Per la nostra salute: il medico , il paziente ed il sistema sanitario
In questi giorni si sta svolgendo la Terza Conferenza Nazionale sulla professione medica dal titolo: “Guardiamo al futuro: quale medico, quale paziente, quale sistema sanitario, quale medicina ?” con la partecipazione delle massime autorità del settore sia a livello scientifico che politico. Un appuntamento importante per riflettere e confrontarsi su come la medicina possa attrezzarsi per fronteggiare al meglio le sfide del XXI secolo.
La promozione della salute salute , è pleonastico ricordarlo, rimane al primo posto come tema principali da perseguire per i cittadini di tutte le latitudini.
La crisi economica ha provocata dei tagli lineari al sistema sanitario con un razionamento dei servizi e la riduzione del personale sanitario che in qualche misura hanno contribuito a contrarre alcuni indicatori sociali quali la speranza di vita e la mortalità generale.
Tre sono gli attori principali : il medico , il paziente ed il sistema sanitario.
- Il medico.
Nel giro di cinque anni il 40-50 per cento dei medici dipendenti del sistema sanitario nazionale e dei medici di medicina generale saranno in età pensionabile.e lasceranno il lavoro attivo.
Mancheranno 15 mila specialisti. Oggi in molti territori, in particolare periferici, lavorano numerosi medici stranieri.. Il paradosso è che nel 2015 oltre 2500 giovani medici italiani si sono trasferiti all'estero dove vengono apprezzati, assunti in base alle loro qualità professionali e curriculum e non per altri motivi. Spesso in Italia un giovane medico a 35-40 anni è ancora precario, a contratto libero professionale, senza una prospettiva di lavoro sicuro.
Una normativa europea in materia di formazione e di assunzione potrebbe essere utile .
I concorsi nazionali per la medicina generale e la specializzazione , così come le assunzioni in ospedale spesso non sono previsti e non sono così trancianti come in Italia, ove si possono prestare a deviazioni. che rischiano di fare “scappare” i nostri giovani migliori.
Non è certamente con il razionamento dei medici in ospedale e sul territorio che si può affrontare il problema pena la riduzione dei servizi ai cittadini.
- Il paziente
è al centro del sistema, in quanto persona, cittadino, contribuente che finanzia il sistema sanitario .
Ha diritto a cure efficaci, tempestive, quando è necessario, e appropriate.
Deve esser soprattutto informato e partecipare consapevolmente alle scelte che riguardano la propria salute.
è fondamentale la relazione medico-paziente non solo, ma soprattutto, per il rispetto della dignità dell'ammalato ma anche per il buon esito delle cure, quando è possibile.
L'esuberante mole di informazioni sanitarie su molti mass media, e non ultimo internet , non sempre disinteressata, può contribuire ad aumentare la confusione, a complicare il rapporto .
La condivisione delle scelte terapeutiche , spesso sempre più con tecnologie avanzate , è una condizione che dovrebbe essere richiesta e motivata, in tutte le situazioni di salute ed in particolare in quelle più complesse, non trancianti e sicure, prospettando le varie ipotesi e risultati. Coltivando un rapporto di empatia sia da parte dell'operatore sanitario che dell' ammalato contribuendo a costruire un'alleanza terapeutica.
Non dimenticando gli aspetti umani, psicologici e morali soprattutto nel fine vita. Non per niente recentemente un noto politico ha deciso di farsi ricoverare in una clinica religiosa di suore. con standards appropriati per queste situazioni che dovrebbe essere la norma anche nelle strutture pubbliche.
- Il sistema sanitario
L'organizzazione sanitaria certamente ha un ruolo fondamentale per favorire un migliore rapporto fra medico e paziente . Con al centro il paziente ma anche il medico che all'interno del sistema dovrebbe essere la figura di riferimento anche per le scelte decisionali.
Un modello organizzativo di tipo universalistico, che garantisce le cure con gli stessi livelli di qualità indipendentemente dalle classi sociali e omogeneo sul territorio nazionale.
Un sistema che potenzi l'integrazione fra cure primarie e specialistiche , ospedale e territorio in considerazione delle mutazioni sociali e demografiche già importanti e sempre più evidenti nell'immediato futuro.
Un'organizzazione che privilegi la qualità della prestazione sanitaria, ma anche la prioriità quantitativa, con la riduzione delle liste di attesa limando gli orpelli burocratici, a volte inutili.
Un modello istituzionale che valorizzi le istanza degli enti locali, in primis i Comuni e i suoi rappresentanti che sono i più vicini ai cittadini.
Un'organizzazione sanitaria che garantisca standard strutturali ospedalieri di elevata qualità , come nel mondo anglosassone dove l'ospedale è una comunità di servizi, con il rilancio di un piano nazionale per l'edilizia ospedaliera.
E quindi le scelte politiche a tutti i livelli sono decisive, se sapranno scegliere quello che è essenziale per una rinnovata sanità italiana..