La questione del Pronto Soccorso di Morbegno. Nota di Luigi Mescia

Luigi Mescia ha diffuso una nota indirizzata a quanti seguono, stampa compresa. Pubblichiamo:

Sondrio, 19.02.2017

Ai signori Sindaci del Morbegnese

Al Presidente della C. M. di Morbegno

Al Signor Luca Vitali (Portavoce del “Ps 118 salviamo la sanità alpina”)

All’Ordine dei Medici della Provincia di Sondrio

Ai Medici di Medicina di Base del Mandamento di Morbegno

Agli Operatori Medici, Infermieristici, Tecnici dei Presidi Ospedalieri di Morbegno e Chiavenna

Al Presidente della Conferenza dei Sindaci

Ai Direttori Generali dell’ASST della Valtellina e Alto Lario e dell’ATS della Montagna

Agli organi di Stampa e radio-televisivi provinciali

Loro sedi

Ho letto in questi giorni numerosi interventi relativi al POT di Morbegno e, in particolare, al Punto di Primo Intervento e al Pronto Soccorso.
Vorrei portare alla Vostra attenzione che per il POT di Morbegno, se non si fa nulla, prevarrà la soluzione proposta e caldeggiata da AREU, quindi un “pronto intervento”, sia esso di 8 o 14 ore giornaliere che di 24 ore.
In questa logica, tutta l’area del morbegnese e parte della Valchiavenna sarà preda di strutture private, anche convenzionate.

Il territorio è formato dalla zona della bassa Valtellina che si estende dal Trivio di Fuentes fino ai comuni di Buglio in Monte e di Forcola.

Le Valli orobiche che da sud, la prima che si incontra, è la Val Lesina, percorsa dal torrente omonimo che, dopo aver attraversato Delebio, affluisce nell’Adda;
nei pressi di Morbegno si apre la Valle del Bitto che si biforca in quella di Gerola e di Albaredo, (si segnala il passo S. Marco a 1992 m. Dal passo si scende velocemente alla Ca’ S. Marco e da qui si prosegue verso la Val Brembana fino a Bergamo).

Dopo Talamona si incontra la Valle del Tartano.

Sul versante retico della Comunità Montana di Morbegno si trova la Val Masino, la più occidentale delle Retiche Valtellinesi che a S. Martino Valmasino si biforca a nord/ovest sale la Valle dei Bagni e ad est si giunge alla Val di Mello e che si conclude alle pendici del Monte Disgrazia.

La popolazione interessata è di circa 50.000 abitanti. Non va trascurata l’incidenza dell’area industriale, artigianale, commerciale, agricola e turistica, sia invernale che estiva, che incidono profondamente su tutto il tessuto residenziale, produttivo e di trasporto.

Si deve poter usufruire di un “Pronto Soccorso”, anche se ci saranno più costi. Vi saranno anche più ricavi in quanto gli specialisti medico-infermieristici potrebbero far concorrenza alle strutture private che attualmente spuntano come “funghi”.

Da non sottovalutare che si tratta di “PRESIDI OSPEDALIERI TERRITORIALI”, e i Presidi Ospedalieri si caratterizzano specificatamente anche con la presenza di un “PRONTO SOCCORSO”, altrimenti non si potrebbe dichiarare che si tratta di “Presidi Ospedalieri”, sarebbe una contraddizione in termini.

Ecco, perché, è necessario, per il morbegnese, considerare le opportunità che la Medicina di Montagna può offrire, pur all’interno del POT.

Occorre partire dai servizi RX e di Laboratorio, dalla Specialistica ambulatoriale e dal Pronto Soccorso.

Anzi, si dovrebbero aggregare alcuni posti letto di astanteria, ovviamente utilizzabili nello spazio temporale di interventi specialistici che possono essere ivi effettuati e per l’eventuale trasferimento in altre strutture, in particolare a Sondrio e a Sondalo per interventi complessi e patologie d’elezione, senza ricorrere al ricovero in Medicina Generale sub acuta.

E’ pur vero che i POT (Presidi Ospedalieri Territoriali) devono garantire la continuità delle cure con la presa in carico del paziente secondo un modello proattivo d’assistenza al paziente cronico, attraverso l’integrazione e la collaborazione con i Medici di Medicina Generale, gli specialisti, i servizi diagnostici e l’integrazione socio sanitaria, ma non si può prescindere dal ricorso a prestazioni di Pronto Soccorso che interessano tutta la popolazione del mandamento, anche turistica e di percorrenza sulle strade.

Né va sottovalutato il fatto che al Pronto Soccorso di Morbegno fanno ricorso più di 14.000 cittadini, ben più di Menaggio che ne fa circa 7.000 e di Edolo che ne fa circa 6.000

Nessuno pensa di chiudere quello di Menaggio né quello di Edolo.

Il fatto che la maggior parte dei ricorsi al Pronto Soccorso di Morbegno siano codici bianchi e verdi non deve trarre in inganno (sono comunque più di 1.000 quelli in codice rosso).

Se tutto dovesse confluire nel Pronto Soccorso di Sondrio, dove la maggior parte dei ricorsi sono sempre, comunque, in codice bianco o verde, si assisterebbe al suo collasso (lo è già di fatto).

Sono a disposizione per affrontare con Voi, in qualsiasi sede, ove lo riterreste opportuno, tutto quanto riguarda il Pronto Intervento o Pronto Soccorso del POT di Morbegno.

 

Luigi Mescia
Società