Padiglione dell'Angola, Leone d'oro alla 55.ma Biennale d'arte di Venezia

Il premio al Padiglione dell'Angola, nazione alla sua prima partecipazione veneziana, dopo la coinvolgente esperienza alla Biennale architettura 2012, è stato ampiamente condiviso dalla critica internazionale.

Curata da Paula Nascimento e Stefano Rabolli Pansera (gli stessi curatori del padiglione angolano alla Biennale architettura), la mostra nello storico Palazzo Cini ha per protagonista Edson Chagas, artista che si è prodotto in una lettura della città di Luanda partendo proprio dal titolo dell'esposizione internazionale. E così Il Palazzo Enciclopedico messo assieme da Gioni, per Chagas è diventato "Luanda, Encyclopedic City" più che una riflessione per immagini, un incontro personale con le contraddizioni di una delle babeli del mondo.

Nell'ultimo decennio, i cambiamento sociali e urbani dell'Angola sono stati impressionanti. Dalla fine della guerra civile, nel 2002, l'economia del paese è diventata quella in più rapida crescita dell'Africa e una delle più veloci al mondo. L'improvviso afflusso di ricchezza ha visto crescere innumerevoli progetti di riqualificazione e di trasformazione urbana per il paese, centrati soprattutto sulla sua capitale, Luanda. Le contraddizioni che questa "metropoli senza urbanità" e cresciuta troppo in fretta si trascina con sé ,sono evidentemente numerose.

Chagas è un fotografo il cui lavoro esplora i parametri del fotogiornalismo la serie fotografica che ha realizzato di Luanda è una documentazione sistematica, una catalogazione di oggetti abbandonati intorno alla città che sono stati riposizionati, creando una tassonomia alternativa della capitale angolana. Il riassetto di oggetti di scarto esplora le dicotomie della città suggerendo come sia il pianificato sia il non pianificato abbiano il potere di plasmare un luogo. La documentazione fotografica diventa così un'enigmatica serie d'immagini che esaminano l'apparente impossibilità di fornire una visione completa ed "enciclopedica" di una città. Tuttavia attraverso un'installazione di 23 foto di grande formato lo spettatore può crearsi la propria esperienza della città, costruendo un percorso individuale dove proprio la grande dimensione delle immagini permette la percezione piena dei luoghi, dunque l'interazione con essi.

La mostra del Padiglione dell'Angola non è di quelle che scrollano, e forse anche per questo è piaciuta. Rispetto alla volontà di potenza espressa dal desiderio enciclopedico, il giovane fotoreporter diventato artista e quasi "concettuale", Edson Chagas (Luanda, 1977, ma educatosi in Gran Bretagna), propone una deriva psicogeografica "per interposti oggetti", un modello tutto africano. "Sono andato via da Luanda a 16 anni per studiare", racconta Chagas, "e ricordo che allora per la strada non si trovavano oggetti rotti e abbandonati. Credo che fosse uno dei segni della guerra e della povertà da essa generata. Oggi, dopo circa dieci anni di pace, Luanda è molto cambiata e si trovano oggetti di scarto per le strade". Impressionato da questa evidente novità, il fotografo angolano decide di creare una serie di "ritratti" di questi oggetti in rovina, situandoli davanti a muri scrostati, strade in terra battuta, porte di legno malandate. "Questa serie l'ho vissuta con lo spirito del reportage", riprende Chagas. "Volevo raccontare una storia che forse parla di un benessere grazie al quale ora le persone iniziano a poter buttare via le cose rotte". L'artista luandese ha pensato un allestimento ad hoc per il "sito" di accoglienza del suo lavoro, nel Palazzo Cini a Dorsoduro che fu abitazione di Vittorio Cini e sede della sua collezione di arte antica: uno dei palazzi più belli, e meno visti di Venezia. Teniamo presente che l'arte è una questione non solo enciclopedica ma anche diplomatica, alla Biennale di Venezia.

Curiosità

Ma dov'è l'Angola? Qualcuno guarda la mappa. Quella di Venezia però. L'Angola, qui in Biennale, ha vinto il Leone d'Oro come migliore presenza nazionale. E come spesso accade il premio è andato a un padiglione sparso tra le calli e trascurato da molti Ma l'Angola? C5 dice la mappa: guardando le Gallerie dell'Accademia, spalle al ponte, a sinistra prima del Guggenheim. Palazzo Cini a San Vio Alle pareti Dosso Dossi, Ercole de Roberti, Taddeo e Bernardo Daddi, Sandro Botticelli e una lunare madonna con bambino di Piero della Francesca che da sola basterebbe.

