VENEZIA, TRA FANTASMI E NOVITÀ
Nel mondo si sono moltiplicati all'infinito i festival del cinema e ciascuno spera di raggiungere la popolarità di Cannes o Venezia. Ma di quest'ultima, sebbene vi siano difficoltà logistiche non indifferenti, mai si potrà respirare la sua aria romantica e "antica", proprio per la cornice in cui si svolge. Sicché si è sempre "curiosi" di conoscere il programma che resta quasi segreto fino agli ultimi giorni di luglio. Però qualcosa è già noto e dispone al meglio i critici e i cinefili che dal 27 agosto al 6 settembre 2008 , soffriranno,ameranno, magari si disgusteranno per le storie scelte dal direttore Marco Muller e dalla sua commissione. La 65. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, si aprirà quest'anno con Burn After Reading, scritto e diretto dai premi Oscar Joel e Ethan Coen. Ne sarà presidente Wim Wenders affiancato dallo sceneggiatore russo Juriy Arabov, protagonista del cinema russo contemporaneo; dall'attrice italiana Valeria Golino, già Coppa Volpi a Venezia a soli vent'anni, e interprete italiana tra le più amate all'estero; dall' "artista visivo" britannico Douglas Gordon, celebrato a livello internazionale e premiato dalle maggiori istituzioni artistiche del mondo; dal cineasta statunitense di culto John Landis, sperimentatore sagace di tutti i generi cinematografici attraverso il suo graffiante sguardo satirico; dalla giovane regista Lucrecia Martel, la più significativa voce femminile del Nuovo Cinema Argentino; dal regista hongkonghese, Johnnie To, protagonista del miglior cinema orientale contemporaneo e tra i principali protagonisti della storia recente della Mostra. Nella serata conclusiva, il 6 settembre prossimo, la Giuria Internazionale Venezia 65 assegnerà ai lungometraggi in concorso i seguenti premi: il Leone d'Oro per il miglior film, il Leone d'Argento per la migliore regia, il Premio Speciale della Giuria, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente, l'Osella per il miglior contributo tecnico, l'Osella per la migliore sceneggiatura. Negli ultimi anni le giurie del concorso hanno premiato con il Leone d'Oro: Il segreto di Vera Drake (Vera Drake) di Mike Leigh (2004), I segreti di Brokeback Mountain (Brokeback Mountain) di Ang Lee (2005), Still Life (Sanxia haoren) di Jia Zhang-ke (2006) e Lussuria - Seduzione e tradimento (Se, Jie) di Ang Lee (2007). Oltre alla selezione che sicuramente riserverà delle sorprese, ci piace che la Retrospettiva ha un titolo accattivante: QUESTI FANTASMI: CINEMA ITALIANO RITROVATO (1946 - 1975). Nel quadro delle Attività permanenti e dei giacimenti culturali riscoperti e restaurati, la scelta di Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946 - 1975) rappresenta la continuazione ideale del lavoro iniziato nel 2004, e che, per l'ultimo quadriennio, ha rilanciato con successo il recupero del cinema italiano invisibile ("Italian Kings of the Bs"; "L'underground italiano; "Casanova sullo schermo"; "Omaggio a Fulvio Lucisano"; "Centenario Rossellini, Soldati, Visconti"; "Western all'italiana"), accanto ai Cantieri internazionali della Storia segreta del cinema asiatico nel 2005 e della Storia segreta del cinema russo nel 2006.
