I RACCONTI DI CRISTINA: LA SECONDA GIOVINEZZA DI CATERINA. NON SARÀ VERO MA È BELLO CREDERCI
La seconda giovinezza di Caterina. Non sarà vero ma è bello crederci.
La scorsa primavera Caterina ha festeggiato un compleanno importante. Una cifra pari, tonda, che una volta la spaventava. Segnava un passaggio d’età. Avrebbe voluto dimenticare la data, ma i figli le hanno organizzato una festa a sorpresa. Regia perfetta. Credeva che certe cose capitassero solo nei film. Invece.
“The best is yet to come”, il meglio è ancora da venire, era scritto su un biglietto di auguri scrittole da dei cari amici.
Perché no, si dice Caterina. Mai mettere limiti alla provvidenza.
Da un po’ di anni la sua vita è cambiata. C’era stato un periodo non facile, alcuni anni fa, quando i suoi genitori erano vecchi e malati, il lavoro in casa e fuori la opprimeva e il difficile rapporto con i figli adolescenti era vissuto con grande ansia. La paura che cadessero vittime di droghe, incidenti, cattive compagnie, insuccessi scolastici. Le preoccupazioni economiche per il loro mantenimento agli studi. E poi la difficile età del cambiamento fisico, con il pericolo della depressione sempre incombente.
La paura degli anni che passano. I giovani colleghi che fanno fatica a darle del tu e a chiamarla per nome. Gli studenti no, per loro basta essere un prof che si è già vecchi. Un giorno parlando col suo direttore, Caterina si era lasciata andare ad una sciocca lamentela, diceva che si sentiva vecchia, che gli anni le pesavano. Il direttore, credendo forse di essere spiritoso, le aveva risposto, “sì, ma gallina vecchia fa buon brodo”. Mai lamentarsi.
Poi le cose hanno cominciato a cambiare. La provvidenziale badante ucraina ha curato la sua mamma e l’ha assistita fino all’ultimo giorno. I figli sono cresciuti e hanno trovato la loro strada senza grossi problemi. Gli studenti diventano sempre più giovani e le fanno sempre meno paura.
Ma soprattutto le nuove tecnologie sono apparse nella sua vita. Per lavoro è stata obbligata ad aggiornarsi, ha dovuto imparare ad usare il computer.
E si è aggiornata. La “macchina infernale”, come la definisce suo marito, è entrata con prepotenza nella sua casa. All’inizio, certo, è stato faticoso, poi un giorno finalmente ha capito che la macchina era stupida. Non è vero che è intelligente. Ha sempre bisogno che le si ripetano le cose. Sì, no, ok. Io sono più intelligente della macchina, si è detta Caterina, e ha imparato a usarla.
E poi è arrivata internet.
Vagando per la rete Caterina ha scoperto tutto un mondo. E’ vero, ci sono i siti porno, è vero, si riceve un sacco di posta indesiderata con pubblicità di viagra, di prodotti per allargare il seno, di casinò on line, ci sono siti neofascisti, neonazisti, nostalgici monarchici e comunisti, ma ci sono anche siti con tutti i fiori, tutti i funghi, i monumenti, i quadri più belli.
E si può interagire. Si è divertita a giocare, tanti giochi di parole online. Adorando ricevere posta si è fatta tre indirizzi e-mail, così ogni volta l’emozione di aprire la casella è moltiplicata per tre. Il piacere della corrispondenza.
Il massimo del piacere è venuto quando ha scoperto che ci sono siti dove gli scrittori dilettanti possono pubblicare le loro opere. Nomi invitanti: “Siamo tutti scrittori”, “Storie & storie”, “Il mio sogno nel cassetto”.
Così ha scelto un sito e l’ha adottato. Sentendosi in dovere di restituire un po’ del piacere ricevuto ha cominciato a collaborare e a scrivere le recensioni dei testi pubblicati. E’ entrata in una comunità virtuale, di persone che condividevano gli stessi sogni. L’età non era più importante. Non c’erano pre-giudizi.
Naturalmente si era inventata uno pseudonimo. La libertà di esprimersi.
Scrivere le era sempre piaciuto. In casa era lei che doveva scrivere le lettere di circostanza, condoglianze o di felicitazioni, correggere i temi ai figli. In altre situazioni era lei che doveva scrivere i verbali e altre cose meno divertenti.
