni flash che facessero capire al grande pubblico la grandezza delle sue ricerche.

Passa nell'ascolto la scena della spiegazione al bambino del perché la luce gira attorno al sole invece di andare dritta, scivola via l'equivalenza di massa ed energia quando magari - qui emerge il limite dei consulenti teorici, anzi del singolo consulente - ci sarebbe stato dell'altro. Il paradosso dei gemelli, ad esempio, sarebbe servito a elevare la cultura di tutti, uomo della strada compreso, ma anche la qualità del polpettone. Spiegare al bambino, e a tutti noi, che se potesse andare nello spazio ad altissima velocità , quasi quella della luce, tornando sulla terra dopo, poniamo, una decina di anni troverebbe il suo fratello gemello vecchissimo. Lui cresciuto di 10 anni, il pianeta magari di 50. Perché il tempo…

Presto detto

Prodotto per Rai Fiction dalla Ciao Ragazzi di Claudia Mori, con la collaborazione anche della Francia, il film tv in due puntate è stato trasmesso dalla RAI il 26 e 27 ottobre. C'è Rileva, la moglie che collabora scientificamente con lui, ci sono i figli, poi l'amante, gli inizi difficili, il mondo scientifico scettico, la svolta. Arrivano nel film un paio di conferenze-stampa con giornalisti da strapaese per domande ed atteggiamenti scelti evidentemente per fare da cornice a due o tre battute, anche efficaci ma poco credibili, dello scienziato.

Einstein comunicatore

Da notare comunque una dichiarazione dell'interprete, Amato, interessante: "era chiarissimo il suo modo di spiegare la teoria della relatività. Ho trovato un documento radiofonico, conservato a Londra, in cui ne parla in modo semplice e conciso e mi sono servito di questo nel film". In effetti chi ha avuto modo di occuparsi della sua grande teoria della relatività sa che il miglior testo in assoluto di divulgazione di tale teoria, alla portata anche di uno studente di liceo, è proprio quello di Einstein a fronte di tanti altri che risultano spesso incomprensibili anche ad addetti ai lavori, testi di divulgazione di fatto leggibili solo da specialisti…

Zotici

Noi, naturalmente, siamo degli zotici che osano affacciarsi là dove volano le aquile, la Cavani, la RAI.

Saremo zotici ma non conformisti. Saremo zotici ma non cortigiani. Saremo zotici, ma senza complessi di inferiorità. Saremo zotici ma con il coraggio delle nostre opinioni, discutibili che possano essere. Saremo zotici ma intellettualmente liberi.

Saremo zotici ma diamo un'alternativa fuori dal coro. Non vogliamo convincere ma mettere in condizione qualcuno dei nostri lettori di interrogarsi. Veda lui se condividere o meno quanto abbiamo scritto, polpettone o capolavoro.

a.f.

a.f.
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