E lì tra mobili, specchi, porcellane, avori, rami smaltati,cassoni dipinti, come testimonianza dei contrasti di questo nostro mondo, pile ordinate di fogli a disposizione del visitatore. Compatti come totem o come sculture minimaliste trattengono immagini di oggetti perduti e poveri catturati nel di Edson Chagas, fotografo artista angolano.

Motivazione del premio "la capacità dei curatori e dell'artista di riflettere sull'inconciliabilità e complessità della nozione di sito". (Cfr. comunicati stampa del leone d'oro della Biennale di arti visive di Venezia).

Informazioni utili:

Il nome del paese deriva dal termine Ngola, attributo di rispetto dei sovrani Ndongo corrispondente all'italiano "Maestà". I portoghesi diedero questo nome ufficiale al paese nel XVI secolo proprio in onore di quei sovrani, loro fedeli alleati.

Luanda, è la capitale e la principale città dell'Angola, nonché capoluogo della provincia omonima. Situata sull'Oceano Atlantico, è anche il principale porto marittimo della nazione. Ha una popolazione di 5.172.900 abitanti. Edson Chagas, fotografo artista angolano, ha avuto una magnifica idea nel formulare per il suo Padiglione il titolo di progetto 'Luanda, Encyclopedic City' che gli ha fatto vincere il leone d'oro della 55.ma Biennale d'arte. Però bisogna aggiungere che la vita sociale non è ancora un granché.

Si stima che la popolazione sia compresa tra i 15,5 e 17,5 milioni di abitanti, di cui circa la metà con un'età inferiore ai 15 anni, dato che implica una forte pressione sui servizi sociali basici dell'istruzione e della sanità. Sempre secondo le stime, l'Angola ha uno dei tassi di crescita della popolazione più elevati, che negli anni successivi alla fine della guerra civile non hanno avuto alcun impatto sul miglioramento effettivo delle condizioni di vita della popolazione poiché la struttura dello stato non permette l'eliminazione delle significative disparità nella distribuzione della ricchezza, anzi, al contrario, le incrementa.

Circa la metà della popolazione vive in zone urbane e più del 50% non ha accesso ai servizi igienico-sanitari di base e si stima che approssimativamente il 38% della popolazione soffra di malnutrizione o di carenze alimentari.

La percentuale di spesa pubblica destinata all'istruzione è solo il 2,6% del Prodotto Interno Lordo.

Per quanto riguarda il settore della salute la situazione non è affatto confortante: la malaria costituisce la principale causa di morte; il tasso di mortalità infantile, derivante principalmente da alimentazione deficitaria e cattive condizioni sanitarie, è tra i più alti al mondo: 154 su 1000 nascite nel primo anno di vita, 260 su 1000 bambini entro i 5 anni. La percentuale di parti assistiti da personale medico qualificato è inferiore ad un terzo, il che determina tassi di mortalità materna molto superiori alla media regionale e continentale.

Non è nota la reale dimensione del problema della diffusione dell'HIV-AIDS, anche se l'Angola presenta tutte le condizionanti sociali che possono condurre ad una forte diffusione della malattia, ovvero la situazione post-conflitto e l'elevata mobilità della popolazione (che si sposta in particolare dalle campagne verso i centri urbani).

Nonostante il governo abbia aumentato la sua capacità di intervento in queste settori, la sua efficacia non è significativa: la mancanza di priorità attribuita ai temi della sanità, l'assenza di personale sufficientemente qualificato, l'inadeguatezza dei meccanismi di coordinamento tra i vari livelli di governo e con gli altri settori e l'inefficienza delle strutture amministrative rendono il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione angolana un cammino ancora lungo e difficile. (Cfr.:"Società delle Missioni Africane").

Maria de falco Marotta & Team

Padiglione della Repubblica d'Angola

55. Esposizione Internazionale d'Arte la Biennale di Venezia

Luanda, Encyclopedic City

a cura di Paula Nascimento e Stefano Rabolli Pansera

Palazzo Cini a San Vio, Dorsoduro 864 Venezia

apertura al pubblico sino al 24 novembre 2013

orario 14.00 -19.00 ingresso libero, chiuso lunedì.

Maria de falco Marotta & Team
Società