FA PIÙ RUMORE UN ALBERO CHE CADE DI UNA FORESTA CHE CRESCE (LAO TZU)

Per fortuna il 2007, annus horribilis é dietro le spalle. Il 2008 sia come è significato nella numerologica che in astrologia, è assolutamente favorevole a tutti. Speriamo. Dell'anno ormai alle spalle, è stato detto tutto il male possibile dal CENSIS, dall'ISTAT e da altre Società di indagini pure stranieri, sulle condizioni sociali, politiche, religiose, del nostro Paese definito con aggettivi che fanno raggrinzire la pelle. E non riferiamo- ma tanto è a conoscenza di tutti, che noi assieme alla nostra gioventù siamo da "buttare". Una parte di verità c'è: siamo troppo sazi, satolli di ogni bene che il nostro mondo global tecnicizzato all'inverosimile ha messo a disposizione beni materiali talmente sofisticati e alla portata di tutti che si è " appannato", se non oscurato le necessità dello spirito. La S. Messa natalizia con la benedizione Urbi et Orbi di Benedetto XVI sono stati una goccia di miele su di una ferita purulenta. Salviamoci e salviamo i nostri ragazzi, finché siamo in tempo. Chi sono, allora, le nuove generazioni? Che progetti hanno per il futuro? Quali sono i sogni, le angosce, le sofferenze dei giovani? E come si può comunicare con la tribù del web e dei telefonini?

I giovani di oggi sono considerati apatici, senza obiettivi esatti, persone che non vogliono crescere, non vogliono prendersi le proprie responsabilità e non si sentono pronti a scendere in prima linea per difendere i propri diritti.

L'idea che i "grandi" hanno dei giovani, sia in Italia che in America, non è molto diversa.

Ma è veramente cosi?

I giovani di oggi pensano soltanto a divertirsi e non vogliono impegnarsi?

Oppure il quadro descritto dai "giovani di ieri" è soltanto un'esagerazione e non tiene conto di molti aspetti importanti? I ragazzi di oggi sono stati definiti da Tommaso Padoa-Schioppa, dei "bamboccioni" che non si propongono allontanarsi dalla famiglia d'origine e preferiscono continuare a vivere a casa, invece di diventare autonomi, scegliendo di autonomamente.

E' vero o no? Pare di no se tutto, purtroppo- dipenderà ancora dall'economia. Tanto per tenerci attaccati all'America da cui siamo ancora dipendenti per le straordinarie novità tecnologiche così ricercate dai ragazzi, la concezione che gli adulti hanno dei giovani non è molto diversa.

Thomas Friedman, nel suo editoriale sul New York Times, parlando dei ventenni, ha scritto: "Siete troppo apatici, passivi e computerizzati, le rivoluzioni non si combattono nel mondo virtuale ma nelle piazze. Fate come Martin Luther King e Bobby Kennedy e scoprite l'attivismo vecchia maniera"(Ma costui s'è accorto che tutto è sotto sopra?).

Questa sua opinione nasce dal fatto che nelle ultime elezioni soltanto il 32% degli elettori tra 18 e 24 anni è andato a votare. Da questo se ne deduce che i giovani americani non vogliono impegnarsi, politicamente, preferendo passare il loro tempo davanti al pc.

Un "atteggiamento qualunquista" che porterà, secondo Friedman, ad un "futuro disastroso" per questi ragazzi.

È ragionevole generalizzare in questo modo?

I ventenni sono veramente così apatici e senza ideali?

O semplicemente bisognerebbe analizzare la loro situazione e la loro effettiva realtà più attentamente per rendersi conto che questi giudizi sono molto affrettati e per nulla realistici? Chi è la "Generazione Y "? Sono i giovani di oggi, quelli dai 18 ai 25 anni che hanno più facilità a parlare in chat che guardando negli occhi una persona, con un rapporto quasi patologico con le nuove tecnologie. Solo negli Stati Uniti i giovani di questa fascia di età sono circa 70 milioni, in Italia costituiscono una popolazione di quasi 4,5 persone. Ragazzi che hanno dimenticato il gusto di un biglietto scritto a mano e che si affidano a un modo di comunicare tecnologico, fatto di abbreviazioni, segni ed emotion.

