IL NOSTRO MONDO E' TRAGICO MA RIDIAMO
Soldi, fitness, cellulari, chirurgia estetica, sesso on line, star system e quantaltro possa rendere la vita un gran casino.
Il maestro portoghese Manoel de Oliveira che quest'anno compie cent'anni e non ha mai fatto mancare un suo film da oltre vent'anni alla Mostra del cinema di Venezia e i due brillanti e geniali fratelli Coen che hanno ricevuto l'Oscar 2008 per il loro "Non è un paese per vecchi", hanno aperto la Kermesse veneziana con due lavori fulminanti. Il primo ha presentato un corto che ridicolizza l'incomunicabilità che c'è oggi tra le persone. Due amici che non si vedono da tanto tempo si incontrano per caso in una via di S. Paolo. Abbracci, baci, però non riescono a dirsi due parole perché i loro telefonini squillano in continuazione. Cosa fanno? Si chiamano al cellulare e guardandosi negli occhi l'uno di fronte all'altro, si raccontano le loro vicende, mentre attorno scorre un traffico infernale(Do Visivel ao Invisivel).
I secondi, con il loro film che ha inaugurato fuori concorso la 65a Mostra, Burn After Reading ( «bruciare dopo aver letto», il titolo italiano è A prova di spia)è una amarissima commedia che fa ridere di continuo gli spettatori, perché, in fondo, si vedono come dentro uno specchio con i loro tic e le loro manie, diventate cose essenziali.
Il film Burn After Reading
Linda(Frances McDormand,attrice bravissima e moglie di uno dei Coen), non più giovane, desidera migliorare il suo aspetto fisico sottoponendosi a una serie di interventi di chirurgia estetica (sedere, petto, braccia, occhi) e per pagarli vende ai russi il CD che pensa contenga i piani segreti americani e che sono invece memorie di un analista della Cia licenziato perchè «ha un problema con l'alcol»(eccezionale John Malkovich). George Clooney, nell' intreccio del film, conosce una donna che si vede subito a letto con lui, pronto poi ad abbandonarla per «andare a fare una corsetta»: seduttore e ottimista, disprezzato però dalla moglie medico Tilda Swinton(altra bravissima) con capelli rosso mogano tagliati alla maschietta. Brad Pitt(Chad) è uno dei personaggi più strambi, un giovane fisioterapista di un centro fitness audace e cretino, con il cervello bruciato dall'Ipod e le mascelle stanche a forza di bere Gatorade e masticare gomma. I dirigenti della Cia sono burocrati pericolosi: non sanno risolvere il problema, fanno uccidere la persona che lo rappresenta , oppure lo scaricano sui sottoposti, comunque odiano il problema capace di turbare la loro tranquillità. Alla fine, con Brad che viene ammazzato incidentalmente ed altri esilaranti fatti, a Linda viene data la somma, così- finalmente- potrà rifarsi tutta.
Il film divertente e tragico (come Barton Fink, o Fargo) è montato bene (dagli stessi fratelli Coen, sotto lo pseudonimo di Roderick Jaynes), la fotografia di Emmauel Lubezki incisiva e splendida dà al film toni da Spy Story. Tutti gli attori non potrebbero essere più bravi, ma Brad Pitt ha il personaggio migliore. Per questo sì che avrebbe meritato la Coppa Volpi per l'interpretazione maschile che gli assegnarono l'anno scorso per Jesse James!( Burn After Reading uscirà in Italia il prossimo 19 settembre 2008).
Domande & Risposte.
L'universo umano che descrivete è desolante e deprimente…
Da un certo punto di vista è sicuramente molto triste e crediamo che sia inevitabile raffrontare i nostri personaggi con un orizzonte umano più ampio, anche se - come si vede nel nostro film - noi caliamo la macchina da presa dall'alto su una storia abbastanza unica, su determinati personaggi che si muovono in un luogo ben preciso che ci sembrava costituire un ottimo soggetto. Del resto sarebbe abbastanza 'pericoloso' estrapolare una visione universale della gente o dell'America di oggi dalla storia di Burn After Reading.
Questo film è una farsa sul sesso e sul mondo dello spionaggio e i suoi protagonisti sono principalmente degli idioti: una tipologia umana verso cui siamo sempre stati misteriosamente attirati e che, ormai, ha dato vita nel nostro cinema ad una lunghissima galleria di personaggi. Spiega Ethan Coen :attenzione, però: il fatto che anche noi li consideriamo degli stupidi non significa che non ci identifichiamo un po' anche noi in tutti loro. Joel Coen aggiunge:ci interessava esplorare un po' il rapporto, il gioco di forza che c'è tra una persona normale e una un po' stupida, tentando di capire quali siano le modalità in cui si influenzano reciprocamente. Il personaggio interpretato da Tilda Swinton, ad esempio, è sicuramente il più equilibrato, duro, diretto e attento, ma - al tempo stesso - pur essendo priva di tutto il nonsense che pervade gli altri protagonisti del film, è colei che tramite le sue azioni, li obbliga ad un comportamento decisamente erroneo.
