L’ESPRESSIONISMO ASTRATTO ALLA PEGGY GUGGENHEIM

(Venezia dal 17 febbraio al 20 maggio 2007).

Dal 17 febbraio al 20 maggio 2007 alla Collezione Peggy Guggenheim(Venezia), vi è per la prima volta una retrospettiva dedicata all'artista americano Richard Pousette-Dart , che fu il più giovane rappresentante del pionieristico gruppo degli Espressionisti astratti americani, attivi a New York dall'inizio degli anni quaranta… Curata da Philip Rylands, direttore della Collezione veneziana, in collaborazione con Luca Massimo Barbero, la mostra presenta 47 dipinti che coprono l'intera produzione artistica di Pousette- Dart, mettendone in risalto l'evoluzione di contenuto, stile e tecnica.

L’artista nato il 1916 a Saint Paul, nel Minnesota e morto nel 1992 a New York, era il figlio amato e curato di Nathaniel Pousette scrittore molto noto in America e di Flora Dart, poetessa e musicista, che decisero di dare ambedue i cognomi ai loro rampolli, non per una futile diatriba femminista, ma per convergere nei loro discendenti, quanto avevano avuto la fortuna di conoscere e migliorare con il loro apporto culturale. Con un backgraund del genere, Richard non poteva che distinguersi nella fondazione della cosiddetta Scuola di New York, che tra le sue fila annoverò grandi nomi dell'arte moderna come Jackson Pollock, Mark Rothko e Willem de Kooning, Arshile Gorky ed altri.

Egli contribuì non poco con la sua originalità al nascente movimento dell'Espressionismo Astratto, che a dirla in parole povere, è un termine che richiama la determinazione, lo sforzo, l’emergere e persino l’orgoglio nazionale di giovani artisti americani che si incontrano con alcuni dei maggiori pionieri del modernismo, i quali decidono per scelta o necessità impellente di abbandonare il palcoscenico europeo, dopo il disastro della seconda guerra mondiale.

Il giovane Richard tra il 1941 e il 1942 iniziò a dipingere tele di grandi dimensioni, tra cui Ondulazione (1941-42), in mostra a Venezia. In quegli anni, la sua tecnica si arricchì di slancio nell'uso dei materiali, del gesto e del colore, ovvero i principali temi pittorici di quello che fu poi riconosciuto come action painting. Di questa, Crocefissione, comprensione dell'atomo (1944) è un ottimo esempio. Inoltre, l'interesse di Pousette-Dart per l'antica mitologia dei Nativi americani, che in Donna uccello (1939-40) e Occhio astratto (1941-43) diventa una risorsa figurativa per lo svelare le verità nascoste, lo rese uno dei principali protagonisti tra i "creatori di miti", secondo la definizione coniata da Rothko, nella New York degli anni quaranta. Nel 1950, fu immortalato insieme agli altri 14 artisti del gruppo degli Espressionisti astratti: una fotografia che e' diventato simbolo degli "Irascibili." ( “arrabbiati” contro il palese privilegio che veniva offerto dal Metropolitan Museum of Art di New York ai soliti noti, trascurando i giovani artisti meritevoli di consenso pubblico). “il suo atteggiamento spirituale, sociale, ecologico e pacifista, proprio come il suo essere vegetariano o il suo astenersi dall’alcol, lo rendono rispettato e adorato dai giovani dell’epoca. Nell’arte come nella vita Pousette- Dart esprime valori che possono essere apprezzati dai giovani dell’epoca, che si ribellano all’ordine costituito e riesce a mantenere quello sguardo fermo e stabile che ha acquisito durante la sua gioventù…Il suo spirito profondamente ecumenico ed ecologico e la sua creatività universale che nascono dal credere fermamente nella libertà e nella creatività universali dell’uomo e che sono fortemente radicate nell’amore di Dio, dovrebbe guidare il prossimo secolo”

Infatti, nella sua pittura, l'artista fu influenzato dalla filosofia orientale, in special modo dagli insegnamenti di Lao Tsu, maestro indiscusso della dottrina taoista, dal buddhismo Zen e dal pensiero americano trascendentale che inglobava Shakespeare, e filosofi europei quali Bergson, Kant, Kierkegaard, Schopenhauer…Il fondamento spirituale è la guida maestra dei suoi lavori.

