FRANCESCO ROSI, UN NAPOLETANO "DURO & PURO": LEONE D'ORO ALLA 69ma MA MOSTRA DI VENEZIA. 12.5.20.25

E' una felicità apprendere che il Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera ha attribuito al regista e sceneggiatore italiano Francesco Rosi il Leone d'oro alla carriera della 69. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica che si svolgerà dal 29 agosto - 8 settembre 2012. Barbera, che ha già diretto anni fa la Mostra di Venezia ha dichiarato: "Con una lunga benché non troppo prolifica carriera, Rosi ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano del dopoguerra. La sua opera ha influenzato generazioni di cineasti in tutto il mondo per il metodo, lo stile, il rigore morale e la capacità di fare spettacolo su temi sociali di stringente attualità. Ragione per la quale è stato ripetutamente accostato al Neorealismo dell'immediato dopoguerra e indicato come il padre nobile di quel filone di cinema impegnato che segnò in particolare gli anni Sessanta e Settanta della nostra produzione nazionale. Rispetto al Neorealismo, che pure contribuì in maniera decisiva alla sua formazione culturale, il cinema di Rosi rappresenta una decisa istanza di superamento, per la precisa volontà di mescolare una fortissima propensione a raccontare eventi, persone ed ambienti reali con quella che Fellini definì «la grande lezione artigianale del buon cinema americano». Nei confronti del cinema politico a lui successivo, Rosi vanta invece un indiscutibile merito: quello di aver sempre preferito alla semplificazione ideologica di molti suoi epigoni il durissimo lavoro di ricerca e documentazione che sta alla base di suoi formidabili capolavori come Salvatore Giuliano, La sfida, Le mani sulla città, Il caso Mattei, Lucky Luciano. Una puntuale lezione di storia che coincide con un'altissima lezione di stile, capace di fornire linfa e sostanza per gli altri suoi indimenticabili lavori, tra i quali non si possono non ricordare Cristo si è fermato a Eboli, Cadaveri eccellenti e Tre fratelli". Non occorre sottolineare che mai- come stavolta- ci troviamo d'accordo con Barbera che- ci auguriamo- snellisca il Cartellone e non faccia "soffrire" troppo i cinefili che- spessissimo- debbono compiere salti mortali per combinare il dovere con il piacere, magari "saltando" persino il panino del travet!

Chi è Francesco Rosi: Leone d'oro alla carriera della 69. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Nato a Napoli il 15 novembre 1922, durante la guerra abbandona l'Università (gli mancano nove esami per la laurea in Giurisprudenza) e si afferma come illustratore di libri per l'infanzia. Contemporaneamente collabora a 'Radio Napoli' dove stringe amicizia con altri giovani di belle speranze, (Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi, Aldo Giuffrè) con cui si ritroverà spesso a lavorare nel corso della sua carriera. Nel 1946 si avvicina al mondo dello spettacolo come assistente di Ettore Giannini per l'allestimento de 'Il voto' (Salvatore Di Giacomo), messo in scena al Teatro Quirino di Roma. In seguito è aiuto regista di Luchino Visconti per La terra trema (1948), di cui cura anche il doppiaggio nell'edizione in lingua. Fino alla metà degli anni '50 alterna l'attività di aiuto regista, soggettista e sceneggiatore anche dopo aver personalmente diretto alcune sequenze di Camicie rosse (Goffredo Alessandrini,1952). L'esordio nella regia è del 1958 con La sfida( che interessante, anche perché rivela la bellissima Rosanna Schiaffino, così sfortunata tanti anni dopo), eccellente opera prima che già anticipa quelle tematiche che diventeranno caratteristiche peculiari del suo cinema. Presentato alla Mostra di Venezia dello stesso anno, il film ottiene il Premio speciale della Giuria (ex-aequo con Les amants di Louis Malle) e registra subito una buona accoglienza da parte del pubblico. Successo ripetuto l'anno dopo con I magliari (1959) dove Alberto Sordi, immigrato tra le nebbie di Hannover e Amburgo, si trova a scontrarsi con un boss napoletano per il controllo del mercato delle stoffe. Nel 1961 inaugura il genere dei film-inchiesta italiani con Salvatore Giuliano, ripercorrendo la vita del celebre bandito siciliano attraverso una lunga serie di flashback. Pur non avvalendosi di attori famosi presso il grande pubblico (ma di notevole talento, come Salvo Randone, che attore e che indimenticabile interprete di tante commedie di autori celeberrimi come Pirandello) il film si classifica al 10° posto nella graduatoria degli incassi di quell'anno, a riprova del crescente interesse verso pellicole di argomento politico. Nel 1963 vince il Leone d'Oro con Le mani sulla città (1963), in cui denuncia con coraggio le collisioni esistenti tra i diversi poteri dello Stato( è stato un profeta, senza saperlo, visto la situazione d'oggi dell'Italia). Dopo tante opere di impegno civile, strettamente connesse ai fatti della cronaca. Negli anni '70 con Gian Maria Volontè indugia sui retroscena di morti illustri e misteriose (Il caso Mattei, 1972), usa ancora la tecnica del documentario (Lucky Luciano, 1973) e realizza la versione cinematografica del romanzo autobiografico di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli (1978). Già all'epoca de Le mani sulla città ha in mente di portare sullo schermo un altro romanzo, La tregua. Dopo più di vent'anni, nel 1987, è pronto a realizzare questo progetto, che è ancora costretto a rimandare dopo il tragico suicidio di Primo Levi. Nello stesso anno adatta per il cinema Cronaca di una morte annunciata (di Gabriel Garcia Marquez) dove, in mezzo ad una schiera di illustri attori, dirige anche sua figlia Carolina. Dieci anni più tardi, grazie a Martin Scorsese che lo aiuta a trovare i finanziamenti, riesce finalmente a realizzare quel sogno (La tregua, 1996) di Primo Levi, ma il suicidio dello scrittore (11 aprile 1987) lo fa rinunciare (realizzerà la pellicola solo nel 1997), e dirige un adattamento cinematografico della Carmen (1984) con Plácido Domingo( il film fu proiettato alla Mostra del cinema di Venezia e noi avemmo l'alto onore di " intervistarlo" assieme a Lietta Tornabuoni e Natalia Aspesi nella sua stanza all'Hotel Excelsior, in quel tempo la "sede" privilegiata dei grandi registi Successivamente Rosi nel 2003 è tornato alla regia teatrale con 'Napoli milionaria' di Eduardo De Filippo. Nel 2007 poi, in coincidenza con il suo ottantacinquesimo compleanno l'annuncio: "Per ora basta col cinema e mi dedico al teatro". Però tra il 2008 e il 2009 Francesco Rosi ottiene tanti riconoscimenti nel mondo e molti festival italiani e stranieri gli dedicano delle retrospettive. Tra i premi più importanti l'Orso d'oro alla carriera al festival di Berlino nel 2008 e la Legione d'onore nel 2009. 12 aprile 2009. Ed ora, nel 2012, il Leone d'oro alla carriera che senz'altro lui merita pienamente, con l'augurio di potergli anche chiedere qualcosa. Pensiamo già da ora, che sarà "mordente, pungente, spettatore disincantato e critico dello "stato attuale delle cose" della nostra povera Italia.