Telefonini, Computer, internet, sono le armi di questa generazione che si muove con destrezza tra le vie del web, che si ciba di peer-to-peer, video- sharing e magari va in agitazione se deve invitare una ragazza a uscire. La "Generazione Y ", come l'hanno chiamata i ricercatori, che definiscono la nuova modalità relazionale "Technosexual", che è già diventata una moda e anche un business per le maggiori imprese di moda, entertainment, comunicazione e tecnologia. Il mezzo di comunicazione più seguito in questa fascia d'età (18-25 anni), secondo uno Studio realizzato dall'istituto B & F per conto di Tequila/Italia, è internet (95% del campione), seguito da radio (70%), Tv classica (64%), l'emittente musicale MTV (29%) e Sky Italia (7%).

I siti più visitati, sempre secondo lo studio di B & F condotto su un gruppo di 400 ragazzi, sono quelli di musica (43%), seguiti da sport (24%), informazione (20%), viaggi e aerei (17%).

Technosexual è stato considerato un termine tanto appropriato che il brand Calvin Klein, negli Stati Uniti, per far presa sui giovani consumatori ne ha fatto un vero e proprio marchio coperto da copyright.

Guido Cornettone direttore marketing di Coty Prestige, che distribuisce in Italia i profumi Calvin Klein, ha spiegato che "…Technosexual definisce ora più che mai la seduzione spontanea di una generazione che si è emancipata grazie alla tecnologia, una generazione in grado di mettersi in contatto con chiunque in qualsiasi momento e in tutto il mondo, con potenzialità davvero rivoluzionarie".

Ma c'è da evidenziare che questi ragazzi subiscono massicciamente un "…bombardamento di informazioni", come le ha definite Cornettone che ha aggiunto: "…i ragazzi tra i 18 e i 25 anni sono esposti ai mezzi di comunicazione per 39 ore alla settimana, contro le 34 degli adulti tra i 25 e i 44 anni".

Un mondo fatto di comunicazione, quindi, ma, come ha sentito Mauro Ferraresi, docente di sociologia dei consumi, "…di gente che comunica ma non parla", in una società "…che ha dimenticato il passato, considera il futuro troppo lontano, credendo valido solo il presente".

Ferraresi ha avvertito che lo spazio infinito di internet, con il suo afflusso continuo di informazioni, può anche produrre un'iperstimolazione sotto la cui pressione sembra sfarinarsi l'identità delle persone.

"…Siamo tutti connessi con tutti, ma il diretto contatto con gli altri - ha sottolineato - è impedito dall'iPod, mediato dai nostri telefonini, reso virtuale dagli schermi dei nostri portatili. L'elettronica è diventata il nostro amico con cui abbiamo una continua relazione, e i rapporti umani diventano una mescolanza di reale e virtuale".

Tanto che, ormai, capita sempre più spesso che rapporti d'amicizia e relazioni sentimentali nascano e si sviluppino al riparo di una tastiera, prima con le chat room, i siti di incontri e ora con Second Life, il sito dove, creando un proprio avatar, si può ottenere una nuova identità, con cui condurre una vita parallela, assai simile a quella reale, dalla necessità di lavorare per guadagnare a quella di avere rapporti con altre persone, ma del tutto virtuale. Proprio su Second Life si sviluppa la "Love story" tra avatar presentata allo Iulm da Marco Cadioli, primo fotoreport( Cfr.: Rapporto dell'università Iulm 2007 di Milano).

I giovani si domandano e noi più vecchi con loro: cosa stiamo facendo per cambiare?

E' assolutamente impossibile estendere il discorso all'insieme dei giovani. Noi ci limitiamo a quanti possiamo raggiungere e verificare nei loro progetti di vita. Per esempio nell'arte.

Bellissime Mostre di giovanissimi autori, scuole, stages per loro nel Veneto Friuli- Venezia Giulia.

