ANCHE A SONDRIO IL FLAUTO MAGICO DI KLAUS-PETER DIHEL
Piazza Garibaldi come una grande platea musicale inondata dalle note struggenti di un flauto. E in proscenio un personaggio unico: vestito di tutto punto con un impeccabile frac nero, la camiciola di pizzo merlettato su cui spiccava un vistoso papillon un po' sbilenco, le mani guantate, i polpastrelli liberi a sfiorare le chiavi del suo magico strumento, due ridondanti scarponi di pelle, la lunga capigliatura scarmigliata, lo sguardo assorto, il viso segnato dall'affanno del tempo, ma ancor più dall'emozione. Incurante del freddo pungente, l'artista ha ripreso con trasporto la sua melodia seducente, come un magico pifferaio che richiama mille sorcini attratti da una musica irresistibile. Tutt'intorno un lungo capannello di giovani ammaliati dalla melodia elegiaca dell'adagio di Benedetto Marcello. "Ma questa città non ama la musica?", sbotta lui quasi all'improvviso. Poi fa per voltarsi e incontra gli occhi di tante gente incredula dinanzi ad uno ieratico direttore d'orchestra che s'inchina con riverente garbo all'applauso scrosciante che lo avvolge nell'algida mattina invernale. Klaus Peter Diehl, "tedesco di Germania", originario di Colonia, 3 figli, di cui uno valente violinista al seguito di una grande orchestra da camera, è dal 28 dicembre in Italia dove resterà fino al 23 gennaio quando tornerà a "dare nuovo ardente bacio" alla moglie. Molto più che un artista di strada, ha il vanto di aver suonato nelle più grandi orchestre del Vecchio continente e ha al suo attivo uno sterminato repertorio immortalato in una lunga serie di Cd personali. "Inderogabile la domanda e scontata la risposta: "Sono un cittadino del mondo che vaga di Paese in Paese per portare a tutti la mia musica!". E i giovani approfittano per chiedergli qualche brano di musica moderna. Il funambolo del flauto allora non esita a improvvisare temi di Michael Jackson, dei Queen, dei Beattle, di Bocelli, dimostrando di conoscere a menadito il grande repertorio della musica contemporanea. La signora Clara l'ha immortalato in un video mentre eseguiva "la polonaise" di Chopin, mentre la signora Vanda ha chiamato il marito al telefono per fargli sentire la musica di quest'interprete straordinario. La giovane Patrizia, invitata a cantare, gli ha proposto un repertorio latino-americano, poi ha canticchiato "Io vagabondo" dei Nomadi. Diehl ha avuto il privilegio di militare nelle grandi compagini orchestrali di mezza Europa, ha dato vanto e lustro alla didattica musicale sfornando il fior fiore di flautisti d'Oltralpe, ha dedicato i migliori anni della sua vita alla musa Euterpe rinunciando alla sua occupazione alla Deutsche Bank, prima di seguire la sua vocazione. Ed ora è uno spirito libero che scorrazza tra Francia, Austria, Spagna, Germania e Italia con il suo camper, fermandosi a Sondrio dopo aver avuto una calda accoglienza anche a Livigno. "Francesi poco simpatici, con la puzza sotto al naso, molto aperti Austriaci e Spagnoli, ma Italiani popolo vivo, anche se a Belluno mi son preso una bella multa e a Piacenza sono finito in gattabuia. Bella Ischia e Capri … Torna Bella Italia!", dichiara infine, prima di riporre nella custodia il suo prezioso strumento, spegnendo, quasi in magico rituale, l'I-pod con le basi, attaccato a due piccole casse acustiche alimentate a pile. Poi aggiunge: "Merkel non ha capito niente perché ha voluto costituire una comunità europea basata sul denaro, ma il denaro non basta ad unire dei popoli. Forse la potenza seduttiva della musica col il suo linguaggio universale avrebbe potuto fare di più!"
Nello Colombo