Nella sua lunga carriera non abbandonò mai la convinzione che la materia e i simboli astratti della sua pittura potessero rivelare verità universali e la dimensione spirituale del reale. Precisamente egli scrive: “Di un artista possiamo conoscere solo una piccola parte, perché l’artista, come un iceberg, mostra solo

una punta o una frammento di ciò che è e di ciò che esprime […] l’opera è una manifestazione di gioia per il miracolo e il privilegio di essere vivo e di avere l’opportunità di sentirsi in sintonia con l’intero universo.”(Dal Diario di Richard Pousette-Dart che custodisce la moglie). In queste parole, si può intravedere il filo conduttore che contrassegnerà tutta la sua vicenda artistica. L’osservazione riflette la sua visione

individuale dell’arte come strumento in grado di catturare lo spettatore in un mondo

reso nuovo dall’immaginazione, e di conferire una nuova dimensione alla sua

consapevolezza.

Nel 1951 l'artista, decise di trasferirsi in campagna allontanandosi dalle attività del gruppo della Scuola di New York per concentrarsi sul proprio cammino artistico. Per elaborare le sue opere che richiamano sempre lo “spirituale”, aveva bisogno della solitudine, ma più di questa del silenzio che certamente nella grande metropoli gli mancava. Così nel 1958, con la moglie, la poetessa Evelyn Gracey, si spostarono a Suffern( New York), dove ancora oggi e' presente il suo atelier. Nonostante il voluto allontanamento, i luminosi e misteriosi dipinti "bianchi" del 1950-51, tra cui la famosa opera Forma di volatile in discesa, insieme ai dipinti degli anni sessanta contribuirono in modo incisivo alla evoluzione della campitura del colore e alla astrazione lirica del primo Espressionismo astratto. In lui la ricerca spirituale permeò sempre, come una corrente sotterranea, tutta la sua opera fin dal 1939, anno in cui decise che sarebbe diventato un pittore. I dipinti hanno titoli che evocano l'aspetto magico delle loro superfici radianti, in cui il colore steso in strati sottili sembra pulsare incessantemente: Giardino amaranto , Paesaggio notturno, Presenza dorata, Cattedrale bizantina e Perso alle soglie dell'infinito.

I suoi dipinti insieme a quelli dei suoi contemporanei Pollock, Arshile Gorky e William Baziotes, furono esposti per la prima volta in Europa nel 1948, grazie a Peggy Guggenheim, in occasione della presentazione della sua collezione alla XXIV Biennale di Venezia. Seguirono, poi, innumerevoli mostre personali nei più prestigiosi musei del mondo, tra cui il Museum of Modern Art, New York (1969-70), il Whitney Museum of American Art, New York (1963, 1974, 1998), il Museum of Art Fort Lauderdale, Florida (1986), l'Indianapolis Museum of Art, Indiana (1990), il Detroit Institute of Arts (1991), il Columbus Museum, Columbus (1991-1992), il Metropolitan Museum of Art, New York (1997), la Schirn Kunsthalle, Francoforte (2001), il Los Angeles County Museum of Art (2006), il Fine Arts Museum, San Francisco (2006) e il Cincinnati Art Museum (2007).

La pittura di Pousette-Dart svela simboli atavici ed é una metafora dell'Essere e della sua complessità. Questa intenzione risulterà evidente al visitatore della mostra alla Collezione Peggy Guggenheim, che sarà catturato da una sorta di incanto senza tempo di fronte a dipinti in cui la ricerca dell'artista e' espressa dalla sovrapposizione di strati di colore, materia vibrante, immagini mistiche che sembrano respirare il soffio stesso della vita. Nel 1947 egli scrisse: "Io cerco di esprimere la natura spirituale dell'universo. Per me dipingere e' un equilibrio dinamico e una completezza di vita; e' misterioso e trascendentale, e allo stesso tempo solido e reale".