A Venezia: PALAZZO FORTUNY dal 15 dicembre 2007, dopo Artempo - esperienza estetica lungo secoli di sperimentazione e galleria delle meraviglie nel segno di Fortuny - la casa atelier di Mariano ha riaperto tutti gli spazi, e definitivamente, come luogo ricco di stimoli, in cui si palesano stratificazioni esistenziali ed antropologiche, visuali e plastiche, tecniche e artistiche. Mentre rimangono intatte al primo piano nobile, la raccolta dei dipinti, i preziosi tessuti che rivestono interamente le pareti, le celebri lampade; al secondo piano c'è la preziosa biblioteca; qui in un caleidoscopico work in progress, si avvicendano pezzi fortuniani e opere di artisti diversi, in nuovi percorsi, dialoghi, esperimenti. Uno spazio libero ma fortemente connotato è infine quello del piano terra, che ospita installazioni site specific ma può aprirsi anche a laboratori e attività, oltre a qualificarsi come articolata area d'accoglienza. Aperto e visitabile complessivamente su tre piani, alla riapertura, ha accolto due mostre, di giovanissimi artisti contemporanei :

• Al piano terra, vi è Maria Grazia Rosin con GELATINE LUX (15 dicembre 2007/17 febbraio 2008). Sono da ammirare trenta opere site specific realizzate in vetro soffiato dai maestri muranesi e un sistema fluttuante di suoni, in una grande installazione legata ai temi della luce e dell'acqua, che riprende e sottolinea la vocazione del luogo alla sperimentazione eclettica, alla perfezione nelle tecniche, all'eccellenza estetica, allo studio sugli effetti luminosi. Sospese e luminescenti, esse si integrano con materiali sintetici, siliconi, luce, LED, fibre ottiche e suoni . Curata da Silvio Fuso, è organizzata dai Musei Civici Veneziani in collaborazione con Galleria Caterina Tognon Arte contemporanea, Venezia; Gallerie Italienne, Parigi; Galleria 503 Mulino, Vicenza; Start - Associazione culturale arte contemporanea, Venezia e si realizza con il sostegno di Dainese, Vicenza; Compagnia Vetraria Muranese, Murano; Alma Fibre Ottiche, Mestrino (Padova); De Majo Illuminazione, Mirano (Venezia); Alessandrini Antonio e Genesio Spa Costruzioni Edilizie, Roma; Ca' Pisani Hotel, Venezia; Onagro e Fuga Specchi Veneziani, Murano; Mariano Fortuny Tessuti Artistici, Venezia; Soffieria Arte Antica, Dosson di Casier (Treviso); 100+1 Cantina Griswine, Padova; Massimo Lunardon, S.Giorgio di Perlena (Vicenza).

La grande installazione è paragonabile a un organismo vivente dai cui pori permeabili emana un'intelligenza diffusa, un'energia che si trasforma: quella della materia in luce, quella del suono in fonti multiple in movimento. È un percorso a ritroso, fino alle origini primarie della vita ma anche dell'ispirazione dell'artista, che coinvolge il visitatore in una dimensione onirico- immaginativa. Forme primitive ed eterne, le opere riempiono lo spazio espositivo evocando abissi oceanici e siderali, immerse in un movimento accelerato come d'acqua, di plancton, di pulviscolo di pianeti. Un universo visionario ma ordinato da un sottile equilibrio, in cui lo spettatore si immerge entrando nel lessico dell'artista. L'idea unificante che emerge da questo modo di "raccontare" di Maria Grazia Rosin è che ogni organismo è la sintesi finale di un affascinante processo di metamorfosi consequenziali, mentali e non, dal naturale all'artificiale: il genius loci di Palazzo Fortuny, quindi, di nuovo ispira e suggerisce una Wunderkammer, materiale e metaforica. Le opere esposte sono state realizzate a Murano dai maestri soffiatori Sergio Tiozzo, Pino Signoretto, Silvano Signoretto, Andrea Zilio, Massimo Lunardon. Allestimento e concetto sonoro - Visnadi & Camomatic; Video- Computer grafica- Andrew Quinn & Maria Grazia Rosin.

Chi è

Maria Grazia Rosin, nata a Cortina d'Ampezzo nel 1958, vive e lavora a Venezia. Frequenta l'Istituto d'Arte a Cortina e studia con Emilio Vedova all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si diploma in pittura nel 1983. Nel 1992 con la Fondazione Bevilacqua La Masa sperimenta creazioni in vetro in collaborazione con la scuola di Murano e con il maestro Ferro nella fornace De Majo. A partire da questa esperienza, poi replicata in numerose altre mostre, l'artista affianca alla bidimensionalità visionaria delle sue grandi tele, le potenzialità plastiche del vetro, che diventa nel tempo la principale forma di sperimentazione creativa, in un rapporto privilegiato con le fornaci e i maestri di fama internazionale attivi a Murano. Straordinarie per qualità estetico - visuali, le sue opere, in equilibrio creativo tra arte e design, coniugano le antiche tecniche dei maestri artigiani con tecnologie complesse quali il controllo qualitativo della luce, delle immagini e dei suoni elettronici. Ha esposto, a partire dal 1982 in importanti mostre personali e collettive in Italia e all'estero; sue opere sono custodite in grandi musei tra cui il Corning Museum of Glass, New York, il KunstMuseum di Dusseldorf e, naturalmente, il Museo del Vetro di Murano(La url www.museiciviciveneziani.it/frame.asp?pid=954&z=2&tit= conduce alla galleria immagini, per coloro che non potranno vedere direttamente queste opere di grande fantasia e finezza artistica. Catalogo Edizioni Il Poligrafo, Padova).

