Giornata antiviolenza sulle donne - Ampio e meritorio rapporto dell'Arma anche con il Soroptimist

Sempre maggiore è l’impegno che anno dopo anno l’Arma dei Carabinieri pone nel contrasto a tutti quei comportamenti che ledono le donne fisicamente, psicologicamente e nella loro dignità. In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne l’Arma vuole sottolineare il proprio quotidiano agire con una serie di simboliche iniziative che aiutino tutte le donne, ed in particolare quelle che vivono momenti di difficoltà, a comprendere che il primo passo per tornare libere dalle violenze è quella di chiedere aiuto, di confrontarsi con chi le può aiutare e di denunciare gli abusi.
L’Arma dei Carabinieri, grazie alla sua capillare diffusione sul territorio con i comandi Stazioni diffusi su tutto il territorio provinciale, si pone l’obiettivo di intercettare i reati sommersi, ovvero tutti quei comportamenti perseguibili che ledono le donne e che, concretizzandosi molto spesso all’interno delle mura domestiche, sono difficilmente individuabili. Tale fenomeno, aggravatosi nel periodo di “convivenza forzata”, conseguente alla diffusione del Covid-19, è stato definito dalle Nazioni Unite una seconda “pandemia nell’ombra”.
Il significato della campagna di sensibilizzazione avviata anche sul web ed i social, le numerose caserme illuminate di arancione in adesione al progetto “Orange the World”, sono alcuni segnali tangibili dell’assoluta attenzione e priorità dell’Arma a invogliare le donne a cercare supporto, consiglio, conforto ed aiutare le vittime di violenze a denunciare. In provincia di Sondrio, un drappo arancione ed una luce accesa permetteranno di individuare anche al di fuori della caserma di largo Sertoli la “stanza tutta per sé”, realizzata il 25 novembre 2016 grazie al Soroptimist International d’Italia – Club di Sondrio, un ambiente rinnovato e riarredato per consentire il massimo riserbo e confort, destinato a mettere a proprio agio le donne in difficoltà che chiedono di parlare con i Carabinieri, evitando i normali uffici della caserma. Il messaggio che si rinnova è che si può sfuggire alla violenza, che c’è un luogo sicuro in cui rifugiarsi, che ci sono donne e uomini dell’Arma specificatamente formati pronti ad aiutare e supportare le donne in difficoltà e che il Carabiniere non è solo colui al quale presentare una denuncia ma anche un professionista che può dare un consiglio, con il quale ci si può confrontare.
In Val Chiavenna la collaborazione tra i Carabinieri ed il locale Club Soroptimist è ormai consolidata e, come lo scorso anno, già da ieri sera, la facciata del locale Comando Compagnia Carabinieri è stata illuminata di arancione. L’interconnessione con il club è testimoniato dal fatto che la presidente della locale sezione è un Carabiniere donna.
In ogni provincia d’Italia, anche in quella di Sondrio, sono in servizio uomini e donne dell’Arma  specializzati che fanno parte delle rete provinciale contro la violenza sulle donne e della rete nazionale interna all’Arma di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere, un sistema articolato e strutturato per poter assicurare il miglior supporto possibile alle vittime ed un’adeguata risposta alle diverse situazioni che si dovessero presentare, sia nei grandi centri urbani che nelle località più remote.
Il successo istituzionale è quello di dare coraggio alle vittime, che si vedono imbrigliate in situazioni apparentemente senza uscita. Gli strumenti specifici di cui si è dotata la Benemerita e su cui può fare affidamento chi gli si rivolge, sono vari. A partire dalla Sezione Atti Persecutori - collocata nell’ambito del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – e che da oltre dieci anni svolge attività di studio e analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui “fattori di rischio” in favore dei reparti operanti, e programmi di formazione del personale. Tra i vari supporti forniti dal Reparto troviamo il “prontuario operativo”, un importante documento riepilogativo delle migliori pratiche adottate nella gestione dei casi, e i corsi basici e specialistici sul tema dello stalking, a favore di Ufficiali dell’Arma in servizio presso i reparti investigativi, nonché di tutti i Comandanti di Compagnia, Tenenza e Stazione. A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria - Marescialli e Brigadieri - inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, con specifici corsi. Ad oggi sono stati svolti complessivamente 19 corsi, che hanno consentito di formare oltre 400 unità, operanti su tutto il territorio nazionale. Inoltre il 25 novembre 2016, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, è stato sottoscritto un ulteriore Accordo tra i Ministri della Difesa e per le Pari Opportunità, cui è seguito il rinnovo della collaborazione tra il D.P.O. e l’Arma che ha portato la Sezione Atti Persecutori allo sviluppo di attività di ricerca e analisi, a formare personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del numero di pubblica utilità “1522”, nonché a svolgere attività di sensibilizzazione in favore delle