Collegato a questa straordinaria esposizione, così colorata, così riposante, così aperta sull’infinito, vi è un innovativo progetto di formazione: educare con l’arte contemporanea attraverso le opere originali.

Promosso dalla Fondazione Cariverona(Verona) e dalla Collezione Peggy il modello formativo “A scuola di Guggenheim”, sperimentato per la prima volta nel 2003 e divenuto ora cardine della collaborazione tra le due istituzioni, promuove l’attenzione al contemporaneo attraverso l’arte, approfondendo e valorizzando le correnti artistiche del Novecento, la cultura contemporanea e il territorio. Dalla condivisione da parte della Fondazione Cariverona e della Collezione Peggy Guggenheim del principio cardine del valore della formazione delle nuove generazioni attraverso la scoperta e la sperimentazione diretta dell'arte moderna, è nato il progetto allestitivo PEGGY GUGGENHEIM: UN AMORE PER LA SCULTURA, dal 25 febbraio al 22 aprile presso gli spazi della Fondazione veronese in via Forti 3A, Verona.

Fulcro dell'originalità del progetto di formazione è il percorso espositivo ideato da Luca Massimo Barbero quale vero e proprio strumento didattico e in quanto tale parte fondante del programma rivolto alle scuole. La dimensione da camera di PEGGY GUGGENHEIM: UN AMORE PER LA SCULTURA si prefigge di inaugurare una nuova modalità del conoscere l’arte e la cultura del XX secolo; 30 opere escono dalla Collezione di Venezia per andare incontro agli studenti più giovani che hanno quindi la possibilità di avvicinarsi all'arte rimanendo all'interno del loro territorio, tessendo confronti con altre realtà e scoprendo chiavi di lettura del mondo contemporaneo attraverso le sculture tanto amate da Peggy. Le opere offrono un chiaro panorama culturale ed artistico dall'inizio del Novecento al dopoguerra, proponendo alcuni grandi temi di immediata lettura in grado di far emergere l'evidenza dell'impatto cognitivo e formativo esercitato sui giovani. Il ritratto nel XX secolo, ad esempio, è affrontato nella complessità della sua evoluzione a partire dall'interpretazione realistica di Medardo Rosso (Ecce puer, 1906) e Vincenzo Gemito (Bacco) fino all'idealizzazione dei tratti di Adolfo Wildt (L'anima e la sua veste, 1922) e all'astrazione poetica di Max Ernst (Giovane donna a forma di fiore, 1944). E rimanendo in tema di astrazione, l'esposizione farà scoprire la meraviglia della fantasia di un mobile del 1943 di Alexander Calder, l'astrazione classica di Antoine Pevsner (Superficie sviluppabile, 1938-39), e le invenzioni dada e surreali di Jean Arp (Corona di germogli,1936). Il percorso si snoda inoltre lungo la metamorfosi della figura umana, dalla rappresentazione della famiglia di Henry Moore (Gruppo di famiglia, 1944), alla stilizzazione della coppia di Lynn Chadwick (Modellino per Teddyboy e ragazza, 1955), alla astrazione angosciosa che ritorna nell'opera di Cèsar (L'uomo nella ragnatela, 1955). Infine, il tema della grande scultura che interpreta il design è illustrato dalle opere di Giuseppe Spagnulo, con il progetto per i cancelli della Collezione Peggy Guggenheim (2004), di Manfredo Massironi (Ipercubo Plexiglas, 1963) e Franco Costalonga (Sfera, 1969).