• Al primo piano (Palazzo Fortuny), vi è Stephen Bottomley - Gioielli con TECH-TILE( fino al 6 gennaio 2008), con una ventina di straordinarie creazioni. La mostra esplora le potenzialità del connubio tra progettazione digitale al computer e abilità tecnica artigianale, riferendosi esplicitamente non solo al "linguaggio visuale di fantasie e ornamenti" di Fortuny, ma anche alla sua inesauribile attitudine alla sperimentazione, alla contaminazione di metodi e approcci tradizionali e innovativi. Argento e acrilico, acciaio o argento e smalto, ancora argento e cotone o titanio sono i materiali scelti da Bottomley per vere e proprie sculture da collo, ciondoli e bracciali. Ispirati ai disegni e alle visioni di Fortuny, sono un tributo alla creatività del maestro e una testimonianza diretta della sua eclettica eredità intellettuale. Al volgere del secolo scorso a Venezia, il lavoro di Mariano Fortuny (1871-1949) rappresentava un insieme di passato e presente, una mistura di motivi medievali e classici , ispirati sia dalle forme naturali che dalle geometrie orientali e ottenuti anche con l'applicazione di tecnologie all'epoca emergenti nel campo della fotografia e della stampa. Dalle sue botteghe e dalla sua biblioteca scaturì una ricca fusione di stili; il suo "studio d'alchimista" fu frequentato da artisti, celebrità e scrittori del tempo, tra i quali Marcel Proust. Ancora oggi Palazzo Fortuny conserva intatto il suo fascino e lo spirito di Mariano in qualche modo è presente in un momento, come quello attuale, in cui , come allora, tecnologia e scienza consentono nuovi modi di vedere e nuove prospettive per la creatività. Proprio quest'approccio ibrido a un'arte legata alla tradizione ma aperta alla sperimentazione e alla tecnologia è la base dell'ispirazione del lavoro di Bottomley, gioielliere contemporaneo. Storicamente, l'oreficeria è sempre stata associata alla moda ed ai tessuti. La gioielleria contemporanea attribuisce più valore alla creazione che al materiale utilizzato, sviluppando un linguaggio più teoretico e concettuale che legato al valore intrinseco del metallo, mantenendo la funzione di ornamento delle vesti e del corpo. I disegni di Bottomley nascono da un accurato studio dei motivi e delle matrici tessili di Fortuny; diventano disegni di gioielleria attraverso l'applicazione di tecnologie come scanning digitale, ingegneria inversa, fototipia rapida, incisione fotografica, incisione e taglio a laser. I successivi processi produttivi, lenti e meticolosi, consentono un fine equilibrio tra "vecchio/nuovo", "passato/presente" in cui la fredda esattezza digitale si stempera in un lavoro artigianale in cui perfezione e precisione, comunemente associate ai progetti realizzati al computer, sono intenzionalmente evitate( bellissime immagini di questi gioielli sono visibili cliccando: http://www.museiciviciveneziani.it/albummostre.htm). In ogni caso, per qualsiasi informazione ci si può rivolgere :al Dr. Riccardo Bon, Servizio Marketing, Comunicazione e Ufficio Stampa, Musei Civici Veneziani, S.Marco, 1529, 30124 VENEZIA, Tel. 0412747614

Fax 0412747604, pressmusei@comune.venezia.it).