La retrospettiva Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946 - 1975) è curata da Tatti Sanguineti e Sergio Toffetti e prevede la proiezione di una trentina di opere del trentennio più sfavillante della storia del nostro cinema: gli anni tra il 1946 e il 1975. Da cineteche e archivi continuano infatti a uscire titoli, film, trame, autori che i giornali dell'epoca - illusi dalla ricchezza produttiva del più bel cinema del mondo - confinavano in piccole note senza firma; titoli rimasti a lungo limpidi nomi nelle filmografie o recuperati nella visione notturna di un palinsesto, ma in genere trascurati dalle storie del cinema, anche le più attente alle recenti riscritture del cinema italiano. Questi "fantasmi", riproposti ora nell'evento veneziano, ci mostrano un cinema che scorre lungo due linee strettamente intersecate: la capacità di riflettere in diretta le storie e le cronache dell'Italia che cambia, dal dopoguerra, al miracolo economico, alle contraddizioni sociali dello sviluppo; e la grande libertà di espressione lasciata a cineasti, spesso stretti tra i maestri e i mestieranti, che oggi ci appaiono come una vera e propria "nouvelle vague all'italiana". Tra i numerosi titoli da riscoprire si segnalano in primo luogo gli "antineorealisti": film che usano il melodramma per incidere nella realtà storica e sociale del dopoguerra come Un uomo ritorna (1946) di Max Neufeld - restaurato dalla Cineteca Nazionale e da Ripley's Film - con Anna Magnani che in un'aula di tribunale chiede la pena di morte per il fascista che ha ammazzato suo figlio; La città dolente (1949) di Mario Bonnard - restaurato da Istituto Luce, Cineteca Nazionale e Cineteca del Friuli - che mette in scena l'esodo dei profughi dall'Istria dopo il passaggio delle loro terre alla Yugoslavia; e Il grido della terra di Duilio Coletti (1949, restaurato dalla Cineteca Nazionale) che racconta, con la sceneggiatura di Carlo Levi, drammi e speranze legate alla costruzione dello Stato di Israele. L'Italia del dopoguerra è ancora la protagonista nel "noir" Una lettera all'alba (1948), con Fosco Giachetti barone della cocaina in una Milano nera tratteggiata da Giorgio Bianchi come una dura e fredda metropoli americana, e nello straordinario "film sulle rovine" Il cielo è rosso (1950), diretto da Claudio Gora e tratto dal romanzo di Giuseppe Berto. Altro regista di rilievo, Luigi Zampa di cui sono stati selezionati Anni difficili (1948) amaro apologo sull'Italia dei voltagabbana tra fascismo e antifascismo. restaurato dalla Cineteca Italiana di Milano con il Museo del Cinema di Torino e la Cineteca di Bologna; e Processo alla città (1949), ricostruzione di un caso di camorra nella Napoli belle époque, attualissimo dopo Gomorra. La donna del giorno di Maselli (1956), straordinario esordio da protagonista di una bellissima Virna Lisi, ci porta nel mondo della moda anticipando l'Italia del boom, delle vacanze estive dei Leoni al sole (1961) spietatamente messi in scena da Vittorio Caprioli - di cui viene riproposto anche Parigi o cara (1962) che lo conferma, oltre che grande attore, anche grande cineasta da riscoprire. L'Italia delle borgate romane descritte da Pasolini nel romanzo Una vita violenta portato sullo schermo da Paolo Heusch e Brunello Rondi (1962) - di Pasolini verrà presentato anche il provino per un film mai realizzato: Padre selvaggio, riscoperto dalla Cineteca Nazionale. L'Italia del miracolo economico della Bella di Lodi (Mario Missiroli, 1963), tratto dal romanzo di Alberto Arbasino, con Stefania Sandrelli, mentre nella Cuccagna (1962) Luciano Salce sceglie il cantautore Luigi Tenco, nel suo unico film da protagonista, per rappresentare "quelli che non ce la faranno mai". E' L'Italia proibita mostrata dall'inchiesta di Enzo Biagi nel 1963, quella dei Basilischi di Lina Wertmüller che nel suo film d'esordio - prodotto da Ermanno Olmi e Tullio Kezich - fotografa un paesino del