Notizie tecniche

PEGGY GUGGENHEIM: UN AMORE PER LA SCULTURA sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 9 alle 18. I gruppi scolastici e di adulti possono prenotare la visita guidata telefonando al numero 045.8057426. Nelle giornate di sabato e di domenica sono previste visite guidate per adulti a partenza fissa alle ore 11 e 16 che non richiedono alcuna prenotazione. Grazie alla sensibilità della Fondazione Cariverona, l’intero progetto dedicato alle scuole così come l’ingresso alla mostra sono completamente gratuiti.

Il progetto didattico, per questa prima annualità, rivolge un’attenzione particolare alle scuole dell’infanzia e primaria che potranno accogliere in classe i laboratori con l’artista. La presenza in classe di giovani artisti è l’occasione per un’esperienza straordinaria di coinvolgimento degli alunni, in una riflessione-azione sugli strumenti del fare arte e il loro utilizzo per una nuova e personale “creazione”. Un’altra importante novità del progetto è rappresentata dalla sua fase conclusiva e di verifica, che prevede l’allestimento di una mostra delle “opere” dei bambini delle scuole aderenti al programma. “Mamma, Papà la mostra ve la spiego io… “ dal 19 al 26 maggio, 2007 vedrà i bambini veri protagonisti in qualità di autori dei lavori esposti e di “guide in erba” nell’accompagnare i loro genitori in mostra. Quest’azione valorizza l’impegno richiesto ai docenti e agli alunni, ampliando l’attenzione alle famiglie interessate dal progetto educativo.

Inoltre, per quanto concerne direttamente R. Pousette- Dart, il catalogo riccamente illustrato, pubblicato da Skira, racchiude i saggi di Kirsten Hübner e Lowery S. Sims, Direttore dello Studio Museum di Harlem, New York, oltre a una biografia cronologica di Enda Horgan.

Inaugurazione: 18 febbraio 2007 fino al 20 maggio 2007.

Peggy Guggenheim Collection

Palazzo Venier dei Leoni, 701 Dorsoduro - Venezia

Info:

Peggy Guggenheim Collection

tel. (+39)041.2405411

info@guggenheim-venice.it

www.guggenheim-venice.it

Orario: 10.00-18.00 chiuso il martedì

Per ricevere immagini ad alta risoluzione delle opere in mostra, si prega di contattare press@guggenheim-venice.it; relazioniesterne@fondazionecrverona.org

Ufficio Stampa Ufficio Stampa

Peggy Guggenheim Collection Fondazione Cariverona

Alexia Boro Renzo Cocco

tel. 041.2405404 tel. 045.8057310

aboro@guggenheim-venice.it cocco@fondazionecrverona.org

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Parole per capire

L'Espressionismo astratto fu un movimento artistico statunitense successivo alla seconda guerra mondiale. Fu il primo fenomeno artistico tipicamente americano ad influenzare il resto del mondo e contribuì a spostare radicalmente la capitale artistica da Parigi a New York, e più in generale dall'Europa agli Stati Uniti d'America.

Il New Deal americano, che coincise con la diffusione delle dittature europee (il fascismo in Italia, il nazismo in Germania e il franchismo in Spagna), aveva favorito l'immigrazione degli artisti in fuga dall'Europa che portarono negli Stati Uniti cellule di ogni tendenza: Il Cubismo muralista con Léger, il Dadaismo con Duchamp, Mondrian e Hans Hofmann, l'Astrattismo con Albers, il Realismo con Grosz, il Razionalismo architettonico con Mies Van der Rohe e soprattutto il Surrealismo, che viene spesso considerato il più importante predecessore dell'espressionismo astratto, grazie allo slancio posto nella creazione spontanea, automatica o subcosciente. Il dripping (in inglese: sgocciolatura) di Jackson Pollock su una tela di canapa stesa sul pavimento è infatti una tecnica che ha le sue radici proprio nel lavoro di Max Ernst.

Il termine "Espressionismo astratto" si deve ad Alfred H. Barr jr. che lo coniò nel 1929 a commento di un quadro di Vasily Kandinsky. Successivamente fu ripreso per essere applicato all'arte americana degli anni '40 dal critico Robert Coates nel 1946.

