Il Prefetto per l’incontro con Fabio Molinari

Il Prefetto per l’incontro con Fabio Molinari “QUALE FORMAZIONE PER UN MONDO CHE CAMBIA?”, esprime il seguente pensiero: “Gentili Signore e Signori, Autorità tutte, signor Presidente dell’U.C.I.D. dottor Alfredo Bertolini, desidero ringraziarVi per il gradito invito e un apprezzamento sincero e sentito non posso non rivolgere al carissimo amico Professor Fabio Molinari che sono certo ci fornirà una pregevole lezione che riempirà i cuori di ognuno di noi.
Un mio breve pensiero sottopongo alla Vostra cortese attenzione, significando che esso ha una connotazione puramente ed esclusivamente educativa, non essendo in grado, cioè competente, in materia economica in quanto non conosco appieno le dinamiche socio-economiche e quelle relative allo sviluppo del territorio.
Le prove quotidiane di ognuno di noi, grandi e piccoli, di ogni essere vivente sono a volte devastanti.
Di converso, l’Uomo si cementa con forza a superarli, a sconfiggerli perché, nonostante ciò, ama la vita e la vita va vissuta perché è un dono di Dio.
E in fondo nell’amare la vita l’Uomo si pone alla ricerca di soluzioni e di aspirazioni che possano rendere il cuore sereno.
Tutto questo è un desiderio sconfinato, di tutti gli esseri viventi.
Naturalmente per essere o tentare di essere un vero Uomo, con quei minimi valori etici, è necessario ricominciare ogni giorno ad avviare quell’esame di coscienza che è fondamentale, prioritario, perché non si può e non si deve attendere che il prossimo faccia il primo passo.
Nell’esame di coscienza deve subentrare quell’apertura di cuore che si traduce nell’ascolto perché ascoltare il prossimo è prezioso, è vitale, si traggono diverse ricchezze, l’orizzonte della mente si dilata, incamera preziosi consigli.
Successivamente va adattata la riflessione, e in questo stadio il cuore e la mente operano una cernita, si eliminano le superficialità, le propensioni al contrasto, si pongono le basi per costruire uno schema logico di vita, non ancora completo ed integro.
Quindi la completezza e l’integrità deve confrontarsi, deve scorrere ed incanalarsi nelle idee e nelle posizioni di vedute dell’altro.
E’ questo il momento più critico, più delicato, perché va raggiunto il punto comune, la condivisione.
Ecco che deve scendere in campo, senza tentennamenti ed indecisioni, quell’elemento così aureo ed indispensabile che prende nome di umiltà.
Non so se sia necessario spiegare il concetto di umiltà: forse per renderlo comprensibile all’Uomo semplice e non necessariamente colto basta dire: è il compiere un passo indietro.
E con questo passo indietro il punto d’incontro, si ricama, fiorisce il buon senso che porta al sano dialogo.
Un sano dialogo che contagiando tutto e tutti produce progetti vincenti.
L’uomo acquista in questo modo una formazione di equilibrio, di saggezza, di arricchimento reciproco.
Riverbera nel proprio ambiente, fiducia, tranquillità, contagia e converte anche l’Uomo più restìo.
Non è un processo difficile, è invece una ricerca nobile, produttiva.
In sintesi, i pilastri o le fondamenta che ho precedentemente esternato sanno ben formare un vero Uomo e un mondo più umano, rivestito di un altro elemento che è la dolcezza, la pacatezza, ovvero la placidezza che nel mare si può ammirare, anche senza vederlo, rileggendo quel primo verso così incantevole che il Pascoli, nella sua poco conosciuta poesia intitolata “Il naufrago” recita “Il mare, al buio, fu cattivo. Urlava sotto gli schiocchi della folgore! Ora qua e là brilla in rosa la sua bava” ed è questo brillare che se osservato, con gli occhi stupiti di un bambino, ti addolcisce il cuore; è la brillantezza che contraddistingue un vero ed equilibrato Uomo ed essa va ricercata e coltivata sempre.
Grazie.”      
Sondrio, 28 marzo 2019
          Il Prefetto  (Scalia)

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