scuole, attraverso un ciclo di 40 giornate di educazione. Inoltre su richiesta del D.P.O. è stata effettuata la mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio nazionale, al fine di verificare l’effettiva esistenza ed operatività delle strutture attive nell’ambito dell’assistenza alle vittime. L’Arma ha anche collaborato, quale rappresentante del Ministero della Difesa: - al Tavolo Interministeriale, istituito nel 2013, per l’elaborazione del “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, adottato nel luglio 2015 dalla P.C.M.; - all’Osservatorio Nazionale sulla violenza, i cui lavori hanno portato alla redazione del “Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne (2017-2020)”, approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 23 novembre 2017, e delle “Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio - sanitaria” alle donne vittime di violenza, adottate con D.P.C.M. del 24 novembre 2017.
Sul piano delle collaborazioni interistituzionali, sul territorio nazionale sono state siglate numerose intese tra Procure della Repubblica, Prefetture, Forze di polizia, Ospedali e Centri antiviolenza, che vedono tutte la partecipazione dell’Arma.
Relativamente al progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”, ad oggi sono state allestite circa 150 stanze su tutto il territorio nazionale che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le donne che hanno bisogno di aiuto.
L’8 gennaio scorso è stato anche siglato un protocollo d’intesa con l’Associazione “Vite senza Paura”, presieduta da Maria Grazia Cucinotta ed impegnata sul territorio a supporto delle vittime di violenza di genere, per lo sviluppo di iniziative congiunte volte a rafforzare le azioni di prevenzione e repressione del fenomeno. Non ultimo è in corso oggi presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma il primo seminario, con il coinvolgimento di 100 militari appartenenti alla “Rete nazionale di monitoraggio”, che ha l’obiettivo di fornire specifici elementi di psicologia comportamentale per migliorare le capacità di interazione con le vittime vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza, sia nel successivo percorso di formalizzazione della denuncia. Questo è il primo di una serie di seminari che scaturisce da un accordo operativo con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) sottoscritto lo scorso 17 novembre 2021.
Infine, l’Arma partecipa con la Polizia di Stato alla realizzazione del sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire agli operatori, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti. Tutti i militari dell’Arma, in maniera empatica e grazie agli strumenti in possesso sono quotidianamente impegnati a fornire coraggio a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà, cercando di trasmettere loro la consapevolezza che insieme si può uscire da situazioni di violenza. Quanto sopra è, prima di tutto, finalizzato ad evitare che si verifichino ulteriori “femminicidi”, ovvero sia l’omicidio avvenuto in presenza di una condotta e/o volontà “discriminatoria” da parte dell’autore del reato (maschio) nei confronti della vittima (femmina o transgender), aggredita poiché considerata “inferiore” in ragione della sua appartenenza al genere femminile, che le uccisioni di donne da parte di uomini, avvenute nell’ambito relazionale, passionale, familiare e di vicinato. Ma ci sono altri reati apparentemente meno gravi che insidiano quotidianamente le donne, tra questi troviamo il fenomeno comunemente denominato “stalking”, che è ricondotto ai reati di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), nonché i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e percosse (art. 581c.p.), con vittima donna. L’Arma dei Carabinieri anche nel corso del 2020 e nei primi dieci mesi del corrente anno ha continuato a focalizzare il proprio impegno per poter contrastare tali crimini, in considerazione anche dell’influenza che ha avuto su di essi e sulla loro denuncia il periodo pandemico. Nel 2020, rispetto al 2019, i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento agli atti persecutori sono 12.138 e con riguardo ai primi dieci mesi del 2021, i Reparti Carabinieri hanno perseguito 9.918 atti persecutori. Per quanto attiene ai maltrattamenti in famiglia, nel 2020, i delitti perseguiti sono 15.701. Con riferimento al periodo gennaio – ottobre dell’anno in corso, i Reparti Arma hanno perseguito 13.014 maltrattamenti in famiglia. Infatti, lo scorso anno sono state tratte in arresto 1.495 persone per reati connessi con gli atti persecutori, mentre nei primi dieci mesi dell’anno in corso gli arresti sono stati 1.390. Analogamente, per i maltrattamenti in famiglia, nel 2020 sono stati arrestati 3.010 soggetti. Nel periodo gennaio – ottobre del 2021 le persone tratte in arresto per maltrattamenti in famiglia sono state 2.640. Nel 2020, per reati di violenza sessuale, l’attività istituzionale condotta ha consentito di trarre in arresto 935 persone, mentre nei primi dieci mesi del 2021, gli arresti sono stati 858.

 

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