Adesso lo faceva per sé, per divertimento, in totale libertà. Una forma di terapia, di autoanalisi? Forse. E poi si sa da cosa nasce cosa. Così un giorno qualcuno, un altro sognatore, vede un suo scritto in rete e le chiede di collaborare al suo giornale on line. Tutto naturalmente rigorosamente non pagato.
Quando scopre il bellissimo sito di uno dei sognatori che scrive divertenti racconti surreali - un pubblicitario kreativo - gli manda un e-mail, complimentandosi. Lui risponde, chiedendole anche se può leggere un suo libro di racconti che vorrebbe pubblicare. Caterina si sente importante. Come, chiedere una cosa così a lei che a scuola non era nemmeno brava in italiano? Lei che è solo una dilettante. Proprio per questo, risponde lui. E così comincia un divertentissimo carteggio. Taglia, usa frasi più brevi. Questo racconto mi piace, mi ci sono ritrovata. Ma ti è piaciuto, davvero? Questo personaggio mi ricorda un tipo che ho conosciuto l’altra sera. Uno un po’ pelato col codino grigio che fa il muratore, ma anche il cuoco. Quest’altro mi ricorda il giardiniere poeta che è venuto a metterci a posto il giardino. Adesso ho poco tempo perché c’è il matrimonio di mia figlia e ci è anche nata una nipotina. A questo punto che si fa? vado avanti, c'è un inizio, un luogo da raccontare, personaggi e situazioni, stili letterari che si sovrappongono, un po’ saggio, un po’ romanzo, un po’ commedia, un po’ fumetto. Piacerà? E chissenefrega, io devo scrivere e ho milioni di storie nella testa e altre milioni da farmi raccontare. A questo punto direi di andare avanti.....che dici?... finirai nel mio libro come insegnante mitteleuropea con il cognome sconosciuto...
Lo scambio continua fra racconti di vita vissuta, indovinelli, anagrammi, citazioni dotte e scambi di titoli di libri. Tanti libri.. Caterina si sorprende di come i piccoli aneddoti che racconta diventino altre storie, “frullate” con maestria da questo giovane. Si accorge di stare entrando nei racconti di questo scrittore.
Caterina capisce anche che lei non diventerà mai una scrittrice, non ha questa furia, questo bisogno di manipolare le parole, ma capisce anche che chi scrive ha bisogno di chi legge e così lo scambio continua con grande divertimento e piacere. Non è una grafomania pericolosa come in quel bellissimo monologo di Alan Bennett (attore e commediografo inglese), A Lady of Letters, in cui una signora, per combattere la solitudine, scrive, scrive, risponde alle fatture, alle pubblicità che riceve, scrive ai giornali, al sindaco, forse anche alla regina. Poi la penna le prende la mano e scrive cose cattive su dei giovani vicini di casa. Li accusa di trascurare la bambina, che invece è gravemente malata. Finirà in prigione, dove finalmente potrà, fra le varie opzioni che le sono offerte, seguire un corso di dattilografia e, aggiungo io, di scrittura creativa.
No la grafomania di Caterina e di questo giovane scrittore non è nociva, non fa male a nessuno, è solo un gioco.
Così quando qualche giorno fa Ghost Writer (il nick del suo corrispondente, ormai non si dice più pseudonimo) si firma Neri Landoccio dei Pagliaresi, Caterina, pensando che sia un gioco di parole non si meraviglia più di tanto. Le è venuto in mente Neri Confucio, l’anagramma di Renato Fucini. Ha cominciato a fare altri anagrammi, a cercare riferimenti a cose dette, ma non ha trovato niente. Stranamente non le è nemmeno venuto in mente di cercare su google. Quando alla fine, sentendosi persa, l’ha fatto, allora la sorpresa è stata davvero grande. Chi era infatti Neri di Landoccio dei Pagliaresi? Nientemeno che il segretario e discepolo prediletto di Santa Caterina da Siena, poeta egli stesso, personaggio romantico, un po’ fragile ma con grande vena artistica. “Che bel personaggio Neri, ha insegnato ad una certa Caterina che le parole fanno rumore...”
Caterina è sbalordita. Non solo sta finendo in un libro, ma viene addirittura associata ad una santa. Chi l’avrebbe mai detto?
Cristina Cattaneo