Chi è

Stephen Bottomley, è inglese. E' nato nel 1967 a Norwich(Inghilterra). La sua Email è: stephen@seb-goldsmith.com; il suo Website: www.seb-goldsmith.com Il suo training accademico è ricchissimo: basti ricordare che ha frequentato la scuola, il College ,l'Università, ottenendo le varie qualificazioni entro l'ottobre 1999. Si è poi specializzato al Royal College of Art e all' University of Brighton( dove abitualmente risiede) ed ha fatto pratica professionale al SILVERWEAR' International ACJ Masterclass Conference Workshop at Sheffield Hallam University, (Organiser/Director Stephen Bottomley) dove ha svolto anche le mansioni di Organizzatore e Direttore. Ha esposto nel 2002 al Victoria & Albert Museum, British Galleries: The natural world in Gold', Weekend workshop. Ha esposto in Mostre organizzate in diverse parti del mondo, come al Leipzig Fair,Germany, 1995, Scottish Gallery, Edinburgh, 1995; Rye Art Gallery, East Sussex, 1994, Galerie V&V, Vienna, Austria; 1994, Galerie Cebra, Dusseldorf, Germany, 1994 Exhibition Grants to tour this show were raised from: The Foundation for Sport & the Arts, (1993);The British Council, (1993); e The Prince's Trust (1992). Rye Art Gallery, East Sussex, 1994, Galerie V&V, Vienna, Austria; 1994, Galerie Cebra, Dusseldorf, Germany, 1994 Exhibition Grants to tour this show were raised from: The Foundation for Sport & the Arts, (1993);The British Council, (1993); and The Prince's Trust (1992)…Ed ora in Italia, a Palazzo Fortuny fino al 6 gennaio 2008. Potremmo dire tante alter cose di questo brillante gioielliere che combina così armoniosamente le tecniche del passato con la magia di quelle di oggi. Certo è che qualsiasi donna vorrebbe indossare i suoi favolosi gioielli.

A Venezia: alla Venice International University nell'isola di San Servolo, un progetto educativo per giovanissimi: VIULIFE: The Islands of Creativity , un percorso per immagini nei luoghi della creatività e dell'innovazione a Venezia e nelle isole della laguna.

In ottobre 2007 e' stato chiesto a un gruppo di circa 15 studenti di VIU e delle Università Iuav e Cà Foscari di sviluppare un nuovo percorso di conoscenza della città andando oltre l'immagine turistica di Venezia.

Un nuovo movimento creativo, fatto di persone, attività formative, giovani imprese e studi si sta sviluppando nel cuore e nelle isole di Venezia: Giudecca, Murano, San Servolo e altre aree della città stanno reinventando se stesse e investendo in innovazione.

Gli studenti, guidati dall'artista multimediale Gaston Ramirez, hanno visitato persone, istituzioni e luoghi rappresentativi di questi aspetti emergenti di Venezia:

- L'isola di San Servolo e' sede della Venice International University, centro internazionale di istruzione e di ricerca su tematiche come economia, nuove tecnologie, arte, creatività, e ambiente, di cui fanno parte dieci università tra Europa, America, Israele, Cina e Giappone.

- L'isola della Giudecca e' da diversi anni oggetto di trasformazioni urbane e sede di attività artistiche e innovative, come l'incubatore VeniceCube, il Centro dei Santi Cosma e Damiano e gli Atelier degli artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa, che la stanno trasformando in un centro della creatività, dell'arte e della giovane impresa.

- L'isola di Murano custodisce la tradizione preziosa dell'arte del vetro ma produce anche sperimentazioni e ricerca, come dimostra pienamente la Fornace Fornasier dell'artista Fabio Fornasier.

- Nel Sestiere di Castello, gli spazi tardogotici del quattrocentesco Palazzo Van Axel dialogano con la tecnologia più avanzata e futuribile delle opere che hanno rappresentato il Messico alla Biennale d'Arte del 2007.

I video realizzati sottolineano da diverse angolazioni il difficile incontro tra la dimensione dello sfruttamento della rendita turistica e quella delle capacità e delle competenze creative di cui la città e' ricca, e offrono l'occasione di osservare aspetti consueti da punti di vista insoliti, come lo sguardo non convenzionale di uno studente straniero, o la lente visionaria dell'artista, mentre affrontano l'esperienza di una città complessa come Venezia, il rapporto con la cultura e la creatività, le esigenze di un'economia di turismo e commercio, nei suoi aspetti positivi e negativi.

Si tratta dell'inizio di un nuovo percorso di conoscenza della città, disponibile per gli abitanti e per i turisti su Google Maps (http://www.univiu.org/undergraduate/viulife/).