In pratica, il termine viene applicato agli artisti operanti a New York nell'immediato dopoguerra con differenti stili, e perfino il cui lavoro non è né particolarmente astratto né espressionista. L’espressionismo astratto ha delle caratteristiche comuni, ad esempio la predilezione per le ampie tele in canapa, l’esaltazione per superfici particolarmente piatte, ed un approccio a tutto campo, nel quale ogni area della tela viene curata allo stesso modo. Come prima originale scuola di pittura in America, l'espressionismo astratto dimostrò la vitalità e la creatività del paese negli anni del dopoguerra, tanto quanto il suo bisogno (o abilità) di sviluppare un senso estetico che non fosse ristretto negli standard europei di bellezza. Il movimento attrasse l'attenzione, nei primi anni '50, della CIA. Vi videro un mezzo ottimale per la promozione dell’ideale statunitense di libertà di pensiero e di libero mercato, uno strumento perfetto per competere sia con gli stili del socialismo realista prevalente nelle nazioni comuniste, sia con il mercato dell’arte europea, allora dominante. I libri di Frances Stonor Saunders (La Guerra Fredda Culturale - The CIA and the World of Arts and Letters) spiega nel dettaglio come la CIA organizzò e finanziò la promozione degli artisti americani aderenti all’espressionismo astratto, tramite il Congresso per la libertà culturale dal 1950 al 1967.

Dal 1960, la corrente perse d'impatto e non fu più a lungo tanto influente.

I più rappresentativi espressionisti astratti furono:

• Willem de Kooning

• Helen Frankenthaler

• Arshile Gorky

• Adolph Gottlieb

• Philip Guston

• Hans Hofmann

• Franz Kline

• Lee Krasner

• Robert Motherwell

• Barnett Newman

• Jackson Pollock

• R.Pousette Dart

• Fuller Potter

• Jean-Paul Riopelle

• Mark Rothko

• Clyfford Still

L'action painting (letteralmente pittura d'azione) a volte chiamata astrazione gestuale oppure espressionismo astratto, è uno stile di pittura nella quale il colore viene fatto sgocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele, piuttosto che applicato con attenzione. L'opera che ne risulta enfatizza l'atto fisico della pittura stessa. Lo stile si diffuse negli anni '40 e nei '60, ed è strettamente associato con l'espressionismo astratto (alcuni critici hanno usato i termini action painting e espressionismo astratto in modo intercambiabile). Una minima comparazione è spesso tracciata tra l'action painting americana e il tachisme francese. Il termine venne coniato dal critico americano Harold Rosenberg nel 1952, e segnalava un maggior cambiamento nella prospettiva estetica dei pittori e dei critici della Scuola di New York. Mentre espressionisti astratti come Jackson Pollock e Willem de Kooning sono stati a lungo schietti nella loro visione di una pittura come un'arena all'interno della quale venire a patti con l'atto della creazione, i primi critici favorevoli alla loro causa come Clement Greenberg, si focalizzarono sull'oggettività delle loro opere. Per Greenberg, era la fisicità delle superfici coagulate e incrostate d'olio dei dipinti la chiave per comprenderli come documenti della lotta esistenziale degli artisti. Nelle due successive decadi, la definizione di Rosenberg dell'arte come un atto piuttosto che come un oggetto, come un processo piuttosto che un prodotto, era influente, e condusse alla formazione di numerosi movimenti artistici maggiori dagli Happening e Fluxus alla Conceptual e Earth Art. Il movimento si sviluppò in un'era dove la Meccanica Quantistica e la Psicanalisi stavano cominciando a fiorire e cambiare l'intera comprensione del mondo e la coscienza di sé della civiltà occidentale. L'Action Art si sviluppò, usando le idee di Freud sul subconscio come fondamento principale.

Maria de Falco Marotta & Team

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