Non c’è specificità montana senza il riconoscimento di un sistema sanitario alpino
Se il riconoscimento di uno status particolare per gli abitanti delle terre alte trova fondamento in caratteristiche oggettive di tipo geografico,ambientale,di densità abitativa, di distanze kilometriche ancor più è sancito dalla Costituzione italiana.
Infatti nell’art. 2 si legge. “che riconosce e garantisce i diritti , nell’art.3 che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale ed infine all’art 44 comma 2 la Costituzione italiana prevede che la legge dispone di provvedimenti a favore delle zone montane.
E il diritto alla tutela della salute è emblematico per il suo riconoscimento ed il suo effettivo manifestarsi in una terra interamente montana come la provincia di Sondrio.
Se si volge uno sguardo alle altre aree alpine italiani e confinanti, svizzere o austriache si può evidenziare che i sistemi di gestione sono autonomi con il coinvolgimento fattivo degli enti locali e con finanziamenti adeguati.
La Valtellina e la Valchiavenna è noto che sono una delle poche realtà interamente montane che non godono dei benefici delle altre aree alpine .
Le Regione Lombardia finalmente sembra intenzionata ad un riconoscimento di autonomia per la provincia di Sondrio. La legge Del Rio sulla riforma delle autonomia locali legittima con legislazione nazionale l'adozione di provvedimenti conseguenti da parte della Regione.
La Provincia di Sondrio ha preparato un documento e uno statuto per il riconoscimento di forme di autonomia per le nostre valli.
Vi è una sintonia fra le istituzioni interessate.
E certamente è importante individuare i settori in cui declinare l'autonomia, come l'agricoltura e l'allevamento di montagne, la tutela del territorio e le acque, l'ambiente, l'istruzione professionale. Tutti temi importanti e cruciali per il nostro sviluppo.
Il tema dei servizi alla persona, ed in primis la sanità, è sempre stato nel cuore dei nostri amministratori.
Oggi sembra di assistere ad una dicotomia fra gli interessi delle nostre comunità e dei loro rappresentanti, preoccupati dall'involvere del sistema, e la chiusura dei servizi, la riduzione delle professionalità nei nostri ospedali, dell'offerta sanitaria, testimoniati dall'aumento dei tassi di fuga che raggiunge picchi del 34-35 % nei distretti di Chiavenna e Morbegno, a fronte di una spesa sanitaria provinciale per persona più bassa tra le aree montane, anche lombarde, con un rapporto medici/posto letto ed infermieri posto/letto tra i più bassi in Italia, ed una più alta incidenza percentuale del settore amministrativo.
Per recuperare questo declino è auspicabile il riconoscimento effettivo della nostra sanità di montagna.
Non vi è vera autonomia senza un rafforzamento delle scelte strategiche ed istituzionali nel settore socio sanitario.