La School of Humanities and Social Sciences di Venice International University offre corsi e attività extra- curriculari interdisciplinari e multiculturali in un ambiente internazionale dinamico, che si rivolge a tutti gli studenti delle università associate a VIU, tra cui Cà Foscari e l'Università Iuav di Venezia, che siano capaci di spaziare tra diverse discipline e di affrontare le sfide del mondo contemporaneo, altamente globalizzato, con un approccio umanistico.

Le università associate riconoscono i corsi VIU come parte integrante dei rispettivi corsi di laurea( Info: http://www.univiu.org).

Notizie tecniche

Venice International University si trova nell'Isola di San Servolo, a 10 minuti di vaporetto da Piazza San Marco.

Il vaporetto di linea ACTV numero 20 parte da Venezia dalla fermata San Zaccaria di fronte al Londra Palace Hotel( http://www.univiu.org/campus/boats)

E, per quanti giovani sono in cerca di qualcosa di "nuovo" che li impegni per una prospettiva diversa, si possono chiedere informazioni più precise a: press@univiu.org

SPAZIO FVG group( Dal 15 dicembre 2007 in poi, vi sono stati due importanti appuntamenti a Villa Manin, l'inaugurazione della mostra Frammenti del Sistema Solare e la cerimonia di apertura dell'anno accademico dell'Accademia di Belle Arti di Villa Manin Passariano ( Codroipo , Udine)

Frammenti del Sistema Solare, allestita negli spazi dell'esedra di levante, raccoglie le installazioni degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Venezia con sede staccata a Villa Manin, Passariano, che interpretano questo progetto come una riflessione sull'identità e la memoria personale. L'esposizione è divisa in due parti che si potrebbero definire memoria delle persone e memoria delle cose. Nella prima sezione diverse storie e figure umane sono raccontate attraverso testimonianze dirette o evocate mediante semplici sistemi scenici. Si tratta di installazioni che rappresentano il ricordo di persone e di incontri che sono stati fondamentali nella formazione della coscienza individuale di ogni artista partecipante. Questa parte della mostra rende omaggio a chi ha saputo segnare la loro vita ed indicare un modo nuovo di rapportarsi alla realtà. La seconda sezione, allestita all ultimo piano dell'esedra, è dedicata agli oggetti d'affezione. L'ex granaio si trasforma in una metaforica soffitta dove gli oggetti, carichi di valori e ricordi assumono una connotazione nuova, diventano feticcio sentimentale, simbolo scaramantico o semplicemente segno estetico. Il tema della memoria caratterizza anche la concomitante cerimonia d'apertura dell Anno Accademico, dedicata al grande artista Luciano Fabro, dalle origini friulane e recentemente scomparso.Come non elencare i nomi dei giovanissimi artisti in mostra?

Eccoli: Francesca Bartolomeoli, Sara Bertossi, Daniela Cantarutti, Silvano Castellan, Paolo Comuzzi e Augusta Eniti, Marco Corain, Maria D'Andrea, Deborah Cutugno, Andrea Dalla Costa, Fausto Deganutti, Sebastjan Degli Innocenti, Adriano dell'Angela, Serena Del Piccolo, Franco Del Zotto Odorico, Virginia Di Lazzaro, Girolamo Di Leonardo, Vera Fedrigo, Giulia Filippi, Roberta Franchetto, Leonardo Furlan, Francesca Lora, Nereo Marulli, Stefano Micoli, Lorenzo Miotto, Sarah Persello, Michele Piazza, Rosalba Piccini, Monica Pierazzi Mitri, Marco Pugliese, Lucia Soramel, Micol Sperandio, Giulia Tosato, Caterina Vallini, Andreea Verner, Elena Zamparutti, Claudia Zucchet.

Ripetiamo che Spazio FVG è un progetto del Centro d'Arte Contemporanea di Villa Manin nato per valorizzare la produzione artistica del territorio con eventi e mostre dedicate agli artisti del Friuli Venezia Giulia: attraverso lo Spazio FVG group l'iniziativa si apre alle mostre di gruppo, diventa spazio collettivo e ospita per il secondo anno una collaborazione con l'accademia di Belle Arti di Venezia sede di Villa Manin, a cura di Temperaturambiente, che è un gruppo che di volta in volta aggrega studenti e docenti nella progettazione e realizzazione di eventi artistici che si sviluppano all interno dei corsi dell' Accademia( Per maggiori informazioni rivolgersi alla gentilissima Antonella Torriglia: skype: antonellatorriglia www.villamanincontemporanea)

E sempre qui, a Villa Manin, : HARD ROCK WALZER, Scultura Contemporanea Austriaca

a cura di Sarah Cosulich Canarutto, dal 3 novembre 2007 al 25 marzo 2008.