sud rimasto quasi immutato quindici anni dopo La terra trema; l'Italia degli operai milanesi pendolari di Pelle viva (1964) di Giuseppe Fina, con Elsa Martinelli nei panni di un'immigrata pugliese; e quella di chi come Enrico Maria Salerno cerca in America un nuovo "miracolo" in Smog (1964) di Franco Rossi . Tali film imperniati su "un'altra Italia" ci mostra un cinema che parla esplicitamente di omosessualità (come in Parigi o cara o in Agostino di Bolognini (1963), che appare oggi come una versione più libera e disinvolta di Morte a Venezia) e di aborto (come in Un mondo nuovo di Vittorio De Sica, del 1964). Ma anche una produzione estremamente moderna sul piano del linguaggio, capace di confrontarsi con la sfida della modernità con grande libertà narrativa: da Caprioli a Bolognini a Franco Rossi, mentre persino De Sica, in un lavoro girato interamente a Parigi, dimostra di poter "fare la nouvelle vague". A completare la rassegna un' "edizione straordinaria" di film restaurati e presentati in edizioni mai viste, come I mostri di Dino Risi con due episodi in più, restaurato dalla Cineteca Nazionale e da Sky Cinema; Arcana di Giulio Questi nella versione lunga mai proiettata in pubblico; La forza e la ragione, intervista di Roberto Rossellini a Salvador Allende. Uno "special Fellini" che comprende: Lo sceicco bianco restaurato da Mediaset Cinema Forever con 20 minuti di scene tagliate appena ritrovate dalla Cineteca Nazionale, che costituiscono un vero "scoop filologico" su uno dei nostri maggiori cineasti; e il "criptodocumentario" di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti E il Casanova di Fellini?, realizzato per la RAI dove Federico sottopone alcuni amici a un provino per la parte di Casanova: Mastroianni, Tognazzi, Gassman, Alain Cuny e un esilarante Alberto Sordi tutto compreso nella parte. La retrospettiva Questi fantasmi: Cinema italiano ritrovato (1946 - 1975) intende quindi configurarsi come un viaggio negli anni d'oro della macchina industriale, delle filmografie, delle carriere e dei talenti singoli compiuto soprattutto fra i tesori della prima e più importante cineteca d'Italia, la Cineteca Nazionale di Roma, nata più di settant'anni fa come biblioteca di film ad uso esclusivo degli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia affinché potessero diventare "più forti" studiando i classici del passato(mah..).
Così, per i veri "curiosi" del cinema il progetto prevede:
Un uomo ritorna di Max Neufeld (1946)
Anni difficili di Luigi Zampa (1948)
Una lettera all'alba di Giorgio Bianchi (1948)
Il grido della terra di Duilio Coletti (1949)
La città dolente di Mario Bonnard (1949)
Il cielo è rosso di Claudio Gora (1950)
Processo alla città di Luigi Zampa (1952)
La donna del giorno di Francesco Maselli (1956)
Leoni al sole di Vittorio Caprioli (1961)
Una vita violenta di Paolo Heusch e Brunello Rondi (1962)
+ i provini per Padre selvaggio di Pier Paolo Pasolini (1962)
Agostino di Bolognini (1962)
Parigi o cara di Vittorio Caprioli (1962)
La cuccagna di Luciano Salce (1962)
I misteri di Roma (film collettivo) (1963)
La bella di Lodi di Mario Missiroli (1963)
Italia proibita di Enzo Biagi (1963)
I basilischi di Lina Wertmüller (1963)
Smog di Franco Rossi (1963)
Pelle viva di Giuseppe Fina (1964)
Un mondo nuovo di Vittorio De Sica (1964)
I mostri + due episodi inediti (1963) di Dino Risi
Lo Sceicco Bianco + scene inedite de Lo Sceicco Bianco di Federico Fellini (1952)
E il Casanova di Fellini? di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
+ Spot Banca di Roma con la voce di Fellini
La forza e la ragione di Roberto Rossellini (intervista a Salvador Allende) (1971)
Arcana di Giulio Questi (1972)
Nostra Signora dei Turchi di Carmelo Bene (1968)
Fuoco! di Gianvittorio Baldi (1968)
Flashback di Raffaele Andreassi (1969)
Toh è morta la nonna di Mario Monicelli (1969)
L'italiana in Algeri di Emanuele Luzzati (1968) cortometraggio .
