UIL FPL: sbagliato perseguire penalmente i medici

Rispolveriamo il giuramento di Ippocrate!

Riceviamo dalla UIL FPL
All’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Via Trento 68/A  23100 – Sondrio 
Ai Medici di Base accreditati presso l’ASL di Sondrio

Agli Organi di Informazione della provincia di Sondrio

Guerra agli esami medici inutili multe ai medici
Parte il monitoraggio: sotto osservazione 208 esami e prestazioni. Crescono le proteste
Dall’estrazione e ricostruzione dei denti alla radiologia diagnostica comprendente risonanze e tomografie, dalle prestazioni di laboratorio come l’esame del colesterolo alla medicina nucleare e gli esami di genetica: sono 208 le prestazioni e gli esami che finiscono sotto “stretta osservazione” con il provvedimento in preparazione al ministero della Salute e che si tradurrà in un decreto volto a garantire l’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, al fine di evitare esami e viste inutili che costano ogni anno al Servizio sanitario nazionale circa 13 miliardi di euro. 
Il piano prevede sanzioni pecuniarie per i medici nel caso in cui non rispettino i criteri che saranno fissati dal ministero della Salute.
Precisazione della UIL FPL di Sondrio
Ancora una volta il Governo non si preoccupa dei “veri” motivi per cui i medici possono prescrivere degli esami che appaiono inutili.
Il problema è uno solo: abolire, come è nei Paesi Occidentali, il “penale.
E’ questo il punto fondamentale: il medico si cautela per non incorrere in problemi penali anche prescrivendo prestazioni che in teoria possono essere, giudicate da terzi, improprie e non determinanti ai fini diagnostici e terapeutici.
Il pomo della discordia può quindi essere ricondotto alla necessità di cautelarsi, fermo restando che persisterebbero sempre le responsabilità civili e disciplinari.
Nell'esercizio della sua professione il medico può incorrere in varie specie di responsabilità, penale, civile e disciplinare, che conseguono a:
1) inosservanza degli obblighi o violazione dei divieti imposti al medico dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano l'esercizio della professione;
2) trasgressione dei doveri di ufficio o di servizio inerenti al rapporto di impiego subordinato da enti pubblici o privati;
3) inadempimento delle obbligazioni nascenti dal contratto di prestazione d'opera nei confronti del cliente privato;
4) errata applicazione delle regole diagnostico-terapeutiche da cui derivi un danno al paziente (lesione personale o morte).
Responsabilità penale. La responsabilità penale del medico sorge quando la violazione dei doveri professionali costituisce un reato previsto dal codice penale o sia punita dalle disposizioni contenute nel T.U.L.S. o in altre leggi quali le norme in materia di sostanze stupefacenti, di vivisezione o di interruzione volontaria di gravidanza.
Questa responsabilità può essere dolosa o colposa, commissiva od omissiva, può configurare reati comuni, come nel caso di lesione personale e di omicidio, oppure costituisce reati esclusivi e propri della professione, come la falsità ideologica o l'omissione di referto.
La responsabilità può essere :dolosa – colposa
La colpa può essere:

1) grave, quando non viene usata la diligenza, prudenza e perizia propria di tutti gli uomini, tale da essere inescusabile;
2) lieve, quando non viene usata la diligenza, prudenza e perizia propria di ogni uomo di media capacità;
3) lievissima, quando non viene usata la diligenza, prudenza e perizia propria delle persone superlativamente dotate di oculatezza e prudenza.

La UIL FPL ritiene sbagliato perseguire penalmente i medici in quanto non viene nemmeno tenuto presente che è il “medico curante” che deve valutare, a volte anche in difformità dei protocolli o prontuari, il vero interesse dei suoi pazienti.
Non è questa una differenza di “lana caprina”, ma è sostanziale anche in riferimento al giuramento di Ippocrate.
« Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;
di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;
di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;
di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;
di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica;
di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;
di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;
di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione;
di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;
di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;
di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;
di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione. »
IL Presidente Renzi e il Ministro Lorenzin tengano conto della complessità dell’attività medica e valutino appieno, come nella maggior parte dei Paesi Occidentali, l’opportunità di togliere prima la parte “penale” se si vuole veramente incidere anche nei risparmi della spesa pubblica.

Luigi Mescia   Segretario provinciale della UIL FPL Sondrio (Via Mazzini 65  - c.f. : 93000910146 uil.fpl.sondrio@gmail.com -  Tel. 0342/214586 – Fax: 0342/216542)

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