Questo film é una commedia rispetto al precedente(Non è un paese per vecchi): come vi regolate?
Qualcuno dice che il nostro cinema sia diviso tra commedie e pellicole più drammatiche: la realtà è che noi siamo solo vagamente al corrente di quale siano le une e quali le altre. Ad essere onesti succede tutto in maniera casuale e noi seguiamo l'ordine dettato dalle esigenze finanziarie che ci consentono, alla fine, di riuscire a mettere su un film prima di un altro, trovando le produzioni adatte. Non si tratta di una scelta cosciente, ma di una serie di coincidenze dettate dai soldi e dalla disponibilità degli attori.
Come avete scelto il cast?
Abbiamo avuto l'idea per questo film pensando ai differenti ruoli che avremmo voluto scrivere per attori che conosciamo bene e che a nostro avviso si sarebbero divertiti a lavorare tutti insieme: ci riferiamo a George Clooney, Richard Jenkins, Frances McDormand, e Brad Pitt, con i quali avevamo già lavorato prima, con l'unica eccezione di Brad. Abbiamo pensato ad una serie di personaggi e ad una storia nella quale sarebbe stato interessante vederli interagire. Avendo collaborato già due volte con George e Richard e almeno quattro volte con Fran, sono loro la nostra fonte di ispirazione quando si tratta di scrivere dei personaggi. Come Brad, anche John Malkovich non aveva mai lavorato con noi ma lo conoscevamo di persona da parecchio tempo e quindi abbiamo scritto il suo ruolo pensando esattamente a lui, cosa molto divertente per noi. Con il passare degli anni, i personaggi che scriviamo per George Clooney invecchiano come lui ma non per questo diventano più saggi. Alla fine Brad si è innamorato di quello scemo del suo personaggio così come ha fatto George, e devo dire che è divertentissimo nel suo ruolo. Noi non pensiamo mai agli attori perché sono delle Star, ma perché ce li immaginiamo nei panni dei personaggi che stiamo scrivendo e ipotizziamo una loro reazione a queste figure.
Per voi è tutto facile?
Molto meno di quello che si può essere portati a credere, perché, spesso, gli attori che conosci molto bene sono indotti a essere convinti che stai usando qualche aspetto della loro personalità per il personaggio che hai scritto ed essi, così, diventano quantomeno 'sospettosi'. Invece, gli attori che non conosci affatto si dimostrano sempre più disponibili ad assecondarci nelle nostre richieste. La realtà è che a noi piace molto scrivere delle parti pensate per certi attori e ci divertiamo ancora di più quanto meglio conosciamo la persona che immaginiamo possa interpretarle. La loro scelta procede di pari passo con la genesi della storia fin dall'inizio della lavorazione. Certo ci piace vedere in loro delle potenzialità per farli interpretare personaggi che vanno in direzione diversa se non opposta rispetto a come li abbiamo visti.
Cosa vi ha attratto del mondo delle spie?
Veramente non lo sappiamo: probabilmente il fatto che non avevamo mai realizzato un film del genere prima di ora.
Nel film le spie russe sembrano giocare il solito ruolo. Non vi sorprende la coincidenza temporale con la crisi da guerra fredda che si vive oggi tra Usa e Russia?
Abbiamo dato un ruolo ai russi, perché - nel gioco della commedia - dava il senso di qualcosa un po' rétro e obsoleto. Questo è un altro motivo in più per cui questa crisi tra il nostro paese e la Russia è decisamente un evento poco felice.
A cosa state lavorando adesso?
Ad un film intitolato A Serious Man che racconta la storia di una famiglia ebrea del Midwest nel 1967. E' una piccola saga familiare che è un po' difficile da descrivere e può essere riassunta dicendo che parla di ebrei, ebrei e ancora ebrei.
E, di sicuro, sarà ancora un film- spettacolo. Nel corso degli anni lo stile visuale del cinema dei fratelli Coen si è fatto essenziale, preciso, quasi matematico. Ogni sequenza presenta un equilibrio formale altissimo. Ogni inquadratura è geometricamente perfetta, priva di orpelli, nitida. I movimenti di macchina sottolineano sempre un passaggio narrativo (e in qualche caso emotivo) della vicenda e non si configurano mai come elementi scollegati linguisticamente dal senso profondo del racconto.
Meno male che Venezia 65 è iniziata proprio al meglio!
Maria de Falco Marotta & Team