Però vi saranno anche le "novità" della 23.ma Settimana Internazionale della Critica (28 agosto - 5 settembre 2008) che ha selezionato sette lungometraggi, provenienti da altrettanti Paesi del mondo e che sono tutte "prime mondiali" alla ricerca di fermenti e dinamiche creative provenienti da zone e territori meno esplorati. Vi saranno belle sorprese, a cominciare dal film bosniaco Čuvari Noči (Guardiani di notte), stralunata e laconica incursione nella notte di alcuni guardiani di un grande magazzino, radiografia condita di humor nero sui postumi della guerra nella ex Jugoslavia. Oppure il film di un regista afghano rifugiato in Francia dall'età di 15 anni, Kabuli Kid (Il bambino di Kabul), finanziato dai francesi ma interamente girato per le strade di una città distrutta dalle bombe ma vogliosa di ricominciare, con lo spirito positivo del protagonista del film, un tassista che si ritrova un neonato abbandonato nella vettura. E ancora, in quanto a Paesi poco visitati, la Malesia, dalla quale i festivalieri sono abituati a ricevere piccoli film girati in digitale e che invece con Sell Out! (Vendi!) ha inviato l'esordio di un regista che si confronta con uno scoppiettante musical satirico sulla globalizzazione e sul degrado dei media.
Dalla Turchia, che sta conoscendo una ventata di innovativa creatività, arriva İki Çizgi (Due linee), raffinato ritratto di una coppia nella Istanbul contemporanea alle prese con i mutamenti esistenziali e sentimentali indotti dalla modernizzazione e dalla occidentalizzazione; dalla Cina, un piccolo gioiello di regia e di intensità narrativa, Huanggua (Cetriolo), che ci parla dei traumi quotidiani di personaggi spaesati fra la provincia e la città; dalla Francia con le forze giovani desiderose di esordire, un documentario costruito come un film di finzione, L'apprenti (L'apprendista), emozionante ritratto di un ragazzino di 15 anni che ha deciso di diventare agricoltore e allevatore e che mescola il suo apprendistato professionale con quello esistenziale.
E gli italiani? Due film quest'anno, uno in concorso, uno in chiusura. Nel caso del titolo in concorso, Pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio, si tratta di un piccolo film :una sorta di commedia amara sulla vecchiaia e sulla voglia di vivere, interpretata oltre che dal regista da un cast di vitalissime e arzille signore e prodotta da Matteo Garrone con il quale Di Gregorio ha più volte collaborato come sceneggiatore.
La chiusura è affidata a un documentario surreale ma non per questo meno calato nella realtà contraddittoria di un territorio "in estinzione", come la provincia pugliese: Pinuccio Lovero del giovanissimo Pippo Mezzapesa, divertente e ritmato ritratto di un utopista filosofo che persegue un sogno piuttosto atipico, quello di diventare becchino. Fare il proprio mestiere e farlo bene, un desiderio di concretezza, come nel film francese, come antidoto alla precarietà del vivere e all'omologazione imperante.
I sette film presentati in competizione concorrono a due premi:
1. Premio Settimana Internazionale della Critica
I sette film verranno giudicati da una giuria internazionale di critici cinematografici che assegnerà 3.000 euro al regista del film premiato.
2. Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis"
Tutte le opere prime selezionate concorrono inoltre, insieme a tutti gli altri lungometraggi d'esordio presentati dalla Mostra, al Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima "Luigi De Laurentiis" del valore di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro. Al regista andrà inoltre un buono di 40.000 euro da spendere in pellicola offerto da Kodak.
Ma i nostri reportages sulla 65.ma Mostra non sono che all'inizio: tenetevi forti perché vi racconteremo tutto di tutto di questo magnifico evento che fa onore all'Italia.
Maria De Falco Marotta &Team (Elisa, Enrico, Antonio e Diana)