FILMOGRAFIA

Regista

Camicie rosse (1952) - alcune scene

Kean: Genio e sregolatezza, co-regia di Vittorio Gassmann (1956)

La sfida (1958)

I magliari (1959)

Salvatore Giuliano (1962)

Le mani sulla città (1963)

Il momento della verità (1964)

C'era una volta... (1967)

Uomini contro (1970)

Il caso Mattei (1972)

Lucky Luciano (1973)

Cadaveri eccellenti (1976)

Cristo si è fermato a Eboli (1979)

Tre fratelli (1981)

Carmen (1984)

Cronaca di una morte annunciata (1987)

12 registi per 12 città (1989) - documentario

Dimenticare Palermo (1990)

Diario napoletano (1992)

La tregua (1997)

Sceneggiatore

Bellissima (1951)

Processo alla città (1952)

Racconti romani (1955)

Il bigamo (1956)

Regista e sceneggiatore

Soggetti originali

La sfida (1958)

I magliari (1959)

Salvatore Giuliano (1962)

Le mani sulla città (1963)

Il momento della verità (1964)

C'era una volta... (1967)

Il caso Mattei (1971)

Lucky Luciano (1973)

Diario napoletano (1992)

Soggetti non originali

Kean (1956, soggetto di Dumas e Sartre)

Uomini contro (1970, soggetto di Emilio Lussu)

Cadaveri eccellenti (1976, tratto dal romanzo di Sciascia Il contesto)

Cristo si è fermato a Eboli (1979, tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Levi)

Tre fratelli (1981, tratto dal racconto Il terzo figlio di Platonov)

Carmen (1984, tratto dall'opera lirica di Bizet)

Cronaca di una morte annunciata (1987, tratto dall'omonimo romanzo di García Márquez)

La tregua (1996, tratto dall'omonimo romanzo di Primo Levi)

Teatro

Regista

In memoria di una signora amica (di Giuseppe Patroni Griffi 1963)

Napoli Milionaria (di Eduardo De Filippo 2003)

Le voci di dentro (di Eduardo De Filippo 2006)

Filumena Marturano (di Eduardo De Filippo 2008)

Premi cinematografici [Festival di Cannes 1972: Palma d'oro - Il caso Mattei

Mostra del cinema di Venezia : 1963: Leone d'Oro - Le mani sulla città

2012: Leone d'Oro alla carriera

David di Donatello

1965: miglior regista - Il momento della verità

1976: miglior regista - Cadaveri eccellenti

1979: miglior regista - Cristo si è fermato ad Eboli

1979: miglior film - Cristo si è fermato ad Eboli

1981: miglior regista - Tre fratelli

1981: miglior sceneggiatura - Tre fratelli

1985: miglior regista - Carmen

1985: miglior film - Carmen

1997: miglior film - La tregua

1997: miglior regista - La tregua

Nastri d'argento

1959: miglior soggetto originale - La sfida

1963: miglior regista - Salvatore Giuliano

1981: miglior regista - Tre fratelli

nomination Oscar al miglior film straniero 1981- Tre fratelli

Festival di Berlino

2008: Orso d'Oro alla carriera

2010: Premio Federico Fellini 8 1/2 per l'eccellenza artistica

2012: Leone d'oro alla carriera, 69.mo Festival del cinema di Venezia. Dove- speriamo di Esserci" per applaudirlo come merita. Evviva Francesco Rosi, Napoli che l'ha generato e l'Italia che lo ha amato. Magari non proprio come meritava…

Antonio De Falco & Diana Barrows

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