"Hard Rock Walzer - Scultura Contemporanea Austriaca" è una mostra che mette lo spettatore di fronte ad un gioco di contrasti sottolineato anche dall'ossimoro del titolo: la scultura, spesso definita in quanto volume e peso, appare a Villa Manin nelle vesti di tanti interventi dinamici e inaspettati. Le opere non rappresentano solo lo spazio ma lo raccontano, e così facendo danno vita a situazioni, formano paradossi, richiamano ricordi ed emozioni.

Quindici artisti le cui sculture abitano la villa con le loro metafore che, in alcuni casi collidono, in altri sembrano armonizzarsi con il contesto. Dalla sintesi formale di Werner Feiersinger alla carica dissacratoria di Christian Eisenberger, dal surrealismo improbabile di Werner Reiterer alla ridefinizione dello spazio di Hans Schabus, dall'ironia spiazzante di Erwin Wurm alla ricerca sociologica di Nikolaus Gansterer, le opere in mostra guardano alla scultura da punti di vista eterogenei e mutevoli. Questa mostra vuole presentare l'arte che oggi viene creata in un paese piccolo come l'Austria che con la sua storia e la sua realtà riflette anche un mondo universale e condiviso.

"Hard Rock Walzer - Scultura Contemporanea Austriaca" continua l'osservatorio del Centro d'Arte Contemporanea di Villa Manin nei confronti dei paesi confinanti, di nazioni vicine di cui si vuole conoscere più approfonditamente identità e visioni. Dopo Instant Europe che guardava all'Europa dell'Est e EurHope 1153 che si focalizzava sull'arte turca, Hard Rock Walzer parla del cuore della Mitteleuropa nella speranza di coinvolgere lo spettatore in un giro di danza energico e veloce sulle note della scultura austriaca contemporanea.

Gli artisti in mostra, tutti giovani e di aperture al futuro sono:

Thomas Baumann, Christian Eisenberger, Werner Feiersinger, Nikolaus Gansterer, Gelitin, Christine e Irene Hohenbuchler, Leopold Kessler, Elke Krystufek, Werner Reiterer, Hans Schabus, Markus Schinwald, Fabian Seiz, Erwin Wurm, Heimo Zobernig.

E come dimenticare il Mart di Rovereto, questo incredibile luogo che raccoglie anno, dopo anno il meglio dell'arte contemporanea, che ha un'equipe di giovani che si sottopongono ad ogni fatica per educare al meglio( di fatto, vi é una sezione didattica stupefacente per aggiornare gli insegnanti e per guidare I giovani ad amare il bello anche oggi)? Così ci ha detto la dinamica Flavia Fossa Margutti: "Anche noi facciamo tantissimo per i giovani, non solo mostre a loro dedicate ma anche li coinvolgiamo in attività altre, come incontri, seminari e workshop con gli artisti. In particolare a giugno 2008 avremo una mostra a cui parteciperanno solo giovani, nuove generazioni di artisti europei, asiatici"( per qualsiasi informazione: press@mart.trento.it press@mart.trento.it). Oppure, i Laboratori Creativi dello Spazio Giovani della Comunità Montana del Friuli Occidentale, che mese dopo mese, creano attività di vario genere cui partecipano migliaia di ragazzi e ragazze(Per informazioni più accurate, www.spaziogiovani.net - info@spaziogiovani.net)?

Tanto per concludere- ma un discorso sui giovani non è mai concluso, essendo loro stessi la radice del futuro- mi piacerebbe unire in un discorso non solo ideale, ma anche fattivo per mostrare ai tanti profeti di sventura che il cammino verso il futuro è uno spazio luminoso, dove tutti si potranno incontrare e lavorare insieme per il bene dell'umanità-: quindi raccogliere le esperienze che saranno tantissime di laboratori sul domani e farne qualcosa da far conoscere. Che ne dite?

Intanto, la mia mail è: diemme32@libero.it oppure diemme32@alice.it

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Società